
Raimondo Lullo (1232-1316) è una figura poliedrica, difficile da cogliere nella sua complessità. Un autore lontano nel tempo ma di sorprendente attualità, soprattutto nel suo essere "uomo del Mediterraneo" i cui orizzonti culturali spaziarono dall'una all'altra delle sue sponde e delle sue civiltà. Dopo aver riconosciuto e descritto ciò che le religioni del Libro avevano in comune e in cosa differivano, Lullo cercò di realizzare un dialogo basato non sulla loro uguaglianza, ma su una parità che deriva dalla dignità personale delle parti. Sin dal 1294, egli afferma che gli "infedeli" sono uomini come noi. Con pochi mezzi a disposizione (l'eredità culturale condivisa dalle religioni monoteiste e un metodo di sua creazione, dono di Dio e del luogo in cui era vissuto), tenta di promuovere un confronto aperto e disteso con i suoi interlocutori da una posizione chiara e rispettosa della propria identità cristiana e dei valori di cui possono essere portatrici le altre fedi. L'atteggiamento di rispetto, di cortesia, di dialogo con l'"altro", che sintetizza ciò che viene oggi denominato "spirito di Assisi", può essere rinvenuto in molte delle sue opere, frutto del lavoro di un autore che, a 700 anni dalla morte, resta uno di noi nell'età che fu sua.
Natale 1924, Genzano di Roma, cittadina all'epoca di circa 9.000 abitanti, sulla strada che da Castel Gandolfo va a Velletri. Un ragazzo da poco maggiorenne vede in chiesa una ragazza, di qualche anno più giovane di lui e se ne innamora. Come usava allora, Pietro scrive una lettera a Teresa, dichiarandosi ed esprimendole quanto sia rimasto colpito dalla di lei "cristiana condotta". Il cammino non sarà semplice, ma poco meno di nove anni dopo, per la precisione il 21 settembre 1933, i due giovani convoleranno a nozze, generando in seguito cinque figli. Quello che è successo nel mezzo è contenuto in un carteggio formato da più di 400 lettere che i due si sono scambiati durante gli anni di fidanzamento, trascorsi quasi tutti a distanza per ragioni di lavoro del promesso sposo. Rileggere oggi questa fitta corrispondenza fa entrare in contatto con una vita semplice, fatta di cose concrete e permeata continuamente dalla presenza del Signore Gesù, che accompagnerà i due giovani nel loro cammino verso il matrimonio. Riemerse dopo anni, perché usate da uno dei figli della coppia, frate francescano, per animare dei corsi per fidanzati, queste lettere sono una incredibile ricchezza, da far riaffiorare e da tenere presente nella nostra vita caotica di tutti i giorni, non per rimpiangere i bei tempi andati ma per verificare un metodo. Può l'uomo di oggi - nelle condizioni sociali, politiche, di comunicazione completamente mutate - imparare come fondare la sua vita sulla roccia, cioè sulla presenza del Signore? In queste lettere si respira proprio questo, impastato nelle semplici vite dei due protagonisti. E il viaggio è davvero affascinante.
Gli autori di questo libro affrontano insieme il problema dello stress e come questo possa ostacolare la ricerca della vera felicità. Si tratta forse di un problema irrisolvibile? Dobbiamo rinunciare alla ricerca della felicità per ridurre le tensioni e i conflitti che proviamo? Queste pagine dicono di no, cercando di dimostrare come le preoccupazioni, le tensioni e lo stress di tutti i giorni possano favorire, anziché ostacolare, la nostra ricerca della felicità.
Tutti cercano la pace interiore e la tranquillità nella propria vita quotidiana, pochi sembrano possederla. La tensione, i conflitti, lo stress svolgono un ruolo negativo su di noi. Eppure, se impariamo a tenerlo sotto controllo, lo stress può diventare fonte di introspezione e di creatività, un'occasione di creascita. Anzi, senza conflitti e tensioni, la nostra ricerca spirituale non può essere efficace.
Un libro che infonde fiducia in un epoca dominata da fosche previsioni e da umori catastrofici.
«Me li stai rovinando tutti, tu sei la mia rovina!». Con queste parole il diavolo spesso si è rivolto all'autrice che da quasi trenta anni si è occupata, insieme al famoso esorcista don Gabriele Amorth, delle possessioni demoniache. Angela Musolesi nel libro, prendendo spunto dalla sua esperienza, spiega quali sono le cause delle possessioni, come possono accadere questi fenomeni, quali sono gli strumenti che si possono usare per liberare una persona posseduta dal diavolo. Spiega l'autrice: «Con questo libro desidero portare la gioia di Dio al maggior numero di persone possibile, spiegando principalmente come liberare e liberarsi dall'azione del demonio, In modo che tutti possano farlo con ottimi risultati».
Alcuni degli episodi più importanti del Vecchio e del Nuovo Testamento raccontati ai più piccoli in modo semplice e accattivante.
Mariù Muscatello è un’insegnante di scuola primaria, cresciuta nella scuola in quanto figlia di insegnanti. Il frequentare e conoscere i bambini, insieme a studi dell’età evolutiva e della psicologia del comportamento, le hanno permesso un’attività di autocritica che l’ha portata ad un’analisi di se stessa e della creatura meravigliosa e complessa che è l’uomo.
Nell'anno dedicato da papa Francesco al pregare, una collana di testi di autori internazionali per imparare a dialogare con Dio
«Non esistono molti libri sulla spiritualità domenicana. Anzi, quand’ero un giovane frate, c’era una sorta di diffidenza nei confronti della “spiritualità”: veniva vista come un’invenzione del XVI secolo, quando la stupenda sintesi del pensiero medievale cristiano andò perduta, frammentata nelle diverse discipline della teologia. “Spiritualità” dava l’idea di tecniche complicate per entrare in contatto con Dio. Non era qualcosa che appartenesse alla nostra identità.
In questo libro Paul Murray rende evidente l’esistenza di qualcosa che si può definire “spiritualità domenicana”. Essa, però, non ha a che fare con dei modi speciali di pregare. Riguarda l’essere vivi in Dio e per gli altri. È da questa vita che scaturisce la nostra predicazione. Questo splendido libro inizia citando il secondo Maestro dell’Ordine, il beato Giordano di Sassonia, che parla del Vangelo come del vino nuovo, «il vino della gioia perenne» e finisce citando santa Caterina da Siena, che consiglia ai suoi confratelli: «Facciamo come l’ubriacone, che non pensa a sé, ma solo al vino che ha bevuto e a quello che gli rimane da bere». In maniera sorprendente e gradevole, il bere il vino diventa una metafora che esprime bene il carattere esuberante ed estatico della nostra relazione con Dio. Siamo trascinati fuori di noi stessi, per diventare altruisti e gioiosi e annunciare con libertà e schiettezza il Vangelo che è Gesù Cristo».
Dalla Prefazione di Timothy Radcliffe
"Si può essere felici se si è grati. La gratitudine viene prima. La gratitudine è un modo di guardare, una possibile attitudine di vita che può dilatare spazi interiori di libertà. Di libertà e di gioia". Che cos’è la gratitudine? Da dove nasce? Perché parlarne? Per che cosa posso ringraziare? L’autrice, attraverso alcune suggestioni e spunti, tratti dalle pagine della Scrittura, che non hanno la pretesa di essere esaustivi, prova a rispondere a queste domande con la speranza che anche il lettore si lasci interrogare da questa disposizione interiore.
Le persone che incontrerete tra queste pagine hanno fatto cose diversissime le une dalle altre, influendo ciascuna sulla propria realtà in modo personale. Troverete poche rivoluzioni sconvolgenti e molte cose che potevano essere fatte semplicemente volendole fare, perché è la trama del possibile a rendere più vivibile il quotidiano, non il gesto eclatante che sposta l'asse del pianeta. Nessuno di loro pensava di star facendo qualcosa di speciale con le sue scelte e forse è questo il marcatore che alla fine congiunge tutte le storie di questa raccolta: la manutenzione della felicità comune è fatta di piccoli gesti pensati e scelte forse non tutte facili, ma comunque sempre alla portata di chiunque. A nessuno in fondo è chiesto di morire per accendere una luce nelle vite che incontra. Vivere all'altezza della propria speranza sarebbe già un motore sufficiente per cambiare il pezzo di mondo che ci si è fortunosamente ritrovati tra le mani.
L'autore di questo libro è convinto che tutti possano vivere felici, e prospetta una gioia continua in grado di accompagnarci sia nella buona che nella cattiva sorte. Un discorso che procede anche attingendo alla propria esperienza, ma soprattutto cercando continue verifiche sia nei fenomeni della società attuale sia nelle fonti classiche e moderne della cultura filosofica e religiosa sulla felicità umana. Conquistare la felicità è la meta finale di ogni nostro desiderio e azione: ci accompagnerà in ogni istante della vita. Ma si tratta di un inganno necessario o di un bene legittimo? E poi, dobbiamo accontentarci di sporadici sorsi fluenti di gioia o possiamo impostare la vita in modo da aspettarci una contentezza stabile, crescente, coerente, pur nella fluidità dell'esistenza?

