
Le prime traduzioni dei vangeli non possono essere pensate solo come un arcaico serbatoio di varianti testuali. Occorre vedere in esse anche una testimonianza del modo in cui le più antiche comunità cristiane hanno recepito la Buona Novella. Infatti, se le prime comunità hanno prodotto le proprie traduzioni, si può pensare che l’abbiano fatto per usarle durante le liturgie, per la preghiera e per lo studio. La domanda è: tali traduzioni – se paragonate al testo greco – fornivano ai lettori la stessa immagine di Cristo, degli Apostoli, e degli altri personaggi del racconto? Hanno trasmesso lo stesso messaggio del testo originale? Oppure l’hanno modificato? Questa domanda ha generato lo studio presentato in questo volume. Il cuore del volume è costituito dalla presentazione di circa 400 casi in cui il testo della Vetus Syra di Matteo si discosta dall’originale greco. Si cerca di trovare la causa e la genesi di queste differenze. In alcuni casi più importanti si descrive l’influsso che tale discostamento ha esercitato sul testo dell’intero Vangelo di Matteo della Vetus Syra.
Dalla Genesi ai libri dei Profeti, dai racconti dei Vangeli alle visioni dell'Apocalisse, la Bibbia ha rappresentato nel corso dei secoli il codice dell'arte e della letteratura occidentali in virtù del suo significato universale, narrativo ed etico. Le pagine di molti libri rimarrebbero bianche se non fossero nutrite dal retroterra biblico che ne costituisce l'humus. E anche nei nostri tempi sono numerosi i poeti che, in modo più o meno esplicito, hanno raccolto la sfida del confronto con le Scritture, ora inseguendone la traccia sacra, ora recependone la trama narrativa, talvolta invece prendendone le distanze fino a curvare verso un amaro nichilismo. In questa raccolta, cinquantadue poesie tra le più intense degli ultimi cento anni, accompagnate da un commento rigoroso e insieme affabile, vengono messe in parallelo con passi dell'Antico o del Nuovo Testamento, riconoscibili come fonte dichiarata d'ispirazione oppure soltanto echeggiati o suggeriti all'orecchio del lettore. Ne risulta un dialogo a voci alterne in cui si mescolano fede e scetticismo, devozione e disperazione, sapienza e fantasia, in un confronto avvincente e, al contempo, sempre orientato a quella ricerca di senso che è costante e, per questo, insistentemente attuale.
Questa Introduzione generale alla Bibbia si presenta anzitutto come testo per gli studenti del primo ciclo del corso teologico. Essa, tuttavia, è stata fondamentalmente pensata perché possa servire a un pubblico più ampio: sia a coloro che con meno formazione teologica vogliono coscienziosamente introdursi a questo tipo di studi, sia a quanti avvertono il bisogno di progredire nella scienza biblico-teologica a motivo dei loro impegni ecclesiali (parroci, catechisti, operatori pastorali, insegnanti di religione, ecc.), sia infine agli studiosi che desiderano acquistare una maggiore conoscenza di base utile nelle materie bibliche.
Tenendo presente quest'ampio orizzonte, l'autore ha cercato di offrire una visione globale il più possibile completa delle questioni basilari, soprattutto quelle di carattere teologico-biblico e dogmatico, che una retta comprensione dei libri sacri comporta. E proprio questa sembra essere la principale novità del libro: mettere in luce il contenuto teologico dei concetti della scienza biblica collocandoli in una prospettiva storico-teologica, cioè mostrando il loro evolversi nella storia dell'esegesi e il contesto teologico in cui sono nate le nuove prospettive della scienza biblica.
Michelangelo Tábet, nato a Caracas (Venezuela) nel 1941 da genitori libanesi, sacerdote dal 1967, è professore ordinario di esegesi biblica nel Pontificio Ateneo della Santa Croce a Roma. Laureato in matematica a Caracas, in teologia presso la Pontificia Università Lateranense di Roma e in filologia biblica trilingue presso la Pontificia Università di Salamanca, ha pubblicato diverse opere di carattere teologico-filosofico e di esegesi biblica ed ebraica. È membro dell'Associazione Biblica Italiana e della corrispondente Associazione Biblica Spagnola.
Quest'opera è stata pensata come aiuto all'applicazione pratica delle segnalazioni, emerse nell'insegnamento magisteriale più recente, sull'importanza d'intraprendere un'esegesi complessiva dei testi biblici, tenendo presente la loro natura di scritti divinamente ispirati. Appare, infatti, l'urgenza di servirsi nello studio biblico di un'ermeneutica che tenga presente l'unità della Scrittura e sappia integrare il metodo storico-critico e gli altri metodi razionali in una prospettiva di fede; ermeneutica proclamata con grande accuratezza e sensibilità dalla Costituzione dogmatica Dei Verbum, al n. 12. Il volume intende presentare, attraverso un percorso storico, la varietà di lettura della Scrittura sorta lungo i secoli all'interno della Tradizione della Chiesa. È quindi uno stimolo perché si possa valorizzare in modo rinnovato la ricchezza della parola di Dio ed intraprendere ciò che si potrebbe chiamare una lettura multidimensionale della Bibbia. Quest'ultima, lungi dal diminuire la ricchezza dei testi, è capace di apprezzare la multiforme varietà di sfumature che essi racchiudono, appunto perché parola di Dio per la salvezza di tutti gli uomini.
Il libro prende in considerazione - con l'andamento tipico della lectio divina - una passo della Bibbia che racchiude un'interrogativo di grande importanza appartenente alla più genuina tradizione religiosa di Isreaele, e non solo: a che serve fare il bene e affannassi per tante cose se, alla fine, la morte costituisce il traguardo verso cui si incammina ogni essere vivente? Una domanda fondamentale che riguarda la vita degli esseri umani e la sua dimensione vocazionale, una domanda resa ancora più urgente dall'attuale "corsa" di tutto, a velocità folle, verso cosa? Il sapiente Qoèlet presenta la sua risposta dopo una riflessione appassionata e attenta sull'esistenza umana, elaborata alla luce della verità racchiusa nel mistero di Dio e dell'essere umano.
Il presente Manuale è stato progettato con la finalità di offrire a professori, studenti e a quanti si interessano allo studio della Sacra Scrittura, un quadro il più possibile aggiornato della situazione nel campo degli studi biblici sui libri storici veterotestamentari. Nel considerare i grandi blocchi della tradizione israelitica, e nell'esame particolareggiato di ciascuno dei libri di cui si occupa il volume, si è cercato di mettere in luce le opportune problematiche di indole letteraria e storica e quanto si è ritenuto utile per una corretta interpretazione dei testi biblici nel contesto storico-letterario in cui essi furono forgiati. L'intento principale dell'opera, tuttavia, consiste nell'offrire al lettore l'ampio contenuto teologico racchiuso nei libri storici dell'Antico Testamento. Per questo motivo, il Manuale cerca di sviluppare le prospettive necessarie alla comprensione del rapporto esistente tra i libri studiati e il mistero salvifico rivelato in Cristo, così come è presentato negli scritti riguardanti l'economia definitiva della salvezza. Il Pentateuco e gli altri Libri storici, infatti, come parte della rivelazione divina, mostrano i modi con cui Dio, giusto e misericordioso, è voluto entrare nella vita degli uomini, instaurando con loro un dialogo di salvezza che ha la sua piena realizzazione in Cristo Gesù.
Questo manuale vuole offrire a quanti si interessano allo studio della Sacra Scrittura un quadro, il più possibile aggiornato, dei libri poetici e sapienziali dell'Antico Testamento. Nella nostra epoca, caratterizzata da un forte scetticismo e da un relativismo etico e morale, la letteratura biblica liricosapienziale desta indubbiamente un grande interesse, sia per la sua profonda capacità di penetrare e far conoscere la realtà nel suo significato più profondo, sia per l'insegnamento religioso ed eticomorale che propone. L'autore intende introdurre il lettore nei grandi temi riguardanti la sapienza biblica, destinati per la loro stessa natura a illuminare la cultura universale. I libri poetici e sapienziali, infatti, come parte della rivelazione divina, mostrano con grande lirismo e altissima riflessione, illuminata dalla grazia divina, la grandezza del dialogo che Dio, Padre misericordioso di bontà infinita, ha voluto intrattenere con gli uomini, instaurando un dialogo di salvezza che ha la sua piena realizzazione in Gesù Cristo.
Alcuni recenti scavi archeologici hanno portato alla luce una tomba risalente al I secolo d.C., un ritrovamento destinato a segnare la storia, perché quella potrebbe essere la tomba di Gesù e della sua famiglia. Una scoperta che, associata ad altre importanti testimonianze e documenti, permette di riscrivere la storia della vita e della morte di Gesù. Un uomo appartenente a una grande famiglia, primo di sette fratelli. Un uomo che non intendeva fondare una nuova religione, ma restaurare, con l'aiuto di dodici governatori, il Regno di Israele, in quanto diretto discendente di re Davide. Un uomo che prima di morire scelse i suoi successori. Ne emerge una verità sconcertante: Gesù non è venuto per annunciare il Regno di Dio, ma è stato il leader di un movimento rivoluzionario che avrebbe voluto trasformare il mondo e instaurare il Regno di Dio su questa terra.
Nel 1980, in seguito a scavi fognari, viene alla luce in un quartiere di Gerusalemme una cripta con strane iscrizioni alle pareti. Sommariamente esplorata, l'antica tomba viene richiusa in fretta per ordine delle autorità senza destare l'interesse degli archeologi. Simcha Jacobovici e James D. Tabor - il primo giornalista investigativo e il secondo storico delle religioni sostengono sin dall'inizio che si tratterebbe invece di una scoperta rivoluzionaria, un ossario risalente all'anno 70, che getterebbe nuova luce sulla storia di Gesù e sugli albori del cristianesimo. Le spoglie dei defunti furono trafugate nei secoli da saccheggiatori di tombe, ma ciò che resta è straordinario: le iscrizioni sulle pareti dei nomi di Gesù, Giuseppe e Maria. Semplice coincidenza? Un caso di omonimia? Nel 2010, Tabor e Jacobovici ottengono il permesso di riaprire il sito e, con l'ausilio di speciali apparecchiature e una telecamera su braccio robotico, tornano a studiare la tomba trovando molte prove a sostegno della loro tesi supportati da valenti archeologi, geologi e antropologi. Anche per la vicinanza fisica con quella che era stata identificata come la "Tomba della Famiglia di Gesù", dopo successivi approfondimenti la cripta viene classificata dai due studiosi come la "Tomba di Gesù". In quel luogo, sui resti dell'ossario, è stato possibile effettuare anche i test del DNA.
Un libro per aiutare il lettore a meditare sulla lettera di Giacomo. Con la lettera di Giacomo siamo di fronte a uno scritto forte e vigoroso, che stimola il cristiano a una fede coraggiosa, sempre in continua conversione, tradotta nella realta quotidiana. E' la maturita cristiana, che non separa la fede dalle opere. E' la missione della Chiesa, operante nella storia, nella molteplicita degli impegni, che il cristiano, illuminato dalla fede, sa scoprire e compiere, nella fedelta al Signore, centro assoluto della vita. Il cristiano autentico pratica la fede con serieta e impegno, nella convinzione che una fede incapace di vivificare con frutto le opere e una pura illusione: Infatti come il corpo senza lo spirito e morto, cosi anche la fede senza le opere e morta". Occorre essere operatori di vita, anche e specialmente nei tempi attuali. "