
I nove capitoli di questo libro sono frutto della dedizione e dell'amore di tanti amici che hanno seguito don Dino nei trent’anni in cui ha tenuto i suoi innumerevoli incontri sulle Sacre Scritture. Tra tutti vogliamo ringraziare la professoressa Luciana Taioli e don Carlo Volpi che hanno permesso di usare il loro grande lavoro di "sbobinatura" e di sistemazione degli incontri mensili tenuti nella Parrocchia di San Giuseppe Artigiano di Arezzo. E sono tanti coloro che, per non perdere una parola degli insegnamenti di don Dino hanno preso appunti, registrato e redatto i testi delle sue lezioni e poi ce ne hanno fatto dono perché potessimo divulgarli e farli conoscere. Il gruppo di coloro che hanno realizzato questo volume, tra tanto materiale hanno privilegiato quegli incontri che in ciascuno avevano risvegliato un particolare ricordo, mossi dal desiderio che altri potessero provare gli stessi benefici e lo stesso calore.
La tenerezza salva i matrimoni: due sposi che sappiano esercitare la tenerezza avranno sempre un medicamento potentissimo per risollevarsi da combattimenti e prove. Preparare un pasto e mangiare insieme è un linguaggio speciale per parlare la tenerezza. In questo libro, guidati dal Cantico dei Cantici, sono raccolte tante ricette e 18 menù, uno per ogni circostanza in cui ogni coppia può ritrovarsi. C'è un menù per la passione degli sposi ma anche uno per i momenti di crisi, uno per fare pace e uno per quando occorre prendere decisioni.
Dal 29 Settembre al 2 Ottobre 2022 si è svolto a Milano il 2° Festival della Missione; in questo volumetto sono riportati alcuni degli interventi più significativi.
Dagli scritti inediti della Madre Cànopi, un testo per l'uomo di oggi, sempre in bilico tra scelte transitorie e non scelte. Decidere invece significa tagliare: ma cosa tagliare nella nostra vita? Tutto quello che non è per il nostro bene. Lavorare con la preghiera, la frequenza assidua dei sacramenti e con la ragione e la volontà per scegliere di scegliere, capire la volontà del Signore, che ci vuole fedeli e stabili anche nei giorni tristi e nelle difficoltà.
Il rapporto tra liturgia e pietà popolare è venuto alla ribalta della riflessione teologico-liturgica e pastorale in seguito alla riforma liturgica, che nella sua attuazione ha ridimensionato le varie espressioni di pietà popolare. La problematica è stata esasperata dal fenomeno della secolarizzazione che in nome della scienza e della tecnica ha fatto piazza pulita di tutte le forme della pietà popolare. Negli ultimi decenni si è fatta strada una riflessione che studia la pietà popolare in se stessa come universale e ineliminabile dato antropologico che rivendica la sua autonomia e il suo valore catechetico, spirituale, teologico e missionario e si interroga sulle legittime istanze che essa pone alla liturgia.
Non vi era necessità di un'altra Guida di Terra Santa. Ma questa è nata così, semplicemente, mettendo insieme ricordi, sensazioni, emozioni, in una parola ciò che il cuore ha conservato dopo decine e decine di viaggi. Una Guida dove trovano casa i commenti ad alcuni passi del Vangelo che puntellano, come solida luce, il lento incedere su questa terra antica e sempre nuova, immersi in un'atmosfera così densa e pesante perché carica di preghiere. Una Guida per potersi perdere, magari tra isuq dei quartieri arabi, il modo migliore per conoscere cose nuove e infine per ritrovarsi. Una Guida da leggere anche senza dover partire, o magari quando si è tornati e si sono lasciati decantare gli occhi e il cuore. Perché l'autentico pellegrinaggio in Terra Santa comincia quando si è rientrati a casa.
Valerio Corghi dialoga con: Cardinale Matteo Maria Zuppi Matteo Gandini, Chiara Panciroli, Maurizio Ambrosini, Valerio Quercia, Enrico Barchi. Un libro a più voci. Un dialogo aperto e schietto tra varie figure che si occupano di relazione in ambiti professionali tra i più diversi. Partendo dalle domande di Valerio Corghi, Referente del Coordinamento regionale Immigrazione Caritas Emilia Romagna, il volume cerca la potenziale descrizione di una contemporanea "Lavanda dei Piedi".
Nei mesi immediatamente precedenti la morte della giovane carmelitana di Lisieux, Madre Agnese di Gesù (sua sorella Paolina) e le altre sorelle che vivevano nel medesimo monastero raccolsero quotidianamente le parole che Teresa lasciava cadere nei colloqui con loro. Si tratta di parole che, naturalmente, sono in parte rielaborate dalle stesse sorelle, ma che lasciano intendere come la mistica di Lisieux visse gli ultimi giorni e le ultime ore della sua vita, offerta all'Amore misericordioso e conclusa in una sofferenza che rende Teresa ancora oggi la santa più vicina a coloro che faticano a trovare la propria strada nella fragilità, nel dolore e nelle tenebre della ricerca di Dio. La santa che, per sua stessa volontà, decise di sedere "alla mensa dei peccatori", ci ricorda che tutti possiamo salvarci, perché ciò che ci salva è l'amore.
42 uomini e donne, alcuni consacrati, molti di più laici, professionisti di diverse discipline - medici, insegnanti, magistrati, ufficiali, casalinghe... -, in qualche caso scrittori o poeti pubblicati, giovani e meno giovani, la maggior parte liguri come le due curatrici, si interrogano sul senso dell'esistenza e del reale. Scavando nella profondità del loro io ne scoprono le carni nude, la piccolezza, rinvenendo non di rado fra le ombre della fatica e della sofferenza le luci della fede e della speranza in Qualcuno, altro da sé, infinitamente più grande, più buono, davanti a cui potersi arrendere e dire: «io minuscolo CREDO».
In questo volume sono raccolti i messaggi che Ines ha ricevuto dal Cielo negli ultimi cinque anni. Sono messaggi di grande attualità, dai quali emerge una ferma condanna del male, ma anche e soprattuttto l'Amore profondo e incondizionato di Dio, che non ci abbandona mai. Da tutto questo viene un'indicazione: impariamo a discernere i "segni dei tempi", a partire dal nostro vissuto quotidiano, lasciandoci interrogare dalla Parola di Dio.
Il tema del rapporto con lo straniero continua ad essere di scottante attualità. Cosa ci dice la Bibbia al riguardo? Il credente nella Bibbia è sempre uno straniero. Abramo viene da un'altra terra e Dio gli chiede di diventare un pellegrino; anche il popolo che da lui discende continuerà a essere un popolo di stranieri: prima nella vicenda dei patriarchi, poi emigrando in Egitto, nuovamente durante l'esilio in Babilonia. Anche nel momento in cui il popolo conquisterà la terra, dovrà ritenerla sempre e solo un dono, non un possesso. La testimonianza di Marco fa percepire la tensione fra Israele e le genti: Gesù si dedica anzitutto al popolo ebraico e solo a un certo punto va verso gli stranieri - i gentili - offrendo loro il pane della salvezza. Cosa significa tutto questo per noi cristiani di oggi?
«È un momento istituzionale. Eppure non posso trattenermi da una confidenza personale. Con il passare degli anni trovo sempre più insopportabile il malumore.» Inizia così l'atteso discorso che l'Arcivescovo di Milano rivolge, come ogni anno, alla città di Milano in occasione di Sant'Ambrogio. L'Arcivescovo Delpini incoraggia a perseguire «il realismo della speranza», per contrastare ogni sterile disfattismo. Si rivolge a tutti noi, dai cittadini alle istituzioni, dai credenti ai laici, incoraggiandoci a guardare oltre noi stessi, a porci l'importante domanda: «E gli altri?». La risposta è fare degli altri i veri interlocutori di ogni nostro pensiero e azione, nutrirli dei frutti prodotti dal realismo della speranza.

