
L’evangelo della grazia
Atti dell’VIII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità della Riforma
Bose, 26-28 maggio 2017
“Come posso avere un Dio misericordioso?”. Questa la domanda che ha portato il monaco Lutero alla liberante riscoperta dell’aspetto fondamentale del messaggio evangelico: la giustificazione del peccatore, la grazia immeritata, offerta incondizionatamente da Dio. Alla tematica della giustificazione ha voluto dare spazio l’VIII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità della Riforma, di cui presentiamo qui gli atti. La giustificazione, che fu al cuore del movimento di riforma del XVI secolo, è oggi anche una questione significativa in una prospettiva ecumenica, come parola di libertà e di speranza per gli uomini e le donne del nostro tempo. Attraverso approfondimenti storici, biblici, teologici e spirituali, i relatori, appartenenti a confessioni cristiane diverse, presentano linguaggi nuovi e condivisi per ridire questa parola del vangelo, che dischiude per le chiese e per ogni cristiano un rinnovato cammino di unità aperto al futuro.
Contributi di M. Arnold, E. Bianchi, A. Birmelé, Ch. Chalamet, J.-F. Chiron, S. Coakley, É. Cuvillier, S. Durber, F. Ferrario, W. Kasper, D. G. Lange, A. Maffeis, P. Ricca, B. Sesboüé.
"Beato l'uomo..." (Sal 1,1). Beato è l'aggettivo che inaugura il libro dei Salmi. Un aggettivo che ricorre centinaia di volte nella Bibbia, punteggiando le pagine dell'uno e dell'altro Testamento, dalla Genesi all'Apocalisse. Un aggettivo che suona come constatazione e augurio, promessa e annuncio, presente e futuro. Un aggettivo che - per l'intensità della sua ripresa anaforica - tocca la sua sommità espressiva sulle labbra di Gesù nel discorso della montagna (cf. Mt 5,1-12; Lc 6,20-26), in cui il Maestro traccia il ritratto dei discepoli mentre disegna contemporaneamente il proprio autoritratto . È lui l'uomo delle beatitudini e il cristiano, sapendo che "chiunque segue Cristo, l'uomo perfetto, diventa anch'egli più uomo", avverte come rivolta a se stesso la chiamata a diventare, a sua volta, un uomo delle beatitudini.
Esiste un Messia nella Bibbia? La figura di questo essere redentore venuto a salvare l'umanità e ad aprire un'era di pace universale ha segnato profondamente il nostro immaginario collettivo. Ma come ha preso forma questa concezione? Da quali testi? In quali circostanze storiche, politiche e sociali? Dove si colloca Gesù nel contesto della speranza messianica del suo tempo in Giudea? Come tutte le grandi idee che hanno cambiato il corso dell'umanità, l'idea messianica ha la sua storia. È questa storia che l'autrice ricostruisce rivisitando l'interpretazione dei testi fondatori così come altri scritti antichi meno conosciuti che esprimono questa speranza.
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Lo scopo principale di questo studio è divulgativo, fa conoscere le monete citate nei Vangeli e, per quanto possibile, tenta di identificarle.
L'Apocalisse di San Giovanni è uno dei testi tradizionali più rappresentativi della tradizione occidentale, ma anche fra quelli di più ardua comprensione. L'autore, trascurando volutamente le interpretazioni convezionali e le facili profezie, esamina la ricca messe di simboli cogliendo sorprendenti analogie non solo con gli scritti canonici dell'Antico e del Nuovo Testamento, ma anche con testi sacri dell'Islam (Corano) e del Giudaismo (Zohar), con testi apocrifi (Libri di Enoch, Apocalisse di Elia) e gnostici (Pistis Sophia). Prendendo spunto dalla teoria dei cicli cosmici (i Manvantara della tradizione indù e i quattro Yuga o età del mondo), l'autore prospetta una visione cosmogonica ed escatologica del mondo.
Secondo l'autore di questo commentario ognuno dei quattro Vangeli ha un contributo da dare alla nostra conoscenza di Gesù. Quali sono le caratteristiche della sua versione del vangelo? È un Vangelo per il popolo "giudaico" ma è anche un Vangelo per "tutte le nazioni". Matteo presenta Gesù come il vero Messia giudaico, il Salvatore il promesso Re, contrapponendolo all'indegno Erode; ma lo presenta pure come il Re e Salvatore di tutti i popoli e di tutte le nazioni. La visita dei dignitari stranieri, i magi, venuti a rendere omaggio al nascituro Gesù, storia narrata solo da Matteo, illustra questo aspetto globale, e presenta Geù come colui che adempie le speranze dei Gentili.

