
Descrizione dell'opera
Il testo vuole essere un invito a soffermarsi sull’importanza di vivere il più possibile in armonia con se stessi e con gli altri. A partire dall’esperienza sul campo di carattere psico-pedagogico, l’autore riprende il meglio delle scuole psicologiche più diffuse per proporre una propria lettura dell’essere e del relazionarsi della persona.
Attraverso testimonianze personali arricchite da vicende di pazienti in terapia, offre al lettore piccoli spaccati di realtà quotidiana, perché diventino spunti e occasioni di riflessione. Le esperienze descritte sono autentiche e lo stesso lettore può certamente ritrovarcisi.
Sommario
Premessa (H. Bucar). Introduzione. Parte prima. 1. La famiglia. 2. Due storie emblematiche. 3. La quotidianità. Parte seconda. 4. L’angelo dei sogni. 5. Comprendere per vivere meglio. 6. Vivere in modo concreto. 7. Messaggi. Conclusione.
Note sull'autore
Antonio Ventre, psicologo psicoterapeuta, lavora nel servizio psichiatrico dell’ospedale Molinette di Torino. Docente presso alcune scuole, da molti anni collabora con i gruppi di volontari vincenziani del comprensorio di Torino. Presso le EDB ha pubblicato Il segreto della felicità. Per una psicoterapia del quotidiano (22004) e La relazione d’aiuto. Alla ricerca della propria umanità (22005).
Il titolo del presente volume, Paradossi della mente giovanile: oscillazioni tra noia, angoscia e creatività, riprende quello della giornata di studio tenutasi il 7 novembre 2007 presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Roma “Tor Vergata”. Il tema della "noia” nel mondo giovanile viene proposto, attraverso le ricerche presentate, nelle sue complesse sfaccettature, accomunate, pur nella loro variegata specificità, da un dato comune: la difficoltà dei giovani a gestire la propria vita mentale ed emotiva. Vengono analizzate le dinamiche in cui frequentemente, oggi, gli adolescenti si ritrovano intrappolati, a causa della loro incapacità di confrontarsi con i limiti e le frustrazioni, elementi necessari sulla via della realizzazione di progetti significativi, per il loro vivere il futuro, specularmente al mondo adulto, sotto il segno di una crescente incertezza, o ancora per il loro esperire con disagio le situazioni di intimità, pur foriere di possibili situazioni appaganti.
In tale contesto, è difficile pensare che possa crearsi lo spazio interno necessario per l'attivarsi del desiderio, inteso come espressione di qualcosa di cui si percepisce la mancanza. Lo stato di noia viene così a proporsi, in alternativa, come una soluzione più accessibile e rassicurante, per quanto, inevitabilmente, collegata ad una penosa sensazione di vuoto. Per uscire da quest'impasse, i giovani hanno bisogno dì un costante confronto con il mondo adulto, per imparare a guardarsi dentro con coraggio, a saper valorizzare la propria vita mentale ed emotiva, a progettarsi nel futuro con speranza.
Un testo sul trauma, da Freud alla Shoah. Dopo la formulazione, verso la fine dell'Ottocento, della teoria freudiana della seduzione, subito ritrattata dallo stesso Freud, e dopo i famosi scontri fra quest'ultimo e Ferenczi, che del trauma come realta' rimarra' convinto, e' necessario aspettare piu' di un secolo per arrivare ad una ridefinizione del trauma nei suoi elementi di realta' effettiva oltre che fantasmatica, di breccia aperta nella struttura psichica dell'individuo, di superamento irreparabile di una soglia, provocato appunto da eventi reali. In mezzo, c'e' la tragedia della Shoah, insieme agli altri genocidi e alle tante atrocita' di cui il secolo appena trascorso si e' macchiato...
Come superare la depressione e l'ansia in situazione esistenziali dolorose e molto coinvolgenti.
"Medico e paziente danzano insieme. Si influenzano reciprocamente in un'eterna danza. Hanno bisogno uno dell'altro, e non si può descrivere uno senza l'altro."
Parole inutili. Parole che curano. Relazioni ferite. Relazioni che sostengono. Questo il quadrilatero simbolico nel quale agisce l’incontro tra un medico, o altro operatore sanitario, e un paziente. Salute, malattia, cura e benessere non possono prescindere dalla dimensione relazionale, nella quale l’informazione e la presa in carico efficaci del malato sono radicati in un incontro tra esseri umani. Si cura un corpo abitato e non un insieme di organi malati. Curante e paziente non possono non interagire. Sembra ovvio, ma l’esperienza comune racconta interazioni fugaci, negate, disfunzionali. Eppure, dietro atteggiamenti freddi, distanti, altre volte eccessivamente rassicuranti o invischiati ci sono migliaia di professionisti autodidatti. Questo libro nasce per loro, per tutti i professionisti della salute curiosi e interessati a meditare le parole da dire al paziente, a interrogarsi sul significato di quanto chiede il malato e conoscere le strategie migliori per gestire momenti di empasse relazionale con le persone che a loro si rivolgono, ma anche per coloro che finora hanno trovato questo compito faticoso e troppo impegnativo e hanno cercato di evitarlo e fuggire. Queste pagine offrono strumenti per conoscere le regole e i principi della comunicazione efficace, riflettere sulle emozioni che circolano tra paziente e curante, riconoscere gli stili relazionali del malato e ri-pensare al proprio modo di essere operatori della salute. Acquisire tale competenza migliora la qualità della cura dei propri pazienti, e aiuta a gestire le emozioni generate dal forte coinvolgimento nei momenti più intensi e a volte drammatici della vita altrui.
"Sì, la droga. parola eccitante. io posso farlo, io riesco a farlo. Esaltante. Poi l'effetto sale immediato come una botta. Tutto bene, a posto. Domani smetto. Questa è l'ultima volta. erano i pensieri ai quali si appoggiava. Povera Nena, povera illusa, la facevo più scaltra."
Le tensioni e i conflitti, la solitudine e il gruppo, l'insicurezza e la paura, la voglia di farcela e la paura di non riuscirci, la fuga dalla famiglia e il bisogno dei genitori, le corazze e le fragilità, l'abisso delle droghe e la ricerca di se stessi. Storie di adolescenti che si ritrovano nella spirale delle dipendenze.
È giusto perdonare? Quanto può far bene alla vittima? Esiste perdono senza riconciliazione? Più semplice con se stessi o dopo un'offesa ricevuta, più complesso tra gruppi politici e religiosi, il perdono richiede tempo e fatica, ma è necessario per non dimenticare. Il perdono si prospetta come via alternativa alla vendetta o alla fuga.
II libro raccoglie le lettere che il fondatore della logoterapia ha scritto a parenti e amici dopo essere stato salvato dagli americani dai campi di concentramento nazisti. Ne viene fuori un racconto intessuto di esperienze terrificanti ma allo stesso tempo di grande umanità. Il lettore viene messo a confronto con la grande fede di Frankl e con la sua tenacia che gli ha consentito di sopravvivere alla follia di un sistema di massacro organizzato.
Negli orizzonti tematici della psichiatria si nascondono emozioni segnate, e sigillate, dalla vertigine del dolore e dell'angoscia, della speranza e della disperazione, della luce e della notte, e talora dell'anelito fatale alla morte volontaria: come espressione di una cascata di illusioni bruciate dagli eventi della vita e dal destino. Sono emozioni che fanno parte della vita: della vita di ogni giorno e della vita psicopatologica ma anche della vita sfolgorante della creatività; e sono emozioni che riemergono sulla scia delle pascaliane ragioni del cuore e delle proustiane intermittenze del cuore: sonde che consentono di intravedere le profondità dell'anima ferita e dell'anima incrinata dalla malattia. Il cuore in fiamme, o il fuoco del cuore, come metafore vive che avvicinano alla cifra segreta e indicibile della condizione umana.
Dal fenomeno wrestling al comportamento violento, dai videogiochi alle condotte aggressive, dalla violenza in TV alle assurde emulazioni di fronte a cui, non di rado, rabbrividiamo tutti: esistono similitudini tra quello che i giovani vedono sugli schermi e i loro comportamenti antisociali e violenti? Il fenomeno del bullismo purtroppo "sta al passo con i tempi". Quali sono le sue nuove forme? Come nasce il cyberbullo e in che cosa risiede la sua forza? Come si può prevenire il bullismo, chi ne è responsabile e di chi è la colpa? La lettura psicologica del fenomeno inizia in questo libro con il ritratto psico(pato)logico del bullo per proseguire con quelli, non sempre edificanti, dei mass-media, della scuola e della famiglia. Gli autori, facendo luce e le dovute distinzioni tra i concetti di aggressività e di violenza, fanno il punto della situazione sui comportamenti patologici nella società dei giovani e si soffermano sulle conseguenze di tali condotte. Ai danni fisici delle vittime si sommano traumi psichici particolarmente gravi di cui non sono affatto esenti gli aggressori. Inevitabilmente cupo, il quadro che emerge da questa analisi contiene tuttavia nuclei creativi di notevole potenziale, individuati in particolare all'interno della famiglia e nella partecipazione delle istituzioni. Nella ricca disamina delle modalità di prevenzione spicca un progetto educativo alla legalità, già in via di attuazione, che coinvolge unanimemente studenti, insegnanti, genitori e i mass-media.
A quale prezzo psicologico si ottiene un "bravo bambino"? Di quali sottili violenze è capace l'amore materno? Per l'autrice, il dramma del "bambino dotato" - il bambino che è l'orgoglio dei suoi genitori - ha origine nella sua capacità di cogliere i bisogni inconsci dei genitori e di adattarvisi, mettendo a tacere i suoi sentimenti più spontanei (la rabbia, l'indignazione, la paura, l'invidia) che risultano inaccettabili ai "grandi". In tal modo, viene soffocato lo sviluppo della personalità più autentica, e il bambino soffrirà di insicurezza affettiva e di una sorta di impoverimento psichico. Da adulto, sarà depresso, oppure si nasconderà dietro una facciata di grandiosità maniacale. Numerosissimi esempi documentano la sofferenza inespressa di questi bambini e, al tempo stesso, le difficoltà dei genitori, incapaci di essere disponibili verso i figli.
Il progetto Scarcerando, attivo sul territorio dell'ASL 3 di Monza, affronta il tema della salute mentale in carcere, intervenendo per mantenere la continuità terapeutica dei detenuti con sofferenza psichica e attivare il percorso di reinserimento sul territorio per le persone giunte a fine pena. Una serie di interviste restituisce il punto di vista dei diretti interessati.