
Il testo commenta i primi 75 Salmi della Bibbia, i quali, ricordiamo, sono componimenti di vario genere letterario di tradizione ebraica e cristiana composti da autori ignoti che costituiscono una sorta di sintesi dell'Antico Testamento. Le due Strade" è un libro scritto tra le due Guerre da un autore anonimo, ritrovato e ora pubblicato per la prima volta. Leggendo il volume quello che colpisce è lo sforzo, realizzato dall'autore, di aver saputo riunire in modo sintetico il significato spirituale e dottrinale di ciascun Salmo e di farne intuire, in modo semplice e immediato, la bellezza estetica e il sapore poetico originari. "
Uno studio approfondito sui salmi 42 e 43. Uno studio dei salmi 42-43 che coniuga all'analisi esegetica uno spiccato interesse antropologico, per far emergere dalla ricchezza del testo le dinamiche essenziali del desiderare umano. Strutturalmente connesso con l'asssenza, la contraddizione e la prova, il desiderio di Dio e il dinamismo fondamentale del vivere nella speranza certa del compimento dell'incontro di comunione. La finezza dell'autocoscienza, il dialogo interiore, l'audacia del questionare Dio al cuore della prova e la celebrazione anticipata dell'esaudimento, rendono assai prossima alla sensibilita moderna una delle pagine piu pregevoli della letteratura biblica.
Uno studio appassionato sul tema dell'Alleanza sacerdotale all'interno dell'Antico Testamento. Il volume si propone di portare un contributo allo studio dell'alleanza di Dio con i sacerdoti leviti nell'AT (tema che ha ricevuto un'attenzione limitata) analizzando i passi in cui essa e espressa con il termine berit. La riflessione che impiega tale termine in rapporto a Levi e ai sacerdoti va collocata in epoca post-esilica, ma non si possono attribuire tutti i testi a un'unica corrente letteraria. La ricerca evidenzia il valore relazionale della berit, che non puo essere interpretata come promessa unilaterale, anche se l'accento cade sull'iniziativa divina. Emergono anche gli stretti rapporti fra l'alleanza levitica e l'alleanza con il popolo, nonche l'accostamento esplicito con l'alleanza davidica, con afffermazioni che sembrano legare la permanenza della promessa rivolta al re alla continuita del sacerdozio.
La cornice letteraria del Vangelo di Marco .
Il merito del libro di Giovanna Furlani consiste nel mettere in evidenza la centralità della dimensione relazionale della persona, evocata dal corpo. L'Autrice ci conduce non solo al centro del pensiero di Paolo ma al centro stesso della relazione tra Cristo e la Chiesa, il credente, l'umanità intera. Tale centro è il corpo. Il lavoro nasce da uno studio attento, paziente e ragionato delle fonti, svolto con precisione esegetica e accuratezza della ricerca, unitamente alla passione per la Parola di Dio, nella convinzione di trovare in essa il senso profondo del nostro esistere (dalla Postfazione di Mauro Meruzzi). GIOVANNA FURLANI ha frequentato il Seminario Teologico Diocesano di Trento e ha conseguito il diploma in Scienze Religiose presso l'Istituto Euromediterraneo Superiore di Scienze Religiose di Tempio Pausania (OT).
Marco ci racconta tre esorcismi tradizionali (Mc 1, 21-28; 5, 1-20; 9, 14-29).
In essi, demoni hanno molto da dire su Gesù, una caratteristica che contrasta con il tono misterioso generale dell'opera, dove i diversi personaggi (e il lettore) fanno fatica a comprendere le azioni e le parole del Maestro. Si tratta di un gioco di conoscenza e ignoranza, potenziato dalle ingiunzioni al silenzio da parte del protagonista. Con lo strumento della linguistica di Alain Rabatel, è possibile discernere il metodo comunicativo dell'autore del vangelo marciano, elencare le sue strategie per stabilire una teologia su Gesù, la fede e il discepolato. Il vangelo di Marco è dunque un'opera attuale, per quanto esplora le possibilità dello stesso linguaggio scritto. Marco riesce a stabilire questo felice paradosso: proprio tramite la sua presentazione dei demoni, si approfondisce l'esperienza di credere nel Figlio di Dio.
Nel raccontare la vita di Gesù, consapevole del suo valore universale, l'evangelista Luca non si rivolge unicamente alla ristretta cerchia dei credenti, ma intende farsi leggere anche negli ambienti di cultura greco-romana. Pertanto, pur considerandosi un "servitore" della Parola, mira ad una trasmissione più scientifica e certa dei fatti narrati che possa costituire un riferimento sicuro per le generazioni future. Luca scrive attualizzando fatti ed insegnamenti: nel racconto si respira il pensiero dell'evangelista e la situazione storica della comunitàcristiana, con le sue esigenze e problemi. Su una solida base esegetica, il commento, volutamente privo di tecnicismi, intende avvicinare illettore in modo semplice e diretto al testo, per cogliere la straordinaria ricchezza spirituale di questo vangelo.
Un commento all'inno alla carità di San Paolo che attinge ai testi sacri e agli scritti dei Padri e del Magistero ecclesiale. Prefazione di Fabio Ciardi.
I salmi si possono considerare un concentrato della teologia dell'Antico Testamento, in cui vengono raccolti e unificati gli impulsi vitali presenti negli altri libri. (Dalla Presentazione dell'Autore)I Salmi sono senza dubbio una miniera per chi cerca parole profonde e essenziali per parlare con Dio, per invocarlo nelle diverse situazioni della vita ed è proprio la loro essenzialità a renderli sempre attuali. I Salmi però, come dice l'Autore di questo commento, non sono da considerarsi solo come una raccolta di preghiere per la liturgia, ma piuttosto come una sintesi teologica della Torah. La stessa suddivisione dei Salmi in cinque libri evoca l'impianto della Torah, anch'essa divisa in cinque libri. L'Autore in queste pagine individua per il lettore i paralleli che collegano ogni salmo con gli altri salmi e con i libri dell'Antico Testamento, offrendo in questo modo un commento ricco e unitario, che introduce a una lettura sapiente, non solo dei salmi proposti, ma anche di altre pagine della Bibbia.Un libro utilissimo per chi ama la preghiera dei salmi e desidera non solo conoscerne la struttura, ma anche scoprire in essi tutta la forza teologica, cristologica e spirituale. I responsabili dell'animazione liturgica delle comunità ecclesiali trovano in queste pagine un sussidio prezioso.
Per il Dio biblico e della tradizione rabbinica, la vita di "un solo uomo equivale all’intera opera della creazione" (Abot deRabbi Natan A 31,1). Dio è "il formatore di tutti, il creatore" (Abot 4,29). Perciò non solo Gesù e i vangeli, ma tutti i libri della Bibbia, aiutano a fare l’esperienza di Dio che educa e accompagna ogni vivente per realizzare il progetto-mistero (Rm 8,28-30; Rm 16,25-26) della propria esistenza, fino a quando "si compirà" (Ap 10,7).
Come e perché Dio crea ed educa l’umanità e il popolo eletto? Come si è formato Gesù, che dichiara ai discepoli di ogni tempo che "uno solo è il vostro Maestro, voi siete tutti fratelli"? (Mt 23,8) Quale novità comporta il suo arrivo, il suo annunziare il "vangelo di Dio", (Mc 1,14) e il suo agire educativo rispetto al mondo rabbinico?
Il presente testo, suddiviso in quattro parti – 1. Dio creatore e "formatore di tutti. 2. Sulle "orme" di Gesù, maestro ed educatore. 3. "Trasformazione" nello Spirito: l’ekklesia discepola e maestra. 4. Profilo dell’educatore e progetti educativi per/nel terzo millennio –, si pone come strumento utile nel processo educativo e nel cammino di una "nuova" evangelizzazione nella Chiesa italiana. Si propone di far scoprire il senso globale della vita personale e sociale e come crescere fino alla pienezza integrale. Emerge il profilo del formatore e della comunità educante nella prospettiva trinitaria dell’educazione, dove Gesù rivela il Padre come colui che "insegna" a "tutti i suoi figli" e dona lo Spirito come "guida alla verità tutta intera" inviando a fare suoi discepoli tutti i popoli del mondo.
Oggi, nell’educazione prevale la dimensione psicopedagogica, manca la Scrittura. Questo testo mette in dialogo Bibbia e scienze umane.
L’individuo è chiamato sempre a diventare persona in ambito comunitario (con dignità, diritti, doveri): attraverso una relazione "iotu" originante, sia nell’AT come nel NT.
La dimensione educativa dell’esperienza tra Gesù maestro e Pietro discepolo è alla base dell’evangelizzazione e formazione per il regno.
Destinatari
Animatori biblici e operatori pastorali e insegnanti (sacerdoti, religiosi e laici).
Autore
Michele Mazzeo, sacerdote cappuccino, è docente di Sacra Scrittura all’Università Antonianum (spiritualità del Nuovo Testamento), all’Istituto Teologico Calabro di Catanzaro (fondazione biblica e normativa della teologia morale e prospettive bibliche in bioetica) e allo Studio Biblico Francescano di Gerusalemme (Apocalisse). Fra le sue opere ricordiamo: La spiritualità del Nuovo Testamento. Ascolto e sequela (Bologna 2011). Con Paoline ha pubblicato: La sequela di Cristo. Nel libro dell’Apocalisse (1997); Lettere di Pietro. Lettera di Giuda. Nuova versione, introduzione e commento (2002); Pietro. Roccia della Chiesa (2004); Vangelo e lettere di Giovanni. Introduzione, esegesi e teologia (2007).
I quattordici racconti proposti nel volume non si trovano nei Vangeli, ma hanno la loro fonte di «ispirazione» in essi, «per il soffio della fantasia, per il piacere della mente di vagare nell’ambiente umano, storico e religioso dei Vangeli». Sono racconti di natura diversa rispetto al testo sacro, ma ad esso in qualche modo sono accostabili perché consentono di immaginare storie e vicende che si potrebbero considerare «complementari», volendo in qualche modo mettere in evidenza l’influsso che una parola dei Vangeli, una scena colta con l’immaginazione può avere nella vita
di ogni giorno. I racconti rimangono fedeli al contesto del tempo di Gesù; i nomi dei protagonisti o sono quelli indicati dal testo evangelico o sono presi dall’Antico Testamento, in particolare dai libri di Esdra e Neemia, verosimilmente ancora in uso ai tempi di Gesù. Ogni racconto è arricchito da una bella illustrazione inedita del maestro Franco Murer, contribuendo così a rendere la lettura più godibile.
Dodici donne che seguono Gesù, lo ascoltano a cuore aperto. Dodici volti da scoprire al seguito dei Vangeli. Oltre alle più conosciute Maria, la madre di Gesù, Maria
di Magdala, e anche Marta e Maria, «le altre, chi sono?», si chiede Anne Soupa. Biblista e sensibile al ruolo della donna nella Chiesa, l’autrice va loro incontro e ne tratteggia il ritratto.
Scopriamo allora che, diversamente dai discepoli uomini che, spesso, fanno fatica a cogliere l’insegnamento di Gesù, le donne, comprendono che la Buona Novella è Gesù in stesso. Esse credono... Presenti alla croce, esse amano, costi quel che costi. Presenti davanti alla tomba aperta, esse sono le prime a vedere il Risorto. Con loro, Gesù non fa mai accezione di sesso: non vi è alcuna discriminazione. Con le donne, Gesù si rivela – già! – un difensore ardente dei Diritti dell’Uomo. Le donne hanno amato Gesù e Gesù ha ben ricambiato.
Queste discepole sono i prototipi di una Chiesa interamente volta verso il suo Signore.