
Una Lectio che analizza il primo Vangelo, commentato da Gastone Boscolo.
È sempre importante arrivare a un’interpretazione contestualizzata e unitaria dei libri biblici, ma questo è ancor più vero nel caso della Lettera ai Romani. Utilizzata nel corso dei secoli per alimentare lo scontro tra i figli della chiesa di Roma e quelli della riforma, è qui oggetto di una lettura d’insieme di sicura attualità: nascendo a Gerusalemme ad opera di un monaco riformato che appartiene a una comunità ecumenica, essa coglie in profondità la riflessione di Paolo culminante nell’invito ad accogliersi gli uni gli altri.
Daniel Attinger (Neuchâtel 1943), monaco di Bose e pastore riformato, vive da oltre trent’anni nella Fraternità di Bose a Gerusalemme, dove esercita anche un ministero di predicazione biblica. Presso le nostre edizioni ha pubblicato Parlare di Dio o parlare con lui? (2004), lettura esegetico-spirituale del libro di Giobbe, e Atti degli apostoli: la Parola cresceva... (2010).
Chi sono «le donne di Gesù», quelle figure femminili che così di frequente si incontrano nei Vangeli? Conoscerle meglio, guardare alle loro vite come ce le presentano le Scritture, significa comprendere alcuni gesti fondamentali della fede: l’incontro, il mettersi in cammino, il silenzio, l’ascolto, la risposta al Signore. Myriam, Elisabetta, Maddalena, la donna samaritana, l’adultera, la vedova, le discepole stanziali e quelle itineranti: tutte emergono dalle parole delicate e vibranti dell’autrice, in questo libro che nasce dall’intreccio di sensibilità femminile e frequentazione, personale e comunitaria, della Parola.
Autore
Maria Luisa Eguez (La Spezia 1951), scrittrice e poetessa, è insegnante e opera nel volontariato. Nel 1980 ha fondato il premio letterario «Lerici Golfo dei Poeti», curando seminari internazionali dedicati a importanti autori italiani e stranieri. Ha pubblicato, fra gli altri, Santità al femminile. Donne determinate e forti (Ed. Paoline, Milano 2013). È presente in numerose antologie poetiche fra cui 100 poesie d’amore (Mondadori, Milano 1996).
Il "Compendio della vita di Gesù Cristo" di Blaise Pascal è un capolavoro quasi sconosciuto. Scoperto e pubblicato verso la metà del secolo scorso, è una vita di Gesù tratta esclusivamente da una lettura attenta e partecipe dei quattro vangeli, riesposti secondo un'accuratissima, puntigliosa cronologia, per costituire un'"armonia" che ne esclude le incongruenze e ne esalta la mirabile semplicità. Pascal interviene raramente nella narrazione, introducendo brevi elementi dottrinali esplicativi, e preferisce affidare l'intelligenza dei fatti e delle parole di Cristo ad una loro più precisa scansione temporale. Ad ogni elemento della vita di Gesù, corrisponde così un fatto, un detto, e ad ogni unità temporale corrisponde un'unità dottrinale. Nessun particolare è puramente esortativo, ogni momento rientra in una economia di salvezza. Scritto per essere pubblicato, probabilmente verso il 1650, di poco anteriore ai "Pensieri" in cui confluiranno alcune delle rare osservazioni aggiuntive, il "Compendio" riflette un'esperienza umana e religiosa, quella di Pascal, che ha come carattere primario, così come la vita esemplare di Cristo, la certezza del significato di ogni esistenza.
Gianluca Attanasio dà in questo volume una lettura minuziosa e profonda del Vangelo di Giovanni, che permette al lettore di immedesimarsi con la vita di Gesù e dei suoi discepoli. Ci aiuta così a scoprire la profondità di un testo ricchissimo, che rimanda sempre alla vicenda che lo ha fatto nascere e lo definisce: l'incontro con Gesù, il Figlio di Dio. Massimo Camisasca, in una lunga introduzione, rivela le scene del Vangelo che più hanno segnato il suo cuore. "Nella mia vita - scrive - ho letto molti libri, ho conosciuto tanti autori. Nessun testo però ha avuto per me l'importanza del Vangelo di san Giovanni. In nessuno ho trovato una simile penetrazione dell'esperienza dell'amore e del dolore, e soprattutto una così abissale conoscenza di Dio e dell'uomo."
Piero Martinetti ha composto questo libro scegliendo e commentando passi dei tre Vangeli sinottici - Marco, Matteo e Luca. Il suo intento è ricostruire la verità del percorso umano di Gesù, distillarne l'insegnamento etico sotto la guida della ragione, che per lui deve coincidere con la fede. Nelle parole dell'autore, è un Vangelo che, "lasciando da parte l'elemento leggendario e dogmatico, cerca di disporre il materiale evangelico nell'ordine logicamente più appropriato. Tutto quello che i Vangeli contengono di essenziale per la nostra coscienza religiosa è stato qui conservato". Pubblicato nel 1936 quattro anni dopo l'allontanamento di Martinetti dall'attività universitaria seguito al rifiuto di giurare fedeltà al fascismo - Il Vangelo riassume e completa le tesi esposte nel monumentale Gesù Cristo e il Cristianesimo e ci restituisce la figura di un Gesù profeta morale, senza miracoli, che esorta all'unione spirituale con Dio e all'amore per il prossimo. Il Vangelo ideale di quella "chiesa invisibile di tutti gli spiriti che hanno continuato e propagato la sapienza di Gesù Cristo: che non è né nella gerarchia delle chiese né nei vaniloquii dei teologi".
Nel luglio del 2008 il “New York Times” riferiva in prima pagina di uno sconvolgente ritrovamento: un’antica tavola, un grosso e pesante pezzo di pietra con 87 righe incise in ebraico. Risaliva a prima della nascita di Cristo e conteneva una profezia, l’annuncio di un Messia che sarebbe risorto tre giorni dopo la morte.
È solo uno dei tasselli con cui Daniel Boyarin, fra i più noti talmudisti viventi, ci spiega che la storia del Nazareno non rappresenta affatto, come da secoli si ritiene, un momento di rottura con il senso religioso ebraico. La percezione convenzionale di una netta divisione tra cristiani ed ebrei, diffusa tanto da una parte quanto dall’altra, non tiene conto di una natura comune profondamente e radicalmente unitaria. Gesù era un ebreo osservante, un ebreo che mangiava kosher. Si era presentato nel modo in cui molti ebrei si aspettavano che facesse il Messia: un essere divino incarnato in un uomo. All’epoca dei fatti, del resto, la questione non era: “Giungerà il Messia?”, ma solo “Questo falegname di Nazareth è Colui che aspettavamo?”. Alcuni cedettero di sì, altri di no. E oggi noi chiamiamo il primo gruppo cristiani e il secondo ebrei, anche se, in principio le cose non stavano così. Con una sorprendente rilettura del Nuovo Testamento e l’aiuto delle più recenti scoperte e delle Antiche Scritture, Il Vangelo ebraico risale alle origini di una divisione millenaria che oggi, secondo Boyarin, dobbiamo avere il coraggio di capire e superare, andando oltre le convenzionali semplificazioni.
“La visione di Boyarin è rivoluzionaria. Eppure, quelli che racconta sono solo fatti storici”
The Washington Post
“Quest’affascinante ricostruzione della storia di Gesù cambierà l’idea delle persone sulle origini del cristianesimo e sul suo complicato rapporto con l’ebraismo”
Elliot Wolfson, professore di Lingua e Storia ebraica all’Università di New York
Daniel Boyarin
Professore di Cultura talmudica e di Retorica all’Università della California, è riconosciuto a livello internazionale come uno dei maggiori studiosi di Talmud e come grande divulgatore della cultura ebraica. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo A radical Jew (University of California Press, 1997), Border Lines (University of Pennsylvania Press, 2006), Socrates and the Fat Rabbis (University of Chicago Press, 2009) e, in Italia, Morire per Dio (Il Nuovo Melangolo, 2008). Vive a Berkeley, in California.
JACK MILES
Professore di Letteratura inglese e di Studi Religiosi all’Università della California, è l’autore di Dio: una biografia (Garzanti, 1996) per il quale ha vinto il Premio Pulitzer. Collabora con il “New York Times”, il “Washington Post”, il “Los Angeles Times” e il “Boston Globe”. Tra le altre sue pubblicazioni ricordiamo anche Gesù: una crisi nella vita di Dio (Garzanti, 2003).
Il volume propone l'analisi della pagina di Romani 8,1-39, definita il canto dello Spirito" di San Paolo. Dalla condizione segnata dalla schiavitù del peccato si passa alla libertà dello Spirito che trasforma e rinnova il cuore dell'uomo. " Nel riflettere su tale dinamismo interiore, l'Apostolo rilegge l'intera esistenza nell'ottica della vocazione. Ciascun credente rinnovato dalla grazia è chiamato a rispondere a Dio camminando secondo lo Spirito. In tal modo egli condivide la figliolanza" e invoca la "paternità" di Dio. L'orizzonte cosmico ed escatologico della prospettiva vocazionale sono definiti dal processo di cristificazione dell'uomo. Nulla e nessuno potrà separare il credente dall'amore di Dio in Cristo. "
L’Azione Cattolica propone agli adulti la celebrazione della lectio divina sul libro del profeta Giona, da vivere a livello decanale. È un testo ricco di spunti per le nostre comunità e per ciascuno di noi, chiamati oggi a evangelizzare la grande città.
Si può essere tentati di fuggire da questa chiamata, non necessariamente per paura, ma anche soltanto per volere permanere nella quiete della forma di una esperienza religiosa che non dia troppi problemi. Attraverso il metodo della lectio vogliamo metterci in ascolto del Signore e lasciare che la sua Parola penetri fino al cuore, così da diventare lampada per i nostri passi e luce sul nostro cammino.
Tra tutti i libri del Nuovo Testamento, l'Apocalisse vanta forse la tradizione più consistente di interpretazioni diverse, contrastanti e creative. Per questo commentario, che si propone lo scopo di fornire un'esposizione meticolosa e aggiornata da un punto di vista scientifico ma anche fedele alla Bibbia considerata come Parola di Dio, ogni approccio interpretativo presenta degli importanti contributi a una corretta comprensione del libro anche se nessuno di essi si rivela sufficiente. Secondo Mounce, il Veggente prese spunto dal suo contesto immediato, per proferire profezie che avrebbero avuto un adempimento storico, ma nello stesso tempo anticipò, per loro mezzo, la fine dei tempi e rivelò i principi soggiacenti al susseguirsi degli eventi nella storia. Al di là degli approcci interpretativi, il commentario di Robert Mounce contribuisce a far godere pienamente il messaggio di speranza che il Veggente ricevette mediante le sue visioni, anche quando il lettore viene a trovarsi nel mezzo delle più grandi difficoltà.
Il Corso di ebraico contemporaneo introduce il principiante alla lingua parlata e scritta nello Stato di Israele. Si tratta della lingua in cui fu composta la Bibbia ebraica (l'Antico Testamento del cristianesimo) e una parte del Talmud. Per secoli l'ebraico fu una lingua estinta, appresa a scuola per motivi religiosi e usata per vari generi letterari. Con la rinascita progressiva, a partire dalla fine del XIX secolo, di una nazione ebraica in Palestina, la lingua ebraica ha avuto il singolare destino di ridiventare, dopo due millenni, una lingua parlata e materna oltre che scritta. La lingua qui presentata è quella di tutti i giorni, ma anche quella degli scrittori israeliani più noti. Rinnovato lessicalmente e stilisticamente, l'ebraico contemporaneo è una lingua dalle più inaspettate capacità espressive, voce di un'identità nazionale fortemente impegnata e critica. Chi sia curioso di questa lingua può sentirsi frenato dall'idea che essa sia difficile o che la lontananza culturale tra Israele e il mondo occidentale imponga un duro impegno. L'ebraico contemporaneo non è certo "facile", ma molto presto permette di comunicare senza grandi difficoltà. Questo corso, concepito anche per autodidatti, è basato su una metodologia glottodidattica aggiornata e innovativa. Articolato in quindici unità, ognuna con testi, vocabolarietti, spiegazioni grammaticali e numerosi esercizi, è corredato di file MP3 da scaricare di aiuto nello studio della pronuncia e nell'esercizio di comprensione.