
Nella nostra società vive ancora il retaggio profondo di un pensiero antico: ottenere troppo, sentirsi troppo felici volando come Icaro vicini al sole conduce inevitabilmente a una caduta disastrosa. In anni di esperienze professionali e personali, l'autore è giunto alla conclusione opposta: il potenziale a disposizione di ciascuno per raggiungere la felicità non ha limiti. E possibile godersi la vita e reagire positivamente agli inevitabili problemi senza lasciarsi prendere da depressione, sensi di colpa o ansia. A trattenerci è solo la paura, che ci spinge a conformare la nostra vita a una sorta di mediocrità sentita come normale. Dyer ci spiega come migliorare il nostro modo di vivere, fissare e raggiungere obiettivi personali e professionali sempre più alti, trasformando le debolezze in punti di forza. Basta imparare ad agire sui propri pensieri, emozioni e comportamenti. E il cambiamento può cominciare da subito.
I traumi, le ferite - del corpo o dell'anima che siano - nella vita non possono non accadere. Questo libro permette di avere una conoscenza colta, approfondita, attraverso una lettura piacevole ed agile, del trauma psicologico nell'adulto e nell'infanzia: sia di quello personale, sia di quello derivante da eventi catastrofici, portando a una conoscenza utile per aiutare il superamento naturale dei traumi più lievi, ma anche per riconoscere e indirizzare al trattamento clinico di eccellenza dei traumi maggiori. Gli autori dedicano il contrappunto finale al "Trauma nell'arte pittorica", una breve e interessante panoramica di come alcuni celebri artisti hanno trattato/ritratto il trauma.
Spesso ci diciamo: non sei capace, non sei pronto, non ce la farai. Ed è così che, invece di spronarci a migliorare, cominciamo a perdere fiducia. Il segreto per riacquistarla è trattarci con amore e imparare a costruire la nostra autostima, unica fonte di motivazione profonda e duratura per un'esistenza felice. Solo l'amore per noi stessi ci permetterà di accettare senza paure le sfide della vita, individuando quello di cui abbiamo bisogno e quello che invece non ci serve nel cammino verso la felicità. "Fiducia totale" è un libro, ma soprattutto un metodo, che si ispira agli insegnamenti dei grandi maestri dello spirito - da Lao Tse a Virgilio, da San Francesco a Madre Teresa di Calcutta a Nelson Mandela - applicandoli ai problemi e alle aspirazioni del nostro tempo. I suoi otto capitoli densi di teoria, scoperte scientifiche, casi reali ed esercizi pratici ci insegnano a superare i timori e le convinzioni che ci limitano, a rispondere con intelligenza all'invito che ogni emozione ci rivolge, a guidare l'energia dei nostri pensieri. Perché la felicità è vicina: basta imparare a entrare in contatto con quella forza che è già in noi e chiamiamo "fiducia totale".
Lo sfarinamento dei legami sociali e familiari cosi come le ferite inferte dalla depressione, che segnano un numero crescente di individui, sono i sintomi contemporanei della fragilità. Eppure proprio la fragilità ci indica i valori che danno un senso all'esistenza. Come emerge dal dialogo tra un maestro della psichiatria e un eclettico sociologo, riconoscersi fragili, insicuri, malinconici, è la premessa per ritrovare quello slancio comunitario rigeneratore che solo ci mette in contatto con noi stessi e con il mondo aperto degli altri.
Basandosi sul bestseller Uno psicologo nei lager del grande psichiatra Viktor Frankl,
Alex Pattakos spiega in queste pagine, scritte su incoraggiamento dello stesso Frankl, i sette principi che possono aiutarci a trovare un significato nella nostra vita e nel nostro lavoro.
“Mentre leggi questo libro, ti sfido a sperimentare la libertà di scegliere il tuo atteggiamento personale, a esercitare la tua volontà di significato, a individuare il significato dei momenti della vita, a non lavorare contro te stesso, a guardare te stesso da lontano…” (dalla Presentazione di Stephen R. Covey).
Alex Pattakos è stato allievo di Viktor Frankl e ha fondato il Center for Meaning che oggi dirige.
TRA I NOSTRI LIBRI:
V.E. Frankl, Logoterapia, Medicina dell’anima
E. Lukas, La saggezza come medicina
S.R. Covey, First Things First, Le prime cose al primo posto
K. Hogan, La psicologia della persuasione
Le trasmissioni transgenerazionali sono in genere legate a segreti, lutti e traumi irrisolti (orrori di guerra, vendette, odi, rivalità, incesti), cose taciute, nascoste, talvolta proibite anche al pensiero, che attraversano le generazioni, senza essere né pensate, né elaborate e per questo manifeste in una malattia psichica e/o fisica, nel "linguaggio del corpo", in atti mancati, coazioni a ripetere, "disgrazie" e difficoltà. Ciascuno di noi è diviso tra la necessità di essere autenticamente se stesso e di dover essere anello di una catena a cui è assoggettato senza la partecipazione della propria volontà. Occorre riappropriarsi di quanto ci viene trasmesso inconsciamente, "storie" che non appartengono alla vita del soggetto, ma che si rivelano come organizzatrici della vita psichica individuale, spesso determinandone l'esistenza. Attraverso il dar parola e visibilità ai segreti di famiglia, ai traumi vissuti dai nostri antenati, al transpersonale, ossia ai contenuti inespressi, potremo iniziare a sciogliere i legami e divenire noi stessi, riconquistando la libertà di esistere secondo il nostro "sé" autentico, svincolati dalla ripetizione di copioni incistati nella nostra matrice identitaria, slegati dalla ragnatela tessuta di generazione in generazione; capendo ciò che accade, potremo vivere la "nostra" vita e non quella dei nostri genitori, nonni, antenati.
Quando accade qualcosa che fa soffrire profondamente è facile sentirsi perduti. Che si tratti della salute, del lavoro, di un rovescio finanziario o della perdita degli affetti, un'esperienza negativa è vissuta spesso come una minaccia alla vita stessa: genera sentimenti di inquietudine, paura o delusione e induce a tentare di resistere o di opporsi al cambiamento. Neale Donald Walsch parla al cuore di tutte le persone ferite o disorientate dai mutamenti che si sono trovate ad affrontare, e a quanti vorrebbero aiutarle. Con questa lunga e amichevole conversazione, Walsch invita ognuno a compiere un cammino che, attraverso tappe successive, conduce a una nuova e piena consapevolezza del significato del cambiamento e delle opportunità di crescita che sempre racchiude, anche quando si presenta come un ostacolo, una pena, una difficoltà. L'autore della serie "Conversazioni con Dio" intende offire strumenti semplici e chiari per compiere un percorso di conoscenza interiore, ma soprattutto un'esperienza spirituale attraverso la quale imparare ad accogliere e indirizzare l'energia che anima la vita e ne determina gli sviluppi, disegnando il futuro.
Dagli scritti che delineano un nuovo modello dell'inconscio alle riflessioni sulla guerra e la pace, dai testi che definiscono la teoria dei codici affettivi alle considerazioni sul rapporto tra psicoanalisi e istituzioni, questa antologia consente di accostarsi a tutti gli aspetti più rilevanti del pensiero di Franco Fornari, lo psicoanalista che ha impresso maggiormente la sua impronta sulla cultura italiana. Le opere di Fornari descrivono un percorso coerente che, a partire da una rilettura di Freud e dall'originaria adesione al modello kleiniano, è progressivamente approdato a una innovativa teoria della simbolizzazione affettiva e della soggettività inconscia. Si tratta di contributi ancora oggi molto attuali, che descrivono la maturazione di un pensiero creativo capace di spaziare dalla psicoanalisi infantile alla teoria del linguaggio, dalla psicosomatica alla psicoanalisi delle istituzioni e della politica. Il volume ripercorre tutte le tappe teoriche che hanno portato Fornari a rifondare la pratica psicoterapeutica, a teorizzare il modello dell'analisi dei codici affettivi e a desacralizzare la posizione dello psicoanalista, in favore di una psicoanalisi autenticamente laica.
Il modello kleiniano-bioniano costituisce un manuale di base, un volume introduttivo che si propone di spiegare i principi generali secondo i quali lo psicoanalista o lo psicoterapeuta di orientamento psicoanalitico possono stabilire e mantenere al meglio il setting psicoanalitico, prestare ascolto alle libere associazioni del paziente e infine intervenire con delle interpretazioni, principalmente dalla prospettiva kleiniano-bioniana, che comprende i cosiddetti "postkleiniani" di Londra e i kleiniani e bioniani nel resto del mondo. L'autore segue quella tradizione, rispettando il contributo originale dell'opera di Melanie Klein e Wilfred Bion, ma "al tempo stesso e su un altro livello", per usare le parole dello stesso Grotstein, trasforma queste teorie in una originale sintesi personale. Nel primo volume, l'attenzione è focalizzata sulla tecnica e sulle idee a cui essa è improntata. In paragrafi come "Il ruolo onnicomprensivo della fantasia inconscia", "L'ubiquità delle relazioni oggettuali", "Rifugi psichici e organizzazioni patologiche", l'autore affronta gli aspetti teorici più rilevanti dal punto di vista dell'applicazione clinica. Il secondo volume illustra la tecnica kleiniano-bioniana con casi clinici.
Il modello kleiniano-bioniano costituisce un manuale di base, un volume introduttivo che si propone di spiegare i principi generali secondo i quali lo psicoanalista o lo psicoterapeuta di orientamento psicoanalitico possono stabilire e mantenere al meglio il setting psicoanalitico, prestare ascolto alle libere associazioni del paziente e infine intervenire con delle interpretazioni, principalmente dalla prospettiva kleiniano-bioniana, che comprende i cosiddetti "postkleiniani" di Londra e i kleiniani e bioniani nel resto del mondo. L'autore segue quella tradizione, rispettando il contributo originale dell'opera di Melanie Klein e Wilfred Bion, ma "al tempo stesso e su un altro livello", per usare le parole dello stesso Grotstein, trasforma queste teorie in una originale sintesi personale. Mentre il primo volume prende in esame la teoria e la tecnica kleiniano-bioniane, il secondo le illustra con casi clinici. Presentando le sedute dei propri analizzando ma anche quelle di altri analisti, l'autore descrive le sue osservazioni private, le rêverie e i contro transfert, accanto alle riflessioni personali sui modi, i tempi e l'oggetto dell'interpretazione.
Il paranoico spesso è convincente, addirittura carismatico. In lui il delirio non è direttamente riconoscibile. Incapace di sguardo interiore, parte dalla certezza granitica che ogni male vada attribuito agli altri. La sua logica nascosta procede invertendo le cause, senza smarrire però l'apparenza della ragione. Questa follia "lucida" - così la definivano i vecchi manuali di psichiatria - è uno stile di pensiero privo di dimensione morale, ma con una preoccupante contagiosità sociale. Raggiunge infatti un'intensità esplosiva quando fuoriesce dalla patologia individuale e infetta la massa. Al punto da imprimere il proprio marchio sulla storia, dall'olocausto dei nativi americani alla Grande Guerra ai pogrom, dai mostruosi totalitarismi del Novecento alle recenti guerre preventive delle democrazie mature. Finora mancava uno studio d'insieme sulla paranoia collettiva, rimasta terra di nessuno tra le discipline psichiatriche e quelle storiche. Per primo lo psicoanalista Luigi Zoja ricostruisce la dinamica, la perversità e insieme il fascino, l'assurdità ma anche la potenza del contagio psichico pandemico, in un saggio innovativo che attinge a vastissime competenze pluridisciplinari. Improvvisamente, vediamo con occhi diversi eventi che credevamo di conoscere, e comprendiamo quanto i paranoici di successo, Hitler o Stalin, fossero tali per la loro capacità di risvegliare la paranoia dormiente nell'uomo comune...
Il godimento femminile è il tema di questo Seminario. Un'assoluta novità nel campo psicoanalitico. Per Freud il godimento, comunque interdetto, si incentra tutto, per chiunque, sulla funzione fallica. Per Lacan il godimento, sebbene strutturalmente non sia permesso all'essere parlante, può essere detto tra le righe. È quel godimento di cui tutti e ognuno sanno dire qualcosa: parlare d'amore è già un godimento. L'amore infatti viene a supplire, e può arrivare a supplirvi egregiamente, al fatto che qualcosa nell'inconscio fa sì che anche quando l'uomo e la donna fanno l'amore ognuno resta dalla propria parte. Che Lacan sintetizza nell'aforisma "non c'è rapporto sessuale". Ma, colpo di scena, in questo Seminario Lacan apre un capitolo nuovo risolvendo una vecchia questione: il godimento fallico, rispetto al quale una donna si situa come non-tutta, ossia non-tutta lì, non esaurisce il godimento, poiché c'è un godimento altro, che è, rispetto al godimento fallico, supplementare. Ci sono persone che lo provano, ma che non sanno dirne nulla, come capita ad alcune donne o a dei mistici.