Un minilibro che racconta con testi brevi e immagini a colori il viaggio di tre re sapienti che s’incamminano alla ricerca del re Messia guidati da una misteriosa stella.
è il viaggio di tutti i ricercatori di verità senza distinzioni di razza o di religione che inseguono la luce.
Un libretto che illustra con testi brevi e immagini a colori gli angeli nella Bibbia. La presenza degli angeli attraversa tutta la Scrittura sacra: essi sono i messaggeri di Dio, “spiriti destinati a servire, inviati in missione per il bene di coloro che devono ereditare la salvezza” (Eb 1,14). Sono presenti nella vita dei patriarchi e dei profeti; accompagnano Maria, Giuseppe, Pietro; vegliano sui bambini. Stanno anche al tuo fianco perché “il Signore ha dato ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi” (Sal 90,11).
In un’antologia, quanto mai significativa e ben introdotta, il libro raccoglie i diari di una mistica sassarese e presenta la via maestra e sempre attuale di ogni spiritualità, trionfo nei cuori del Cuore di Cristo trafitto d’amore, sintesi del Mistero pasquale, culmine della sua umanità sofferente, inizio della Chiesa.
Angela Marongiu (1854-1936) nasce a Sassari e viene battezzata nella parrocchia Sant’Apollinare, dove riceverà la prima comunione e la cresima. Si iscrive alla Pia Unione del Sacro Cuore. Conosce padre Manzella, che diviene suo direttore spirituale, e con il quale prepara il piano per la fondazione della Congregazione delle Suore del Getsemani, che ha come fine specifico la contemplazione di Gesù nel Getsemani e il servizio al prossimo indigente. Muore all’età di 82 anni.
Maria Rosaria Del Genio, laureata in lettere, si dedica da tempo in modo particolare allo studio della storia della mistica. Ha curato la parte storica nel Dizionario di mistica, LEV (1998) e collabora alla direzione delle collane “Testi mistici” ed “Esperienza e fenomenologia mistica” della stessa casa editrice. Tra le sue pubblicazioni: Carissimo Dio Padre. Antonietta Meo - Nennolina; Armida Barelli; La mistica parola per parola.
L'autore rilegge il versetto di Matteo 13,44 che parla del tesoro nascosto nel campo e di chi vende tutto per acquistare quel campo. E lo fa con freschezza e originalità. Il filo conduttore di queste provocazioni è il dato teologico dell'incarnazione per cui non è la creatura a cercare e a entrare nel mistero di Dio, ma è il mistero di Dio che si rivela, è Dio che cerca e trova la persona. Solo perché trovata, la persona è in grado di cercare. Non è l'uomo che trova il Regno di Dio, ma è il Regno che seduce l'uomo, lo afferra e lo conduce.
Nei quadri narrativi di Bobin, a colorire le sfumature dell'anima c'è solo una lucida consapevolezza e un'attesa della verità, di quella verità che accompagna ogni esistenza. All'inizio, nel primo dei racconti che s'intitola proprio "La parte mancante", si trova un passo che tacitamente segna l'intero sviluppo narrativo e in un certo senso etico di tutto il testo: "È sempre ciò che sei tu ad essere il vero". È vero ciò che si è, quando quello che si è il nucleo originario della persona - è formato dall'io e dal tu, dall'amore e dall'assenza, dal tempo che scorre e dal tempo che rifluisce, dal Dio che tace e si attende scrivendo. Questo è l'io che è sempre vero. E che è sempre mancante.
Per scoprire la nostra strada bisogna tornare dentro di sé e indietro. A monte di ogni uomo c'è una visione, una vocazione, una voce che chiama. Siamo chiamati per realizzare la visione che il Creatore ha su di noi, che è l'amore. A questo scopo, Lui ci dà il tempo, ci fa incontrare le persone, ci offre doni e talenti. E poichè il nostro fondamento è posto in un Dio che ci crea rivolgendoci la parola, a noi è accessibile attraverso il dialogo. Perciò la vocazione si realizza nel dialogo, non come l'esecuzione di un diktat.
Ma l'amore presuppone un lungo cammino per giungere alla sua maturità. Ci sono delle tappe in questa chiamata. Uno si fidanza, entra in noviziato, in seminario, con una grande buona volontà, ma anche con tante sue idee. La scelta è il massimo che ha potuto fare in quel momento. Occorre allora che muoia alle sue idee, a quello che si aspetta, per risuscitare ad una vita di sinergia, sua e di Dio insieme.
Indice: 1. Creati per la vocazione * 2. Vocazione e redenzione * 3. L'itinerario del discernimento vocazionale * 4. La maturazione della vocazione.
È l’amore per la Scrittura che ritroviamo nelle pagine di madre Maria Ignazia Angelini consapevole che, come ricorda Benedetto, non c’è pagina o parola ispirata della sacra Scrittura che non sia norma sicura di condotta per la vita monastica e cristiana e che, specularmente, non c’è sfida o interrogativo posto dagli eventi e dai comportamenti quotidiani che non possa essere letto alla luce della parola di Dio. In questi testi vi è un incessante andirivieni dal monastero al mondo, dal corpo comunitario all’ospite accolto, dal tempo e lo spazio quotidiano alla lettura dei segni dei tempi e degli spazi ecclesiali e civili di ampio respiro. È la voce leggera e insieme ferma che si leva da un monastero ai bordi della città, è lo sguardo d'amore che una comunità ai margini della chiesa posa sul cuore della compagine ecclesiale, è l'appello che invoca e offre misericordia.
(dalla “Prefazione” di Enzo Bianchi, priore di Bose)
Maria Ignazia Angelini (Pesaro 1944), badessa del monastero benedettino di Viboldone (Milano), ha studiato con Giovanni Moioli alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, dove ha anche insegnato per diversi anni. È stata maestra delle novizie dal 1980 sino al 1996, quando è stata eletta badessa. È impegnata in diversi ambiti di incontro monastico, anche a livello ecumenico. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Il breviario della vita religiosa (1978), Il monaco e la parabola (1983), Un silenzio pieno di sguardo (1996).
Nicola Cabasilas (1320/22-1400 ca.) fu un uomo talmente radicato nel suo tempo che è possibile abbozzare un quadro del xiv secolo bizantino a partire dalla sua vita. Personalità colta e poliedrica, fu un grande umanista, partecipò attivamente alla vita politica come consigliere dell’imperatore Giovanni VI, fu amico di Gregorio Palamas e suo difensore, intervenne a difesa dei poveri. Questo laico, così attivo nella società del suo tempo, fu anche un eminente teologo e un grande mistico. Il Convegno ecumenico internazionale di Bose, di cui qui pubblichiamo gli atti, si è soffermato in particolare sul suo Commento della divina liturgia, esposizione descrittiva della liturgia bizantina e saggio teologico sul sacramento eucaristico. All’analisi di quest’opera ha fatto seguito una riflessione sulla prassi liturgica bizantina odierna e sulla ricezione dell’ecclesiologia eucaristica nella chiesa cattolica. Il pensiero di Cabasilas, uomo fedele alla tradizione e fedele al suo tempo, ha stimolato interrogativi, suggerimenti, proposte per vivere oggi la divina liturgia nella fedeltà alla tradizione.
L’essenza della chiesa è il dono della vita di Dio fatto agli uomini in Cristo. La chiesa ortodossa russa ha sempre manifestato questa realtà spirituale ed escatologica nella sua vita liturgica, nella sua storia di santità: “Acquista lo Spirito, e mille intorno a te saranno salvati”, annunciava san Serafim di Sarov. Ma questo dono spirituale ha saputo anche trasformarsi in un’avventura umanissima, nell’annuncio del vangelo nelle mille lingue e culture che popolano gli immensi spazi del nord e della Siberia, fino alla Cina e al Giappone, dal medioevo alle soglie della Rivoluzione d’ottobre e fino ai nostri giorni: nei grandi santi missionari russi l’incontro con la buona novella ha saputo farsi ascolto della ricerca di Dio che abita ogni uomo e ogni cultura. Il XIV Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa ha cercato di mettersi in ascolto della vita missionaria della chiesa russa, proprio in un tempo come il nostro in cui la domanda di senso che abita l’uomo contemporaneo non può essere elusa dai cristiani.