
La lectio divina è una «lettura spirituale», una «lettura orante» della Parola di Dio, che vuole «riaprire all'uomo l'accesso al Dio che parla nella Bibbia e ci comunica il suo amore perché abbiamo la vita in abbondanza» (Verbum Domini 2). È una pratica antica, che affonda le sue radici nella tradizione monastica. Come può essere però compatibile con le esigenze dell'esegesi moderna e dell'attuale vita cristiana? Dom Bernardo Olivera, già abate generale dell'Ordine dei Cistercensi, la ripropone in questo piccolo ma appassionato libro non come un metodo scientifico, ma come uno strumento che lui stesso ha appreso dall'esperienza e affinato nel corso del tempo: una lettura delle Scritture che mira non all'informazione ma alla formazione, non alla conoscenza ma alla libertà della persona e alla sua trasformazione. Dom Bernardo ci guida in una profonda e coinvolgente immersione nella Parola rivelata così com'è stata compresa dalla tradizione: da essa il lettore ritornerà al presente arricchito della sapienza del passato e saprà orientare al meglio il proprio futuro.
La "lectio divina" è una "lettura spirituale", una "lettura orante" della Parola di Dio, che vuole "riaprire all'uomo l'accesso al Dio che parla nella Bibbia e ci comunica il suo amore perché abbiamo la vita in abbondanza" (Verbum Domini 2). È una pratica antica, che affonda le sue radici nella tradizione monastica. Come può essere però compatibile con le esigenze dell'esegesi moderna e dell'attuale vita cristiana? Dom Bernardo Olivera, già abate generale dell'Ordine dei Cistercensi, la ripropone in questo piccolo ma appassionato libro non come un metodo scientifico, ma come uno strumento che lui stesso ha appreso dall'esperienza e affinato nel corso del tempo: una lettura delle Scritture che mira non all'informazione ma alla formazione, non alla conoscenza ma alla libertà della persona e alla sua trasformazione. Don Bernardo ci guida in una profonda e coinvolgente immersione nella Parola rivelata così com'è stata compresa dalla tradizione: da essa il lettore ritornerà al presente arricchito della sapienza del passato e saprà orientare al meglio il proprio futuro.
La potente metafora del "deserto"
Le leggi, il rituale, le feste e la purità nell'Antico Testamento
La crescente importanza teologica del quarto libro del Pentateuco
Un'interpretazione fortemente contemporanea della storia del popolo di Israele nel suo viaggio attraverso il deserto - dalla schiavitù in Egitto verso la speranza e la libertà della terra promessa - rivolta in particolare alla chiesa moderna nel suo complesso viaggio in un secolo di esilio e deserto.
L'analisi retorica considera l'organizzazione di un testo biblico come un dato oggettivo che diventa, in quanto tale, portatore del senso più profondo. La specificità dello studio consiste dunque nel porre un forte accento sulla composizione della Prima Lettera di Giovanni e, attraverso gli elementi interni ad essa, giungere a decodificarne il messaggio. Si parte dall'esame degli elementi formali del testo, per poter capire come è organizzato. Il commento prende in considerazione anche la critica testuale, l'analisi grammaticale, la ricerca lessicografica e del contesto biblico, per giungere a proporre un'interpretazione coerente e documentata.
Quale messaggio emerge quindi dalla composizione della Lettera? La sequenza centrale è incentrata sull'unico comandamento «di credere nel nome del Figlio di Dio, Gesù Cristo, e di amarci gli uni gli altri». Al suo interno, il «comandamento» corrisponde alla «giustizia» dei «figli di Dio», modellata sull'esempio di Cristo.
Così al centro del quadro sta la figura di Gesù Cristo - il giusto Figlio di Dio, che conferma la sua figliolanza donando la propria vita per i fratelli - messa a confronto con Caino - l'ingiusto figlio di Adamo, che nega la sua figliolanza provocando la morte del proprio fratello. Sullo sfondo si collocano tutti gli altri fratelli (inclusi i lettori), lasciati alla propria libertà di decidere quale «giustizia» scegliere.
Pur partendo dall'analisi minuziosa, il commento si apre ad ampie prospettive di sintesi sugli scritti giovannei, sul Nuovo Testamento e sull'Antico, e fornisce, soprattutto nei paragrafi dedicati al contesto biblico e all'interpretazione, ricche indicazioni di teologia biblica e sicuri elementi per comprendere il vissuto della comunità giovannea.
Sommario
Introduzione. I. La promessa della comunione con il Padre e con i fratelli. La sezione A (1Gv 1,1-10). 1. La certezza della testimonianza sulla Parola della vita. La sequenza A (1Gv 1,1-10). II. Credere nel Figlio e amare i fratelli. La sezione B (1Gv 2,1-5,12). 2. Il comportamento dei figli a imitazione di Gesù. La sequenza B1 (1Gv 2,1-17). 3. L'identità di Gesù Cristo e dei cristiani. La sequenza B2 (1Gv 2,18-3,1). 4. La giustizia dei figli. La sequenza B3 (1Gv 3,2-24). 5. L'origine di Gesù il Figlio di Dio e dei figli. La sequenza B4 (1Gv 4,1-10). 6. La fede dei figli nel Figlio. La sequenza B5 (1Gv 4,11-5,12). 7. Insieme della sezione 1Gv 2,1-5,12. III. Il compimento della comunione. La sezione C (1Gv 5,13-21). 8. La certezza del dono della vita eterna nel Figlio di Dio. La sequenza C (1Gv 5,13-21). IV. L'insieme del libro. 9. Composizione e interpretazione della Prima Lettera di Giovanni. Conclusione. Sigle e abbreviazioni. Bibliografia. Indici.
Note sull' autore
Jacek Oniszczuk, nato in Polonia il 6 luglio 1966, è entrato nella Compagnia di Gesù nel 1988. Ha conseguito la licenza (2001) e il dottorato (2006) in teologia biblica a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana, dove dal 2006 insegna teologia biblica.
«La Passione, assieme all'Incarnazione, costituisce il vero centro teologico del Quarto Vangelo. Giovanni, nel suo racconto della vita di Gesù, attraverso la fede nei segni vuole condurre il lettore verso la fede anche senza i segni visibili, secondo quello che dice il Gesù giovanneo dopo la sua risurrezione a Tommaso: "Beati quelli che pur non avendo visto crederanno" (Gv 20,29)» (dall'Introduzione). La croce è il culmine della rivelazione iniziata fin dalla prima pagina del vangelo di Giovanni. Il discepolo-testimone non ha infatti bisogno, come Tommaso, di aspettare un'apparizione del Risorto per affermare la sua divinità. Già nella Passione egli riconosce il Signore in quanto Figlio di Dio, il Cristo, re universale e supremo.
L'autore affronta il racconto giovanneo servendosi dell'analisi retorica, un approccio esegetico che mette in luce l'architettura del testo biblico ai diversi livelli della sua organizzazione. La composizione apre la porta al senso e conduce il lettore a scoprire la ricchezza del racconto, non solo a livello di singole parole e frasi, ma anche nelle grandi sezioni dell'intero edificio letterario. Il volume è strutturato secondo la composizione del racconto e guida il lettore attraverso le tre grandi sequenze della passione di Gesù: l'arresto, il processo e l'esecuzione.
Sommario
Introduzione. Lessico dei termini tecnici. I. L'ARRESTO (Gv 18,1-28). A. Gesù tra i discepoli (Gv 18,1-12). B. La profezia di Caifa (Gv 18,13-14). C. Gesù tra i Giudei (Gv 18,15-28). D. L'arresto (Gv 18,1-28). II. IL PROCESSO (Gv 18,29-19,16). A. Gesù, il re dei Giudei (Gv 18,29-19,1). B. Il re dei Giudei incoronato (Gv 19,2-3). C. Gesù il re rivelato ai Giudei (Gv 19,4-16). D. Il processo (Gv 18,29-19,16). III. L'ESECUZIONE (Gv 19,17-42). A. Gesù vivo regna dalla Croce (Gv 19,17-24). B. «Tutto è compiuto» (Gv 19,25-30). C. Gesù morto sorgente della vita (Gv 19,31-42). D. L'esecuzione di Gesù (Gv 19,17-42). IV. LA PASSIONE DEL SIGNORE SECONDO GIOVANNI (Gv 18-19). Conclusione. Sigle e abbreviazioni. Bibliografia. Indici.
Note sull'autore
JACEK ONISZCZUK, nato in Polonia nel 1966, è entrato nella Compagnia di Gesù nel 1988. Ha conseguito la licenza (2001) e il dottorato (2006) in teologia biblica a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana, dove dal 2006 insegna teologia biblica. Per le EDB ha pubblicato La Prima lettera di Giovanni (2009) e, insieme a Roland Meynet, Retorica biblica e semitica 1 (2009).
Nell'ambito della vasta produzione esegetica di Origene, il Commento alla Lettera ai Romani (composto tra il 243 e il 249 d.C. e noto nella traduzione latina di Rufino del 405-406) è l'unico testo esegetico giunto a noi integralmente. Origene sottolinea nella Prefatio la complessità del testo a causa del linguaggio a volte oscuro e contorto e per la quantità di temi trattati. Il testo origeniano è opera di indiscutibile valore per essere la prima di una serie ininterrotta di commenti ad una epistola da sempre considerata fondamentale per densità teologica e ampiezza tematica. La Legge, in particolare, è il tema più ricorrente nel Commento origeniano per l'importanza che riveste nella lettera stessa e per il contesto polemico in cui il commento si colloca. Prevale come per tutti i testi esegetici di Origene il metodo spirituale capace di cogliere in "senso interiore" del testo paolino.
Pochissime scoperte di testi patristici possono competere col ritrovamento di 29 omelie di Origene (185-254) sui Salmi nel 2012. Una nuova catalogazione della Staatsbibliothek di Monaco ha messo in luce nel Codice Greco 314 la presenza di quattro omelie note in versione latina e venticinque inedite. L’attribuzione a Origene, oltre alla lista delle opere tramandataci da Gerolamo, trova piena conferma dai contenuti. Dopo l’edizione critica (Berlino 2015), la pubblicazione delle omelie in italiano è affiancata da un testo greco riveduto e da un approfondito commento. La raccolta omiletica più vasta di quel genio della Bibbia che è stato Origene ci documenta il suo cantiere esegetico principale: il Salterio l’ha accompagnato dall’inizio alla fine. Testo di rivelazione profetica, istruzione morale e nutrimento spirituale, i Salmi sono soprattutto per Origene l’espressione della voce di Cristo e della Chiesa, suo corpo mistico.
Da uno degli autori più fecondi dei primi secoli cristiani, un'opera di grande originalità, ricchezza e complessità. Secondo di quattro volumi.