
Siamo davanti a un aspetto paradossale: non si dovrebbe parlare del silenzio. O scriverne. Si può soltanto tacere. Ma qui si cerca di parlarne... E ancora: si può definire il silenzio, affidandoci magari a un dizionario? Precisare questa parola con un giro di altre parole? Si sperimenta, infatti, l’impossibilità di definire il silenzio attraverso il silenzio stesso. Eppure, non si può ridurre il silenzio alla sola mancanza di suoni o all’assenza della parola. Esso è anche esperienza personale, interiore. Scoprire questo – noi siamo anche silenzio – ci apre a una nuova dimensione, nel comprendere che il cuore è la sede privilegiata, ove Dio svela nel silenzio l’eco della sua Parola.
Dai testi di Juan Luis Vives qui tradotti - "Introduzione alla Sapienza", "La scorta dell'anima", "Preghiera a Dio" - emerge il tratto specifico della sua spiritualità, frutto di una riflessione filosofica e religiosa coltivata per tutta la vita e che impedisce di separare formalmente questi due ambiti. Vives, contemporaneo di Erasmo e Tommaso Moro, distilla temi e interrogativi riguardanti verità e ragione, sapienza e rivelazione, tipici della feconda parabola culturale cinquecentesca che va sotto il nome di "umanesimo" europeo: il suo umanesimo cristiano ruota attorno al motivo della libertà interiore e di una relazione tra l'uomo e Dio che aspira al rinnovamento personale.
Tutti desideriamo la felicità. Ma cosa intendiamo con questo termine? Quale lo stato d'animo che qualifichiamo "felice"? Per rispondere a domande così importanti, l'Autore si affida agli scritti di san Bonaventura da Bagnoregio, autorevole rappresentante della Scuola francescana del sec. XIII, per il quale «unicamente in Dio risiede la felicità originaria e vera».
Attraverso un'analisi rigorosa dei testi, l'Autore recupera un percorso di fede e di sapienza, di libertà e autenticità interiore, un vero e proprio itinerario per imparare a stare bene al mondo.
Come risvegliarsi dal torpore in cui è spesso immersa la vita spirituale? Come esporsi alla luce della grazia per uscire da una fede "sonnacchiosa" e non in grado di rivestire di senso quello che si vive, quello che si muove dentro e attorno a noi? La risposta è forse da cercare nell'incapacità di prestare al sole divino il cuore - cioè tutto quello che si è, la totalità del corpo, della "carne" - e non soltanto la testa, i pensieri. È quanto attesta la sapienza monastica che "da sempre gusta Dio con il corpo perché cadenza il tempo con il suono della campana e ordina lo spazio intorno al chiostro". Rifacendosi all'esperienza dei padri monastici, l'autore propone un itinerario per trovare nel cuore il proprio chiostro e la propria campana. Il libro consta di tre parti, di sei capitoli ciascuna; ogni capitolo è autonomo e compiuto in se stesso, così da poter leggere il volume a seconda delle esigenze del proprio itinerario spirituale. Completano il testo due appendici: la "Piccola Regola di vita" tratta dal Discorso ascetico di san Basilio Magno e indicazioni su: "Modo di pregare la Parola", "Esame di coscienza", "Esame serale".
Ogni domenica papa Francesco chiede ai fedeli, al termine dell’Angelus, di “ricordarsi di pregare per lui”. Egli stesso, però, in questi anni si è rivelato un vero maestro di preghiera, nel solco del fondatore della Compagnia di Gesù, quell’Ignazio che “inventò” gli esercizi spirituali come tempo dedicato a stare in presenza di Cristo. In questo libro, dunque, il lettore troverà le preghiere che papa Francesco ha recitato pubblicamente in questi anni; ma anche quelle che appartengono alla sua formazione e devozione personale e, infine, le sue profonde riflessioni sull’arte del pregare, dello stare di fronte a Dio meditando la Parola e trasformandola in appello orante.
Un vero e proprio “manuale” per avvicinarsi all’arte della preghiera e per cominciare a coltivarla.
Tra le altre, presenti nel libro troviamo due fra le preghiere più amate dai fedeli: la preghiera delle cinque dita e la preghiera a Maria che scioglie i nodi.
Il Festival della Spiritualità teresiana (2015), promosso a Terni dai Frati Carmelitani della Basilica di San Valentino, dal Centro Culturale Valentiniano e dall'Università degli Studi di Perugia per celebrare i 500 anni dalla nascita di santa Teresa d'Avila, ha visto il dibattito e l'incontro di arti e saperi diversi sulla figura e l'agire della più grande mistica e riformatrice della Chiesa cattolica. Questo volume, che raccoglie gli Atti dei convegni e delle conferenze ivi tenutisi, mentre approfondisce le diverse sfaccettature della Santa, mette a fuoco l'opera di questa straordinaria donna di azione e di realizzazione, lanciando anche una "provocazione" sul possibile connubio tra Economia e Teologia a partire dall'esplorazione di alcune tracce di "Economia civile" nel magistero di santa Teresa.
Il pontificato di papa Francesco, in continuità con i suoi predecessori, sta puntando sul rinnovamento della Chiesa nell'accoglienza e nell'attuazione delle intuizioni profetiche del Concilio Ecumenico Vaticano II. Questo cammino, ispirato e animato dallo Spirito Santo, conduce verso una decisa integrazione della vita, della mentalità e della teologia a partire dalla fede in Dio che è Trinità nell'amore. La comunione nella Chiesa a servizio della vita del mondo è la manifestazione di questa vita nello Spirito che è bellezza.
Gli esercizi spirituali di monsignor Bruno Forte dedicati ai momenti centrali dei quattro Vangeli: l’annuncio del Figlio in Marco, il rapporto legge/grazia in Matteo, il cammino di Gesù verso Gerusalemme e la passione – che è il fulcro del racconto di Luca – e la questione dell’amore di Dio, fino al dono totale, in Giovanni.
Una profonda occasione per riflettere sui Vangeli, supportati da un’ampia introduzione alle grandi tematiche cristiane che ne sono il nucleo e che permettono, con un solo sguardo, di cogliere l’insieme del cammino cristiano nei suoi elementi fondamentali. Una piccola summa della meditazione orante del vescovo di Chieti-Vasto sulla Parola del Signore.
BRUNO FORTE (Napoli, 1-8-1949) è sacerdote dal 1973 e dottore in teologia e in filosofia. Dal 2004 è Arcivescovo di Chieti-Vasto. È membro, tra l’altro, del Pontificio Consiglio per la Cultura, di quello per l’Unità dei Cristiani e di quello per la Nuova Evangelizzazione.
Per Thomas Merton la santità non va ricercata nell'isolamento o in complicate pratiche ascetiche. Al contrario, è nelle azioni di ogni giorno, compiendo il proprio dovere quotidiano, che il cristiano può e deve sviluppare la sua unione con Dio. Vita e santità non sono incompatibili, sebbene un buon numero di cristiani - anche di religiosi - sembri crederlo. Il lavoro, ad esempio, in un contesto sano ed equilibrato è di per sé capace di contribuire alla vita spirituale. La nostra attività non deve però essere soltanto onesta e produttiva, ma va intesa come un contributo responsabile alla comunità, per un mondo giusto e in pace. Offrire noi stessi a Dio in uno sforzo di volontà soggettivo non è sufficiente. Occorre integrare il nostro impegno con quello degli altri uomini di buona volontà. «Questo libro vuol essere molto semplice, un'esposizione elementare di alcuni concetti basilari della spiritualità cristiana. [...] Il nostro tempo ha bisogno di ben altro che di gente cosiddetta devota, che evita mali gravi ma che raramente fa qualcosa di costruttivo o di positivamente buono. Non è sufficiente essere rispettabili esteriormente. La santità non consiste nell'essere meno umani, ma più umani degli altri uomini. Ciò implica una maggiore capacità di interesse, di sofferenza, di intendimento, di comprensione, e anche di spirito, letizia, apprezzamento delle cose belle e buone della vita.»
Tra il 6 e il 14 settembre 2017, centoquattordici nuovi vescovi, donati dal Signore e frutto della sollecitudine pastorale del Successore di Pietro per tutte le chiese, hanno potuto vivere, in un positivo clima di comunione organizzato dalla Congregazione per i vescovi, un momento importante di presa di coscienza e discernimento del significato della loro nuova missione e dei criteri con cui il Papa e la Chiesa credo che venga esercitata nell’attuale contesto storico.
Cos’è la mistica? L’Autrice si pone di fronte a questa domanda con il desiderio di lasciarne intuire a tutti il significato più profondo. La mistica è fatta da percorsi umani in cui si disvela il Mistero; il luogo più adatto per viverla è l’intensa quotidianità della vita di ogni popolo, nei suoi rituali gioiosi e nei suoi sottofondi d’intensa solitudine, là dove si consuma l’incontro, ma anche il dramma dell’assenza. Il libro nasce dalla raccolta di parole e di gesti, di donne e di uomini, incontrati dalla stessa Autrice nei luoghi più preziosi della sua vita: dialoghi interiori e ricerche comuni, tra credenti e non credenti, tra persone di culture e religioni diverse; presenze contemporanee o semplicemente tracce di vita passata...
In passato si riteneva che nella storia del cristianesimo nessun secolo come il XX avesse avuto tanti martiri. Eppure, gli ultimi decenni sembrano già smentire quel convincimento e tratteggiare scenari in cui si intrecciano violenza e dolore, rancore e sete di rivalsa. Non è dunque un caso che proprio oggi aumenti l’attenzione, anche mediatica, per questo tema e per le beatificazioni e canonizzazioni dei «nuovi» martiri (spesso associati in grandi gruppi, come i «testimoni autentici del Vangelo» durante le guerre civili e i regimi totalitari, per esempio in Spagna e in Albania). L’interesse, d’altra parte, sembra accrescersi anche perché la Chiesa ha confermato di voler dare una lettura sempre più integrata e completa della morte per fede e sta insegnando a riconoscere – oltre alla forma di un martirio affrontato per non abiurare – anche il sacrificio di quanti perdono la vita per la giustizia e la carità.
Il libro, fonti alla mano e uno sguardo preferenziale alle più recenti cause approdate agli onori degli altari, spiega che cos’è il martirio cristiano, approfondisce alcuni casi, illustra gli orientamenti dei pontefici e riflette sulla struttura antropologica ed etica che la morte per la fede presuppone e implica.