
In queste meditazioni Divo Barsotti tratta delle virtù teologali in rapporto con le cosiddette virtù negative: l'umiltà e l'obbedienza. Il dono delle virtù teologali, per realizzare il suo fine - la partecipazione alla vita divina da parte dell'uomo - comporta necessariamente l'esercizio delle virtù negative. Sono queste, infatti, che aiutano l'anima a collocarsi da creatura davanti a Dio, nella verità di un autentico rapporto con Dio. Sta qui il fondamento della vita contemplativa: "Attraverso l'esercizio delle virtù teologali noi ci trasformiamo in Dio... Nella misura in cui tu fai posto a Dio nella fede, nella speranza e nella carità, tu divieni Dio stesso perché Dio vive in te".
Queste meditazioni hanno come obiettivo di portare l'anima all'esperienza dell'Amore di Dio. Se ti senti arido, se ti senti impotente, è proprio allora che devi insistere, finché il vuoto e il silenzio non ti scoprano il volto di Dio... un volto che non è più il volto che conoscevi, ma un volto nuovo. Che io veda il tuo volto, Signore! Incapaci di ogni bene, impotenti a compiere anche la minima opera, inadatti a formulare anche un solo pensiero buono, noi tuttavia possiamo fare affidamento sull'onnipotenza dell'amore infinito; possiamo procedere tranquilli in una via che ci impegna nella perfezione della carità. Il problema è credere nell'Amore nel senso di "rimanere fermi". Don Divo scrive che "non è facile, ma è semplice": è semplice, perché per lasciarsi trasformare da Dio basta questa sola operazione, credere nel suo Amore.
«Una lotta. Un dramma. Una instancabile e appassionata ricerca di Dio. È questo ciò che emerge dalla lettura de La lotta con l'angelo, il primo diario di Divo Barsotti pubblicato anonimo nell'ormai lontano 1954. Chi conosce la Bibbia avrà già riconosciuto nel titolo un evidente rimando all'episodio narrato in Gn 32,23-33, in cui l'autore sacro racconta la lotta di Giacobbe con Dio presso il torrente Iabbok». (dalla Prefazione di Stefano Albertazzi) «In questo diario si parla dell'autore come di un'"anima sacerdotale che la grazia interiormente sollecitava al Signore". Si usa il procedimento d'una fictio letteraria, fingendo che l'autore sia sconosciuto, morto poi nell'estate del 1942. [...] Barsotti giustifica la ragione della pubblicazione con il desiderio di "aprire le anime a una visione più alta di vita soprannaturale". Le parole del diario, per il Barsotti, "rivelano meno l'uomo che Dio", [...] Dio conosciuto e amato tramite Gesù Cristo» (da Emilio Grasso, "L'esperienza di don Divo Barsotti attraverso la lettura dei diari" in: S. Tognetti - G. Guarnieri - L. Russo [a cura di], Cerco Dio solo. Omaggio a don Divo Barsotti, Comunità dei figli di Dio, Settignano 1994, 21.27).
Nel 1957 Divo Barsotti dava alle stampe il suo diario spirituale La fuga immobile, relativo agli anni 1944-1946. Il giovane sacerdote toscano era già noto all'ambiente ecclesiale per l'attività di giornalista, che lo aveva impegnato nei primi anni '40 presso "L'Osservatore Romano" e il suo nome andava ancor più divenendo noto per i suoi primi sostanziosi lavori in ambito liturgico, esegetico e spirituale. In occasione del suo novantesimo genetliaco, la "Comunità dei figli di Dio", da lui fondata e guidata per lunghi anni, ha pensato di riproporre la pubblicazione di questo diario spirituale: testo fondamentale per entrare nel mondo interiore del Barsotti mistico, tutto proteso su Dio e insieme acutissimo osservatore dell'"oggi" della storia. Si è scelto di pubblicare il testo così come è uscito dalla penna dell'autore, senza appesantirlo di note o commenti. L'immediatezza e la radicalità del discorso barsottiano, con la sua suggestiva capacità evocativa di quanto accadeva intorno a lui, ci sembrano elementi in sé essenziali per far sì che il lettore tragga la sua particolare lezione di vita e di fede.
Cosa significa concretamente "credere e vivere nella Provvidenza"? In questo volume Divo Barsotti, con la saggezza di un maestro spirituale, passa in rassegna tutti i momenti della giornata del cristiano da vivere alla presenza del Signore. Questa è esattamente la scansione della giornata e del volume: Mi alzo, Mi lavo, Mi vesto, Esco al lavoro, Ancora il lavoro, Mi riposo, Mangio,Vivo con gli altri, Parlo, Mi muovo, Mi addormento. Non c'è niente nella nostra vita che da Dio non provenga e a Dio non tenda.
Apparso per la prima volta nelle edizioni La Locusta di Vicenza nel 1978, il volume è una analisi dell'ultima proposizione del Simbolo della nostra fede: Credo la vita eterna. Le dodici riflessioni proposte da Padre Divo Barsotti sulla vita eterna prendono l'avvio dall'atmosfera liturgica della festa dei Santi (1° novembre) e dalla Commemorazione dei defunti (2 novembre) e lo scopo è quello di rispondere alla domanda: Che cosa crediamo quando diciamo di credere alla vita eterna?. La fede nella vita eterna è fondamentale: secondo don Divo, infatti, tutto il contenuto centrale del Nuovo Testamento è concentrato in questo articolo di fede. Divo Barsotti (Palaia, 1914 - Firenze, 2006), pochi anni dopo l'ordinazione sacerdotale, per interessamento di Giorgio La Pira si trasferì a Firenze, dove iniziò la sua attività di predicatore e di scrittore.
Don Divo Barsotti ci parla di uno dei temi fondamentali non solo del pensiero umano, ma soprattutto della vita religiosa, in modo particolare del Cristianesimo. La vita del cristiano quaggiù in che modo può essere veramente piena libertà, assoluta libertà? L'assoluta libertà per l'uomo non è propria soltanto della vita futura? Don Divo medita su questo tema, per approfondirlo, e ci offre nozioni che ci aiutano a comprendere meglio la condizione umana quaggiù, la condizione dell'uomo nei confronti di Dio, i rapporti dell'uomo riguardo a Dio nel Cristianesimo e... finalmente nella vita del Cielo.
In questi testi di meditazione Barth si esprime, sotto diversi punti di vista e con intuizioni soprendenti, su Dio e il mondo, sulla fede e la vita.
Cosa ha da dire Giovanni della Croce al «giovane che vive sul divano [...] che va in pensione a 20 anni», per usare una forte immagine di papa Francesco? Questo testo confronta la realtà di dipendenza dalla tecnologia e dai social network unitamente all'opinione di una buona fetta di gioventù "atea per delusione", con la spiritualità del dottore mistico Giovanni della Croce. Il testo mette in luce l'attualità del Dottore Mistico che dimostra una profonda conoscenza delle dinamiche del conflitto interiore di fronte alle contraddizioni degli appetiti della natura sensibile che assediano da sempre la spiritualità umana. I suoi consigli sono al contempo sia la base per comprendere l'affettività autentica rivelata dal Cristo sia un tentativo di risposta al modo di pensare e di relazionarsi dei giovani scettici di oggi. Riscoprire la ricchezza dell'incontro concreto è l'augurio di questo libro.
Il manuale ripercorre in modo sintetico, ma scientificamente documentato, il vasto panorama delle esperienze spirituali nate e immerse nella vita evangelica di Francesco e Chiara d'Assisi. La circolarità tra spiritualità e storia consente di superare una visione autoreferenziale della vicenda francescana per coglierne il nesso con i grandi mutamenti generali, nella convinzione che la spiritualità sia l'esperienza di contagio che un determinato carisma produce nel tempo. Questo primo volume offre alcune chiavi di lettura dell'esperienza spirituale del Santo di Assisi, esamina il rapporto tra i francescani e la società urbana e affronta il «lungo XIV secolo» che va dalla morte di Bonaventura da Bagnoregio allo scisma d'Occidente. La sintesi proposta dalla Chronica XXIV Generalium consente inoltre di indagare le proposte spirituali delle Osservanze francescane maschili e femminili, mentre il capitolo finale suggerisce alcune letture di vicende francescane nel passaggio tra medioevo ed età moderna.
La composizione di un album di fotografie che ripercorrono la vita del marito recentemente scomparso dà modo all'autrice di intavolare un dialogo immaginario con lui e così trasmettere a chi legge la propria testimonianza e il proprio cammino interiore. La forza del vissuto comune, i dialoghi e i ricordi riempiono le pagine del libro, rivelando suggestivamente come il trascendente sia da lei sperimentato quale logico epilogo dell'amore terreno.
L'orizzonte della fede, sempre presente, ma insieme difficile da dire e da esprimere, il senso della vita, della morte e di Dio pervadono costantemente il volume costituendo una intensa occasione di riflessione.
Sommario
Capitolo1. Per amore di Mauro. Capitolo2. Amore, amore… Capitolo 2 bis. Capitolo 3. Capitolo4. Capitolo 5. Capitolo6. Capitolo 7. Capitolo8. Capitolo 9. Capitolo10. Capitolo 11. Capitolo12. Capitolo 13. Capitolo14. Capitolo 15. Postfazione.
Note sull'autrice
Gioia Viola Bartolo è nata a Trieste e risiede a Roma; è laureata in psicologia e ha conseguito il titolo di magister in scientiis religiosis all'Università Gregoriana. È socio fondatore dell'Associazione di volontariato per lo sviluppo di vita e missione, sorta a Roma nel 1995. Collabora alla Rivista di Teologia Morale con studi di ordine psicologico e morale; ha steso due voci del Dizionario di teologia della pace (EDB 1997); ha pubblicato Il divino e l'inconscio (Italia Solidale Editrice, Roma 1998), il romanzo Mamma tuttavia (Argo, Roma 2000) e, presso le EDB, L'alchimia delle relazioni (2004) e La sessualità innamorata (2007).