
Testo prettamente spirituale. In 15 agili capitoli l'autore, C. Falletti, compie una disamina del rapporto interiore con Dio. Con un linguaggio semplice ma profondo viene trattata la ricerca della presenza di Dio nella propria vita, che è una presenza discreta e leggera come un vento leggero. Da qui il titolo, che fa riferimento al celebre episodio biblico del profeta Elia, che non trova Dio nel vento impetuoso, nel terremoto o nel fuoco, ma "nel mormorio di un vento leggero", espressione la cui traduzione letterale è "voce di sottile silenzio". La ricerca della presenza di Dio viene affrontata sotto diversi aspetti: cosa significa fare silenzio, cosa significa ascoltare la parola di Dio, cosa significa essere a immagine e somiglianza di Dio, cosa significa credere, cosa significa passare dalla fede alla vita, cosa significa rapportarsi al prossimo con umanità e umiltà, cosa significa entrare in relazione con gli altri attraverso la comunicazione. La trattazione è ricca di spunti interessanti e attuali: il rapporto fra amare e fare, il rischio di strumentalizzare i fratelli, il pericolo di sentirsi appagati nelle strutture ecclesiali perché si è in tanti, l'incontro con l'altro al di là della maschera e del ruolo, l'apparente mutismo della parola di Dio.
Piccole frasi di personaggi di tutto il mondo tratteggiano le virtù del coraggio e della sincerità, parlano dell'amicizia e della interiorità in modo diretto ed efficace.
Piccole frasi di personaggi di tutto il mondo tratteggiano le virtù del coraggio e della sincerità, parlano dell'amicizia e della interiorità in modo diretto ed efficace.
Piccole frasi di personaggi di tutto il mondo tratteggiano le virtù del coraggio e della sincerità, parlano dell'amicizia e della interiorità in modo diretto ed efficace.
Ognuno di noi attraversa momenti di dolore, di depressione e di oscurità, di stress e di sofferenza. Lottiamo contro il cambiamento, l'isolamento, l'oscurità, la paura, l'impotenza, la vulnerabilità, lo sfinimento e le cicatrici della vita. Ciascuna di queste lotte è oggetto di una riflessione separata lungo i capitoli del libro, che si snodano sul motivo conduttore di una pagina biblica, quella che narra della lotta di Giacobbe contro il misterioso personaggio che lo affronta sul fiume Iabbok.
"Ci sono le stagioni, ognuna con il suo stile, il suo ritmo, le sue storie; e ognuna si rivela 'lezione di cose'. Lezione di cose fisiche, naturali, certo, ma anche, se sappiamo leggerle con pazienza e attenzione, lezioni di cose invisibili, impalpabili. L'esperienza e il sogno, la materia e lo spirituale sono in costante e sottile interferenza. E dunque meglio, a ogni nuova stagione, rimettersi al lavoro di lettura con uno sguardo nuovo, acuto". Ma come "leggere" un simile racconto chiuso nel limbo della carne e dell'inchiostro? Appoggiando l'orecchio sul cuore della terra e del cielo.
Alle sorgenti dell’ecclesiologia di comunione
“Parlare di carne della chiesa implica evidentemente il rifiuto di vedere in essa una realtà meramente invisibile. Ma nel contempo mettere in relazione questa carne con il corpo risorto del Signore consegnato nell'eucaristia vuol dire anche scegliere di non ridurre la chiesa di Dio alla sua realtà visibile. Solo nella necessaria simbiosi o comunione della dimensione visibile e invisibile, comunitaria e personale, gerarchica e carismatica, della dimensione locale e della cattolicità, è possibile discernere la natura della chiesa di Dio”. Con un’attenta analisi dei dati neotestamentari e patristici, l’autore ci guida alle sorgenti di quella “ecclesiologia di comunione” che apre nuove piste alla ricerca dell’unità dei cristiani per una loro testimonianza comune nel mondo contemporaneo.
Jean-Marie Roger Tillard (1927-2000), domenicano canadese, è stato perito conciliare al Vaticano II, vicepresidente di Fede e Costituzione al Consiglio ecumenico delle chiese e membro di numerose commissioni di dialogo teologico ecumenico.
“Questi appunti?
Erano tracce di cammino
che ponevi quando giungevi a un punto
in cui ne avevi bisogno,
un punto fermo da non perdere di vista.
E così sono rimasti.
Ma la tua vita è cambiata e ora
prendi in considerazione possibili lettori.
Forse addirittura te li auguri!
E forse per qualcuno può essere utile
vedere un cammino di cui da vivo
l’interessato non voleva parlare.
Sì, ma solo se le tue parole
avranno un'onestà al di là della vanità
e dell'autocompiacimento”.
Dag Hammarskjöld (Jönköping 1905 - Ndola 1961), diplomatico svedese, è stato per due mandati segretario generale dell’ONU, dall’aprile 1953 alla sua morte in un oscuro incidente aereo nel pieno della crisi congolese. Premio Nobel per la pace alla memoria nel 1961, “in segno di gratitudine per tutto quello che ha fatto, per tutto quello che ha ottenuto, per l'ideale per il quale ha combattuto: creare pace e magnanimità tra le nazioni e gli uomini”.
Il cardinale Julián Herranz è stato per ventidue anni accanto a san Josemaría Escrivá (dal 1953 fino alla morte del fondatore dell'Opus Dei, nel 1975) e per ventisette anni ha lavorato al servizio di Giovanni Paolo II. E' dunque un testimone particolarmente qualificato di molti avvenimenti della vita della Chiesa, nonché dello sviluppo apostolico dell'Opus Dei nel mondo. In queste pagine, gli anni del Concilio e del postconcilio, gli incontri con protagonisti della storia della Chiesa, i grandi eventi che costellano il cammino del Popolo di Dio nello snodo dei due Millenni, vengono rievocati con brillantezza e semplicità , oltre che con notizie e rettifiche di primissima mano, da parte di un osservatore che ha lavorato sotto la direzione di Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, e attualmente di Benedetto XVI. Sono pagine intrise di fedeltà e di amore alla Chiesa, che indurranno gli stessi sentimenti nel lettore (pp. 480).
Nella ricorrenza del 150° della morte di Mamma Margherita, madre di Don Bosco, questo sussidio si presenta come strumento di riflessione, di confronto e di preghiera per genitori, famiglie, educatori e gruppi sulla missione della famiglia. L'opuscolo di articola in dieci parti che, considerando vari aspetti della realtà familiare, invitano al confronto con la Parola di Dio e con la testimonianza di Mamma Margherita.
GianCarlo Bregantini parte dagli alberi, con i loro colori e i loro frutti, compagni dell'uomo in tutte le stagioni, per comporre degli scritti poetici e intensi. Ci parla della Calabria, in cui è vescovo e del Trentino da cui proviene, sognando e lavorando per un'Italia della reciprocità, in cui i doni e le diversità siano valorizzate. Sono scritti di cronaca, ma anche scritti di fede. Sullo sfondo e sopra tutti gli altri alberi, Bregantini pone infatti l'albero della croce, perché 'da quell'albero scende su tutti un fiume di grazia e di luce che trasforma ogni deserto in giardino dai mille colori, i colori della pace e della vita'.
Destinatari
Le riflessioni contenute in questo libro sono adatte e interessanti per tutti.
Autore
GianCarlo Brigantini, vescovo di Locri-Gerace dal 1994, religioso stimmatino, nasce a Denno (Trento) in Val di Non, e dopo qualche anno da prete operaio nel periodo più caldo delle lotte di fabbrica, approda a Crotone, in Calabria. Dal 2000 è presidente della commissione 'Problemi Sociali e Lavoro, Giustizia e Pace e Salvaguardia del Creato' della Conferenza Episcopale Italiana. Ha pubblicato Una chiesa tra gli Ulivi; La terra e la gente: la speranza in cui credo. Dal 2000 collabora con il mensile 'Messaggero di sant'Antonio'.