
L’autore ha trascorso anni alla ricerca di tutte le testimonianze storiche che attestassero la veridicità dei reperti legati alla figura del Messia. Quegli studi, ormai più che trentennali, sono confluiti in questo libro, in cui troverete la storia avventurosa della corona di spine, dei chiodi della croce, del sangue di Gesù, della lancia di Longino e di decine di altri oggetti legati al supplizio di Gesù. E per molte delle reliquie indagate, una volta scrostata la patina di leggenda e di superstizione, non mancano le sorprese.
Nella "Premessa" alla prima edizione del 1996, Paolo De Benedetti scriveva: "Procurarsi un maestro per studiare la Scrittura, per conoscerla e capirla, è un'esigenza di tutti i tempi, e in ogni tempo è però difficile per tante ragioni. Questo libro non ha la pretesa di rappresentare un maestro, ma di offrire tante risposte alle domande che un lettore non accademico farebbe a un maestro. Le domande, però, molto raramente seguono un ordine sistematico, e non si può chiedere a un normale lettore della Bibbia (cioè proprio a colui per il quale la Bibbia è stata scritta) di rintracciarle in un corso di studi. La facilità di domandare e di avere risposta è quindi un'esigenza fondamentale per l'accostamento alla Bibbia da parte di un non specialista. Questa esigenza ha cercato di tenere presente, sia nella sua struttura sia nella disponibilità a ripetersi, il presente Vademecum, che non avrà nulla di nuovo da dire ai biblisti, e che ha soltanto l'ambizione, o la speranza, di condurre il lettore comune ad ascoltarli. In tal senso può forse occupare un posto vuoto tra la produzione scientifica da un lato, e quella confessionale dall'altro, ponendosi in un certo senso a servizio di entrambe. Il lettore noterà che, proprio per le finalità indicate sopra, questo Vademecum può essere aperto a qualsiasi capitolo, secondo le sue necessità". Parole che hanno ispirato il lavoro di revisione e ampliamento di quest'opera dopo più di vent'anni.
Il biblista Augusto Barbi, analizzando la sezione marciana «sulla strada» della croce (Mc 8,22-10,52), propone al lettore una via per intraprendere un cammino di maturità cristiana in piena libertà e responsabilità.
Del magistero universitario parigino del domenicano tedesco Eckhart (1260-1328 ca.), chiamato dai contemporanei proprio Meister, ovvero "magister", questo ''Commento al vangelo di Giovanni'' è senza dubbio l'opera maggiore e più rilevante, giunta fino a noi dopo l'oblio di molti secoli: non a caso è da essa che sono state estratte alcune delle proposizioni più sconvolgenti tra quelle condannate come eretiche dalla Bolla papale "In agro dominico" (1327). Il testo giovanneo - il vangelo di Dio come spirito e dell'uomo parimenti come spirito - permette infatti al "magister" di sviluppare appieno la sua dottrina mistica fondamentale: la generazione del Logos nell'anima dell'uomo completamente distaccato, che diviene così uomo divino, come il Figlio. Contro l'esclusivismo biblico, Eckhart afferma che la stessa luce ha sempre illuminato e illumina tutti i popoli - pagani, ebrei, cristiani -: "Mosè, Cristo e il Filosofo (Aristotele) insegnano la stessa cosa, che differisce soltanto nel modo, cioè in quanto credibile, dimostrabile o verosimile, e verità". Difendendo il primato della ragione che si fa spirito, il domenicano interpreta perciò la Scrittura in modo che essa sia sempre in accordo con la filosofia classica. Non meraviglia quindi che tanto pensiero occidentale, da Cusano ad Hegel, si sia nutrito dell'opera di quello che Heidegger chiamò "Lebemeister", maestro di vita, ben più che "Lesemeister", professore.
Perché nessun libro del Nuovo Testamento è stato scritto da una donna? Perché il ruolo delle donne è rimasto statico nella struttura gerarchica della Chiesa cattolica? Perché poi nella storia della Chiesa sono sempre state messe a tacere? E perché Maria Maddalena, che ha visto Gesù risorto prima degli apostoli, non è considerata un apostolo? Oggi più che mai, dopo secoli di dimenticanza, il ruolo della donna nella comunità cristiana è posto al centro delle questioni aperte e urgenti che la Chiesa cattolica ha di fronte a sé. Conoscere gli scritti del Nuovo Testamento e cosa dicono sulle donne è essenziale, soprattutto per gli uomini, i ministri, i padri di famiglia. Questo libro, attraverso 100 semplici e dirette domande che prendono spunto da episodi biblici concreti, vuole essere un aiuto in tal senso. Alla fine, non sarà poi così strano affermare che forse un'originalissima leadership della donna era stata già indicata tanto tempo fa.
Il libro del profeta Isaia letto da Papa Francesco. Il Pontefice ne ripercorre e attualizza l'intenso messaggio di pace e di speranza, l'accorata esortazione alla solidarietà e alla giustizia, la promessa di una salvezza per sempre. Nelle visioni profetiche e nel canto poetico di quello che è stato definito «il Dante della letteratura ebraica» risuona l'annuncio di gioia, di pace e di speranza: il "lieto messaggio" di un Padre che ama, educa, sorregge, consola, corregge i suoi figli. Ora come tremila anni fa.
Con il consueto linguaggio piano e accessibile, don Maggioni rilegge le pagine evangeliche dedicate a Maria, offrendo originali spunti di riflessione.
Queste 31 brevi meditazioni di uno dei più noti e apprezzati biblisti italiani, sono un sussidio ideale per un mese da vivere insieme a Maria.
Se non si ha fiducia in qualcuno o in qualcosa si può vivere? Se si crede in qualcuno o in qualcosa la vita è migliore? Ma che cosa significa avere fede? A questi e ad altri interrogativi fornisce qualche risposta questo libro. Il "terreno d'indagine" è il vangelo secondo Matteo, che l'autore analizza nei suoi passi fondamentali. I destinatari sono tutti coloro che si occupano di educazione alla fede cristiana in senso lato, ma anche chi, pur non svolgendo attività educativa, desidera riflettere sui fondamenti stessi della fede e sul rapporto fra il credere e il vivere quotidiano in modo sereno, aperto e liberante.
Come il Vangelo, ripetuto ogni domenica da duemila anni e divenuto un’abitudine a cui non si fa quasi più caso, anche tutto il resto è divenuto parte del nostro orizzonte: in questo modo abbiamo perso la capacità di provare meraviglia e stupore di fronte alla bellezza, dando tutto per scontato. Ecco perché serve documentarsi per scoprire quanto è bella la nostra fede e avere le armi necessarie a fronteggiare chi dice il contrario. Questo volume, quarto capitolo della serie Il Kattolico, riprende l’omonima rubrica di Rino Cammilleri sul mensile apologetico “Il Timone”: ogni capitolo è dedicato a un argomento diverso, da leggere nell'ordine che ognuno preferisce. Volete sapere perché diavolo Pilato condannò Gesù? Cristo è veramente nato il 25 dicembre? Che fine fecero i prigionieri borbonici di Garibaldi e soci? A questi e altri quesiti Cammilleri risponde con il suo stile umoristico ma chiaro, decisamente cattolico.
Il Vangelo da regalare per la Prima Comunione. Insieme ai Vangeli sono proposti anche gli Atti degli apostoli. Un libro che accompagnerà i ragazzi durante tutto il corso della loro vita. In appendice è proposto un Piccolo dizionario sulla Messa e sui Sacramenti per i ragazzi che si accostano alla Prima Comunione. Il testo è arricchito da mappe e introduzioni.
L'aldilà ha molti volti: non tanto perché il passaggio si verifica in modi diversi per ciascuno, ma soprattutto perché esso è stato pensato in modi diversi. Uno studio sull'immortalità non può quindi limitarsi alle Sacre Scritture ebraiche e cristiane. Il tema infatti ha una portata interculturale e interreligiosa, e proprio questo lo rende un campo insidioso e insieme avvincente. Vale la pena percorrerlo, anche perché paradossalmente il pensiero della morte aiuta a vivere meglio, almeno con più coscienza, l'attuale esistenza storica. Esplorando le varie tipologie di sopravvivenza ci si renderà conto che il pensiero di un'immortalità futura non è un motivo onirico per fuggire dal realismo di un presente impegnativo. Serve invece a coltivare la certezza che tutto comincia qui adesso: l'immortalità parte dalla convivenza con le cose più piccole e le relazioni più disparate di ogni giorno. Per il cristiano l'eternità e, quindi, l'immortalità comincia, non dopo la morte fisica, ma qui e ora, nel pur precario presente storico.
Nel panorama degli studi paolini manca una trattazione globale della categoria della figliolanza in Paolo. Presente in ognuna delle lettere autentiche dell'Apostolo, essa è trattata su tre livelli: il primo concerne il Figlio di Dio, Gesù Cristo; il secondo, i credenti in lui e gli Israeliti; il terzo, il rapporto tra l'Apostolo e i destinatari delle sue lettere, insieme ai collaboratori più stretti. Analizzando le diverse applicazioni del vocabolario della figliolanza, emerge come sia possibile prospettare un itinerario argomentativo e teologico tra le diverse lettere: rispetto al resto del Nuovo Testamento, Paolo approfondisce la tematica della figliolanza divina dei credenti, legandola saldamente a quella del Figlio, motivandola a partire dal dono dello Spirito e aprendola in chiave escatologica alla risurrezione finale dai morti. Così l'Apostolo si serve di questa categoria per indicare la salvezza mediante Cristo dei credenti, per manifestare la prima e positiva conseguenza della giustificazione dalla fede e per raffigurare la chiesa come comunità dei figli e delle figlie di Dio.