
La drammatica situazione della Chiesa a 40 anni dal Concilio Vaticano II. Sono ormai quattro decenni che la Chiesa Cattolica sta attraversando una fase di rapido cambiamento, di tipo epocale. Oltre che nella celebrazione della Messa, la funzione centrale della Chiesa, cambiamenti impressionanti si sono registrati anche in molti altri aspetti, e non sempre per il meglio. Questi cambiamenti possono essere paragonati a un diluvio, se si considera cosa e' successo in Europa, un continente che un secolo fa poteva apparire come un continente cattolico. Il Cattolicesimo ha grandemente sofferto anche in altri continenti. In tutti sembra dilagare un diluvio di secolarismo e di immoralita'. Questa immagine sconfortante e' bilanciata dall'emergenza di sempre nuove isole di fede autentica e spiritualita'. Isole che ruotano attorno a Istituti Secolari e specialmente ai loro membri piu' impegnati, dediti alla sequela dei tre consigli evangelici.
Il patrimonio profetico di Pio XII. Il 9 ottobre 1958 moriva Pio XII. A cinquant'anni dalla morte questo Papa non ha perso il suo fascino. Il Suo insegnamento è ancora di grande attualità. L'Autore ha voluto ripercorrerne le grandi linee portanti del pensiero attraverso l'analisi delle principali Encicliche, alcuni dei Radiomessaggi natalizi e dei numerosi Discorsi ai Medici.
Possono il Cattolicesimo, e la Chiesa cattolica, variare veramente? Subire un'erosione della loro essenza per effetto delle pressioni esercitate da quelle correnti teologiche e filosofiche che, interpretando erroneamente il Concilio Ecumenico Vaticano II come momento di rottura nei confronti del passato e della tradizione e di apertura quasi acritica vero le istanze del mondo contemporaneo, hanno introdotto nella Chiesa novità radicali, non di rado sconfinanti nell'estrosità? Secondo il filosofo luganese Romano Amerio (1905-1997), tradizionalista, ma rimasto sempre fedele a Roma, vi è più che il rischio che tali pressioni e tali novità abbiano intaccato in profondità la natura della Chiesa; vi è l'evidenza -esposta analiticamente nelle sue due opere principali, "Iota Unum" e "Stat Veritas"- che le modifiche intervenute dopo il Concilio abbiano sensibilmente alterata la Chiesa rispetto a ciò che il suo Fondatore, nell'istituirla, stabilì dovesse essere.
Un libro sulla vita di sette figure significative di frati e suore del secolo scorso morti in concetto di santità. L'Ordine Domenicano nei suoi otto secoli di storia ha dato alla Chiesa moltissimi santi e l'ideale per il quale è stato fondato - la predicazione del Vangelo - è oggi più che mai attuale, stimolante e tale da suscitare nuove vie di santità. L'Autore ha scelto sette figure significative di frati e suore del secolo scorso morti in concetto di santità, i quali, a suo giudizio, meritano di esser fatti conoscere perchè possano giungere ad esser dichiarati beati dalla Chiesa.
"La Spiritualità del Cardinale Tardini non è facile da definire. Egli sembrava nasconderla sotto il fare scanzonato e un realismo che talvolta appare scettico. Non aveva tempo di scrivere, perchè proteso ad operare. In effetti la sua personalità spirituale si rivela veramente, e soltanto, nella vita. Doti naturali e doni di grazia, intelligenza e fede, cultura e spiritualità, ministero sacerdotale e proposta educativa, sono intrecciati unicamente tesi alla chiamata di Dio, per la Chiesa e le anime. Fu accanto a tre papi diversissimi e tutti grandi, felice di essere loro così vicino, ne visse da esperto la diversità, ma ognuno era per lui "anzitutto il Papa". La tensione di un'intelligenza che non si placa e di uno slancio che sempre si prodiga nel servizio apostolico traluce dai documenti che redige nei cinque anni di guerra. Giorno per giorno Mons. Tardini vive il dramma dell'esistenza cristiana, stretta tra la mortificazione del male e della sofferenza spesso innocente e l'anelito di una sperata via di riconciliate relazioni tra gli uomini. Allora sgorgò, come da un'incubazione, il suo progetto di carità per l'infanzia e la gioventù. Villa Nazareth divenne la sua pazzia per Cristo. Questa con altre opere, rappresentò la "vita segreta" della sua maturità". Dalla prefazione del cardinale Achille Silvestrini.
Storici della Chiesa, dell'economia e della ragioneria a confronto sui risultati delle rispettive ricerche: questo volume raccoglie gli atti di un convegno organizzato a Siena dal Centro di studi per la storia del clero e dei seminari. Il carattere multidisciplinare dell'incontro e delle relazioni discusse corrisponde alle linee che hanno nel corso di questi ultimi anni animato la vita del Centro di studi e che ne hanno guidato la trasformazione in Centro interuniversitario per la storia del clero e delle istituzioni ecclesiastiche. Seppur nella difficoltà d'incontro tra linguaggi e paradigmi differenti, le tre giornate del convegno hanno consentito di esaltare il valore della diversità di prospettive e punti di vista, nell'ambito del comune riferimento alle vicende economiche che hanno caratterizzato la storia della Chiesa e delle sue istituzioni nel corso dei secoli.
Anna Maria Partini, dopo aver studiato, principalmente dal punto di vista alchemico, il marchese Massimiliano Palombaro, Francesco Maria Santinelli, padre Athanasius Kirker, il cardinale Decio Azzolino e soprattutto la regina Cristina di Svezia, fulcro intorno a cui si riunivano questi studiosi, ha naturalmente spostato le sue ricerche sulla personalità del papa Alessandro VII (Fabio Chigi) che nel dicembre del 1655 accolse appunto la regina Cristina (venuta in Italia dopo la sua abiura al luteranesimo per abbracciare la religione cattolica). In questo breve saggio la Partini tratteggia la figura di Fabio Chigi, salito sul soglio pontificio nel 1655, un papa che diede grande impulso alla vita culturale e accademica del tempo e che s'impegnò nella ricostruzione e nell'abbellimento della città. Come risulta dai suoi codici e dai rapporti col Kircher, s'interessò delle scienze naturali e soprattutto della "scienza dei numeri", come dimostra il lavoro che il padre gesuita compilò per lui, intitolato "Diatribe Aritmetica". Nel volume anche le traduzioni italiane de "La buona filosofia" e "L'arte della salvezza" attribuite ad Alessandro VII.
Patti Lateranensi 1929: viene soppresso il Regio Economato e il papa ne annuncia la scomparsa con toni trionfalistici. Questo istituto, ormai quasi dimenticato, aveva origini che risalivano al tardo Medioevo ed era stato eretto per limitare sia le ingerenze della Chiesa negli affari di Stato sia le giurisdizioni temporali ecclesiastiche all'interno dei propri confini. Nello Stato di Milano tale istituto durante il dominio spagnolo continuò ad evolversi e a modificarsi, in modo da rispondere alle sempre nuove esigenze ed emergenze sociali, politiche e belliche. In questo modo esso, tra il '500 e il '600, riuscì a adattarsi alle trasformazioni della società in cui operava e in età moderna ebbe un ruolo di rilievo nell'affermazione del primato dello Stato nella società civile. Uffici similari erano sorti in tutta Europa e in buona parte degli antichi stati italiani; tuttavia quello operante nel ducato di Milano, dopo accurate indagini degli ufficiali sabaudi, risultò essere tra tutti quello più efficiente e di conseguenza nel XVIII secolo esso venne adottato dal regno di Sardegna e, poi, d'Italia.
I Detti e i Fatti raccontano la storia di un'amicizia tra un medico e un cappuccino, tra un uomo di scienza e un frate della cerca, tra un chiaro ingegno e un semplice che rivela le realtà nascoste. Tommaso Acerbis, noto come Tommaso da Olera, prima di essere ricevuto tra i frati della riforma (i Cappuccini) era un analfabeta, un pastore di pecore lungo i pendii del Canto Alto, la sua montagna. Quando una voce interiore lo trasse fuori dal borgo natio e lo portò sulle strade della Serenissima, della Valle dell'Adige e della Valle dell'Inn, fu per umili e potenti una benedizione quotidiana. Ippolito Guarinoni, nato a Trento e medico di Hall, discendeva da una famiglia di medici di Milano. Fu educato alla scuola dei Gesuiti in vari rami del sapere; infine a Padova si laureò in medicina. Uomo pieno di temperamento, fu benemerito per aver combattuto la peste nel Tirolo, curato i minatori nella miniera di Schwaz e, cattolico convinto, per aver diffuso e difeso la Riforma di Trento. Alla fine il volume documenta come, in nome della reciproca stima e di comuni ideali, sia nato e portato a termine un arduo progetto: la chiesa al Ponte di Volders (Tirolo), dedicata all'Immacolata.