
Descrizione dell'opera
L’opera, frutto della collaborazione di grandi esperti della materia, è un’introduzione storica e scientifica, ampia e articolata all’Antico Testamento. Dal punto di vista metodologico affronta ogni libro soprattutto in funzione della storia della sua comprensione, nonché del contesto storico nel quale è stato redatto.
Pur nella diversità di genere dei testi radunati nell’Antico Testamento, la trattazione cerca di seguire uno schema fisso per ogni libro, che suddivide la materia in quattro parti: piano e contenuto; origine e formazione; temi e poste in gioco; indicazioni bibliografiche.
Insieme a Guida di lettura del Nuovo Testamento. Sotto la direzione di P. Debergé e J. Nieuviarts (2006) ed
E. Parmentier, La Scrittura viva. Guida alle interpretazioni cristiane della Bibbia (2007), il volume costituisce una maneggevole trilogia che consente di accostarsi con grande rigore a tutte le principali questioni che coinvolgono i testi della Bibbia e nel contempo acquisirne agevolmente un quadro d’insieme.
Sommario
Prefazione e modalità d’uso del volume (T. Römer). Il canone dell'Antico Testamento (A. de Pury). Storia del testo dell'Antico Testamento (A. Schenker). Gli ambienti che hanno prodotto la Bibbia ebraica (E.A. Knauf). I parte. Il Pentateuco. II parte. I Profeti. III parte. Gli scritti. IV parte: I libri deuterocanonici. Cronologia. Cartine. Glossario. Elenco delle abbreviazioni usate nel volume. Hanno collaborato al volume.
Note sui curatori
Thomas Römer è docente di Antico Testamento all’Università di Losanna.
Jean-Daniel Macchi è direttore d’insegnamento e di ricerca all’Università di Ginevra.
Christophe Nihan è assistente di Antico Testamento all’Università di Losanna.
I racconti della passione e della risurrezione di Gesù sono le solide fondamenta su cui è costituito tutto il Vangelo. Seppur distinti, i due momenti formano un unico mistero ed è questo il significato del titolo del volume.
Applicando le procedure dell’analisi retorica, lo studio si prefigge di mettere in luce l’architettura del racconto della Pasqua ai diversi livelli della sua organizzazione: allo studio delle pericopi segue quello della sequenza (e, all’occorrenza, della sottosequenza) alla quale appartengono. Un episodio della Pasqua si comprende infatti veramente soltanto nel suo contesto, in funzione dell’architettura d’insieme.
Il commento si sviluppa in quattro tappe: la composizione, con la tavola in cui è il testo è impaginato in modo da visualizzare la sua organizzazione formale; segue il confronto sinottico riferito non tanto ai materiali, quanto alla loro architettura (secondo l’ordine espositivo Mt, Mc, Lc); poi il contesto biblico, che mette in luce i rapporti con altri testi, soprattutto dell’Antico Testamento; infine l’interpretazione, che vuole evidenziare i rapporti significativi suggeriti dalla composizione, in relazione alle citazioni o allusioni alla Scrittura. Uno studio esegetico-teologico, volto a far risaltare il viso del Signore Gesù così come i primi tre evangelisti lo presentano, ognuno a proprio modo.
Note sull’autore
Roland Meynet (Thonon-les-Bains [Francia] 1939) è entrato nella Compagnia di Gesù nel 1959. Ha conseguito le licenze in lettere, linguistica, teologia, scienze bibliche; la laurea in lingua e letteratura araba; il dottorato di terzo ciclo e il dottorato di ricerca in linguistica. Ha lavorato quattordici anni all’Università San Giuseppe dei gesuiti a Beirut dove è stato direttore del Centro di ricerche e di studi arabi e ha fondato il Centro di studi delle lingue moderne e la Scuola di traduttori e interpreti. Ordinario di teologia biblica alla Pontificia Università Gregoriana, è stato professore invitato all’Università degli studi di Torino e alla Facoltà di teologia del Centre Sèvres di Parigi. Dirige inoltre, con Pietro Bovati, le collane "Rhétorique biblique" alle Éditions du Cerf e "Retorica biblica" alle EDB.
L'immagine dell'Apostolo che emerge dall'analisi dei suoi testi non è quella di un pensatore già in possesso di una teologia completa ed evoluta, ma piuttosto quella di un teologo che viene via via precisando la propria riflessione sotto la pressione di nuove urgenze. Per questo l'autore ha scelto di esporre la teologia di Paolo presentando "le teologie" delle varie lettere singolarmente ed affidando a un capitolo sintetico conclusivo il compito di raccogliere gli elementi di unitarietà e di coerenza.
A cura di Paolo Lucca
Premessa di Paolo Sacchi
Introduzione storica ai LXX di Paolo Sacchi
La questione filologica di Corrado Martone
Tradurre i LXX di Luca Mazzinghi
Con testo greco a fronte
DESCRIZIONE: Intorno all’anno 400 la chiesa d’Occidente, di lingua latina, si trovò ad affrontare un problema: la Bibbia utilizzata, sia per la liturgia sia per lo studio, era un testo latino tradotto dal greco (la cosiddetta Vetus Latina), un testo che presentava vari errori di traduzione. Di qui la necessità di intervenire: se per il Nuovo Testamento si trattava solo di adottare un buon manoscritto greco, per l’Antico Testamento la questione si presentava più complessa perché il testo latino in uso era, sì, tradotto dal greco, ma questo a sua volta era stato tradotto dall’ebraico. Non era forse meglio risalire alla fonte? Si poneva un problema non solo linguistico ma di natura teologica: la Bibbia greca appariva più ampia di quella ebraica e anche nei libri comuni – che erano la maggior parte e i più importanti – c’erano frequenti varianti, talvolta di notevole spessore teologico.
Due padri della chiesa latina, entrambi venerati poi come santi, Girolamo e Agostino, presero posizioni opposte. Girolamo sosteneva che il testo ebraico dovesse essere preferito perché più antico: essendo scritto nella lingua originale, era il solo ispirato. Agostino difese invece il greco, perché aveva permesso alla Parola di Dio di essere accolta nel mondo pagano; apparteneva, quindi, alla storia della salvezza, diversamente dal testo ebraico. La vinse Girolamo e la sua Vulgata – testo latino corretto abbondantemente sull’ebraico, ma non del tutto – lentamente si impose nelle chiese di lingua latina.
Qual è ora, dunque, il significato di proporre in italiano la prima traduzione della Bibbia greca dei Settanta? Non c’è solo un intento filologico dietro questa impresa editoriale, ma la volontà di far conoscere un testo che può gettare nuova luce sulla nostra stessa cultura cristiana di oggi. D’altra parte, il testo greco della Bibbia non è un documento ad uso esclusivo degli storici del pensiero religioso: è un testo vivo, tanto da essere la Parola di Dio come è letta ancora oggi dai fedeli nelle chiese orientali.
(Paolo Sacchi)
COMMENTO: Un evento editoriale: la prima traduzione in lingua italiana della Bibbia dei Settanta, con testo greco a fronte.
Un'importante nuova versione della Bibbia sia per comprendere il cristianesimo antico che per la teologia di oggi.
Negli ultimi decenni la ricerca classica su forme e generi dei testi letterari si è radicalmente rinnovata, e gli sviluppi che essa ha conosciuto hanno inciso profondamente anche sullo studio dei testi biblici sia dell'Antico sia del Nuovo Testamento. L'opera di Klaus Berger - tra gli artefici di questo rinnovamento - tira le fila delle nuove ricerche con riguardo al Nuovo Testamento, mostrando in concreto a che cosa conduca esaminare e articolare la formulazione di un testo al di là delle informazioni fornite dai significati lessicali e in associazione a situazioni d'uso tipiche. E qui sta la novità di questa grammatica degli scritti neotestamentari, il cui intento è appunto di illustrare come genere e forma siano componenti costitutive del testo nel suo complesso e nell'uso che gli è proprio, e quale ne sia la valenza teologica. Ricchissimi indici sia dei passi studiati sia delle situazioni e funzioni sociali tipiche dei singoli generi letterari propriamente neotestamentari consentono di muoversi nell'opera in tutta facilità.
Con quest'opera in tre volumi Klyne Snodgrass mira a fornire una guida in tutto esaustiva allo studio delle parabole di Gesù. Il sottotitolo rende esplicita la posizione dell'autore: suo scopo è di illustrare le parabole secondo gli intenti che queste avevano per Gesù. Intenti che è possibile fare emergere mediante la ricostruzione del contesto della singola parabola: il contesto in generale del mondo mediterraneo, greco, latino e giudaico, e il contesto più immediato in cui la parabola si fa leggere nel singolo evangelista e nel discorso in cui questo la racconta. A un'introduzione approfondita al genere della parabola nel mondo antico e nella ricerca odierna, il primo volume fa seguire l'esame delle parabole di grazia e misericordia, e di quelle di smarrimenti e del seminatore, che in un certo senso è la parabola sulle parabole.
I punti di forza del lavoro di Klyne Snodgrass sono anzitutto la finezza dell'analisi letteraria e la linearità di un'esposizione sempre perspicua. Per ciascuna delle parabole esaminate si fornisce una breve introduzione; un'illustrazione del tipo di parabola in esame e della sua struttura letteraria; un elenco delle problematiche esegetiche salienti; un catalogo di scritti o di passi paralleli utili all'analisi; uno spoglio delle peculiarità stilistiche, lessicali e redazionali; un quadro generale del contesto culturale; le opzioni esplicative con le quali il lettore si trova confrontato; un'analisi approfondita delle questioni interpretative principali e delle loro soluzioni possibili; un'ipotesi di applicazione; una bibliografia di approfondimento.
In questo terzo e ultimo volume della grande opera di Klyne Snodgrass dedicata alle parabole di Gesù si affrontano le parabole attinenti a Dio e alla preghiera oltre a quelle in cui è questione dell'escatologia futura. Fanno seguito un lungo capitolo in cui si passano in rassegna e si discutono le opere maggiori dedicate alle parabole pubblicate nell'ultimo decennio e una serie di utili appendici in cui si elencano tutte le occorrenze di parabole e di masal nella versione ebraica e greca dell'Antico Testamento e di parabole nel Nuovo Testamento e nei Padri apostolici, con l'indicazione del valore semantico delle parole nei singoli passi in cui occorrono. Completano l'opera un indice dei passi, biblici e non, discussi nell'opera, e degli autori moderni presi in esame.