
Il modello kleiniano-bioniano costituisce un manuale di base, un volume introduttivo che si propone di spiegare i principi generali secondo i quali lo psicoanalista o lo psicoterapeuta di orientamento psicoanalitico possono stabilire e mantenere al meglio il setting psicoanalitico, prestare ascolto alle libere associazioni del paziente e infine intervenire con delle interpretazioni, principalmente dalla prospettiva kleiniano-bioniana, che comprende i cosiddetti "postkleiniani" di Londra e i kleiniani e bioniani nel resto del mondo. L'autore segue quella tradizione, rispettando il contributo originale dell'opera di Melanie Klein e Wilfred Bion, ma "al tempo stesso e su un altro livello", per usare le parole dello stesso Grotstein, trasforma queste teorie in una originale sintesi personale. Mentre il primo volume prende in esame la teoria e la tecnica kleiniano-bioniane, il secondo le illustra con casi clinici. Presentando le sedute dei propri analizzando ma anche quelle di altri analisti, l'autore descrive le sue osservazioni private, le rêverie e i contro transfert, accanto alle riflessioni personali sui modi, i tempi e l'oggetto dell'interpretazione.
Il paranoico spesso è convincente, addirittura carismatico. In lui il delirio non è direttamente riconoscibile. Incapace di sguardo interiore, parte dalla certezza granitica che ogni male vada attribuito agli altri. La sua logica nascosta procede invertendo le cause, senza smarrire però l'apparenza della ragione. Questa follia "lucida" - così la definivano i vecchi manuali di psichiatria - è uno stile di pensiero privo di dimensione morale, ma con una preoccupante contagiosità sociale. Raggiunge infatti un'intensità esplosiva quando fuoriesce dalla patologia individuale e infetta la massa. Al punto da imprimere il proprio marchio sulla storia, dall'olocausto dei nativi americani alla Grande Guerra ai pogrom, dai mostruosi totalitarismi del Novecento alle recenti guerre preventive delle democrazie mature. Finora mancava uno studio d'insieme sulla paranoia collettiva, rimasta terra di nessuno tra le discipline psichiatriche e quelle storiche. Per primo lo psicoanalista Luigi Zoja ricostruisce la dinamica, la perversità e insieme il fascino, l'assurdità ma anche la potenza del contagio psichico pandemico, in un saggio innovativo che attinge a vastissime competenze pluridisciplinari. Improvvisamente, vediamo con occhi diversi eventi che credevamo di conoscere, e comprendiamo quanto i paranoici di successo, Hitler o Stalin, fossero tali per la loro capacità di risvegliare la paranoia dormiente nell'uomo comune...
Il godimento femminile è il tema di questo Seminario. Un'assoluta novità nel campo psicoanalitico. Per Freud il godimento, comunque interdetto, si incentra tutto, per chiunque, sulla funzione fallica. Per Lacan il godimento, sebbene strutturalmente non sia permesso all'essere parlante, può essere detto tra le righe. È quel godimento di cui tutti e ognuno sanno dire qualcosa: parlare d'amore è già un godimento. L'amore infatti viene a supplire, e può arrivare a supplirvi egregiamente, al fatto che qualcosa nell'inconscio fa sì che anche quando l'uomo e la donna fanno l'amore ognuno resta dalla propria parte. Che Lacan sintetizza nell'aforisma "non c'è rapporto sessuale". Ma, colpo di scena, in questo Seminario Lacan apre un capitolo nuovo risolvendo una vecchia questione: il godimento fallico, rispetto al quale una donna si situa come non-tutta, ossia non-tutta lì, non esaurisce il godimento, poiché c'è un godimento altro, che è, rispetto al godimento fallico, supplementare. Ci sono persone che lo provano, ma che non sanno dirne nulla, come capita ad alcune donne o a dei mistici.
Oggi la gravidanza è quasi sempre rappresentata come un evento gioioso e atteso, ma in alcuni casi può avere un’evoluzione estremamente dolorosa: l’aborto volontario.
Si tratta di un evento tragico, una soluzione violenta e mortifera, che da molte donne viene vissuto come un trauma.Alla morte fisica del bambino, infatti, corrisponde la morte di una parte della psiche della madre.
In questo libro gli autori parlano di aborto a partire dalle donne e dalle sofferenze che questa decisione spesso determina in loro e nell’ambiente che le circonda.
Destinatari
Donne,coppie,medici,sacerdoti,operatori sociali.
Autori
Tonino Cantelmi è psichiatra e psicoterapeuta. Dirige la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo interpersonale di Roma. È presidente e fondatore dell’Associazione Psicologi e Psichiatri Cattolici. È professore universitario e autore di oltre duecento pubblicazioni scientifiche e di numerosi libri, tra cui:Amori difficili (San Paolo, 2007), Cattolici e psiche (San Paolo, 2008), L’immaginario prigioniero (Mondadori, 2009), Omossessualità e psicoterapie (Franco Angeli, 2010), Scusa se non ti chiamo (più) amore. Come scegliere il partner e vivere felici (San Paolo, 2010 con Michela Pensavalli) e Erosi dai media. Le trappole dell’ipersessualizzazione moderna (San Paolo, 2011 con Emiliano Lambiase, Stefano Lassi e Daniele Mugnaini). Cristina Cacace è psicologa, psicoterapeuta e ricercatrice presso l’Istituto di Psicoterapia Cognitivo Interpersonale. È membro dell’Associazione per l’EMDR in Italia. Con Tonino Cantelmi ha scritto Il libro nero del satanismo (San Paolo, 2007) e vanta numerose pubblicazioni scientifiche riguardanti i disturbi psichici conseguenti l’interruzione volontaria di gravidanza. elisabetta pittino è laureata in Giurisprudenza e specializzata in Bioetica. Consigliere Nazionale del Movimento per la Vita Italiano dal 2006; vice presidente di Federvita Lombardia dal 2009; membro del Laboratorio giuridico-Federvita Lombardia dal 2001. È autrice di oltre trenta articoli su temi bioetico-culturali relativi alla difesa della vita umana pubblicati su riviste e quotidiani.
Argomento di vendita
Un tema sempre tragicamente attuale.
La profonda conoscenza della materia da
parte degli autori.
In questo libro l'autore ha riunito i suoi diversi articoli centrati sul vasto tema dell'adolescenza. L'adolescenza è una delle tappe più importanti del ciclo vitale umano: rappresenta un momento tragico della vita: la fine della ingenuità". Il termine ingenuità denota l'innocenza di chi è nato in un luogo dal quale non si è mosso; pertanto, manca di esperienza. "
È un testo che vuole aiutare a comprendere perché i genitori, di fronte ai figli, si trovino spesso senza risposte, intrappolati in conflitti emozionali di cui a volte non hanno la percezione. Il prezzo da pagare, assieme ai loro figli, sarà molto alto se continueranno a uniformarsi ai dettami di un’educazione puramente formale.
Spetta ai genitori cambiare il modo di educare i figli che non dovranno essere i capri espiatori delle loro frustrazioni e immaturità.
Per tutto questo non bastano le parole, ma la capacità di testimonianza, di coerenza, di esempio: solo così i figli avranno rispetto e sentiranno autorevoli i loro genitori.
Il libro è suddiviso in due parti: Essere figli, per percorrere l’itinerario di maturazione necessaria ad essere genitore. Essere genitori per educare i figli alla fiducia, libertà e responsabilità.Tutto il percorso, inoltre, intende integrare e armonizzare la parte psicologica con quella spirituale.
Destinatari
Genitori, educatori e chiunque sia interessato all’argomento.
Tutti coloro che amano i libri di Albisetti.
Autore
Valerio Albisetti, psicologo e psicoterapeuta, è una delle presenze più significative della psicoanalisi contemporanea. Professore universitario, prestigioso consulente di direzione aziendale, conferenziere internazionale, è autore di numerosi libri di psico-spiritualità, autentici best-sellers, tradotti in molte lingue. Fra i più recenti: Felici di essere nati (2007), Una vita a tutto tondo (2007), Il bello dell’età di mezzo (2007), Essere un po’ depressi fa bene (2008), I sogni dell’anima (2009), Di fronte alla vita (2009), Felici nonostante tutto (2010), La vita, fragilità del cuore (2011) editi da Paoline.
Punti Forti
Interesse per i libri di Albisetti.
Un percorso educativo per la famiglia in sintonia con il Documento della CEI sull’educazione, che integra l’aspetto umano-psicologico, con quello spirituale.
Nel febbraio del 1908 Freud ripone grandi speranze in due giovani psichiatri, Carl Gustav Jung e Otto Gross. A maggio redige il certificato d'internamento per Gross, che è preso in cura da Jung per una cura disintossicante da oppio e cocaina. Freud conta di poterlo analizzare in autunno. Non andrà così. I due delfini si analizzano a vicenda. Jung scopre in Gross il proprio gemello. Ma la diagnosi è senza appello: Gross è affetto da dementia praecox. Quindi evade dal Burgholzli e sparisce. Di Freud e Jung si sa molto. E Otto Gross? Questo libro ne analizza le idee e ne ripercorre le tracce: a Graz è precoce e geniale psichiatra folgorato da Freud; a Zurigo c'è la sua ombra dietro il rapporto tra Jung e Sabina Spielrein; a Monaco e Ascona è protagonista della cultura alternativa, e Carl Schmitt lo cita tra i padri nobili dell'anarchia; a Heidelberg, Max Weber non può fare a meno di confrontarsi con le sue inquietanti idee; a Praga è Franz Kafka a subirne decisamente il fascino. Accusato di aver istigato al suicidio due sue amanti, è rinchiuso più volte in manicomio. Apostolo del libero amore e del matriarcato, viene fatto arrestare dal padre e interdetto. Gross morirà di stenti a Berlino, poco più che quarantenne.
Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere? La risposta della scienza alle provocazioni e agli stereotipi sulle differenze di carattere e comportamento di maschi e femmine è che un cervello unisex non esiste. Come spiega la neuropsichiatra americana Louann Brizendine la "materia grigia" di uomini e donne è diversa fin dal momento della nascita e la peculiarità biologica delle donne - il ciclo mestruale, la gravidanza, il parto, l'allattamento, la cura dei figli - influisce sullo sviluppo cognitivo, sociale e comportamentale del cervello. Le prime differenze cerebrali si manifestano già dall'ottava settimana di sviluppo fetale, in particolar modo a causa dell'avvio di quella attività ormonale che condizionerà per il resto della vita i sistemi neurali di maschi e femmine. Mentre gli uomini potenzieranno in particolare i centri cerebrali legati al sesso e all'aggressività, le donne tenderanno a sviluppare doti uniche e straordinarie: una maggiore agilità verbale, la capacità di stabilire profondi legami di amicizia, la facoltà quasi medianica di decifrare emozioni e stati d'animo dalle espressioni facciali e dal tono della voce, e la maestria nel placare i conflitti.
È attraverso la pelle, dalla nascita e per tutto il corso dell'esistenza, che prende corpo l'identità dell'individuo: essa si adatta all'ambiente, comunica benessere oppure disagio, riceve gli stimoli esterni e incarna quelli interni. Tramite la pelle viene vissuta l'esperienza del contatto e del distacco, si strutturano le nozioni di spazio e tempo e si realizza una fitta rete di comunicazioni preverbali. 'Pelle e psiche' è dunque un binomio indissolubile, e quando la pelle si ammala chiama in causa una complessità di fattori: biologici, genetici, psicologici, familiari, relazionali. L'autore approfondisce in modo nuovo e fecondo lo stretto rapporto che può nascere tra psicoanalista e dermatologo, dove l'uno può colmare con l'ascolto ciò che si nasconde allo sguardo dell'altro: spesso una scissione profonda tra psiche e soma, in seguito alla quale i vissuti di angoscia e sofferenza vengono cancellati dalla coscienza e scaricati sul corpo. Prefazione di Mariella Fassino e Dennis Linder.
Contemplarci nello specchio del passato è un destino inesorabile? Questo libro spiega perché oggi proliferano i "luoghi della memoria", si cerca di "far rivivere il passato" e gli studi etnologici rivalutano il primitivo di società lontane nel tempo e nello spazio. Perché "mettiamo in scena" le rovine e non possiamo fare a meno di conservare il nostro patrimonio culturale. Alla conservazione dei beni culturali è affidato il mantenimento dell'ordine simbolico su cui si fonda il nostro vivere comune. Il culto degli oggetti del passato risponde al bisogno di scongiurare la minaccia che incombe sull'uomo moderno: la perdita del senso della sua continuità. In tempi di consumo culturale di massa, l'ossessione patrimoniale ci svela però una verità inquietante: sono gli oggetti che abbiamo pensato per una durevole e universale trasmissione a conservare noi, a pensarci. Mentre abbiamo già iniziato a realizzare copie fedeli di luoghi e oggetti d'arte instaurando con esse una relazione virtuale.