
Prima conferenza:
Sabato 22 marzo 2003 - Il libro dei Numeri: un libro arido?
Seconda conferenza:
Sabato 29 marzo 2003 - Il libro dei Numeri: un libro nel deserto?
Terza conferenza:
Sabato 5 aprile 2003 - La prima lettera ai Tessalonicesi: un testo arduo?
Quarta conferenza:
Sabato 12 aprile 2003 - La seconda lettera ai Tessalonicesi: un testo oscuro?
Il cofanetto propone in un unico CD formato MP3 le cinque conferenze del card. Gianfranco Ravasi, tenute nella Quaresima 1998 e già disponibili in audiocassette, che vertono sulla dinamica pneumatologica così come è presentata nelle Scritture.
Il cofanetto propone in un unico CD formato MP3 le quattro conferenze del card. Gianfranco Ravasi, tenute nella Quaresima 2002 e già disponibili in audiocassette, che affrontano un percorso di riflessione sull’amore di Dio, l’amore dell’uomo e l’amore tra gli uomini, attraverso cui egli accompagna il lettore.
Tradotta dai testi originali ebraici e greci, per incarico della Sobicain, dai fratelli Bernardo e Louis Hurault e stampata a Madrid.
Questa versione pastorale della Bibbia, rilegata con copertina morbida, è stata pensata sia per il mercato francese che per quello africano fracofono.
Descrizione dell'opera
I racconti della Bibbia non sono nati, in primo luogo, per informare sul passato, né per elaborare una teologia sistematica. Il loro obiettivo era anzitutto trasmettere esperienze vitali. «Quei racconti non contengono verità, ma piuttosto indicazioni su strade da percorrere, le strade che hanno condotto il popolo di Israele a scoprire la sua identità, che gli hanno permesso di uscire da vicoli ciechi e superare le grandi crisi della sua storia. I racconti biblici rispondono quindi a domande sull'identità e sull'esistenza. Essi vogliono trasmettere alle generazioni future i tesori più preziosi del passato, quelli da cui dipende l'esistenza di un popolo» (dalla Prefazione).
Se è vero che i racconti biblici sono usati ogni giorno per illustrare verità o confermare la validità di insegnamenti, si tratta tuttavia di un'utilizzazione dei racconti, non della loro interpretazione. Quest'ultima prende sul serio tutti gli ingredienti che entrano nella composizione del racconto e il loro legame, e presta attenzione anzitutto ai dettagli.
Nel proporre un manuale sulla narrazione nella Bibbia, l'autore intende fornire una "cassetta degli attrezzi" e non analisi bell'e fatte. Il significato di un racconto è infatti inseparabile dall'esperienza della lettura.
Sommario
Elenco delle abbreviazioni. Prefazione. Introduzione. Le prime tappe dell'analisi. I. Storia e racconto. II. Il tempo. III. L'intreccio. IV. Il narratore. V. Il lettore. VI. Il punto di vista. VII. I personaggi. Conclusione. Bibliografia. Indice dei riquadri. Indice degli autori citati. Indice delle opere letterarie. Indice dei testi biblici. Indice tematico.
Note sull'autore
JEAN-LOUIS SKA, gesuita belga, insegna al Pontificio Istituto Biblico (Roma). Presso le EDB ha pubblicato: Introduzione alla lettura del Pentateuco. Chiavi per l'interpretazione dei primi cinque libri della Bibbia (92012, tradotto in francese, spagnolo, portoghese e coreano), L'argilla, la danza e il giardino. Saggi di antropologia biblica (32011, tradotto in francese e portoghese), La strada e la casa. Itinerari biblici (2001), Abramo e i suoi ospiti. Il patriarca e i credenti nel Dio unico (2003), Cose nuove e cose antiche (Mt 13,52). Pagine scelte del Vangelo di Matteo (2004), Il libro sigillato e il libro aperto (22009), I volti insoliti di Dio. Meditazioni bibliche (22010), Una goccia d'inchiostro. Finestre sul panorama biblico (2008).
Descrizione dell'opera
Gesù di Nazaret visse in un preciso contesto culturale e il messaggio dell'incarnazione di Dio non sarebbe neppure intellegibile, se non comprendesse la dimensione della sua inculturazione.
Proprio lo studio dell'ambiente culturale del Gesù storico ci aiuta a comprendere meglio la sua umanità. Essa è quella di un giudeo, che conservava i tratti specifici di un semita, appartenente alla tradizione mosaica e profetica d'Israele - senza la quale non si riuscirebbe a capire quale sia stata l'originalità delle sue prese di posizione -, pur essendo inserito in un quadro di cui l'ellenismo rappresentava la cornice culturale dominante.
Gli studi presentati da Romano Penna richiamano l'attenzione sui due versanti storico-culturali dell'umanità di Gesù. Dopo un capitolo introduttivo, tre capitoli approfondiscono la figura di Gesù all'interno del giudaismo e tre in riferimento all'ellenismo. Il capitolo conclusivo apre la prospettiva al dopo Gesù, affrontando l'universalismo di Paolo.
Sommario
Introduzione. 1. Vangelo e Cultura: un rapporto fecondo. 2. Che cosa significava essere giudeo al tempo e nella terra di Gesù. Problemi e proposte. 3. Comparazione documentaristica di Gesù di Nazaret con i contemporanei maestri ebrei. 4. Gesù e la sua esperienza di Dio: continuità e novità nel giudaismo. 5. Elementi di cultura greca in Gesù di Nazaret? I termini della questione. 6. Gesù e la figura ellenistica del theîos anér/«uomo divino». 7. Un confronto tra Gesù di Nazaret e Alessandro Magno: la rilevanza delle fonti. 8. Israele e gli altri popoli nella prospettiva di Gesù e di Paolo.
Note sull'autore
ROMANO PENNA, professore emerito di Nuovo Testamento nelle università pontificie, è studioso di scienze bibliche con autorevolezza internazionale. Le sue pubblicazioni gravitano attorno a due poli: la complessa figura di Paolo di Tarso e il rapporto tra il cristianesimo delle origini e i suoi interlocutori giudaici ed ellenistici. Presso le EDB ha pubblicato: L'ambiente storico-culturale delle origini cristiane. Una documentazione ragionata (52006), Lettera agli Efesini. Introduzione, versione e commento (32010), Lettera ai Romani. Introduzione, versione e commento (3 voll., 2004-2008;vol. unico 2010), Paolo scriba di Gesù (2009), L'Evangelo come criterio di vita. Indicazioni paoline (2009), Profili di Gesù (2011) e, insieme a R. Cantalamessa e G. Segalla, Gesù di Nazaret tra storia e fede (22009); inoltre ha curato: Antipaolinismo: reazioni a Paolo tra il I e il II secolo (1989), Il giovannismo alle origini cristiane (1991), Il profetismo da Gesù di Nazaret al montanismo (1993), Apocalittica e origini cristiane (1995), Qumran e le origini cristiane (1997) e Fariseismo e origini cristiane (1999).
Descrizione dell'opera
Tanto cara a Lutero, che la chiamava la sua «piccola fidanzata», malgrado la sua brevità la Lettera ai Galati è un testo importante e decisivo per la fede cristiana.
Molti pensano che sia stata scritta in un momento di passione. Alcuni hanno addirittura parlato di retorica talmente accesa da giungere all'eccesso: per questo trovano non sia il caso di cercare un ordine rigoroso in questo scritto di circostanza. Altri, all'opposto, hanno ribattuto che la Lettera è tutto fuorché un'improvvisazione.
Da circa quarant'anni la Lettera ai Galati è diventata campo privilegiato per l'applicazione ai testi biblici delle regole della retorica classica greco-latina. Alcuni vi vedono uno scritto di genere giudiziario, altri di genere deliberativo, altri ancora di genere dimostrativo, e non mancano quelli che propendono per l'epistolografia antica.
Il commento di Meynet parte dal presupposto contrario. Benché nato a Tarso, dove le scuole di retorica erano fiorenti, Paolo era prima di tutto un ebreo, formato a Gerusalemme dove era cresciuto ai piedi di rabbi Gamaliele. Probabilmente è dunque più fruttuoso cercare la chiave di composizione delle sue lettere non ad Atene, ma nel riferimento basilare della sua cultura, la Bibbia, e nelle leggi specifiche che la caratterizzano.
E allora la tesi essenziale della Lettera, la propositio, non si trova all'inizio del testo, come vuole la retorica classica, ma al centro esatto delle sezione centrale, come chiave di volta e dunque chiave di lettura di tutto lo scritto. Paolo segue in questo una delle leggi fondamentali e più provate della retorica biblica e semitica.
L'interpretazione della Lettera, sostenuta anche dal contesto biblico, ne risulta, di conseguenza, notevolmente rinnovata.
Sommario
INTRODUZIONE. Visione d'insieme della Lettera ai Galati. 1. L'indirizzo (1,1-5). I. È IL VANGELO DI CRISTO CHE HO ANNUNCIATO. SEZIONE A (GAL 1,6-2,21). 2. Paolo rimprovera ai Galati di seguire un Vangelo che viene dagli uomini (Sequenza A1: 1,6-10). 3. Paolo fa sapere ai suoi fratelli che il suo Vangelo viene da Dio (Sequenza A2: 1,11-17). 4. Sconosciuto alle Chiese della Giudea, Paolo conosce Cefa (Sequenza A3: 1,18-24). 5. A Gerusalemme Paolo fa riconoscere dagli apostoli la verità del suo Vangelo (Sequenza A4: 2,1-10). 6. Ad Antiochia Paolo difende contro Cefa la verità del Vangelo (Sequenza A5: 2,11-21). 7. È il Vangelo di Cristo che ho annunciato (La sezione A: 1,6-2,21). II. È LA CROCE DI CRISTO CHE CI GIUSTIFICA. SEZIONE B (GAL 3,1-5,1). 8. I pagani sono figli di Abramo per la Fede in Cristo, senza la Legge (Sequenza B1: 3,1-14). 9. I Giudei sono figli di Abramo per la Fede in Cristo, al di là della Legge (Sequenza B2: 3,15-25). 10. Siete tutti figli di Dio e seme di Abramo (Sequenza B3: 3,26-29). 11. Cristo ci ha tutti riscattati dalla Legge e ci ha resi figli di Dio (Sequenza B4: 4,1-20). 12. Cristo ci ha tutti liberati dalla Legge e ci ha resi figli della promessa (Sequenza B5: 4,21-5,1). 13. È la Croce di Cristo che ci giustifica (La sezione B: 3,1-5,1). III. È LA LEGGE DI CRISTO CHE BISOGNA ADEMPIERE. SEZIONE C (GAL 5,2-6,18). 14. Conta solo la fede operante tramite l'amore (Sequenza C1: 5,2-12). 15. La Legge si compie nell'amore (Sequenza C2: 5,13-18). 16. Le opere della carne, il frutto dello Spirito (Sequenza C3: 5,19-26). 17. L'amore si compie in vita eterna (Sequenza C4: 6,1-10). 18. Conta solo la creazione nuova (Sequenza C5: 6,11-18). 19. È la Legge di Cristo che bisogna adempiere (La sezione C: 5,2-6,18). 20. L'insieme della Lettera (1,1-6,18). Conclusione. Glossario dei termini tecnici. Sigle e abbreviazioni. Opere citate. Indice degli autori. Indice dei riferimenti biblici.
Note sull'autore
ROLAND MEYNET, nato nel 1939 a Thonon-les-Bains (Francia), è entrato nella Compagnia di Gesù nel 1959. Ha conseguito le licenze in lettere, linguistica, teologia, scienze bibliche, la laurea in lingua e letteratura araba, il dottorato di terzo ciclo e il dottorato di ricerca in linguistica. Ha lavorato quattordici anni all'Università San Giuseppe dei gesuiti a Beirut, dove è stato direttore del Centro di ricerche e di studi arabi e ha fondato il Centro di studi delle lingue moderne e la Scuola di traduttori e interpreti. Ordinario di teologia biblica e titolare del corso di Vangeli sinottici alla facoltà di teologia dell'Università Gregoriana, è stato per parecchi anni professore invitato all'Università degli studi di Torino e alla facoltà di teologia del Centre Sèvres di Parigi. Dirige, con Pietro Bovati, le collane «Rhétorique biblique» alle Éditions du Cerf e «Retorica biblica» alle EDB. Ha pubblicato per le EDB: La Pasqua del Signore. Testamento, processo, esecuzione e risurrezione di Gesù nei vangeli sinottici (2002), Morto e risorto secondo le Scritture (2003), Il Vangelo secondo Luca. Analisi retorica (2003), Leggere la Bibbia. Un'introduzione all'esegesi (2004), Una nuova introduzione ai vangeli sinottici (seconda edizione rivista e ampliata 2006), Trattato di retorica biblica (2008), Chiamati alla libertà (2010), Preghiera e filiazione nel Vangelo di Luca (2010); inoltre ha curato con J. Oniszczuk gli Atti dei convegni Retorica biblica e semitica 1 e 2 (2009 e 2011).
Riflessioni e meditazioni sui principali episodi della passione di Cristo. L'autore presenta la Passione di Gesu attraverso gli episodi che vanno dal Getsemani alla morte di croce. Ciascuno di essi e visto con gli occhi dei quattro evangelisti di cui vengono riportati i relativi racconti seguiti dal commento. Ne risulta una lettura della passione da quattro angoli visuali, dunque una lettura completa e, nello stesso tempo, diversificata e convergente. Bruno Maggioni, ben noto ai nostri lettori per la serieta dell'impegno scientifico e per l'agevolezza e chiarezza nell'esposizione, ha prodigato in questa opera il meglio delle sue doti.
La storia e le sue contraddizioni, l'azione del demoniaco e la forza dirompente del mistero pasquale, le forme del potere costituito e la testimonianza, fino al martirio, dei credenti, le sconfitte momentanee del presente e la certezza di una vittoria definitiva nel futuro escatologico sono le diverse realtà che si nascondono sotto il velo simbolico dell'Agnello apocalittico. L'analisi esegetico-teologico dei singoli passi rivela il volto del Risorto e della comunità che, soprattutto nella liturgia celebrata e vissuta, comprende la sua vocazione di popolo messianico, inserito nella storia, e di "fidanzata", in cammino verso la pienezza delle "nozze" con l'Agnello nella Gerusalemme nuova.
Il libro si sofferma sulle dinamiche caratterizzanti la relazione tra Gesù e i suoi discepoli nel quadro della sua passione, morte e risurrezione. Nella prima parte del lavoro - incentrata su testi della seconda metà del vangelo si studiano le motivazioni che portano i discepoli a prendere sempre più "distanza" da Gesù, man mano che si avvicina alla sua passione, nonché i fondamenti su cui poggia l'invito ad una sequela rinnovata dopo la risurrezione del Figlio dell'uomo. Nella seconda parte del libro, quanto emerso precedentemente viene ulteriormente approfondito e acquista prospettive inedite, perché "riletto" nel contesto di tutto il vangelo secondo Marco.
La storia di Giuseppe e dei suoi fratelli è stata studiata da molti punti di vista ma raramente è stato indagato il suo ruolo all'interno dell'intero racconto biblico. L'autore mette in luce come l'inserzione tardiva della storia di Giuseppe nel macro racconto che va da Gen a 2 Re vi impresse il suo significato complessivo. Giuseppe non solo rappresenta lo scioglimento di genesi in quanto vi riappare un'umanità, dopo il dramma del peccato, di nuovo conforme al progetto divino. Egli è soprattutto, insieme ad Adamo e Davide, figura del destino regale dell'Uomo, del Re Messia futuro che l'intero racconto annuncia.
Alessio Fifi, laureatosi a Milano in Ingegneria Informatica, ha poi conseguito il Baccalaureato in Sacra Teologia ad Assisi. Ha ottenuto la Licenza in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico e il Dottorato in Teologia Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Attualmente è Parroco per la diocesi di Perugia e Professore Straordinario presso l'Istituto Teologico di Assisi.
La convivialità potrebbe essere un motivo teologico del dittico lucano? La ricchezza del vocabolario legato al cibo; l'abbondanza di scene di mensa (implicite ed esplicite) in Luca ed Atti; la pregnanza delle tredici scene di convivialità esplicita in rapporto al messaggio di Gesù ai discepoli, ai farisei e alle folle da un lato e di Luca ai suoi lettori dall'altro; e la peculiarità del simposio lucano (L 14,1-24) grazie sia ai temi del ribaltamento, della beatitudine, e del regno di Dio che emergono dal testo, sia alla tecnica narrativa della mise en abyme, sembrano confermarlo. È nel corso dei pasti festivi che Gesù annuncia le sue scelte fondamentali e la loro fondatezza. Quello che cerchiamo di dimostrare è che il motivo teologico della convivialità sia un fil rouge dell'opera lucana, capace di nutrirci in una molteplicità di prospettive: quella umana dell'incontro, anche e soprattutto tra diversi: quella sociale, nel seme del ribaltamento, cioè del capovolgimento di personaggi e situazioni proposto da Gesù; quella escatologica del Regno di Dio che si mostra nella beatitudine di coloro Signore.