
Si tratta di un libro che analizza i rapporti e gli incontri di Gesù di cui abbiamo notizia dai Vangeli. Riprendendo il metodo di analisi e interpretazione già applicato con successo nel precedente “I gesti di Gesù”, l’autore annuncia subito lo scopo del libro: mettere in evidenza le profonde somiglianze tra le relazioni affettive di Gesù e quelle dipinte in modo così suggestivo dal Cantico dei Cantici. Alla luce delle consolidate interpretazioni sul testo sacro – letto sia come storia del rapporto tra il popolo d’Israele e Dio, tra l’anima e Gesù e come canto dell’amore di coppia – Boscione suffraga la sua tesi con rigore e semplicità, restituendoci una vita affettiva del Signore vista come piena realizzazione di quella tenerezza e di quell’amore così poeticamente descritti nel Cantico attribuito a re Salomone.
Il fascicolo completa il precedente numero 20/1 della rivista Annali di Storia dell’Esegesi, costituito dagli atti del primo convegno del progetto di ricerca biennale di interesse nazionale su “La costruzione dell’identità cristiana tra Oriente e Occidente (I-VII secolo). Pluralità e conflitti” (Bertinoro, ottobre 2002). Quali sono le caratteristiche distintive dell’identità cristiana? Perché il cristianesimo è andato costruendo forme religiose fortemente differenziate sia in Oriente sia in Occidente? Perché la sua nascita ha dato luogo anche a fatali conflitti sia interni sia esterni? È possibile individuare le caratteristiche regionali di esperienze storiche del passato? Sono questi alcuni degli interrogativi che stanno alla base del nuovo progetto di ricerca, e ai quali il volume intende dare le prime risposte.
Sommario
1. All’inizio della tradizione evangelica: genesi e struttura di Marco (G. Gaeta). 2. “Se Cristo è in voi…”. Ricerca storico-esegetica su Rm 8,10 (C. L. Rossetti). 3. L’episodio di “Eracle al bivio” nella Seconda Apologia di Giustino (G. Aragione). 4. Verso il conflitto tra pagani e cristiani nell’alto Egitto tra IV e V secolo (F. Vecoli). 5. “Eretico, condanna Origene!”. Confitti di potere ad Alessandria nella tarda antichità (F. Fatti). Interventi. Rassegne. Cronache. Necrologi. Recensioni. Libri ricevuti. Indici.
«Come ci è giunta la morte? come ci siamo raccontati la morte? e poi, quale morte? c’è una sola morte o ce ne sono parecchie? La morte è definitiva o possiamo attraversarla? possiamo accedere, noi, gli unici viventi a saperci mortali, possiamo accedere a una vita senza morte? possiamo accedere alla gloria degli dèi?». Non c’è cultura che non si sia posta queste ineludibili domande. Con un percorso singolare e affascinante l’autrice indaga che cosa i miti fondatori della nostra cultura e la parola inconscia dell’uomo, che avvertiamo nei sogni, nei sintomi, negli atti mancati, dicono della fine della vita umana. E lo fa con il connubio di due discipline, entrambe legate alla decifrazione simbolica: l’interpretazione dell’inconscio e l’interpretazione dei testi biblici. Esse infatti, a suo dire, si chiariscono l’una mediante l’altra.
La sua ricerca vuole inoltre essere anche un combattimento contro tutto ciò che “chiude il cielo”, simbolo dell’infinito del desiderio umano al quale questo modo finito, questa vita mortale possono non bastare: «Non è la credenza nel cielo che qui cerco, o l’incredulità, ma soltanto la sua possibilità. Da questo spazio aperto o chiuso sopra di noi dipende, penso, l’intensità e la libertà della nostra vita psichica – o spirituale – come il fuoco acceso in una casa dipende dal buon tiraggio di un camino aperto su di esso. [...] Può una cultura, senza pericolo per se stessa, limitare a lungo o addirittura cercare di sradicare un tal desiderio?».
Sommario
Introduzione. 1. Del diritto dei popoli a desiderare di più. 2. Un accesso alla gioia. 3. Genesi di un omicidio. 4. La colpa introvabile. 5. L’autore del male. 6. Relazioni falsate. 7. L’interpretazione di Abele. Conclusione. Bibliografia.
Note sull'autore
Marie Balmary è psicanalista e autrice di tre importanti saggi: L’Homme aux statues, Paris 1979; Le Sacrifice interdit, Paris 1986, ed. it. Il sacrificio interdetto. Freud e la Bibbia, Brescia 1991; La divine origine, Paris 1993, in traduzione presso le EDB.
Le numerose ‘teologie paoline’ degli ultimi due secoli sono la prova che, nell’indagare l’apostolo Paolo, di regola vengono presi in considerazione il suo pensiero e la sua teologia. Ma oggi l’interesse degli studiosi ha cominciato a volgersi al Paolo che ‘fa teologia’, considerando non tanto il prodotto quanto il processo produttivo. Si entra nel suo atelier di scrittore, per cogliere in atto la sua attività di ‘comunicatore’ verso le comunità cristiane: fisicamente assente, vi si rende presente con parola esortativa di pastore e argomentativa di teologo.
Il volume mira a far conoscere il pensatore Paolo, missionario operante sul campo, che riflette, per sé e per i suoi interlocutori, sull’annuncio che va proclamando. Ma quale coerenza emerge da un pensare teologico espresso non in trattati sistematici, bensì in forma epistolare, segnato dalla varietà dei destinatari e dalla diversità degli intenti?
Lo studio è complementare a La teologia di Paolo, di cui costituisce il seguito logico. Si struttura in due parti. La prima evidenzia le caratteristiche formali del pensiero paolino: un pensare teologico dentro il quadro di ferme e tradizionali convinzioni di fede, permeato di cultura giudaica e greca, incarnato nella forma letteraria della lettera, sollecitato da circostanze concrete. La seconda segue da vicino tale processo ermeneutico, mostrandolo all’opera nelle lettere indirizzate alle singole comunità, per le quali Paolo ha rinominato il Vangelo di Gesù Cristo.
Sommario
Introduzione. I. Caratteristiche formali del pensare di Paolo. 1. Un pensare teologico. 2. A partire da. 3. In forma epistolare. 4. Un pensare provocato. 5. Un pensare ‘provocatorio’ e dialogico. 6. Un pensare occasionale. 7. Un pensare motivante e argomentante. 8. Un pensare ermeneutico o interpretativo. II. Paolo pensa e interpreta il vangelo di Cristo. 9. Il vangelo della gratuita elezione divina (1Ts 1-3). 10. Il vangelo della libertà dei gentili (Gal 1-4). 11. Il vangelo della croce (1Cor 1-4). 12. Il vangelo dell’apocalisse dell’imparziale giustizia di Dio (Rm 1-4). 13. Il vangelo per i giustificati: vita nuova e fondata speranza (Rm 5-8). 14. Il vangelo della fedeltà inconcussa del Dio di Gesù a Israele (Rm 9-11). 15. Il vangelo di Cristo risuscitato da Dio come primizia (1Ts 4-5; 1Cor 15). 16. Il vangelo della morte salvifica e oblativa di Cristo. 17. Il vangelo di liberazione per una vita di libertà (Gal 5-6; Rm 6; 12-15). 18. Il vangelo e il suo autentico evangelista Paolo (2Cor). Conclusione. Indici.
Note sull'autore
Giuseppe Barbaglio presso le EDB cura due collane di argomento biblico: La Bibbia nella storia e Scritti delle origini cristiane (con Romano Penna); ha curato Schede bibliche pastorali (8 voll.), La spiritualità del Nuovo Testamento e l’edizione greco-italiano del Merk; è autore di La Prima lettera ai Corinzi. Introduzione, versione, commento (1996), La teologia di Paolo. Abbozzi in forma epistolare (22001), Gesù ebreo di Galilea. Indagine storica (42003); Davanti a Dio. Il cammino spirituale di Mosè, di Elia e di Gesù (22001), insieme a Piero Stefani; Canti d’amore nell’antico Israele. Traduzione poetica del Cantico dei Cantici (22004), insieme a Luigi Commissari.
Ha inoltre pubblicato: I Vangeli, Cittadella, Assisi 1978 di cui ha curato la traduzione e il commento insieme a Rinaldo Fabris e Bruno Maggioni; Paolo di Tarso e le origini cristiane, Cittadella, Assisi, 32002; Le lettere di Paolo, 2 voll., Borla, Roma, 21990; Dio violento? Lettura delle scritture ebraiche e cristiane, Cittadella, Assisi, 1991; San Paolo, Lettere, 2 voll., Biblioteca Universale Rizzoli, Milano 1997, di cui ha curato l’introduzione e la traduzione.
«E voi, chi dite che io sia?» (Mt 16,15): attorno a questo interrogativo centrale del Vangelo, formulato da Gesù stesso, ruota l’identità di un discepolo cristiano. «Chi è lui? Questa domanda semplice e senza tempo è giunta a noi attraverso i secoli. Anche la risposta è semplice, ma non facile. Se decidiamo di ascoltare e rispondere a questa domanda di Gesù, tutto il nostro modo di vivere, di pensare e di sentire ne sarà trasformato, perché la domanda ci porta alla conoscenza del sé e la conoscenza del sé ci trasforma. Sapremo rispondere a questa domanda soltanto quando noi saremo stati semplificati da un ascolto lungo e profondo. [...] A causa della distanza esistente tra il Gesù storico e quello immaginato, i cristiani sembrano spesso più preoccupati di promuovere il loro Gesù a sostegno delle loro opinioni morali o sociali, che di scoprire chi egli in realtà sia».
Chi dite che io sia? Il volume è un gioco di variazioni su questo tema. È una lectio, una lettura spirituale di questa domanda di fronte ad alcuni grandi problemi di comprensione religiosa: la realtà storica di Gesù, il significato di esperienza e fede nella lettura delle Scritture, la conversione personale e il nome che si attribuisce alla propria identità religiosa, il cammino interiore. È un modo diverso di narrare quel racconto antico che chiamiamo Vangelo.
Sommario
Prefazione (Dalai Lama). Presentazione (card. S. Piovanelli). Introduzione. 1. La domanda chiave. 2. “E voi chi dite che io sia?”. 3. Conoscenza di sé e amicizia. 4. Cosa sono i Vangeli? 5. La vita di Gesù. 6. Il Regno del perdono. 7. Gesù e il cristianesimo. 8. La conversione. 9. Lo Spirito. 10. La meditazione. 11. Il labirinto. 12. Fasi del rapporto. La Comunità mondiale per la meditazione cristiana.
Note sull'autore
L. Freeman osb è fondatore e direttore della Comunità Mondiale per la Meditazione Cristiana. Fra i suoi libri ricordiamo: Luce interiore, Roma 2000, The Selfless Self; Web of Silence e Common Ground; presso le EDB ha presentato B. Griffths, Meditazione e Comunità (Quaderni di Camaldoli 8) 1999.
La Comunità Mondiale per la Meditazione Cristiana nasce nel 1991 e si ispira all’intuizione di John Main che nel 1975 diede il via a un Centro per la Meditazione Cristiana. Il coordinamento internazionale del movimento è a Londra, il coordinamento italiano a Brescia.
Le lettere di Paolo sono gli scritti cristiani piu antichi che esistono. Nonostante l'interesse attuale per quanto riguarda le origini e la storia, Paolo rimane tuttavia un autore bistrattato, poco amato e poco letto. Egli tuttavia rimane uno dei pensatori piu originali di tutti i tempi, un pilastro per la Chiesa e per tutti i cristiani. Il presente volume eun'occasione importante per accostarsi a Lui.
Un libro sulla liberta-liberazione nel pensiero dei Padri della Chiesa. Piano generale dell'opera: Ama et fac quod vis! (Panimolle); Liberta-Liberazione nello Gnosticismo (G. Sfameni Gasparro); La Liberta nei Padri della Chiesa (secc. II-VII) (V. Grossi); La liberta dalla legge di Mose nella Letteratura Cristiana dei primi secoli (S. A. Panimolle); L'uomo libero e liberato, secondo Clemente Alessandrino (M.G. Bianco); Liberta-Liberazione negli scritti di Origene (M.I. Danieli); Liberta e Liberazione in S. Ilario di Poitiers (L.F. Ladaria); Il dono della liberta e la responsabilita dell'uomo secondo sant'Ambrogio (A. Bonato).
Il libro
Per leggere la Bibbia, per comprendere i libri che la compongono, non basta determinarne la data o l'ambiente di origine, di sapere chi ne sia l'autore, dove siano stati composti, a quale genere letterario appartengono, ecc.
Bisogna interessarsi anche al materiale che li costituisce: il linguaggio.
Ciò che colpisce subito è il fatto che per parlare di Dio, del suo disegno che dà un senso alla storia umana dirigendo quella di un popolo scelto, facendo nascere in esso Gesù Cristo, la cui morte e risurrezione dominano tutto il resto e facendo nascere la sua Chiesa, i due Testamenti hanno fatto ricorso al registro simbolico.
Come se il linguaggio simbolico fosse necessario; un linguaggio che suggerisce la realtà soprannaturale piuttosto che definirla.
Proponendo un modo di classificare i simboli, l'autore mostra come funziona il linguaggio della Bibbia per far intravedere tutto ciò che, nel disegno di Dio, non può essere raffigurato diversamente.
Si tratta, certo, di un linguaggio teologico, ma non di quello al quale ci hanno abituato i teologi nel contesto della cultura greco-romana, medievale o moderna.
Tuttavia è questo linguaggio quello più significativo e quello che può confrontarsi con le culture che la fede cristiana raggiunge oggi, in Asia o in Africa; o perfino in Occidente, con una cultura razionalista che cerca di occultare il senso religioso.
Un libro sul male, il maligno, il peccato nella Bibbia. Piano generale dell'opera: - Liberaci dal Maligno! (S.A. Panimolle); - Male-Maligno-peccato nell'Antico Testamento (M. Cimosa); - Il Male/Maligno e il peccato negli scritti giudaici intertestamentari (F. Manns); - Male/Maligno-peccato nei vangeli di Matteo, Marco, negli scritti paolini e nelle lettere cattoliche (R. Fabris); - Male-Maligno-peccato negli scritti di S. Luca e di S. Giovanni (S.A. Panimolle); - Male-Maligno-peccato nell'Apocalisse (T. Vetrali).