
Siamo tutti in cerca di luce. Siamo tutti in cerca di guida. L'autore indica la strada "tanto nuova e tanto antica" per stare nella luce e per vivere la vita buona del Vangelo. Lo fa commentando in modo originale e creativo la Parola di Dio, facendo risuonare la Parola di libertà che appartiene a tutti, che cresce con chi l'ascolta e con chi la lascia agire nella propria vita. Il Dio di Gesù: un Dio che sorprende; Dal peccato alle Benedizioni: un percorso libero e liberante; Il Regno di Dio: la scommessa per un mondo migliore; Amore e dintorni: per chi vuole vivere seriamente!; Cieli e terra nuovi: gli orizzonti inediti della Buona Novella; La bellezza: gioia autentica di vita piena; Campioni di umanità, corpo e spirito in armonia: sono questi i temi attorno ai quali si rimette in cammino la Parola già proclamata, ascoltata e condivisa. Nessuno è in grado di prevedere ciò che la Parola produce nel cuore di ogni persona. La lettura di queste pagine conferma che il suo ascolto ricrea, illumina, apre orizzonti, consola, sostiene, riconcilia.
La speranza. Delle tre virtù teologali, è la sorella più piccola come la definisce Charles Péguy, una bambina che prende per mano le sorelle più grandi, la fede e la carità, e le sospinge in avanti, verso orizzonti infiniti. La speranza è una cavalletta, che si posa silenziosa sulle pareti di casa; è una ginestra sul Vesuvio, come quella cantata da Giacomo Leopardi; è un gelsomino dietro casa, come scrive nel suo Diario Etty Hillesum.In questo libro, tratto dalla sua ultima meditazione teatrale, Lucilla Giagnoni ci accompagna per mano lungo i sentieri della storia e della spiritualità, per riscoprire la forza stupefacente della speranza così come risuona nelle parole senza tempo di scrittori e poeti.La speranza è quella forza che, in ogni "selva oscura", ci fa muovere il primo passo, nonostante tutto; è il senso che orienta il nostro cammino nella città del mondo, e che fa di tutti noi dei "pellegrini di speranza".
Lucilla Giagnoni offre un percorso di riflessione sulla speranza attraverso alcune pagine di grande letteratura, esplorando questa virtù nelle sue molteplici sfaccettature. Il libro conduce il lettore in un viaggio che spazia dalla quotidianità all'eternità, illuminando il potere straordinario della speranza anche di fronte alle avversità più estreme. La speranza cristiana si configura in effetti come una rivoluzione rispetto alla visione greca, trasformandosi da consolazione contro la cecità del fato in dono di sé da parte del divino e in collaborazione umana con il divino. Giagnoni lo mette in luce ridando voce ad Agostino, Dante, Giacomo Leopardi, Emily Dickinson, Etty Hillesum, Mary Oliver, Charles Péguy, David Maria Turoldo... Riflessioni teologiche e narrazioni personali si intrecciano, così, svelando la speranza non come astratta illusione, bensì come una forza concreta capace di trasformare la realtà. Un libro che è un invito a trovare nella poesia la chiave per resistere, creare e sperare, riscoprendo il dinamismo rivoluzionario della speranza nel cuore della vita e spalancando le porte all'Infinito.
Il discernimento è per ogni cosa e per tutti i tempi della vita: per chi diventare e come attuarlo. Per chi essere e per come rimanere. Per come educare. Per verificare se si sta facendo bene come genitore. Lo è anche nella vita della Chiesa, per il ministero presbiterale, per i diversi organismi di partecipazione alla vita ecclesiale, per i singoli credenti, per la vita spirituale delle parrocchie, per come utilizzare i soldi, per la gestione della vita affettiva e sessuale. Per le scelte che un gruppo deve fare. Ma la differenza la fa proprio il sequel. Scelgo seguendo chi? "Al seguito di chi" posso dire se sto scegliendo correttamente? Noi rispondiamo: in relazione con il Cristo! Al suo seguito, appunto! Il discepolo è tale proprio perché è al seguito di Gesù.
Antonio Ruffini è uno dei maggiori stigmatizzati della religione cattolica del ventesimo secolo, e al tempo stesso uno dei meno conosciuti. In questo libro la giornalista Anna Maria Turi ha raccolto il racconto della sua vita, che le fu reso in prima persona da lui stesso negli anni Ottanta.
Con inserto fotografico a colori.
Riflessioni, studi e ricerche di archivio dopo il meraviglioso restauro dell'opera del Baciccia con una approfondita lettura teologica delle volte della chiesa del Gesu a Roma. Dopo il meraviglioso restauro dell'opera del baciccio e`la prima volta che e`possibile offrire una documentata lettura teologica e biblica degli stupendi affreschi delle volte. Il libro aggiorna su storia ed arte, ma soprattutto invita a riflettere sul tema attuale della salvezza nella chiesa di gesy, tra concilio di trento e concilio vaticano ii, partendo dalla chiesa di gesu`a roma.
I pensieri del beato Timoteo Giaccardo (sacerdote della Società San Paolo) raccolti in questo libretto sono tratti dalla sua predicazione, dai suoi appunti personali e dai suoi scritti (Fiori a Maria (1948), Alla scuola di San Paolo (1941), La Regina degli Apostoli (1934).
Il Diario di Giuseppe Timoteo Giaccardo (1896-1948) attesta il clima di fede del tutto eccezionale in cui Don Giacomo Alberione, fondatore della Famiglia Paolina, visse e fece vivere i suoi primi ragazzi.
Queste «pagine scelte», di grande densità e valore, lasciano intravedere l’itinerario umano, spirituale e apostolico di Giuseppe Giaccardo, dal 1913 al 1925 e dal 1942 al 1947. La sua testimonianza ripropone dal di dentro e in prima persona alcuni avvenimenti chiave della nascente Famiglia Paolina, lasciando trasparire non solo il profilo di un uomo che incarnò l’ideale paolino nella sua integrità, ma anche la figura affascinante di Don Alberione, che Giuseppe Giaccardo presenta come «il caro Padre».
Nato a Narzole il 13 giugno 1896, Giuseppe Giaccardo è il primo sacerdote della Famiglia Paolina, «fedelissimo tra i fedeli», «cuore e anima» della nascente comunità nata dal cuore del Beato Giacomo Alberione. Accolto nel 1918 «nell’opera di San Paolo», fu ordinato sacerdote ad Alba nel 1919, ricevendo da Don Alberione il nome del discepolo prediletto di Paolo: Timoteo. Nel 1926 fu inviato a Roma per aprire una nuova casa paolina. Vi rimase fino al 1936 quando fu richiamato ad Alba per assumere l’incarico di Superiore di Casa Madre. A Roma tornerà nel 1946, in qualità di Vicario Generale e, solo due anni dopo, vi morirà: è il 24 gennaio del 1948. Pochi mesi prima aveva offerto la vita per l’approvazione della Congregazione delle Pie Discepole del Divin Maestro, pensate e volute da don Giacomo Alberione come radice orante del grande “albero” della Famiglia Paolina. L’offerta di don Timoteo fu particolarmente gradita a Dio: il decreto di approvazione delle Pie Discepole venne, infatti, firmato il giorno stesso in cui don Timoteo celebrò la sua ultima Messa.
Il 22 ottobre del 1989 Giovanni Paolo II lo ha solennemente dichiarato Beato.
Una giovane ricercatrice prende l’abitudine di brevi momenti di pausa, anche a larghi intervalli, presso un albero in un parco cittadino.
Nel raccontarsi all’albero ripercorre le tappe della sua vita: i grandi maestri, le domande più impegnative, i compagni-colleghi di un gruppo di lavoro, la soglia varcata delle risposte più attendibili...
L’albero, maestro di maieutica, accoglie e ascolta la protagonista, e il lettore è condotto con passi lievi a seguirne il cammino e la ricerca di senso verso un approdo non definitivo, ma confortato dalla speranza.
L’autrice, che vive oggi in un ambiente monastico, ricorda gli incontri con l’albero con gratitudine. Il lettore è sorpreso e ammirato nell’addentrarsi in pagine sempre più coinvolgenti, per una vicenda interiore che è e si percepisce vera.
Pagine lievi, dove lo spessore del tema si stempera in una progressiva chiarezza, pur nella fatica della ricerca. Pagine che affascinano; un’avventura dello spirito ma assolutamente umana, che tiene viva l’attenzione e la domanda sull’esito finale. La prosa, facile, ha l’eleganza della semplicità: non sollecita, invita a sostare, a riflettere, a interrogarsi se si riuscisse a riconoscere nel respiro dell’anima dell’autrice un messaggio sussurrato al lettore. Non detto, per lasciare a ciascuno il suo modo d’interrogarsi.
Una forma attraente di teologia narrativa, familiare all’Autrice, non nuova alla densità esistenziale della parabola, una scrittura in cui il pensiero sconfina nell’illuminazione dello Spirito.
Si è accompagnati con discrezione alle soglie dell’intimità alta e semplice aperta dall’annuncio evangelico.
«Tra le pagine che ora rileggo mi sorprendono e mi restano cari alcuni tratteggi; “Possiamo tutti, nella misura in cui ci è consentito, essere fonte di luce e liberazione per gli altri!... E ancora: ”Sono i gesti poveri, feriali, le parole sommesse, bisbigliate, le attenzioni sottili che danno la vita”.O altrove:”Da brandelli di verità si può essere condotti alla Verità.. Da una briciola di significato al Significato”. O ancora:”Negli eventi gravi la parola e il gesto che ci salvano sono quelli più poveri. Le ore intense impongono sobrietà e semplicità. Si è raggiunti solo dall’essenziale”… Si tratta di segnavia del vivere che reputo molto preziosi e profondi per chi, come me, è un cristiano “semplice”, ma anche per il laico che gioca lealmente la sua ricerca, l’uno e l’altro attanagliati da una propria indomabile insoddisfazione per l’angusto contingente.
Credo che la mission dei minuscoli componimenti qui felicemente raccolti sia soprattutto quella di offrire una direzione di senso, un crinale che orienta fra i mille dispersivi impegni che assiepano una qualunque nostra giornata, un criterio per abbeverarsi alle svariate e spesso contraddittorie sorgenti d’informazione. Il filo esile che aiuta a non perdersi nel dedalo dei tanti quotidiani labirinti.»
Il significato della femminilità attraverso l'incontro con Dio.
Queste parole di suor Emanuela Ghini sono come preghiere, perché lei è fondamentalmente orante, la preghiera è in lei forse lei è e vive come preghiera. Questo spira il suo piccolo libro Dalla prefazione di Mario Luzi