
"Il commentario dello Schelkle, giunto ormai alla quinta edizione, offre al lettore un'esegesi accurata, aggiornata e di ampio respiro, in cui i singoli termini biblici più significativi vengono esaminati nel contesto del vasto ambito storico-culturale al quale appartengono... Questo interessante e stimolante commentario è arricchito anche da un'ampia bibliografia... oltre che da molte note, prezioso sussidio, quasi ad ogni pagina. Ben dieci excursus su temi inerenti alla teologia delle tre epistole costituiscono un altro elemento positivo in questo volume" (Protestantesimo).
Le donne al sepolcro di Gesù, prime testimoni della resurrezione, nella tradizione romana sono di norma identificate con le cosiddette "tre Marie". Nella tradizione greca e in generale ortodossa, invece, si è costituita nei secoli una credenza secondo la quale queste donne, chiamate mirofore, ossia "portatrici di mirra", sarebbero state addirittura sette: Maria Maddalena, Salome, Giovanna di Cuza, Maria e Marta di Betania, Maria di Cleopa e Susanna. L'autore indaga per la prima volta tali figure nel loro assieme, ripercorrendo le tappe dell'aggregazione e "canonizzazione" delle mirofore in quanto gruppo, con un'analisi che ne presenta ed esamina le fonti letterarie (scritturistiche, patristiche e bizantine), iconografiche e liturgiche, senza trascurare il punto di vista folclorico e quello antropologico. Il volume propone così una interessante lettura di questo aspetto cruciale della cristianità al femminile.
Descrizione dell'opera
La 'Fonte Q' - da Quelle, fonte in tedesco - è un ipotetico documento, probabilmente il più antico testo cristiano, che si suppone sia stato utilizzato nella composizione dei Vangeli sinottici e la cui esistenza è ancora oggetto di studio e dibattito tra gli studiosi, essendo sostenibile solo per deduzione.
Se confermata, la Fonte Q può essere considerata una delle maggiori scoperte letterarie del cristianesimo antico, capace di proiettare una nuova luce sulle origini del movimento cristiano. La sua importanza consiste nel fatto che, ambientabile nella Galilea degli anni 40-50, essa sarebbe anteriore a qualsiasi altro vangelo giunto fino a noi e ciò ne fa il testo di riferimento dei primissimi discepoli di Gesù.
Dallo stile lineare e chiaro, lo studio risponde a numerose questioni relative alla Fonte Q, del cui testo propone, in appendice, un'ipotesi di ricostruzione, e costituisce anche per i non specialisti un valido strumento di introduzione alle problematiche del cristianesimo primitivo.
Sommario
Introduzione. 1. L'ipotesi dell'esistenza di un documento perduto: la "Fonte Q". 2. La natura apocalittica di Q. 3. Il dibattito sull'interpretazione della Legge: la questione centrale di Q. 4. La cristologia di Q: Gesù, il grande segno. 5. La comunità di Q: ricostruzione storica e sociale. Conclusione. La Fonte Q e la tradizione del Cristianesimo palestinese. Bibliografia. Appendice. Il testo ricostruito della Fonte Q.
Note sull'autore
Luigi Schiavo, presbitero della diocesi di Vicenza, è stato per 20 anni missionario fidei donum in Brasile. Dottore in scienze della religione e biblista, è stato professore e preside della Facoltà di teologia dell'Università cattolica di Goiás. Nel 2008 è stato Visiting Researcher all'Università di Oxford. È autore di libri e articoli sui temi della letteratura apocalittica, del Gesù storico e del movimento di Gesù. Attualmente è parroco in diocesi di Vicenza. In italiano ha pubblicato «Tra di voi non sia così...». Il Vangelo di Marco, EMI, Bologna 2009.
Analizzare il cristianesimo delle origini nella sua pluralità interna e nella sua interrelazione con l'ideologia imperiale: sono queste le due principali peculiarità di un'opera che elabora in modo organico i risultati di decenni di ricerche e studi. L'autore delinea i tratti salienti delle tre forme originarie che il movimento di Gesù ha assunto nei primi due secoli: il giudeo-cristianesimo incentrato sul rispetto della Legge e sul radicalismo etico; il cristianesimo ellenistico imperniato sulla sola fede nella morte e risurrezione di Gesù; il cristianesimo gnostico, sostenitore della salvezza derivante da una conoscenza rivelata che proietta il credente nel mondo divino. Di pari passo, analizza i fattori decisivi del grande e rapido successo della nuova religione e le armi culturali con cui il piccolo gruppo si è lanciato alla conquista dell'Impero. La tesi del volume è che i primi cristiani, con un atteggiamento audace e sorprendente, trasposero, risignificati, gli attributi dell'imperatore divinizzato alla figura di Gesù. Pur adattandosi alla cultura dominante, essi realizzarono un'inversione simbolica che delegittimò la funzione messianica e salvifica del culto all'imperatore, a favore della figura di un altro salvatore, un altro dio: quel Gesù che è l'unico e vero signore della storia con la sua morte e risurrezione.
La vicenda del prefetto romano di Giudea raccontata in un libro di storia. Da duemila anni Pilato è una figura di intersezione fra la memoria e la storia, come Romolo o Giovanna d'Arco. Aldo Schiavone costruisce qui un ritratto del prefetto di Giudea ripercorrendo gli eventi che portarono alla morte di Gesú, culmine della narrazione cristiana e punto di contatto fra ricordo evangelico e storia imperiale. Con appassionato rigore, e in serrato dialogo con le fonti, Schiavone non si prefigge alcun intento teologico o politico, ma solo quello di risolvere un enigma, descrivendo e spiegando quel che potrebbe essere accaduto.
La vicenda del prefetto romano di Giudea raccontata in un libro di storia. Da duemila anni Pilato è una figura di intersezione fra la memoria e la storia, come Romolo o Giovanna d'Arco. Aldo Schiavone costruisce qui un ritratto del prefetto di Giudea ripercorrendo gli eventi che portarono alla morte di Gesú, culmine della narrazione cristiana e punto di contatto fra ricordo evangelico e storia imperiale. Con appassionato rigore, e in serrato dialogo con le fonti, Schiavone non si prefigge alcun intento teologico o politico, ma solo quello di risolvere un enigma, descrivendo e spiegando quel che potrebbe essere accaduto.