
"Non è casuale che il primo e il più tipico rappresentante di questa universale coscienza religiosa della vita non sia stato un filosofo che svolgesse sistematicamente i concetti tradizionali, ma un'anima ardente di ingenua, violenta fede religiosa. Jacob Böhme non è giunto al pensiero per un'esigenza logica o sulla base di una problematicità teoretica del mondo. La sua filosofia non è che l'espressione dell'universalità, dell'indipendenza, del dominio assoluto dello spirito religioso che accese il suo cuore e travolse la sua vita. Il pio calzolaio di Görlitz trasse certo il materiale della sua visione del mondo in parte dai libri santi e dalla tradizione della teologia dogmatica, in parte dagli scritti teosofici e di filosofia naturale di Paracelso e di Valentin Weigel, ma il principio in cui il caos del suo sapere s'unificò in un significato preciso e profondo fu l'esperienza mistica interiore. E questa non rimase in lui fine a se stessa, né si concluse in una redenzione dell'anima individuale, ma fu fiamma di grazia da cui si accese in lui la luce della conoscenza divina, perché si svelasse agli uomini la visione religiosa del mondo nella sua assoluta universalità." (Dallo scritto di Antonio Banfi)
L’affermazione audace di san Paolo: «Voi siete Corpo di Cristo» (1Cor 12,27), è di una profondità straordinaria. Essa è in stretto rapporto con il mistero pasquale di Cristo, che rappresenta la vittoria completa del suo amore su tutte le forze del male e della morte. Poiché noi siamo Corpo di Cristo, siamo pervasi dall’amore e chiamati a vivere questo amore nella nostra vita concreta.
Il card. Albert Vanhoye, gesuita francese, dottore in scienza biblica, è professore emerito di esegesi del Nuovo Testamento al Pontificio Istituto Biblico di Roma, dove ha insegnato sin dal 1963. È stato a lungo membro della Pontificia Commissione Biblica (1984-2001) e ne ha diretto i lavori dal 1990 al 2001. Ha pubblicato numerosi articoli e libri di esegesi scientifica, nonché di spiritualità. Nelle edizioni dell’Apostolato della Preghiera ha pubblicato: Le letture bibliche delle domeniche (3 voll. – anni A, B, C –, 2003, 2004, 2005); Mistero di Cristo e vita del cristiano (2004); Vivere nella nuova alleanza (2a ed., 1966); Messa, vita offerta (2007); Accogliere l’amore che viene da Dio (2008); e nel 2009 una serie di opuscoli: Gesù modello di preghiera; La preghiera di Gesù nella Lettera agli Ebrei; Il mistero del Natale; La spiritualità sacerdotale dell’Eucaristia; Il cuore sacerdotale di Gesù; Voi siete corpo di Cristo.
Un prodigio, quello di ''fermare il tempo'', in senso non visionario inteso. Che tutti potremmo - e dovremmo - operare, costituendo l'ancora di salvezza per la nevrotica societa' contemporanea, di cui l'autrice fotografa uno spaccato emblematico.
Gesù è veramente risorto? Come si fa a credere senza vedere? Comprendere il vero significato pasquale della Croce, morte e Resurrezione di Cristo significa diventare suoi discepoli, con cuore pieno di speranza. È l'inizio di una nuova creazione. Gli Autori tracciano un itinerario di riflessione sugli incontri di Gesù con i discepoli dopo la Resurrezione. Un aiuto per un personale incontro con il Risorto. Una catechesi nata nei campi scout dell'AGESCI, valido strumento per quanti sono impegnati nella Pastorale giovanile. In collaborazione con AGESCI
In seguito alla nascita prematura, Rita si trova ad avere gravi problemi alle gambe, unitamente a una fragilità diffusa in tutte le membra. La mamma non si arrende, la piccola nemmeno, ed è l’inizio di un calvario fatto di una serie interminabile di esercizi fisici e sedute di fisioterapia. Fino all’intervento chirurgico, all’età di dieci anni, che pare prometterle di risolvere per sempre il problema di mobilità. E invece. Invece l’operazione non va come sperato e Rita si trova costretta su una sedia a rotelle.
Crollate tutte le illusioni di quella vita “normale” che neppure aveva avuto nei primi anni dell’infanzia, Rita cade nella disperazione, finché un giorno ficca gli occhi in quelli di sua mamma e le chiede: «Perché Dio mi ha abbandonata?». «Dio non ti ha abbandonato» risponde la madre «se ti è accaduto questo significa che Lui ha progetti per te sulla carrozzina, gli servi così.»
Questa risposta è stata la sua salvezza, l’inizio di un cammino che ha portato Rita a ritrovare la fede e, soprattutto, a ritrovare la vita, scoprendo in sé una insospettata forza interiore che l’ha aiutata a librarsi in volo, vivendo ogni giorno in modo assoluto e profondo, come se fosse l’ultimo, liberandosi da ogni ansia di guarigione e scoprendo finalmente il suo posto nel mondo.
Una testimonianza di vita commovente e carica di speranza.
Gli Esercizi spirituali sono un aiuto al cammino, perché la vita stessa è un cammino: «Tutto è provvisorio, come ogni passo, come il passo di un cammino. Ogni passo di un cammino è transitorio, ma senza ogni passo di un certo cammino, il destino di quel cammino non si percepisce più» (don Giussani). Gli Esercizi spirituali per sacerdoti, proposti da Comunione e Liberazione, sono stati guidati nell’agosto del 2009 da S.E. monsignor Paolo Pezzi, arcivescovo della Diocesi della Madre di Dio a Mosca. Al centro la fede come compimento di un’attesa: «Riconosciamo una Presenza affettivamente corrispondente solo nella misura in cui sempre l’attendiamo. Siamo fatti attesa, promessa di compimento». Il percorso si sviluppa fino a riconoscere la natura e i frutti della speranza: «Il coraggio della speranza diviene allora la rinascita di un gusto più grande della vita».
Introduzione e conclusione di Julián Carrón
GLI AUTORI
Monsignor Paolo Pezzi, nato a Russi, in provincia di Ravenna, nel 1960, nel settembre del 2007 è stato nominato da Benedetto XVI arcivescovo della Diocesi della Madre di Dio a Mosca. Ordinato sacerdote nel 1990 nella Fraternità sacerdotale dei missionari di San Carlo Borromeo, è stato per cinque anni (1993-1998) missionario in Siberia, dove ha ricoperto gli incarichi di Direttore del giornale cattolico e Decano della regione centrale, nell’attuale Diocesi della Trasfigurazione a Novosibirsk. Dal 1998 al 2005 è stato Vicario generale della Fraternità San Carlo. Nel 2004 aveva cominciato a insegnare presso il Seminario maggiore Maria Regina degli Apostoli di San Pietroburgo, seminario del quale nel 2006 era diventato Rettore. Dal 2003 fino al giorno della nomina episcopale è stato responsabile di Comunione e Liberazione in Russia.
Nella grata memoria di un "maestro spirituale" come è stato don Giovanni Moioli (1931-1984), a 25 anni dalla morte, sono offerti, con efficacia, in questo volume, tratti biografici e stralci significativi, anche inediti, del suo pensiero. A partire da un grande amore alla Chiesa, don Moioli ha saputo accompagnare, con profonda sapienza, il cammino spirituale di molte vocazioni. In specie quelle dell'Istituto Secolare Figlie della Regina degli Apostoli (F.R.A.), nei confronti del quale don Moioli ha offerto tutta la sua passione teologica e formativa nella incessante ricerca dell'autenticità cristiana della vita consacrata. In particolare il suo modo di accompagnare si è distinto per un per un valevole "mettersi a fianco", senza mai frapporsi tra il Signore Gesù e la sequela di lui. Sostenendo il cammino delle FRA come quello di molti cristiani comuni per la profondità dei suoi studi e la freschezza spirituale del suo modo di porgere la Parola di Dio. Di particolare e speciale interesse gli inediti di don Moioli pubblicati in questo volume (omelie, conferenze, meditazioni spirituali): testimonianza diretta dell'ineccepibile profilo credente del suo vissuto e delle sue intuizioni.
“Vita è... trasformare pietre d’inciampo in gradini per salire più in alto”, “Vita è... volare insieme con due ali di riserva”, ecc. Citazioni d’autore chiudono ogni pagina: “Se nel buio afferro la tua mano questo mi basta, perché so bene che, anche se inciampo, tu non cadi mai”.
destinatari
Un libro per chi vuol vivere la vita con maggiore ottimismo.
“Ella è carne della mia carne” (Gn 2,23), “Passai accanto a te e ti vidi; ed ecco la tua età era l’età dell’amore” (Ez 16,8). Ma c’è anche voglia di camminare insieme ed insieme superare delusioni e paure con un pizzico di buon umore che sdrammatizza differenze e diffidenze:“Non aver paura! Sopra la terra pendono le stelle incredibili ancora”.
destinatari
Un libro per chi vuol comprendere meglio il rapporto uomo-donna.
Avete mai provato a parlare di Gesù Cristo a chi vive come se Dio non esistesse? Vi ascolterà con aria distratta e annoiata, come se si stesse disquisendo di un ipotetico e imprecisato extraterrestre che vive su un pianeta distante miliardi di chilometri dalla Terra.
Molti uomini non desiderano conoscere Gesù e non credono in Dio perché, in realtà, neppure desiderano credere. Questo libro (rivolto non soltanto agli atei ma anche a quei credenti poco convinti o poco “praticanti”) cerca di far comprendere, in modo semplice, che Dio esiste davvero e che Gesù Cristo è la Via, la Verità e la Vita.
Destinatari
Persone in ricerca e non credenti.
Autore
Fabrizio De Falco (Napoli, 1964) è avvocato. Specializzatosi in Diritto del lavoro e relazioni industriali nell’Università degli Studi di Napoli Federico II, è autore di numerose pubblicazioni scientifiche nella sua materia.
C’è una linea di frontiera che separa la sofferenza dalla speranza. Per arrivarci è necessario mettersi in cammino, compiere un percorso, decidere di rialzarsi. Questo libro è un mosaico di racconti in cui la vita è perduta e ridata, in cui si muore e si risorge.
Ci sono adolescenti che hanno rischiato di perdersi e oggi hanno «fame» di vivere, giovani che hanno visto da vicino la guerra e ora lavorano insieme per la pace, stranieri che arrivano dalle strade dell’odio e che faticosamente cercano la via della riconciliazione, figli che hanno rinnegato e ucciso madri e fidanzate e stanno imparando a chiedere perdono.
È possibile sperare contro ogni speranza? La partita si gioca su una linea sottile, ma decisiva, dove credenti e uomini di buona volontà non possono non trovarsi uniti.
punti forti
Storie e ritratti dei giovani d’oggi: dai nuovi drammi nascosti dell’anoressia e del bullismo ai mondi dimenticati del carcere e della disabilità. In mezzo ci sono esperienze di grande impegno a favore della pace e della lotta alle mafie
Viene citato in un capitolo il Centro Disturbi Alimentari della ASL di Portogruaro che opera per il recupero di persone affette da anoressia e bulimia.
destinatari
Educatori/Giovani/Studenti/Parrocchie l Sacerdoti/insegnanti/associazioni/gruppi
autore
Diego Motta è giornalista di Avvenire. Ha collaborato con La Stampa, Il Sole-24 Ore, L’Eco di Bergamo e “.com”. Insieme ad Alessandro Amadori ha scritto il saggio “Le questioni settentrionali” (Garzanti, 2007). E’ stato educatore di gruppi adolescenti e giovani e da sempre collabora con diverse realtà ecclesiali e sociali. Ha 34 anni, è sposato con Cristina e ha tre figli: Lorenzo,Tommaso e Sara.
“L’esperienza dello spirito è proprio
quella di una luce che tutto pervade,
in libero e gioioso movimento
in mezzo agli opposti, ovvero
al di sopra di essi,
signora dell’ identico e del diverso,
del bene e del male,
del particolare e dell’universale.”
Il dibattito tra credenti e non credenti, atei e cristiani, laici e laicisti infiamma tutti i settori della società. Eppure essi si svolgono per lo più a un livello di superficie, tanto che si ha l’impressione che i ruoli si confondano: che i veri credenti siano gli atei, che i laici portino avanti ragioni che i chierici dimenticano e che le motivazioni dei laicisti combacino, per una strana alchimia, con quelle dei cattolici più ortodossi. Questi paradossi – come mostra Marco Vannini in questa magistrale riflessione – hanno radici profonde e non sono per nulla casuali: consistono nella dimenticanza di una serie di categorie che hanno attraversato la tradizione più alta dell’Occidente, a partire dalla filosofia greca, attraverso i mistici e i filosofi della modernità, sino a personalità come Simone Weil. Che Dio sia Spirito; che la religione sia essenzialmente un rapporto nello Spirito in cui Dio e uomo si muovono l’uno verso l’altro, l’uno nell’altro; che la vera religione sia uno spogliarsi della propria volontà, liberarsi dalla costrizione delle cose del mondo per entrare in una dimensione di libertà, di grazia. Questi concetti si sono via via eclissati a favore di rappresentazioni più comode di Dio e della religione, spesso ridotta a una dottrina morale, a una serie di precetti fisici, addirittura sessuali. Insomma a mito.E di questo oblio colpevoli non sono tanto i laici o gli atei ma, piuttosto, chi di questa tradizione doveva farsi depositario e custode: la Chiesa. E per questo, a volte, i veri atei, facendo piazza pulita dei falsi concetti della religione, sono più vicini allo Spirito di quanto non lo siano i falsi credenti.
In questo viaggio controcorrente, Marco Vannini riallaccia i nodi profondi di una millenaria tradizione e riaccende fuochi che sembravano sopiti nella banalità delle discussioni odierne, formulando una proposta per credenti e non credenti di certo inattuale ma proprio per questo essenziale.