
Domande impossibili è stato un breve ciclo sperimentale di trasmissioni radiofoniche quotidiane della durata di 15’, che ha salutato il passaggio di Radio Vaticana a Radio Vaticana Italia, attuale output audio della Segreteria per la Comunicazione. Il volume raccoglie testi selezionati delle circa 50 trasmissioni.
Laura De Luca, è giornalista professionista, speaker, producer e regista radiofonica.
I testi raccolti all’interno del presente volume richiamano alla memoria vari racconti della Bibbia che riconducono all’alba del cristianesimo e mostrano i particolari che caratterizzano la concezione cristiana. Attraverso i racconti biblici presenti si creerà un nesso con la vita dei cristiani di oggi, con la loro immagine di sé, con i loro legami e le loro azioni.
Annette Schavan, (Jüchen, 10 giugno 1955) è una politica tedesca, che dal 22 novembre 2005 al 13 febbraio 2013 ha ricoperto la carica di Ministro dell’Educazione e della ricerca nel governo guidato da Angela Merkel. Dal 2014 è Ambasciatrice di Germania presso la Santa Sede.
Saggio breve, chiaro ed esaustivo sul fondamentalismo e i fondamentalismi, sul significato e l’origine di questi fenomeni religiosi e sociali.
La riflessione dell’autore si articola in due parti:
- nella prima si interroga sul senso del fondamentalismo in genere, sulle motivazioni teologiche e psicologiche;
- nella seconda presenta alcuni esempi di letture fondamentalistiche: Dio e la sua natura, il diluvio universale e la sua attendibilità storica, la guerra santa – anche sotto l’aspetto della jihad –, gli angeli e il loro legame con gli UFO e il ruolo della donna nella Bibbia e nella chiesa.
Il Crocifisso Risorto e la "sapienza" del mondo sono i temi che legano tra loro i due contributi di questo fascicolo, nato dall'esperienza viva dell'itinerario quaresimale 2018 nella Pontificia Università Lateranense.
Nelle omelie di Santa Marta, divenute ormai il luogo di un magistero umile e feriale, ma anche nell'Evangelii gaudium e nella Gaudete et exsultate, papa Francesco spesso ci mette in guardia dalla tentazione di essere oggi un po' "pelagiani" o meglio "neopelagiani". Cosa vuole dire il Papa con il richiamo a questa antica eresia? Pelagio, monaco cristiano vissuto tra il IV e il V secolo, riteneva l'uomo capace di meritare la salvezza con le sue sole forze, senza l'ausilio della grazia. Rapportata al vivere ecclesiale odierno, questa concezione dell'uomo e del suo rapporto con Dio potrebbe portare la Chiesa a confidare più nelle sue strutture che nel primato della grazia, a cui Francesco ha dato il nome di «misericordia». A questa riduzione del cristianesimo antica, ma sempre nuova, il Papa, come ben dimostra il presente volume, contrappone la centralità del compito «pastorale», con una Chiesa chiamata a favorire in tutti i modi possibili l'incontro fra Cristo e l'uomo e non semplicemente a «regolarlo» con delle norme.
Il termine reciprocità ricorre spesso nei pronunciamenti magisteriali di Francesco, o nei suoi scritti di vario genere. E numerosi sono anche i sinonimi, le perifrasi e le metafore che ne enfatizzano le diverse semantiche. L'insistenza della terminologia che esprime e declina la reciprocità nell'insegnamento del pontefice, produce una serie di conseguenze teologiche, dando adito al ripensamento - in prospettiva sistematica, ma anche pastorale e spirituale - di alcuni temi importanti, come l'ontologia agapico-trinitaria, la fraternità ecclesiale, l'amore coniugale e la vita familiare, il dialogo interreligioso ed ecumenico, nonché una visione cristiana del mondo ricompresa nei termini di quella che papa Bergoglio chiama «ecologia integrale». La lezione sulla reciprocità, in questo articolato orizzonte, può far maturare l'attitudine pro-esistenziale - che dev'essere sostenuta anche da una lucida consapevolezza teologica - a portarsi dentro l'altro e a portarsi l'altro dentro.
I grandi cambiamenti nella concezione del mondo, dell’essere umano e di Dio degli ultimi due secoli richiedono, per Helmut Fischer, che i fondamenti della fede cristiana – validi nonostante il mutare del contesto e del periodo storico – vengano riformulati in un linguaggio nuovo e ricettivo di tali mutamenti: la sua proposta è quindi quella di esprimerne il nucleo cercando di prescindere dalla sovrastruttura teista, dogmatica e metaforica costruitagli intorno nei secoli.
«Non esiste e non può esistere una forma linguistica oggettiva in cui la realtà divina possa trovare una formulazione valida per ogni tempo. La teologia cristiana fa quindi bene ad affrontare ogni critica contemporanea alla sua concezione di Dio. Una concezione di Dio che possa essere comunicata deve articolarsi in modelli, modalità di pensiero, simboli e metafore che si collochino entro l’orizzonte della comprensione del mondo dei contemporanei. Ciò comporta non soltanto la trasformazione ma anche la revisione del materiale ricevuto in eredità. Si tratta di enucleare – nelle condizioni intellettuali del presente – l’elemento specifico e caratteristico della concezione cristiana di Dio, accantonando cognizioni che, pur facendo parte della forma storica della tradizione, hanno perso plausibilità per la concezione
del mondo del presente»
Helmut Fischer
«Potremmo dire che, per Barth, la fede è per tutti altrettanto facile e altrettanto difficile. Nella continua riflessione su questa dialettica, egli, pur non rinunciando al principio della trascendenza divina e della condanna di ogni antropocentrismo in campo filosofico-teologico, si vorrà aprire ad una strada nuova nell’impegno storico-razionale dell’uomo e dell’azione della Chiesa. Vorrà istituire una forma di mediazione tra l’umano e il divino, il peccato e la grazia, la finitudine e l’infinito [...]. Parisi ci offre un nuovo, fresco sguardo sulla rilevanza della teologia di Barth oggi. Spero che i lettori di quest’opera siano da essa stimolati a fare il punto su come noi, in quanto cristiani, riconosciamo oggi la Signoria di Dio nel mondo. Per Barth questo è nel cuore della Chiesa stessa» (dalla Prefazione).
Si può toccare Dio? Si tratta di verificare se il testo di Gv 20, 1-18, permetta, o meno, di sostenere questa tesi.
E’ il viaggio verso un tema di confine, un tema-parete, un tema.limite tra il sé creatura della Maddalena e il tu di Dio, in Cristo; tra il tempo dell’uomo e l’eternità di Dio stesso. Qui, l’esperienza della Maddalena si pone come esperienza di fisicità e di sensoriali, oltre che di fede.
Il teologo della liberazione brasiliano Leonardo Boff e il sociologo portoghese Boaventura De Sousa Santos dialogano in modo serrato su temi di rovente attualità: la crisi agonica in cui versa l’Europa, il ruolo dell’America Latina nello scenario politico contemporaneo, l’imperialismo, la biodiversità, un grido accorato in difesa della Terra e della Natura, il riscaldamento globale, i diritti umani dei popoli indigeni, la critica a un capitalismo distruttivo fondato sui principi di un neoliberismo selvaggio. Se il Sud globale è stato vittima di un’esclusione causata dal colonialismo, da queste pagine emerge chiaramente che sarà proprio guardando al Sud del mondo, alle sue sperimentazioni politiche e sociali, che la vecchia Europa potrà trovare, forse, linfa vitale per risollevarsi dalla crisi e speranza per aprire nuovi cammini.
I discorsi raccolti in questo volume mirano a lasciare una porta aperta sul dialogo, così che l'incontro con l'altro non diventi motivo di scontro, ma al contrario occasione di confronto. Infatti, chi si pone dalla parte della fede può incorrere nel rischio di ritenersi depositario di una verità che non può mai essere messa in discussione. Ma in tal caso che senso avrebbe il dialogo? Risulterebbe superfluo ed inefficace. Certamente per un cristiano la verità è Gesù Cristo, ma il cammino per giungervi non è dato una volta per tutte. L'approccio alla verità non può che essere graduale: «Veritas indaganda est».
I personaggi della Bibbia si affannano e lavorano, s'innamorano e combattono, mentono e tradiscono, uccidono e vengono uccisi, desiderano e sognano, mangiano e si emozionano: sono, dunque, come gli uomini e le donne di ogni tempo e di ogni luogo, di ieri e di oggi, chiamati a fare i conti con la fragilità dell'essere umani. Questa è la chiave di lettura con cui Brunetto Salvarani ci presenta alcune figure del libro sacro agli ebrei e ai cristiani. Nelle sue pagine incontreremo la paradossale riluttanza del profeta Giona, le fatiche di Noè, l'ansia febbrile del patriarca Giacobbe, la solitudine ferita di Giobbe, lo sguardo perso nel vuoto di Qohelet/Salomone, le delusioni a ripetizione di Gesù e i tormenti dei primi cristiani. In un percorso che mescola l'antica sapienza della Bibbia e la nostra odierna condizione esistenziale, guarderemo alla Sacra Scrittura come un lungo, lento e faticoso esercizio a riconciliare l'umanità con la propria debolezza, la propria finitezza, le proprie cicatrici. Senza scansarle. Senza trovare rifugio in universi consolatori, in comodi ma improbabili Dio-tappabuchi, cercando di accettare i nostri limiti.