
Quali cambiamenti hanno segnato il mondo femminile a inizio Novecento? Come le cattoliche hanno contribuito al difficile percorso dell'emancipazione delle donne? Il presente volume indaga le matrici culturali e gli esiti del primo femminismo cristiano, nato per elaborare una concezione più moderna del ruolo femminile, confrontandosi con le trasformazioni sociali già in atto, tra le quali per esempio il crescente processo di scolarizzazione e l'accesso al mondo del lavoro. Luisa Anzoletti, Adelaide Coari, Pierina Corbetta, Antonietta Giacomelli, Elena da Persico sono alcune tra le principali protagoniste: animate da un sincero desiderio di rinnovamento religioso e sociale furono capaci di dare una voce femminile alle profonde inquietudini del loro tempo.
Viterbo-Bagnoregio, 25-27 maggio 2018. Dal 1954 il Centro Studi Bonaventuriani di Bagnoregio organizza annualmente un Convegno intorno al pensiero del grande teologo francescano medievale. Le Edizioni Biblioteca Francescana per il secondo anno pubblicano gli Atti di quel Convegno, che nel 2018 ha visto studiosi e ricercatori discutere insieme intorno alla visone escatologica della celeste Gerusalemme propria di Bonaventura. Viene nuovamente messa in luce l'originalità del pensiero di questo discepolo di san Francesco, figura fondamentale nella storia del pensiero cristiano.
Il quarto volume dell'opera omnia di Padre Enrico Mauri offre l'opportunità di comprendere meglio fasi forse poco note della sua esistenza; anni nei quali con la sua straordinaria energia trasformerà i sogni in risposta concreta a desideri e bisogni di uomini e donne, dentro un cattolicesimo italiano capace di generare nuovi progetti di educazione, apostolato, azione.
"Padre Mauri ci pare il prototipo dell'uomo di fede dalla vocazione pienamente realizzata, perché in grado di alimentare una fiamma apostolica in tanti altri cuori: moltiplicatore di santità perché lui stesso testimone di una santità aperta" (dalla Prefazione di Matteo Truffelli).
Per capire la Chiesa di oggi e la Chiesa di domani. Per orientarsi tra alleati, oppositori e guardinghi spettatori del Pontificato di papa Francesco. Perché un atlante geopolitico del cattolicesimo? Perché cambia il mondo e cambia la Chiesa cattolica, com'è evidente fin dalla sera del 13 marzo 2013, quando dalla Loggia centrale della Basilica vaticana Francesco, il neoeletto papa argentino, faceva capire che era il momento di spiegare le vele e andare al largo. Il nuovo papa è stato eletto per ridare slancio a una Chiesa che a giudizio del Collegio cardinalizio che si riunì nelle congregazioni del pre-conclave, appariva stanca e ripiegata su se stessa. Bisognava uscire dalla ridotta vaticana, aprire gli ospedali da campo, salpare anche senza sapere quale sarebbe stata la meta. Cosa è successo allora in questi anni? Con coraggio e acume Matteo Matzuzzi, vaticanista de "il Foglio", ci consegna una fotografia, utile e necessaria, di tutto ciò che è accaduto, accade e sta per accadere dentro la Chiesa: lo stato della riforma di papa Francesco, le tensioni nelle Chiese nazionali, le minacce di scisma e le questioni fondamentali all'ordine del giorno, dagli abusi alle finanze; il Sinodo, evento religioso ma non solo, che sarà il luogo della contesa tra chi vuole accelerare con entusiasmo, e chi teme un sisma incontrollabile. E infine, i movimenti ecclesiali, da "motore" di evangelizzazione ai tempi di Giovanni Paolo II a problema serissimo nel pontificato di Francesco. Perché, dietro all'incenso e al vangelo c'è tanta, tanta politica.
La Chiesa è (anche) politica: dall'antichità a oggi, è noto che la Santa Sede sia sempre intervenuta, abbia dialogato o si sia scontrata con le questioni poste dalla coesistenza con i poteri secolari e una società laica. Nell'era contemporanea, con la fine del potere temporale, la Chiesa cattolica ha ancora più marcatamente assunto i tratti di un attore politico internazionale, agendo al pari delle altre potenze nel quadro sempre più complesso e intricato che andava delineandosi mentre il Novecento assumeva le sembianze del "secolo breve". Questo libro concentra la sua riflessione proprio partendo dallo scorcio del Ventesimo secolo e arrivando ai giorni nostri, analizzando il regno di tre pontefici, tre personalità diversissime tra loro, ma anche diversamente significative nel tracciare il percorso della Chiesa attraverso il labirinto della contemporaneità. Ma cosa ha accomunato, nonostante le discontinuità a volte evidenti - o solo apparenti - l'operato del "papa polacco" Giovanni Paolo II, in guerra contro il comunismo, di Benedetto XVI, il "teologo" impegnato a conciliare fede e ragione nell'epoca del ritorno del jihadismo, e di Francesco, il "papa dalla fine del mondo", che ostenta umanità e semplicità e combatte intanto per ridisegnare gli equilibri di una Chiesa divenuta ormai una questione globale più che occidentale? Secondo questo libro, a caratterizzare l'operato diplomatico e internazionale del Vaticano negli ultimi, complessi e decisivi decenni, è stato il realismo politico, la dottrina che ritiene essenziale obiettivo dell'azione politica degli Stati il conseguimento dei propri interessi e il mantenimento del potere. Ma come possono fini tanto pragmatici conciliarsi con La Chiesa è (anche) politica: dall'antichità a oggi, è noto che la Santa Sede sia sempre intervenuta, abbia dialogato o si sia scontrata con le questioni poste dalla coesistenza con i poteri secolari e una società laica. Nell'era contemporanea, con la fine del potere temporale, la Chiesa cattolica ha ancora più marcatamente assunto i tratti di un attore politico internazionale, agendo al pari delle altre potenze nel quadro sempre più complesso e intricato che andava delineandosi... Prefazione Dario Fabbri.
Il patrimonio profetico di Pio XII. Il 9 ottobre 1958 moriva Pio XII. A cinquant'anni dalla morte questo Papa non ha perso il suo fascino. Il Suo insegnamento è ancora di grande attualità. L'Autore ha voluto ripercorrerne le grandi linee portanti del pensiero attraverso l'analisi delle principali Encicliche, alcuni dei Radiomessaggi natalizi e dei numerosi Discorsi ai Medici.
Giovanni della Croce testimonia un Dio che desidera incontrarci ed amarci nei nostri bisogni più intimi. Sebbene il rifiuto e la prigionia abbiano svolto un ruolo importante nella vita di questo frate spagnolo del sedicesimo secolo, la poesia e la prosa di Giovanni rivelano la bellezza e la potenza di un Dio meraviglioso. I suoi scritti ci accompagnano con delicatezza lungo la via dell'approfondimento della relazione con questo Dio di amore, all'interno dell'immensa profondità della preghiera che dà vita. Ci infonde il coraggio di credere alla possibilità di un cambiamento nelle nostre vite, per quanto improbabile o impossibile esso possa sembrare.
Come sarà il cristianesimo del futuro? Armando Matteo prova a tracciarne i contorni alla luce del magistero di papa Francesco. "L'opzione Francesco" avanzata dall'autore è la proposta di un cristianesimo che coltiva prassi e sogni di fraternità; un cristianesimo che sa abitare le periferie e sa fare comunione con chi quelle periferie le abita; un cristianesimo che non chiude gli occhi e non frena la propria lingua di fronte a un sistema economico e sociale che ci prende l'anima oltre che i soldi, producendo e tollerando povertà e disumanità con impensabile leggerezza; un cristianesimo infine che sa ogni giorno ritornare allo sguardo misericordioso del Cristo e che quello sguardo non si stanca mai di portare al mondo intero. "L'opzione Francesco", tuttavia, non è un'operazione semplice e indolore. Lasciare "il si è sempre fatto così" per una nuova immaginazione del cristianesimo futuro richiede, infatti, ai credenti e ai loro pastori audacia, coraggio, pazienza e soprattutto tantissimo amore per il Vangelo e per l'umanità. Intanto, però, la strada è tracciata.
Nel giro di tre secoli, una piccola setta periferica riesce a diffondere e imporre il proprio messaggio, la propria legge, all'interno dell'impero romano. È questa la vicenda, stupefacente e improbabile, della prima diffusione del cristianesimo, che questo volume ricapitola con chiarezza. Dopo aver tratteggiato il contesto religioso in cui sorse, cioè il giudaismo tardo e i vari paganesimi vigenti nel territorio dell'impero romano, il volume descrive l'azione di Gesù e degli apostoli e l'intensa opera di proselitismo che questi iniziarono, la progressiva fissazione della dottrina, l'organizzazione delle comunità, le persecuzioni di cui l'autore mette in luce in particolare l'importanza nel dar forma a un'idea di Chiesa come Chiesa di martiri e dunque a una particolare idea di santità a partire dalla quale si svilupperà un'imponente letteratura agiografica.
"Fede e Luce" è un movimento che riguarda una delle condizioni più precarie che l'uomo può incontrare: l'handicap mentale. Jean Vanier, già fondatore dell'Arca, vera esperienza pilota, insieme a Marie-Hélène Mathieu ha dato vita a "Fede e Luce", che dopo quarant'anni è presente in ottantuno Paesi con oltre cinquantamila membri. Questa opera parte dagli inizi e percorre, attraverso varie peripezie, la storia del movimento. Una nascita paradossale nel dolore e nella gioia: il dolore delle famiglie messe di fronte all'handicap in una società così timorosa della diversità; ma anche la gioia di scoprire il valore unico di ciascuno, malgrado limiti e fragilità, semplicemente perché ognuno è immagine di Dio. Si tratta di un percorso scioccante, raccontato in forma viva: il racconto è l'occasione di scoprire come una particolare intuizione, quella di credere che i più piccoli hanno un posto speciale nel cuore della Chiesa e del mondo, si sia rivelata, negli anni, profetica. Questo volume è anche l'occasione di misurare il cammino percorso in quarant'anni e le nuove sfide sociali, etiche e umane che si presentano a tutti quelli che si preoccupano dell'uomo. Il cardinale Martini considerava Fede e Luce una pagina del Vangelo che lo Spirito ha scritto e ancora scrive per gli uomini e le donne del nostro tempo. Prefazione di Carlo Maria Martini. Postfazione di Mariangela Bertolini, Enza Gucciardo, Cristina Tersigni.
C’era una volta la Democrazia Cristiana, il partito dei cattolici. C’erano i cattolici e i comunisti, due entità opposte e inconciliabili. E c’era la Politica. Ci sono oggi i cattolici in quel che resta dei partiti, su più fronti e senza riuscire a farsi sentire con una voce comune, se non con l’intervento diretto della Chiesa. Ci sono i comunisti, ma spostati sempre più ai margini di una sinistra che è un’altra cosa. La politica è uno show da vivere sui social, con il risultato che il primo partito è quello del non voto. Settant’anni dopo le elezioni politiche che aprirono la cosiddetta Prima Repubblica può essere utile allora fare un passo indietro, al clima appassionato e ideologico che caratterizzò il 1948, l’anno in cui l’Italia si divise, si schierò in maniera netta da una parte o dall’altra. Democrazia Cristiana e Fronte Democratico in campo in quella che veniva considerata la madre di tutte le battaglie: perché in gioco c’erano la costruzione del nuovo corso istituzionale, i valori fondanti della società e le alleanze nello scacchiere internazionale. Cattolici contro comunisti. Comunisti contro cattolici. In un confronto che si giocava nelle piazze, con i comizi, e attraverso manifesti, radio e giornali. Quella calda stagione elettorale viene qui riletta attraverso un punto di vista particolare, le pagine di due testate, le più vicine alla Chiesa: il quotidiano vaticano L’Osservatore Romano e la rivista quindicinale dei padri gesuiti, La Civiltà Cattolica.
Per i critici è una multinazionale del sacro. Per i credenti è una realtà fondata sulla Rivelazione di Dio agli uomini. Da sempre la Chiesa è un'istituzione globale, anzi la prima veramente globale della storia, capace di radicarsi in Occidente e in Oriente, a nord e a sud del pianeta. In una guida unica in Italia, i problemi che la Chiesa affronta nei cinque continenti e i motivi e gli scopi degli interventi del Papa e dei vescovi sui temi controversi del rapporto con il mondo contemporaneo. Fabrizio Mastrofini, giornalista, è specializzato nell'informazione religiosa. Ha seguito diversi viaggi all'estero di Giovanni Paolo Il e Benedetto XVI.