
Sette donne delle scritture di cui non si conosce il nome, ma che ci parlano con la loro vita. Un itinerario di lectio divina per riflettere seriamente, in modo aperto e non apocalittico, sul tema del ruolo delle donne nella Chiesa. Una preghiera iniziale, il Vangelo, una lectio essenziale, la meditatio, una preghiera finale e alcune domande per aiutare nella riflessione. "Quella che stiamo vivendo non è semplicemente un'epoca di cambiamenti, ma è un cambiamento di epoca" – direbbe papa Francesco. In questo cambiamento, nella visione e nell'azione del Papa, le donne occupano un posto speciale e nuovo. Esse da sempre hanno rappresentato e rappresentano la componente più importante della Chiesa, eppure la meno rappresentata nei suoi posti chiave, quella con meno diritto alla parola
I Vangeli raccontano di incontri trasformanti, di sguardi che cambiano la vita. Lo sguardo di Gesù non è solo un dettaglio narrativo, ma un ponte tra il divino e l'umano, capace di interrogare, guarire, liberare e chiamare. Questo libro raccoglie sei riflessioni ispirate alla Scuola della Parola, offrendo un percorso di meditazione attraverso episodi evangelici in cui lo sguardo di Cristo si posa su uomini e donne, risvegliando domande profonde e aprendo nuove strade. Con una struttura che unisce Lectio divina, meditazioni, preghiere e spunti per la riflessione personale e comunitaria, questo testo è un invito a lasciarsi incontrare dallo sguardo di Gesù e a riscoprire la sua presenza nella propria vita.
Un libro documentato, che nasce nell'ambito di un convegno internazionale. In un presente di guerre diffuse, un libro per trovare strategie di pace Per i credenti, per scoprire aspetti inediti della figura di Gesù secondo i vangeli. Per laici, per scoprire le tecniche di azione nonviolenta di Gesù nel suo tempo "Un testo che ci guida alla scoperta della figura di Gesù come operatore di pace nonviolento. Un uomo che insegna come prevenire e arrestare la violenza, in modo effettivo e creativo. Il libro esplora anche gli atti di resistenza civile di Gesù, le sue azioni di riconciliazione e i suoi interventi in difesa degli innocenti. La sua cura per costruire una comunità nonviolenta e la sua scelta di vivere, appieno e fino alla fine, una vita nonviolenta può essere di grande ispirazione nel tempo complesso che viviamo, non solo per i cristiani".
Come fu letto il Vangelo di Matteo dagli "hoi exo" - "quelli di fuori", come li chiamavano le comunità cristiane -, greci per nascita e per cultura, che lo scoprirono nella loro lingua comune, la koiné, così chiara e naturale, nonostante il sostrato aramaico ipotizzato dagli studiosi? Ce ne fornisce un'idea la traduzione di Enzo Mandruzzato, che aderendo con assoluta fedeltà al testo greco di Matteo ne fa risaltare la purezza remota, la ruvidezza e arcaicità. Per la sua notevole diversità rispetto alle versioni canoniche, essa può sconcertare e suscitare anche obiezioni di carattere filologico, ma ha indubbiamente il merito di consentire al lettore di avvicinarsi, come per la prima volta, all'archetipo testuale del "buon messaggio" - nel quale Cristo è ancora "l'Unto", la Chiesa "comunità", il battesimo "immersione" -, di riscoprire il senso e la sonorità originari delle parole che una millenaria stratificazione di traduzioni ha arricchito di profondi significati teologici, ma ha privato nel contempo della loro freschezza sorgiva. Nell'apparato di note che completa il volume, il curatore chiarisce le scelte linguistiche del suo lavoro e fornisce, insieme a informazioni sul contesto storico-geografico, i riferimenti veterotestamentari necessari alla comprensione di quella che può essere considerata come la prima grande sistemazione narrativa, operata da Matteo sulla scorta di Marco, delle sparse testimonianze orali e scritte della vita di Gesù.
Come fu letto il Vangelo di Matteo dagli "hoi exo" - "quelli di fuori", come li chiamavano le comunità cristiane -, greci per nascita e per cultura, che lo scoprirono nella loro lingua comune, la koiné, così chiara e naturale, nonostante il sostrato aramaico ipotizzato dagli studiosi? Ce ne fornisce un'idea la traduzione di Enzo Mandruzzato, che aderendo con assoluta fedeltà al testo greco di Matteo ne fa risaltare la purezza remota, la ruvidezza e arcaicità. Per la sua notevole diversità rispetto alle versioni canoniche, essa può sconcertare e suscitare anche obiezioni di carattere filologico, ma ha indubbiamente il merito di consentire al lettore di avvicinarsi, come per la prima volta, all'archetipo testuale del "buon messaggio" - nel quale Cristo è ancora "l'Unto", la Chiesa "comunità", il battesimo "immersione" -, di riscoprire il senso e la sonorità originari delle parole che una millenaria stratificazione di traduzioni ha arricchito di profondi significati teologici, ma ha privato nel contempo della loro freschezza sorgiva. Nell'apparato di note che completa il volume, il curatore chiarisce le scelte linguistiche del suo lavoro e fornisce, insieme a informazioni sul contesto storico-geografico, i riferimenti veterotestamentari necessari alla comprensione di quella che può essere considerata come la prima grande sistemazione narrativa, operata da Matteo sulla scorta di Marco, delle sparse testimonianze orali e scritte della vita di Gesù. Con un testo di Boghos Levon Zekiyan.
La lettura delle Scritture sante guidata dallo Spirito (lectio divina) consente d'incontrare e di ospitare nella nostra vita Gesù, il veniente, la Parola di Dio che si è "abbreviata" nel seno di Maria e nel libro della Sacra Scrittura. Le meditazioni dei testi evangelici dei tempi di Avvento e Natale consentono di riconoscere ed accogliere Gesù, la Parola che "è venuta nell'umiltà della nostra natura umana", che "verrà di nuovo nello splendore della gloria" e che viene ora "per invitarci ed ammetterci alla comunione con sé e con il Padre". Con suggerimenti e domande per "vivere la Parola" nella propria vita quotidiana.
Il testo integrale del Vangelo secondo Matteo, tradotto e commentato da Rosalba Manes. Versione dal testo originale in una lingua italiana fluente e suggestiva, per rendere la sorprendente ricchezza del linguaggio evangelico; commento fondato su un'accurata analisi del testo, arricchita da sensibilità e intuizione femminili; particolare attenzione alla presenza decisiva delle donne nel racconto evangelico.
Elena Bosetti, nata a Pressano di Lavis (TN) nel 1950, è suora di Gesù Buon Pastore della Famiglia Paolina. Dottore in Sacra Teologia, per oltre trent’anni è stata docente di Esegesi del Nuovo Testamento alla Pontificia Università Gregoriana e in altri atenei romani,tra cui l’Istituto di Teologia per la Vita Consacrata «Claretianum» (Roma). È autrice di numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative tradotte in più lingue e ha commentato per diversi anni il Vangelo nel programma A sua immagine – Le ragioni della speranza (Rai Uno).Ha collaborato con diverse riviste di carattere teologico e pastorale.Attualmente si dedica al ministero della Parola e alla formazione biblica. Per Àncora è stata nel team delle bibliste che hanno realizzato Atti degli apostoli, Lettere cattoliche, Ebrei e Apocalisse tradotti e commentati da sei bibliste (2023).
Quarta di copertina
Quest’omaggio a suor Elena è espressione di profonda ammirazione per la sua dedizione a Cristo e alla Chiesa vissuta con gioia contagiosa attraverso la suadiakoniadi discepola del Pastore bello che, con grazia femminile, tenerezza materna, fecondità spirituale, testimonia in Italia e all’Estero al clero e ai fedeli la bellezza della sua consacrazione alla Parola di Dio.
In una società dove c'è chi dispone di troppo cibo e chi di troppo poco, dove i disturbi alimentari sono all'ordine del giorno, la Bibbia ci provoca sul tema.
"Lo studio dei tre testi 'strategici', fondamentali nello sviluppo di questa Lettera pastorale (Tt 1,1-4; 2,11-14; 3,3-7), rappresenta un'illustrazione ben ragionata degli interessi soteriologici ed escatologici che sottostanno allo scritto. L'autrice mostra che il dinamismo della fede cristiana è compreso tra la grazia dell'incarnazione e la gloria della vita eterna. Questo dinamismo diviene esso stesso epifania divina sotto forma di un'etica "estetica", contrassegnata dalle belle opere, espressione di uno stile di vita che custodisce l'insegnamento apostolico, testimonia ai lontani l'appartenenza alla compagine ecclesiale, e li attrae verso il Signore".
"Ecco un prezioso gioiello di Rosalba Manes sulla misericordia e tenerezza del nostro Dio, che ha viscere materne. Un viaggio affascinante nel vangelo di Luca, narratore sublime. Un viaggio leggero, sulle ali della poesia che apre ogni capitolo, e nondimeno un viaggio ancorato allo spessore del testo che cresce con chi lo legge, attingendo dallo scrigno dei Padri e dalla viva esperienza ecclesiale, un viaggio che impegna sempre a 'ripartire'. Lo sguardo esegetico si focalizza sul vangelo di Luca, che della misericordia è cantore per eccellenza. Come non cogliere l'attualità del messaggio lucano? Questo è il tempo in cui la Chiesa - sollecitata da papa Francesco - è chiamata a lasciarsi conquistare dalla tenerezza di Dio, è chiamata a contemplare il 'volto' del Dio di misericordia (Misericordiae Vultus) e a irradiarne la bellezza e il calore. È tempo di lasciarsi sedurre da un Dio che ci guarda 'con occhi colmi di affetto, innamorato della nostra piccolezza'"
La Lettera a Filemone presenta una ricca teologia degli affetti da cui emergono i tratti della chiesa-famiglia basata su legami di fraternità, sulla forza della collaborazione e su autentici rapporti di amicizia. Paolo veste i panni del fratello, del padre e dell’amico per intercettare il cuore del suo amato collaboratore Filemone e, con abile strategia persuasiva, lo invita ad affrancarsi dalle convenzioni sociali per imparare a vedere nel suo schiavo Onesimo non più un essere inferiore ma un fratello.È grazie allo Spirito Santo ricevuto nel battesimo che «non c’è schiavo né libero» (Gal 3,28) ma una Chiesa dal cuore aperto capace di accoglienza, quella che Paolo custodisce nel grembo del suo cuore, quella che sogna in questa Lettera.Breve ma decisamente provocatoria, essa sfida la Chiesa di oggi a farsi madre per tutti, specie per quanti soffrono emarginazione e discriminazione.