
La Lettera ai Galati è sicuramente la più "passionale" tra le epistole paoline. Contro alcuni predicatori, che non ritenevano sufficiente il battesimo per essere salvati, ma sostenevano che ad esso dovesse accompagnarsi necessariamente l'osservanza dei precetti della Legge di Mosè, Paolo si scaglia con violenza: sottolineando l'importanza di essere creature nuove in Cristo, egli ribadisce che solo in Lui ci è data la salvezza, perché Dio salva l'uomo attraverso il Figlio, senza bisogno di altro.
La lettera può essere divisa in tre blocchi: nel primo, di tipo autobiografico, Paolo presenta se stesso con l'irruenza che lo contraddistingue; nel secondo viene sviluppato il contenuto della sua predicazione, centrandolo sulla parola-chiave "giustificazione"; il terzo è la parte definita parenetica, dove compaiono le esortazioni pratiche.
Il volume prosegue la serie di «letture semplici» delle Lettere di san Paolo. È strutturato in due parti: la prima offre il testo, nella versione italiana della CEI e nella versione greca originale; la seconda è dedicata al commento. L'intento dell'autore, che ha già sperimentato tali «letture» con gruppi di laici, è quello di far accostare al pensiero di Paolo le persone che possiedono un bagaglio culturale abbastanza ricco - ad esempio le nozioni di lingua greca apprese negli anni del liceo o la preparazione conseguita presso le scuole diocesane di teologia per laici - ma al tempo stesso non affrontano un commento propriamente «scientifico» al testo paolino.
Sommario
Introduzione. Lettera ai Galati. Pros Galata". Gal 1,1-5. Gal 1,6-10. Gal 1,11-24. Gal 2,1-13. Gal 2,14-21. Gal 3,1-14. Gal 3,19-29. Gal 4,1-20. Gal 4,21-31. Gal 5,1-12. Gal 5,13-26. Gal 6,1-10. Gal 6,11-14. Bibliografia minima.
Note sull'autore
Innocenzo Gargano, monaco camaldolese, è maestro dello studentato generale camaldolese. Risiede a Roma nel monastero di San Gregorio al Celio, del quale è vicepriore. Professore straordinario di patrologia al Pontificio Istituto Orientale, insegna storia dell'esegesi dei Padri presso il Pontificio Istituto Biblico. Ha pubblicato: La teoria di Gregorio di Nissa sul Cantico dei Cantici. Indagine su alcune indicazioni di metodo esegetico, OCA, Roma 1981; con Tomáš Špidlík, La spiritualità dei Padri greci e orientali, Borla, Roma 1983. Dirige l'edizione latino-italiana delle Opere di Pier Damiani (Città Nuova, Roma). Ha collaborato a diverse opere collettive e dizionari di teologia e spiritualità. È direttore del trimestrale Vita Monastica. Ha fondato i Colloqui ebraico-cristiani di Camaldoli, di cui cura la pubblicazione annuale degli atti con Pazzini Editore. Presso le EDB ha pubblicato una ventina di volumi di Iniziazione alla «Lectio Divina» (1988-2008), la trilogia Camaldolesi nella spiritualità italiana del Novecento (2000-2002) e, tra le letture semplici delle lettere di Paolo, Prima Tessalonicesi (2006), Lettera ai Filippesi (2006), Prima lettera ai Corinti. Amo per poter conoscere (cc.1-8) (2007) e Prima lettera ai Corinti. La Cena eredità del Signore (cc. 9-16) (2008).
Tradotta in tutte le lingue del mondo cristiano, la Bibbia di Gerusalemme è universalmente la più diffusa. Per il rigore degli studi e l'affidabilità dei ricercatori che vi hanno lavorato è la più amata dai credenti, la più consultata dagli esperti, la più frequentata dal pubblico laico. La versione tascabile (formato 10,5 x 14,5), dotata di copertina in plastica e chiusura con bottone, è indistruttibile e pratica da maneggiare.
Il fascicolo propone il testo del Vangelo di Luca secondo la nuova traduzione della CEI. La versione tascabile risponde a ogni esigenza di maneggevolezza e leggibilità. È disponibile anche la versione a caratteri grandi.
Il volume propone i Vangeli e gli Atti degli apostoli secondo la nuova traduzione della CEI, accompagnati da alcuni brevi testi di guida alla lettura. L'edizione di particolare pregio, confezionata in scatola trasparente, rende il prodotto adatto a essere usato come dono, ad esempio in occasione di prime comunioni e cresime.
La proclamazione dell’anno paolino (28 giugno 2008 - 29 giugno 2009) ha sortito un’eco i cui risvolti hanno provocato riflessioni e approfondimenti da prospettive diverse in numerosi ambiti. In questo panorama anche i convegni, i simposi e gli incontri di tipo formativo hanno avuto un ruolo determinante.
Il presente volume è stato preparato per un Simposio che si è mosso attorno alla sfida dell’educazione, percorsa in una costante dialettica tra fede e cultura, che si è svolto all’interno di un’Istituzione – l’Università Pontificia Salesiana di Roma – sorta soprattutto per evidenziare i compiti e le metodologie tipici di un’attività educativa. Era naturale, pertanto, che anche in una circostanza come questa le varie Facoltà fossero coinvolte sia per sentirsi interpellate dall’avvenimento, sia per cogliere da questo appuntamento un’opportunità ulteriore per continuare a declinare, pur sotto la specifica prospettiva paolina, la linea del proprio servizio alla cultura e all’educazione.
Ne è emerso un quadro sufficientemente emblematico e propositivo che può costituire la falsariga anche per ulteriori appuntamenti, soprattutto quando si vuol affrontare un percorso chiamando in causa la dialettica tra i diversi saperi.
Le pagine introduttive invitano ad accostare la figura di Paolo in quanto apostolo perché ha accolto una sfida educativa – quella della chiamata divina – e da "educato" appare nei secoli come un costante educatore. La conclusione di mons. G. Ravasi denotano un orizzonte che permane come costante richiamo per chiunque si ponga sul sentiero del rapporto tra fede e cultura.
Il Nazareno, pubblicato per la prima volta nel 1938, rappresentava una significativa novità culturale per l’Italia tra le due guerre. Interrompeva il silenzio degli ebrei italiani su Gesù,che durava da lungo tempo.Riproponeva alla Chiesa cattolica l’esigenza di adottare i criteri della ricerca scientifica per accostarsi alla figura del Fondatore. Applicando il metodo storico critico dell’esegesi e quello comparativo delle religioni, Zolli trasportava il lettore nella Palestina del I secolo, gli lasciava ascoltare le parole di Gesù,cercava di spiegare il suo pensiero all’interno della tradizione ebraica e della lingua aramaica. Nel frattempo i postulati scientifici di Zolli sono stati ampiamente accolti e il dialogo ebraico-cristiano ha fatto grandi progressi.Il Nazareno,tuttavia, resta una guida alla ricerca delle orme e delle tracce lasciate da Gesù nella storia,e una testimonianza di onestà intellettuale che merita di essere letta e studiata.
AUTORE
Israel Zolli nacque a Brody (oggi in Ucraina) il 17 settembre 1881,il più giovane di numerosi fratelli. Dopo un breve soggiorno di studi a Leopoli si trasferì a Firenze e si iscrisse all’Istituto di Studi Superiori (Università pubblica) e al Collegio Rabbinico Italiano di Firenze seguendo un’antica tradizione familiare. Si laureò in filosofia e dimostrò interesse per la nascente disciplina della psicoanalisi.Nel 1911 fu nominato vice rabbino a Trieste e successivamente rabbino capo.All’attività rabbinica affiancò l’insegnamento universitario di Lingua e Letteratura Ebraica presso l’Università di Padova. Dal 1911 scrisse diversi articoli e monografie. Nel 1935 pubblicò Israele, nel 1938 Il Nazareno, due dei suoi libri più famosi. Nel 1939 fu nominato rabbino capo e direttore del Collegio Rabbinico a Roma.A liberazione avvenuta,nel febbraio del 1945, chiese il battesimo, scegliendo di prendere il nome di Eugenio. Morì a Roma il 2 marzo 1956.Le Edizioni San Paolo hanno pubblicato la sua autobiografia, Prima dell’Alba (2004),e Antisemitismo(2005).
I quattro Vangeli e gli Atti degli Apostoli nella nuova traduzione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana in un’elegante edizione cartonata con sovraccoperta di pregio e fregi in oro.
Dove abita la Sapienza? «Solo Dio ne conosce la via, lui solo sa dove si trovi»,sembra rispondere Giobbe (28,23),la cui esperienza tuttavia,delinea, uno dei luoghi di incontro con la Sapienza del Cielo. All’uomo in ricerca, il cosiddetto Pentateuco sapienziale addita cinque spazi privilegiati di confronto e di dialogo con la sapienza che viene da Dio: la strada (Proverbi), il giaciglio del dolore (Giobbe), la cattedra dei maestri (Qoèlet), la tradizione degli antichi (Siracide) e la porta di casa (Sapienza). Cinque luoghi che conducono a una sesta dimora:quella dove l’amore sponsale (Cantico dei Cantici) trasforma la ricerca in esperienza e l’incontro in un momento di intimità e di comunione.
AUTORE Sebastiano Pintoè nato a San Vito dei Normanni (Br) nel 1973. Ha conseguito la licenza in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma, il Dottorato in Teologia con Specializzazione Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana e la Laurea in Sociologia presso l’Università degli Studi di Lecce. È docente di esegesi dell’Antico Testamento nella Facoltà Teologica Pugliese presso l’Istituto Teologico Pugliese (Molfetta) e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Brindisi.Direttore della rivista teologica Parola e Storia, è autore dei volumi: Ascolta Figlio. Autorità e Antropologia nell’insegnamento di Proverbi 1-9,Città Nuova,Roma 2006;“Saremo anche noi come tutti i popoli”. La nascita della monarchia (1Sam 8–11) e il ritorno dall’esilio (Esdra) riletti in chiave biblico-sociologica, San Paolo,Cinisello B.(Mi) 2007.
Di Paolo si conosce lo zelo apostolico,la grande capacità oratoria,le let-tere, la profonda e a volte complessa teologia, ma pochi si soffermano sulPaolo mistico,sulle sue preghiere. L’Autore,biblista,grande conoscitore della figura dell’apostolo,accompagnail lettore in un percorso di preghiera di quindici giorni.A partire da passi trat-ti dalle Lettere,Quesnel vuole introdurre nella profondità teologica di Paolocon semplice (che non vuol dire superficiale) evidenza della vita quotidianadove la preghiera si fa esortazione alla vita,alla vita vissuta in pienezza. I capitoli sono strutturati come segue: ∑• Passo della Lettera; ∑• Breve introduzione che contestualizza il brano dallo scritto da cui è estratto; ∑• Lettura meditata; ∑• Preghiera conclusiva. Se Paolo non fosse stato lui stesso imitatore di Cristo la sua missione sarebbestata orgoglio mal riposto. Se «imitare» volesse dire «scimmiottare», Paolo sareb-be stato uno stupido. Ogni persona è unica, le circostanze cambiano nei tempi enei luoghi, e nessuno ha bisogno di riprodurre i gesti di qualcun altro. Ma ciò chemerita di essere imitato nell’Apostolo è il modo in cui si è impegnato pienamentenella fede.
AUTORE Michel Quesnel, biblista, è stato professore di esegesi all’Institut catholique de Paris. Grande studioso e conoscitore della figura di san Paolo,oggi è rettore dell’Università cattolica di Lione.Tra le sue opere tradotte in italiano: Paolo agli inizi del cristianesimo (Roma 2004),Le lettere ai Corinti (Milano 1982).
I cristiani da sempre riconoscono che il Primo Testamento, ovvero la sacra Scrittura di Israele e degli ebrei, ha un valore specifico e anzi una precedenza anche per loro. Parola di Dio in parole umane, il Primo Testamento ci pone di fronte alla realtà stessa di Dio, testimoniando come l’Onnipotente si alleò con gli esseri umani e come i nostri padri si comportarono con il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe.
Le virtù di San Paolo sono le stesse di un atleta: coraggio, perseveranza, lotta senza tregua, intensità, capacità di concentrazione, forza di volontà, dedizione e spirito di squadra. Lancia una provocazione a darsi continuamente una meta, uscire dalla routine del quotidiano, dall'abitudine, dalla mediocrità della vita. San Paolo conosceva molto bene il mondo sportivo del suo tempo. Nei suoi testi sono molto frequenti immagini, metafore, idee tratte dalla pratica olimpica del suo tempo. E proprio dalle "lezioni sportive" di San Paolo prendono spunto queste pagine. Egli ci invita a lottare, ad avere coraggio, a metterci in gioco e, ancora oggi, continua a farci inciampare nelle sue "parole", a toglierci il terreno sotto i piedi, a rimettere tutto in discussione, a non farci dormire sonni tranquilli. Questo volume è destinato a tutti gli educatori - soprattutto allenatori - affinché essi possano riscoprire e vivere in prima persona le virtù sportive dentro e fuori il campo di gioco.
Il luogo sacro è il luogo dell'incontro, non soltanto della presenza. così fu la tenda del convegno del tempo dell'esodo, così fu il tempio di Gerusalemme nelle varie epoche della loro attività. il tempio non è il luogo dove abita, ma piuttosto il luogo dove Dio si avvicina all'uomo che viene a cercarlo, dove si manifesta e salva, ascolta e perdona. il tempio è il punto di congiunzione delle due tensioni che ne caratterizzano la teologia: Dio è irraggiungibile eppure vicino. spostarsi dal luogo della propria attività e raggiungere lo spazio sacro vuol dire riconoscere la sua eternità. senza tempo e spazio sacri l'incontro con Dio può diventare astrattezza.