
Il cardinale Giovanni Lajolo all'interno del volume propone una serie di "viaggi letterari" volti a scoprire la bellezza delle "cose di casa" attraverso riferimenti letterari e biblici. L'idea, come spiega l'autore nella prefazione, trae origine da una serie di riunioni periodiche di persone amiche nella sua abitazione durante le quali, a volte, nascevano divagazioni letterarie a partire proprio da tutto ciò che tutti gli invitati potevano vedere e toccare: le "cose di casa". Il volume è illustrato dal noto scultore e pittore Franco Murer autore, tra l'altro, degli altorilievi in bronzo con le storie di S. Giuseppe per la centesima, grande fontana dei Giardini Vaticani.
I quattordici racconti proposti nel volume non si trovano nei Vangeli, ma hanno la loro fonte di «ispirazione» in essi, «per il soffio della fantasia, per il piacere della mente di vagare nell’ambiente umano, storico e religioso dei Vangeli». Sono racconti di natura diversa rispetto al testo sacro, ma ad esso in qualche modo sono accostabili perché consentono di immaginare storie e vicende che si potrebbero considerare «complementari», volendo in qualche modo mettere in evidenza l’influsso che una parola dei Vangeli, una scena colta con l’immaginazione può avere nella vita
di ogni giorno. I racconti rimangono fedeli al contesto del tempo di Gesù; i nomi dei protagonisti o sono quelli indicati dal testo evangelico o sono presi dall’Antico Testamento, in particolare dai libri di Esdra e Neemia, verosimilmente ancora in uso ai tempi di Gesù. Ogni racconto è arricchito da una bella illustrazione inedita del maestro Franco Murer, contribuendo così a rendere la lettura più godibile.
Questo volume – ora riproposto – costituisce ormai un classico della spiritualità, fondata sui seguenti cardini:
a) la seconda conversione
b) la custodia del cuore
c) la critica dell’azione
d) la guida dello Spirito Santo, cioè la dottrina dei doni dello Spirito Santo.
«La Dottrina spirituale s’apre con la constatazione psicologicamente profonda e detta con totale semplicità e forza che ha il sapore di quei pensieri che qualche decina d’anni appresso scriverà Blaise Pascal. “Portiamo nel cuore un vuoto che tutte le creature insieme non sapranno mai riempire. Dio solo lo può colmare di se stesso…”. Queste parole definiscono la legge che governa tutta la vicenda dell’umana felicità e infelicità, ci spiegano tutta la storia intima delle illusioni e delusioni, degli smarrimenti e ritorni degli uomini» (Giovanni Colombo).
Quali sotto i doni dello Spirito Santo? Sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timor di Dio. Ma che cosa sono i doni dello Spirito Santo? Nel rispondere alla domanda Louis Lallemant li descrive come i doni di cui facciamo richiesta nelle preghiere e nelle invocazioni rivolte allo Spirito Santo, a cui viene attribuito quindi un ruolo centrale di guida nella vita dei credenti. Da queste pagine la vita di fede si delinea proprio come docilità allo Spirito donato a Pentecoste. È nel quotidiano, infatti, nell'agire ordinario di ogni cristiano, che i doni dello Spirito Santo trovano il loro terreno d'azione e possono dispiegare i loro effetti.
Come esprimiamo la nostra fede di fronte al pericolo e in condizioni difficili? Come costruiamo e rafforziamo una comunità di fede che deve mostrare l'amore di Dio e confrontarsi con gente che non conosce questo Dio e osteggia la stessa fede? Meditando tra le righe dell'esperienza di Neemia, Jonathan Lamb guida il lettore in un lucido e incoraggiante percorso di riscoperta delle fondamenta della fede ebraico-cristiana.
In un mondo che spesso appare senza e fuori controllo i cristiani oggi hanno un urgente bisogno di unirsi all'antico profeta Abacuc per compiere con lui un vitale pellegrinaggio spirituale. Si inizia con le domande più crude dell'esistenza e si sperimenta la necessità della paziente attesa. Ma questo pellegrinaggio conduce alla rivelazione della grandezza di Dio e alla scoperta che egli ha veramente il controllo sovrano del mondo e della storia. Mediante la lettura di questo libro, Jonathan Lamb ci invita a scoprire che ci si può ancora fidare di Dio, anche nei momenti più bui.
Il Padre ci ha dato una buona maestra, Maria di Magdala, che ha imparato la spiritualità «ai piedi di Gesù» con la sua stessa vita. È un cammino di crescita interiore alla nostra portata. Seguiamo i suoi passi e proviamo a metterlo in pratica! «Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». (Lc 7,47)
“Chi sono io?” è un interrogativo che sembra travagliare le ultime generazioni. Per conoscersi bisogna relazionarsi con un altro e l’interazione col Padre Celeste non solo ci risponde con un’immagine sana e positiva di noi stessi, ma solleva dall’io solo terrestre alla dignità inaspettata di figlio di Dio. Il Padre Nostro è una preghiera in cui, più dico al Padre: “TU”, più scopro chi sono IO! E questo Padre è forse un patriarca da eliminare? Al contrario è modello di paternità matura e ne illumina ruolo e significato. Santificazione, volontà e regno di Dio ci tolgono la libertà? Il Padre Nostro ci mostra invece che proprio questi aiutano a ricostruire in noi un’umanità matura e autonoma. E quali sono i nostri veri bisogni? Il pane, il perdono, l’aiuto nelle tentazioni e la protezione dal male sono le cose da chiedere al Padre per salvaguardare la nostra dignità.
Note sull'autore
Padre Gian Paolo Lamberto (1959), è missionario della Consolata. Dal 1992 opera in Corea del Sud (Yeokgeok, Manseok, Okkil, Dongducheon, Daejeon) svolgendo attività di animazione missionaria, pastorale con i poveri urbani e i migranti, formazione e dialogo interreligioso.
Descrizione dell'opera
Non si può non avere a cuore la vita dei giovani: essi rappresentano il futuro e la speranza del mondo, sono il perno su cui ruotano i sogni e i progetti che danno vita alle cose.
In una lettera, rivolta direttamente ai giovani e ai loro educatori, il vescovo di Rimini, con linguaggio immediato ed efficace, entra nelle pieghe dell'esistenza di chi, pur in mezzo a fragilità e insicurezze, desidera una vita piena e autentica, una vita felice. La gioia di essere e di dirsi cristiani.
Sommario
Introduzione Ma che sta succedendo? Può un cristiano essere felice? Vangelo: vedi alla voce «Felicità». L'ansia del futuro. Il fascino tenebroso del male. Dov'è Dio quando noi soffriamo? La felicità della Pasqua. La gioia di essere cristiani. La felicità c'è: io l'ho incontrata. Una conclusione aperta.
Note sull'autore
FRANCESCO LAMBIASI,vescovo di Rimini, già assistente ecclesiastico generale dell'Azione Cattolica Italiana, ha insegnato teologia alla Pontificia Università Gregoriana. Presso le EDB ha pubblicato: L'autenticità storica dei Vangeli. Studio di criteriologia (21986); Lo Spirito Santo: mistero e presenza. Per una sintesi di pneumatologia,con Dario Vitali (2005); Vorrei pregare con la Bibbia. Lettera a Cristiana sulla lectio divina(32009); Mi presenti Gesù? Intervista a Marco primo narratore del Vangelo (22011); ABC della fede (22008), Figli nel Figlio. Novena di Natale (22007) e Fare i cristiani. Alcuni aspetti della formazione alla vita cristiana (2011).
Questo breve ma solido approfondimento sul tema del "perdono" scritto da Francesco Lambiasi, Vescovo di Rimini, è un cammeo, un essenziale percorso ascetico che tutti, prima o poi, dovremmo affrontare. Concludono il testo una "ginnastica degli esercizi spirituali", per crescere nella pratica del perdono, e alcune fortissime testimonianze, a cura di Paolo Guiducci, che ci aiuteranno nella nostra personale, quotidiana, rigenerante fatica della riconciliazione.
Un laico scrive a un prete e un vescovo a un laico. Con taglio diretto, personale si narra il sentimento cristiano di stupore e gratitudine di fronte al mistero insondabile dell'amore del Padre. Dalla bellezza della chiamata, al mistero dell'eucaristia, al segno misericordioso della penitenza e della riconciliazione. Ma esiste uno stile "giusto" nelle relazioni tra preti e laici? Queste due lettere rinnovano corresponsabilità, comunicazione e speranza. Per coltivare una profondità interiore che nasce da un buon rapporto con se stessi e da una vita di comunione. Per essere, infine, lanterne e scintille. In un unico abbraccio: cielo e terra, eternità e storia.