
Un approfondimento del Vangelo di Matteo. Una lettura anche culturale, rivolta a credenti e non credenti, su caratteristiche e implicazioni della giustizia vissuta da Gesù Cristo.
La fissazione scritta dei testi biblici viene oggi anticipata, a motivo di recenti scoperte, all’epoca compresa fra VIII e VI secolo a.C.
Questo libro illustra come e perché quei racconti siano stati messi per iscritto e, in seguito, siano divenuti “sacra Scrittura”.
Un contributo importante per gli studi biblici e per la storia dell’antico Israele.
Dalla quarta di copertina:
Negli ultimi duecento anni, gli studiosi biblici hanno di solito supposto che la Bibbia ebraica sia stata messa per iscritto e redatta principalmente durante i periodi Persiano ed Ellenistico (durante l’epoca, quindi, che va dal V al II secolo a.C.). Scoperte archeologiche recenti e nuove prospettive aperte dall’antropologia linguistica indicano però il periodo anteriore a questo, e cioè la parte finale dell’Età del Ferro (fra l’VIII e il VI secolo a.C.), come epoca di formazione degli scritti della letteratura biblica.
Come la Bibbia divenne un libro collega le recenti scoperte archeologiche nel Vicino Oriente con le acquisizioni fornite dalla storia dell’arte dello scrivere per comprendere come la Bibbia fu dapprima messa per iscritto e, in seguito, divenne sacra Scrittura. Questo libro, destinato al normale lettore così come allo studioso, fornisce una ricca prospettiva sulle ragioni per cui questi testi conseguirono l’autorità di Scrittura e illustra come l’antico Israele – una cultura essenzialmente orale – abbia cominciato a mettere per iscritto la propria letteratura. Descrive un’emergente società alfabetizzata nell’antico Israele contestando l’affermazione secondo cui l’alfabetizzazione sarebbe avvenuta prima che altrove in Grecia durante il V secolo a.C.
Un contributo importante per gli studi biblici e per la storia dell’antico Israele.
Il libro di Patterson è una presentazione, in termini accessibili ma rigorosi, degli studi sulla ricerca del Gesù storico e di come tale ricerca sia da sempre collegata a quella su Dio: ignorare il Gesù storico significa infatti non comprendere la specificità della fede cristiana per l'esperienza umana. Patterson presenta così anche una "teologia di Gesù", fondata su quegli aspetti della sua vita e dei suoi insegnamenti che proclamano un Regno e un Dio diversi da quelli attesi da molti.
Il libro dei Salmi conserva il tesoro della lirica religiosa di Israele, 150 canti che venivano accompagnati da arpe, flauti, cembali, trombe e tamburi. Il Salterio era destinato all'uso liturgico e veniva utilizzato durante le celebrazioni che si svolgevano nel tempio o nelle sinagoghe come complemento alla lettura della Legge e dei Profeti. Le celebrazioni di feste familiari o pubbliche, i giorni di lutto privato o nazionale, i pellegrinaggi e molte altre circostanze hanno ispirato canti diversi con particolari caratteristiche.
E nei cinque libri di cui si compone il Salterio sono stati raccolti, senza distinzione, testi di vario genere, che si possono raggruppare in canti di lode e acclamazione, di supplica e di azione di grazie, regali e di meditazione ed esortazione.
L'Antico Testamento, come insieme di libri autoritativi per la religione ebraica e cristiana, non si è costituito in un istante, né è sorto in uno spazio vuoto. Per questo motivo il lettore che non si accontenta di leggere il testo biblico, ma intende anche comprendere il significato profondo contenuto in questa raccolta di libri dovrà accostarsi a essi possedendo le dovute conoscenze storiche, teologiche e letterarie. Il volume è una guida all'Antico Testamento, che offre un aggiornato status quaestionis delle più recenti conoscenze scientifiche, affrontando in modo sintetico i temi di carattere storico, letterario e teologico di ogni gruppo di libri dell'Antico Testamento. A questi contenuti sono stati premessi alcuni ampi capitoli introduttivi dal carattere spiccatamente storico per poter valorizzare pienamente le nuove acquisizioni critiche in ambito storico, archeologico e storico-religioso. Negli ultimi due decenni, infatti, si è arrivati a una completa revisione delle precedenti nozioni storico-religiose sui regni d'Israele e Giuda che rende, di fatto, ogni trattazione sull'Antico Testamento precedente agli anni novanta oramai superata.
Il lavoro di Sabino Chialà si compone di una nuova traduzione - con introduzione e commento - del Libro delle parabole di Enoc (parte del Primo libro di Enoc o Enoc etiopico). Tra gli apocrifi dell'Antico Testamento, il Libro delle Parabole è senza dubbio quello che più ha fatto discutere sia per i problemi intrinseci al testo stesso sia per la sua collocazione all'interno di quella che si suole chiamare letteratura apocalittica. Se l'introduzione è in gran parte dedicata alla questione primaria della datazione del testo, il commento per parte sua tenta di leggere il testo all'interno del quanto mai complesso alveo culturale nel quale esso si colloca: Qumran, gli esseni, la cosiddetta apocalittica, la variegata letteratura raccolta sotto il nome di apocrifi o pseudepigrafi dell'Antico Testamento e, infine, gli stessi scritti del Nuovo Testamento. Due excursus chiudono l'opera: il primo dedicato all'identità e alla sorte dei "condannati", che ripetutamente ricorrono nel testo; il secondo al "Figlio dell'uomo", che Costituisce la nozione più caratteristica e insieme più controversa del Libro delle parabole.
L'opera di James L. Resseguie introduce ai metodi e alla strumentazione della critica narratologica applicata ai testi del Nuovo Testamento. Dopo un primo capitolo in cui s'illustra l'utilità e la peculiarità dell'analisi del racconto a fianco degli altri metodi in uso nella critica biblica, se ne affrontano gli elementi costitutivi che consentono di esaminare il testo neotestamentario nel suo insieme, dalla retorica all'ambientazione, dai personaggi al punto di vista, dall'intreccio alla struttura narrativa. Come un puzzle non si lascia vedere finché non sia stato completato, così anche il senso di un racconto neotestamentario non emerge fino a che le parti non siano state assemblate. La critica narratologica consente di cogliere la vividezza e la novità di racconti che potrebbero sembrare scialbi e banali, ravvivando l'immaginazione e rimuovendo lo "strato di familiarità" che appanna la nostra idea dei racconti biblici.
È l'organo dell'Associazione Biblica Italiana (ABI), che riunisce i docenti di scienze bibliche in Italia.
La rivista presenta articoli di approfondimento esegetico, note di carattere storico e filologico, discussioni tematiche, recensioni e segnalazioni di pubblicazioni italiane e straniere.
Rivista biblica vuole essere uno spazio comune e condiviso in cui prende forma un'indagine biblica rigorosa, attrezzata epistemologicamente, disponibile al confronto interdisciplinare con i nuovi approcci, specialmente quelli indicati dalle scienze umane, che valorizzi sia la dimensione storico-letteraria che quella teologica delle Scritture.