
Il libro di P. Boschi completa una sua precedente opera, Il nome nella Bibbia, estendendo il tema fra i due Testamenti e mostrando l'importanza fondamentale per ogni uomo.
La denominazione tipicamente cristiana di Dio come Padre nella Bibbia presenta un cammino lungo e articolato, che -come sempre- parte dalla semplice concezione della paternità terrena e famigliare, per poi dispiegarsi in un ampio ventaglio, che, dalla società umana, s'innalza fino al divino.
Dopo aver trattato il Padre nella Bibbia, intendiamo proporre un aspetto collaterale - anche se, in qualche modo, inedito - come quello della Madre nella Bibbia un tema complesso e intrigante, ma anche interessante, come pure - riteniamo - attuale. Perché? La progressiva emancipazione della donna in epoca moderna, con il processo delle pari apportunità e pari diritti, ha interessato non solo la società civile, ma anche la sfera religiosa e la stessa Chiesa cattolica. È quindi utile affrontare, all'interno della rivelazione biblica, il problema femminile, in genere, e specificamente quello materno, oggi, tra l'altro, investito da temi gender che ne mettono in discussione la sua essenza.
Nella Bibbia le "forme di aggregazione sociale" - e i relativi "termini" che le contengono - sono molto importanti e assumono varie accezioni, da quelle più semplici, come il nucleo familiare (o anche le specie animali), le varie aggregazioni sociali ecc., a quelle più ampie e complesse come la configurazione dei popoli e addirittura degli imperi. Tutto questo fa parte della concezione biblica della "creazione", nella quale Dio ha posto gli esseri in forme sociali, da quelli inanimati a quelli animati, fino alla coppia umana. Ma nel tessuto biblico riscontriamo anche le aggregazioni malefiche, capaci di portare a scontri feroci e tragiche soluzioni, anche mortali, come la persecuzione dei profeti nell'AT e la morte di Gesù nel NT. Tuttavia, detto questo, occorre tenere conto poi della diversa mentalità che si riscontra nei testi biblici nella stessa terminologia, che può riscontrarsi rispetto ad altri contesti e culture.
"Dopo aver trattato del padre e della madre nella Bibbia, ci proponiamo di analizzare il tema della coppia sposo-sposa (il marito-moglie), ed anche nozze, sempre nel panorama biblico.
A questo argomento ci inducono le forti implicante simboliche, terrene e spirituali, civili e religiose, del Primo e Secondo Testamento" (dall'Introduzione).
La novità di questo nuovo libro dell'autore si trova nell'indicazione grafica dei versetti citati e la loro indicizzazione alla fine del volume.
«La Bibbia tratta degli animali dal libro della Genesi fino all'Apocalisse, e non hanno certamente un posto marginale nel piano divino della Creazione, ma anzi possono rivestire un ruolo simbolico di una speciale pedagogia, di natura positiva e anche negativa. Dai cosiddetti due racconti della creazione emergono tre punti fondamentali: L'uomo fa parte del mondo animale; Secondo la parola di Dio l'uomo comunque del tutto distinto dagli animali; Solo l'uomo e la donna sono un'immagine di Dio. Nella Bibbia esiste un'armonia, ma anche un ordine gerarchico, in quanto tutti gli esseri viventi , animali e uomini, provengono dall'opera creatrice di Dio, nell'ambito tuttavia di una trilogia ascensionale: animali - uomo - Dio». (Tratto dall'Introduzione).
La vegetazione - in tutte le sue varie forme - è un'espressione della vita, che deriva a sua volta dal concetto biblico di creazione, proprio alla Bibbia. Le piante infatti sono organiche e viventi e quindi nel testo sacro appaiono come immagini della forza vitale del cosmo. Nel Salmo 1, nella dialettica vita-morte, si scelgono immagini di piante per descrivere la qualità del vivente. Il salmista dice: l'uomo pio è «come un albero che su rivi d'acqua è piantato, che dà i suoi frutti ad ogni stagione, le cui foglie mai appassiscono» (Sal 1,3c). E il profeta Geremia soggiunge: «L'uomo che confida in Jahve» è «come albero piantato presso l'acqua, verso il ruscello spinge le sue radici; non se ne accorge quando giunge il calore e permane verde il suo» (Ger 17,7-8). In territori privi d'acqua e aridi, le piante non solo sono immagine di vita, ma anche metafora della crescita, contrapposta alla stagnazione. Il profeta Isaia, per esempio, paragona Jahve, che semina «la giustizia e la lode» al modo in cui «la terra produce i suoi germi e il giardino fa germogliare i suoi semi» (Is 61,11). E il Cantico dei Cantici, inno alla primavera, descrive il quadro di come «riappaiono i fiori sulla terra [...] il fico emette le sue gemme e le in fiore eano profumo» (Ct 2,12-13). E il profeta Hoseaea parla di piante che sbocciano, germogliano e fioriscono (Os 14,5-7). Le piante inoltre significano «abbondanza». È quanto descrive il profeta Ezechiele: «Sul torrente, sulle sue sponde, cresce di qua e di là ogni albero da frutto, le sue foglie non avvizziscono mai né si esauriscano i suoi frutti; essi maturano ogni mese», in armonia di quanto si afferma in Deuteronomio: «Poichè Jahve, tuo Dio, sta per introdurti in una terra di frumento, orzo, viti, fichi e melograni, terra di oliveti» (Dt 8,7-8). Le metafore delle piante infine si proiettano nelle similitudini della vita umana. (Estratto dell'Introduzione).
Commento al libro biblico della Genesi, approfondito e allo stesso tempo accessibile anche ai non-specialisti. Libro di buona divulgazione.
Siamo immersi nell'epoca della comunicazione delle parole e delle immagini attraverso canali mediatici d'ogni genere, dalla radio alla televisione, e inoltre da Internet nelle varie forme. Tutto questo porta ad un'informazione tempestiva e puntuale, che, accanto a vantaggi indubbi, determina anche smarrimenti, che da una mancata assimilazione cosciente porta non raramente a superficialità e manipolazioni. Si pone allora la necessità delle priorità, dell'essenzialità e della validità dei contenuti, che vengono proposti e divulgati. E questo vale soprattutto per la Bibbia, Parola di Dio. È quindi utile e necessario ricomporre il senso delle parole, nel loro contenuto reale e immediato e poi simbolico, nelle varie accezioni. In tal senso abbiamo pensato di riferire direttamente le parole stesse della Sacra Scrittura, nel loro "cammino" semantico e teologico, piuttosto che ricorrere a disquisizioni, spesso astratte e non aderenti al contesto reale, nel lungo e sublime percorso della rivelazione biblica. La Bibbia allora - come parola o scritto di Dio che cosa propone?
Prefazione di Bruno Maggioni
Proprio come ognuno di noi Gesù usava le mani, gli occhi, il viso, il corpo. Questa affascinante realtà, documento esplicito dell’Incarnazione, viene per la prima volta messa in risalto con un’attenta ricerca nei testi dei Vangeli.
In un mondo in cui il segno, l’espressione esteriore rimanda come un corto circuito solo a se stessa, questo libro tenta di ridire cos’è la corporeità, sollecitando il lettore a una riflessione sulla propria e presentando la figura di Gesù e di altri personaggi dei vangeli, in una veste inedita, e originale. Arricchisce il volume un elenco in ordine alfabetico dei gesti compiuti da Gesù nei vangeli.
INDICE
I. Il gesto: aspetti generali; II. I gesti di Gesù; 1. Il corpo; 2. Gli occhi, il capo, la bocca; 3. Le mani; 4. I piedi; 5. Alcuni gesti liturgici; 6. Gesti e riti di saluto; 7. La frazione del pane e le abitudini alimentari; gesti di minaccia, insultazioni, azioni punitive; concludendo: III. Elenco dei gesti presenti nei vangeli.
Si tratta di un libro che analizza i rapporti e gli incontri di Gesù di cui abbiamo notizia dai Vangeli. Riprendendo il metodo di analisi e interpretazione già applicato con successo nel precedente “I gesti di Gesù”, l’autore annuncia subito lo scopo del libro: mettere in evidenza le profonde somiglianze tra le relazioni affettive di Gesù e quelle dipinte in modo così suggestivo dal Cantico dei Cantici. Alla luce delle consolidate interpretazioni sul testo sacro – letto sia come storia del rapporto tra il popolo d’Israele e Dio, tra l’anima e Gesù e come canto dell’amore di coppia – Boscione suffraga la sua tesi con rigore e semplicità, restituendoci una vita affettiva del Signore vista come piena realizzazione di quella tenerezza e di quell’amore così poeticamente descritti nel Cantico attribuito a re Salomone.
La teologia e la spiritualità hanno spesso guardato con sospetto il mondo dei sentimenti e degli affetti. La Bibbia invece ne parla con frequenza, talvolta con intensità. I Vangeli descrivono i sentimenti di Gesù. San Paolo esorta i cristiani: «Abbiate tra di voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù» (Fil 2, 5). L’argomento è complesso e delicato perché, oltre che in quello biblico, entra nel terreno sia della psicologia che della spiritualità. Questo libro, facendo puntuale e fecondo ricorso alle scienze umane e teologiche, guida il lettore ad «attingere al pozzo» inesauribile del mondo affettivo della Bibbia.