
Un'insolita leggerezza caratterizza questi racconti terapeutici: quella del linguaggio quotidiano e della conversazione amichevole. Il parlare come tutti, senza obblighi o condizionamenti tecnici, toccando solo i punti fondamentali della sfera emotiva porta con sé un'aria di libertà, ed è forse questo a mettere a suo agio i pazienti che si raccontano attraverso una breve fiaba, costruita mettendo in rapporto fra loro tre parole. Una procedura che implica un cambio di strategia nell'approccio psicologico: questo, come scrive l'autrice nelle pagine introduttive, consiste nel non andare più in cerca delle cause della malattia o del disagio esistenziale, ma nel vedere piuttosto come questo possa evolversi.
42 racconti compongono questa seconda raccolta dell'abate benedettino M. Menapace. Sono per lo più brevi, la maggior parte in prosa, solo qualcuno in versi, e trattano temi diversi: provvidenza, rabbia, egoismo, invidia, confessione, aldilà, adolescenza, emulazione, sincerità, evangelizzazione, povertà, superstizione. I protagonisti, che possono essere animali o uomini, religiosi o laici, propongono situazioni della vita che trasversalmente interessano tutti. Alcuni sono esplicitamente indirizzati ai giovani, altri ai religiosi, altri ancora ai sacerdoti, ma sono comunque adatti e benefici per tutti. Il titolo che menziona la costellazione della Croce del Sud (che, nell'emisfero australe, indica il sud, corrispettiva della Stella Polare, nell'emisfero boreale, per il nord) allude alla provenienza dei racconti dal sud del mondo (Argentina), ma soprattutto - come afferma lo stesso autore nel Prologo - al fascino che il sud ha sempre esercitato sui naviganti, come ad esempio il grande Magellano, al quale "quando era bambino, qualcuno aveva raccontato delle storie che parlavano del lontano sud. Mi piacerebbe continuare ad alimentare i sogni di quei bambini che sono nati per essere naviganti". Il libro è chiaramente indirizzato a tutti quanti navigano nella vita orientati da una stella.
Il volume (spiritualità) raccoglie trentasei storie brevi, attraverso le quali si intende offrire in maniera gradevole alcuni spunti per la meditazione personale. Alcune storie sono accompagnate dal commento dell'autore, che nel prologo scrive: "Il racconto non pretende di trasmettere nulla, ma evoca quello che ognuno possiede già, risveglia quello che ognuno ha dentro di sé. Non desidero altro che questo: evocare la nostalgia addormentata che ciascuno si porta dietro dall'infanzia. E portarla a passeggiare con me all'alba per queste pianure di Dio, popolate dal rumore della vita che si risveglia nei campi assolati... Questi racconti sono nati così. Come parte di quelle monastiche levate all'alba che ci tengono in piedi dalle quattro e mezzo del mattino, sgranando antichi salmi in comunità e ruminando la Bibbia nella tiepida solitudine della cella". Alcune storie si ispirano alla cultura latinoamericana, cui appartiene l'autore, altre sono fatte risalire semplicemente "ai tempi antichi", altre ancora - non presentando particolari riferimenti spaziali o temporali - si impongono per il loro valore paradigmatico.
Sono già tanti anni che ho conosciuto il monaco Boguljub – veramente “caro a Dio”, come dice il suo nome. Ricordo che mi diceva: “Dagli incontri, dai colloqui e dalle lettere rimangono alcune immagini, alcune parole che il tempo non riesce a cancellare. Chiedono di essere tessute nella riflessione, nella fede e nella vita spirituale di te che le porti. Alla fine formano una tale unità che non sai se sono queste immagini a rivelare i contenuti della fede o se sono le riflessioni spirituali a fondersi con le immagini della vita. Così, in ogni mio racconto, c’è un nucleo che appartiene alla vita di una persona concreta, che è diventato ispirazione, pensiero e vissuto della mia vita spirituale. Dicendo questo, parlo dell’amore”...
Che cosa è la preghiera incessante? Come si nutre il ricordo di Dio? Come certi gesti, certe parole, certi sapori riescono ad avere un gusto spirituale e fanno cogliere un po’ della luce di Dio, anche quando sono intrisi della sofferenza e del buio del mondo? Questo libro non lo spiega con dei ragionamenti. Attraverso alcuni episodi del monaco Boguljub, si viene introdotti nel suo mondo interiore fino a cogliere quel velo di mistero che avvolge il monaco e che ci fa percepire un po’ di quella presenza che Boguljub avverte dappertutto.
Indice: Introduzione (card. T. Spidlík) * 1. L'oro dell'icona * 2. Fiori d'autunno * 3. La nevicata * 4. L'impasse del pensiero * 5. Le fragole e il ghiaccio * 6. Pentimento e pace * 7. Liturgia di casa.
Verso la fine degli anni Novanta a Guadalcanal, nelle Isole Salomone a nord-est dell'Australia, esplode una guerra civile tra autoctoni e coloni originari della vicina isola di Malaita. Nel corso del conflitto, molte comunità religiose, anglicane e cattoliche, aprono le loro case per soccorrere la popolazione e le Chiese mobilitano la società civile per far convergere le parti attorno al tavolo della pace. Sette membri della Melanesian Brotherhood, fraternità anglicana impegnata nel disarmo, vengono uccisi nel corso di un tentativo di aprire il dialogo con un leader della guerriglia. Attraverso documenti e interviste, l'autrice ricostruisce la continuità spirituale che lega questi martiri contemporanei a quelli dell'epoca dell'evangelizzazione delle Isole Salomone. "Il martirio di sette di questi fratelli per mano del capo di una feroce milizia ha scioccato l'intera popolazione delle isole e ha avuto un ruolo importante nell'accelerare l'avvento di una soluzione pacifica (?). Alcune loro memorie, oggetti religiosi a loro appartenuti, sono preziosamente custodite nella chiesa di San Bartolomeo a Roma dalla Comunità di Sant'Egidio, la cui visione e testimonianza evocano, con molte somiglianze, l'impegno appassionato della Fraternità". (Dalla prefazione dell'Arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams).
"Per grazia di Dio sono cristiano, per le mie azioni un grande peccatore, per condizione un pellegrino senza dimora del genere più umile, che vaga da un luogo all'altro. Tutti i miei averi consistono in una bisaccia di pan secco sulle spalle, e la Sacra Bibbia sotto la camicia. Nient'altro".
(Incipit - Primo racconto)
Itinerario classico di spiritualità contemporanea, il testo offre al lettore un'esperienza di cammino compiuto che può diventare una proposta di cammino da vivere per chi da queste pagine si fa accompagnare. Il protagonista, rimasto senza famiglia e in miseria, e folgorato dall'affermazione di san Paolo «pregate incessantemente» (1Ts 5,17), decide di andare per il mondo in cerca di chi gli insegni a praticare una preghiera incessante. Porta con sé ciò che possiede: una Bibbia e una bisaccia con qualche pane secco. La Filocalia, un?ampia raccolta di testi mistici di autori di diverse epoche e provenienza, la cui lettura è suggerita dal maestro, diventa la sua inseparabile compagna di strada. Da questa lettura il pellegrino impara la pratica della preghiera interiore ininterrotta della mente e del cuore. Negli incontri con i diversi personaggi (= spaccati di vita sociale, familiare, religiosa), egli insegna, impara e si confronta sugli stadi di questa pratica, vera protagonista del testo.
Ricchissimo di spunti teologici e riferimenti patristici, similitudini tra la preghiera del cuore e le pratiche di altre religioni; un utilissimo ausilio per chi voglia studiare in modo approfondito il “classico” della letteratura religiosa russa.
“Signore Gesù Cristo, abbi pietà di me!”
Chi è il pellegrino russo? È un uomo come tanti, ha una casa, una moglie. In un attimo, il fratello, per gelosia, incendia la sua casa e la malattia gli porta via la moglie. Con la Bibbia nel suo sacco parte e si fa pellegrino alla ricerca di Dio. La guida del suo cammino diventa la preghiera: pregando incessantemente, egli sente la pace fiorire nel suo cuore e comprende che Dio non è lontano: vive in lui. Se anche tu sei alla ricerca di Dio, mettiti in cammino con il pellegrino russo e lo troverai!