
Comincia il nuovo ciclo di commenti alle letture della domenica, delle Solennità e di alcuni momenti-forti dell'anno liturgico, per accompagnare il cammino di fede dei credenti attraverso la liturgia. Un discorso immediato, ma incisivo e provocatorio - che esprime la cordialità del rapporto che l'Autore riesce a stabilire con i suoi interlocutori (studenti, parrocchiani o amici) dà alla sua esperienza fascino nella semplicità, aiutando così il lettore ad accogliere la Sacra Scrittura nella propria vita come lo specchio su cui ci si deve riflettere se ci si vuole dire cristiani. Utile per uso personale di ogni credente, è altresì adatto per sacerdoti o per i gruppi liturgici che vogliano approfondire la Parola.
Nei vangeli di Gesù racconta brevi storie chiamate "parabole", i cui temi sono tratti dalla vita ordinaria, da incontri casuali, dagli eventi più vari. Le racconta, come spesso si è detto, per fare la morale ai suoi interlocutori? No, perché Gesù non è né un saggio né un filosofo. Una sola cosa gli interessa: l'esistenza concreta di coloro che incontra e che desiderano crescere nella libertà, nella verità e nell'amore. Tutte quelle storie hanno lo scopo di liberare coloro che le ascoltano da false immagini di Dio e di condurli a una migliore comprensione del suo volto. Sparse nei vangeli, queste parabole sono state riunite e commentate da Jean-Marie Ploux costruendo un itinerario organizzato in alcune macro-articolazioni. L'autore conduce così il lettore sul cammino di quello che Gesù chiamava il «regno di Dio», all'incrocio con quello degli uomini, qualunque sia la loro diversità. Una riflessione stimolante sul messaggio inedito trasmesso da Gesù al mondo e sulla sua sconcertante attualità. Nelle pagine di Ploux le parabole, rivolgendosi all'intelligenza del cuore, tornano a infondere una sana inquietudine in noi interlocutori di oggi.
Può un giurista di professione passare abilmente dal rigore applicativo della legge ai voli della poesia? Sicuramente sì, se a muoverlo è una fede fortemente posseduta, assimilata pensando a Dio e al destino eterno dell’uomo. Fernando Santosuosso, con uno stile tutto personale, ci fa dono di un libro definito dallo stesso “un sommesso canto del cigno estraneo alla terra dei poeti… tenue traccia di dialogo intimo con l’invisibile”.
Quella di In paradiso insieme è infatti una poesia del dolore, proprio e di tutti: quello che produce la solitudine, la paura, l’attesa, il giudizio e dunque la morte, l’altra vita e l’eterno. Ma è anche poesia di speranza e di luce, che vede nell’amore che gratuitamente si dà il più profondo senso della vita e della morte.
Con una forma estranea al comune versificare, sgombra di ogni schematismo precostituito, Fernando Santosuosso sa giocare sui tasti del comune sentire, dell’innato e agognato desiderio della felicità, e infondere nel lettore quella consapevolezza in cui vuole pertinacemente credere. “La vita è più del comune morire”, scrive in Non omnis moriar.
Si è portati facilmente a credere che il cuore dell'Antico Testamento sia costituito soprattutto dai profeti. Molti di questi furono grandi personalità religiose e le loro parole continuano a sorprendere per la freschezza e l'originalità, ma è d'altra parte vero che i profeti furono anche i grandi conservatori della tradizione israelitica. Con le parole di Isaia: "Alla legge! Alla testimonianza! Se non parlano così, non ci sarà aurora per loro!". Deposito della tradizione è soprattutto il Pentateuco, e in esso il Deuteronomio. È qui che s'incontrano la "legge" e il "codice". Il volumetto di Norbert Lohfink aiuta, in modo nuovo e vivo, a penetrare la teologia dell'alleanza.
Nel libro dei Proverbi e in particolare nei primi nove capitoli c'è un ricco deposito di istruzioni su come vivere. L'obiettivo fondamentale delle istruzioni è la sapienza. Questo libro non apre solo una finestra sugli scritti sapienziali dell'Antico Testamento ma fornisce anche materiale utile per l'educazione pratica e per la riflessione pedagogica teorica.
Il volume analizza esegeticamente le dieci istruzioni padre-figlio di Proverbi 1-9. La metodologia esegetica seguita (diacronica e sincronica) segue le istanze del metodo storico-critico e si avvale della ricchezza ermeneutica delle scienze umane (la sociolinguistica e la psicologia dello sviluppo). L'attenta esegesi dei testi, che muove dal lato sociolinguistico secondo il quale l'organizzazione sociale e relazionale avvengono attraverso il medium dell'attività linguistica, getta nuova luce sul concetto di autorità e delinea la portata e la forza dll'insegnamento del padre-maestro, recuperando la visione dell'uomo che soggiage all'insegnamento offerto dal maestro (obiettivi, valori, visione del mondo, paure, certezze). Si approfondisce così la dimensione personalistica delle istruzioni mediante l'analisi del "saggio in relazione". L'interazionismo simbolico costituisce un valido supporto per cogliere la costruzione sociale della persona. Questa prospettiva ermeneutica disegna un volto inedito della figura del padre-maestro e definisce i tratti della nuova identità educativa dl padre: egli abilita il figlio ad un approccio "olistico" alla realtà, alieno da duelismi antropologici che vorrebbero contrapporre e separare ambiti differenti dell'esistenza umana.
Il volume presenta e commenta cinque icone russe: Battesimo di Gesù (due icone), Gesù tra i dottori, la crocifissione, la Pentecoste. Per ogni icona una duplice riflessione: il commento al testo biblico rappresentato nell'immagine, proposto dalla pastora battista Lidia Maggi; e una lettura teologica dell'icona curata dal teologo cattolico Dario Vivian. I due autori sono in stretto contatto tra loro; sebbene le loro "letture" e i loro linguaggi appaiano differenti, propongono un percorso unitario di iniziazione alla fede cristiana che si avvale di parola e immagine, ascolto e contemplazione.
Descrizione delle calamità che Dio scatenerà realmente sulla terra alla fine dei tempi o narrazione metaforica volta a dare speranza e consolazione a coloro che vivono una vita di sofferenza? Secondo Bart Ehrman, l'Apocalisse di Giovanni non è né l'una né l'altra. E forse non riflette pienamente neanche il messaggio di Gesù, tanto da rischiare di non essere nemmeno inclusa nel Nuovo Testamento. Ciò nonostante, in un'epoca come la nostra, segnata da fame, migrazioni di massa, epidemie, guerre e riscaldamento globale, e da un atteggiamento fatalistico e d'impotenza rispetto alle crisi che siamo chiamati a fronteggiare, può valere la pena tornare a riflettere sui temi e sulle suggestioni che questo testo straordinario continua a suscitare.