
Le scoperte di Qumran rappresentano il più grande evento archeologico del XX secolo. I resti più o meno integri di circa novecento rotoli ebraici, databili dal III secolo a.C. al I d.C., sono stati rinvenuti tra il 1947 e il 1956 in undici grotte nei pressi del Mar Morto.
Si tratta di una delle più importanti collezioni di testi dell'antichità che ci siano mai pervenute, compresi i più antichi manoscritti della Bibbia ebraica, anteriori di circa mille anni al primo codice completo utilizzato per la redazione del testo biblico, il Codex di Leningrado.
I rotoli di Qumran, scritti in prevalenza in ebraico, ma anche in aramaico e greco, consentono di rinnovare in profondità l'analisi del contesto giudaico nel quale il primo cristianesimo ha visto la luce e forniscono una documentazione quasi contemporanea agli inizi del movimento cristiano.
L'originalità di questa edizione bilingue risiede nel sistema di classificazione adottato, che privilegia il legame tematico o formale tra i testi del Mar Morto e i libri che più tardi costituiranno la Bibbia ebraica. Il primo volume raggruppa i manoscritti che evocano principalmente episodi o personaggi della Genesi, come la creazione del mondo, il diluvio o le figure dei patriarchi. Ciò consente di individuare rapidamente le sezioni più frequentemente riprese o trattate e di rilevare l'importanza delle tradizioni relative a Enoc, Noè, Levi e Giuseppe. A Qumran circa la metà delle composizioni legate alla Genesi è in aramaico, una lingua che - per ragioni che rimangono ancora da chiarire - ha dunque una relazione privilegiata con il primo libro della Bibbia.
Sommario
Presentazione dell'edizione italiana della Biblioteca di Qumran. Nota del curatore dell'edizione italiana. Prefazione dell'editore francese. Introduzione. Ringraziamenti. I manoscritti tradotti. Carte. Riferimenti, sigle e abbreviazioni. Trascrizioni. Manoscritti della Genesi trovati a Qumran e a Masada. MANOSCRITTI E TRADUZIONI. Meditazione sulla creazione A-C. Preghiera di Enos. Introduzione al Libro di Enoc. Libro di Enoc. Libro astronomico di Enoc. Introduzione al Libro dei Giganti. Libro dei Giganti. Parole di Michele. Storia dei Giganti e di Noè. Nascita di Noè. I tempi della creazione A-B. Omelia sul diluvio. Interpretazioni sul tema del diluvio. Commentari della Genesi A-D. Storia dei Patriarchi. Esercizio di scrittura su alcune parole della Genesi. Apocrifo di Giacobbe aramaico. Un apocrifo che menziona Rachele. Introduzione al documento aramaico di Levi. Documento aramaico di Levi: manoscritti della Genizah del Cairo. Documento aramaico di Levi: manoscritti di Qumran. Apocrifo di Levia-b? Testamento di Neftali ebraico. Testamento di Giuseppe aramaico. Composizione narrativa e poetica. Composizione apocrifa sulla storia di Giuseppe. Apocrifo di Giuda aramaico. Frammenti che hanno un rapporto con il Testamento di Giuda. Testamento di Keat aramaico. Indice delle fonti antiche. Indice dei manoscritti. Hanno collaborato a questo volume.
Note sul curatore
GIOVANNI IBBA, dottore di ricerca in Ebraistica e socio dell'Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo, è docente incaricato Ad Annum per l'insegnamento di lingua ebraica presso la Facoltà Teologica dell'Italia Centrale. Esperto dei manoscritti qumranici, ha pubblicato numerosi lavori sull'argomento, fra i quali La teologia di Qumran, EDB, Bologna 2002, e La sapienza di Qumran, Città Nuova, Roma 2000.
La figura dell’apostolo Tommaso va ben oltre il celeberrimo episodio del dito nel costato del Signore Gesù, preceduto da quella assenza dal gruppo degli apostoli che tanto ha fatto discutere. Tommaso è certo anche l’uomo del dubbio e della fede ritrovata ma, rileggendo tutto il suo cammino di fede con un’analisi dei quattro momenti in cui appare nel Vangelo di Giovanni, potremo scoprire che la sua vicenda ci riguarda più da vicino di quanto non pensiamo.
Il volume documenta, con un linguaggio rigoroso ma accessibile al grande pubblico, lo stato attuale delle ricerche scientifiche sul vangelo apocrifo attribuito a Tommaso, mettendo in luce tanto le analogie quanto le differenze rispetto ai quattro vangeli della tradizione canonica.
Dalla quarta di copertina:
Tra i cosiddetti vangeli apocrifi, il Vangelo di Tommaso, proveniente dalla collezione recuperata a Nag Hammadi, sembra il più simile ai vangeli canonici, per il fatto che dà tutta l’impressione di trasmettere proprio le parole dello stesso Gesù. Dato che avrebbe potuto gettare luce sulle parole autentiche dell’insegnamento di Gesù, il Vangelo di Tommaso ha attirato l’attenzione più di qualunque altro testo di Nag Hammadi o di qualunque vangelo non canonico, sia a livello scientifico sia a livello popolare.
È passato molto tempo dalla scoperta di Nag Hammadi, circa sei decenni fa. È tempo di fare una pausa e di vedere dove siamo arrivati nella discussione, ma non senza critica. Non è suffi ciente chiedersi «che cosa si dice in questi giorni sul Vangelo di Tommaso», ma dobbiamo anche chiederci se «ciò che si sta dicendo» è sensato.
Il libro di Nicholas Perrin riprende l’intera questione, descrivendo i modi in cui il Vangelo di Tommaso è simile e dissimile dai quattro vangeli che sono stati tramandati per quasi duemila anni.
Una trattazione scientifica e, tuttavia, accessibile su un testo che è diventato di grande attualità.
La scomparsa del cadavere di un condannato a morte, in particolare di "quel" condannato, per i credenti costituisce un segno della resurrezione, ma nello stesso tempo offre tutta una serie di importanti occasioni per provare a smontare e rimontare i fatti che precedettero la fine terrena di un uomo straordinario. Incipit del libro è appunto la tomba vuota: da qui si snoda un'indagine, condotta con estremo rigore scientifico e priva di qualunque condizionamento ideologico, per ripercorrere le fasi della Passione di Cristo ponendo in evidenza gli aspetti storici, archeologici e antropologici che possano contribuire a comporre un quadro globale delle ultime ore - dalla cattura alla presunta resurrezione - di un uomo da molti riconosciuto come il Figlio di Dio. L'autore guida il lettore, che diviene investigatore, offrendogli fonti note e meno note, dettagli anatomopatologici, analisi trasversali per contribuire a valutare la storicità dell'evento e le eventuali contraddizioni nei suoi oggettivi legami con la storia. Ordinando indizi che ambiscono a trasformarsi in prova, il libro propone un modo di rileggere in chiave archeo-antropologica, ma anche criminologica, la Passione e la morte di Cristo, cogliendone gli aspetti più reali e umani.
Questo secondo volume (dopo il primo Sui sentieri del cuore, uscito nel 2011) presenta, riunite, le omelie sul Vangelo di Giovanni che dom Guillaume ha pubblicato in Canada in due diversi testi, seguendo il percorso della fede, incarnato in Gesù,Via,Verità,Vita.
Il Gesù di Giovanni è via perché mi conduce al Padre; è verità perché mi fa conoscere chi sono io e chi è Dio; è vita perché mi guida sui sentieri del cuore. Il Gesù di Giovanni è colui che mi fa entrare nella comunione con Dio e con i fratelli.
Dom Guillaume è nato nel 1957 nel nord della Francia, da una famiglia di origine polacca. Nel 1982 entra nell’abbazia trappista del Mont-des-Cats, dove nel 1997 viene nominato abate, ruolo che riveste per dodici anni. Il suo ministero attuale lo conduce in diversi paesi, dove anima ritiri e sessioni di studio presso monaci e monache del suo Ordine. Con Paoline ha pubblicato nella stessa collana Sui sentieri del cuore. Con l’evangelista Marco (2011).
Si può toccare Dio? Si tratta di verificare se il testo di Gv 20, 1-18, permetta, o meno, di sostenere questa tesi.
E’ il viaggio verso un tema di confine, un tema-parete, un tema.limite tra il sé creatura della Maddalena e il tu di Dio, in Cristo; tra il tempo dell’uomo e l’eternità di Dio stesso. Qui, l’esperienza della Maddalena si pone come esperienza di fisicità e di sensoriali, oltre che di fede.
Annotazioni e commento sono scanditi secondo due livelli: il primo, filologico-testuale-lessicografico, offre puntualizzazioni legate alla critica testuale (riprendendo le varianti testuali più significative), approfondisce il significato di alcuni termini, tenendo conto dell’influsso del contesto su di essi. Il secondo, esegetico-teologico, tiene presenti le unità letterarie del testo biblico. Fornisce la struttura delle parti, per poi procedere al commento delle sezioni che le compongono e dei brani in cui queste ultime sono articolate. Il testo viene commentato evidenziandone gli aspetti teologici e mettendo in evidenza, là dove lo si ritiene opportuno, il nesso tra Antico e Nuovo Testamento, rispettandone però la reciprocità.
L’introduzione segue una precisa articolazione: a) il titolo, l’importanza e il posto del libro nel canone; b) la struttura e gli aspetti letterari del libro (stile, generi...); c) le linee teologiche fondamentali; d) gli aspetti maggiormente legati alla diacronia (data, autore, storia della composizione, versioni testuali, trasmissione).
Particolare attenzione viene riservata, al termine del volume, al suo uso nel calendario liturgico.
Destinatari
Studiosi, gruppi biblici, studenti universitari.
Il curatore
Marco zappella, licenziato al Pontificio Istituto Biblico, è membro dell’Associazione Biblica Italiana. Partecipa al progetto di traduzione in italiano della Bibbia greca detta “Settanta”. La sua ricerca si concentra in modo particolare sui libri deuterocanonici e sul corpo sapienziale. Ha pubblicato il risultato dei suoi studi su riviste scientifiche italiane ed estere. Attualmente è membro della redazione biblica delle Edizioni San Paolo.
Franco Mosconi, monaco camaldolese, priore dell'Eremo di San Giorgio di Bardolino, legge e medita ad alta voce uno dei libri oggi meno frequentati della Bibbia, Tobia, che narra la storia di una famiglia ebrea (il padre Tobit, il figlio Tobia, e poi la giovane sposa del figlio, Sara) deportata in Assiria e nella quale Dio interviene per mezzo del suo angelo Raffaele; una storia segnata dalla fedeltà alla Legge, dalla disponibilità al mettersi in cammino, dalla serenità operosa e fiduciosa con cui viene affrontata la vita. Quello di Tobia è il libro della condizione terrestre dell'uomo: esule, in viaggio, che stringe continuamente rapporti umani, che se anche vive in esilio deve vivere come se fosse in patria, perché anche in esilio sono possibili e doverosi la vita di famiglia, il rapporto di fraternità con gli esuli, la compagnia degli angeli, l'invocazione a Dio. Il Libro di Tobia rende testimonianza dell'esperienza umana, e ricorda al cristiano il senso della sua vita terrestre: un cammino verso l'unità nell'amore di Dio, un cammino lungo il quale accogliere con amore il mondo, la storia e l'umanità, quelli che ci sono donati. Prefazione del vescovo di Treviso Gianfranco Agostino Gardin.
Tobia e Sara: un'icona biblica sapienziale, che presenta, con gli occhi di Dio, la storia di una famiglia, nel suo nascere e nel suo maturarsi. Una famiglia inserita in una storia di generazioni e che, a sua volta, è radice di una nuova generazione. Nella Bibbia, il libro di Tobia mette al centro la santità della famiglia. Per questo l'autore lo propone come itinerario di crescita spirituale, alle giovani coppie, agli sposi che hanno appena iniziato il lungo viaggio del matrimonio, pur ritenendolo efficace anche per le famiglie di più lunga esperienza coniugale. Il percorso offerto mette a fuoco anche i possibili momenti di crisi delle coppie e, seguendoli passo passo, ne fa oggetto di riflessione e di più intenso impegno spirituale.
L'autore
JOSÉ VILCHEZ LINDEZ (nato a Pedro-Martinez, Granada, nel 1928). Gesuita, ha studiato filosofia a Madrid, teologia a Innsbruck e Sacra Scrittura a Roma. È docente presso la Facoltà di Teologia di Granada, dove insegna Antropologia teologica e Sacra Scrittura (A.T.). Le sue principali pubblicazioni sono: Tobit, BAC 287 (Madrid 1969, 69-124); Sabiduría, BAC 293 (Madrid 1969, 621-783); Sabiduria y Sabios en Israel (Verbo Divino 1995); L. Alonso Schökel - J. Vilchez, Proverbi (Boria, Roma 1988); Sapienza (Borla, Roma 1990); Qoèlet (Borla, Roma 1997); Rut ed Ester (Borla, Roma 2003); Tobia e Qiuditta (Borla, Roma 2004).
Il libro
Il presente volume inserito nella serie dei commentar! teologico-letterari diretta da José Luis Sicre Diaz, contiene i commenti ai libri di Tobia e Giuditta. Il libro di Tobia è una deliziosa opera poetica che si serve di concetti popolari per far risaltare la Provvidenza di Dio sui giusti nonostante le apparenze contraddittorie della vita reale. Anche il libro di Giuditta è un racconto poetico con scopi specificamente religiosi; si rivolge agli israeliti in gravi difficoltà storiche per confermarli nella speranza che Dio sta sempre dalla parte dei deboli contro l'oppressione ingiusta dei forti. I due libri difendono quindi la medesima tesi della Provvidenza
di Dio; uno (Tobia) verso le famiglie e gli individui, l'altro
(Giuditta) verso il popolo come comunità di credenti. Il valore letterario di entrambe le opere è considerevole e il loro insegnamento ha una notevole pregnanza.
José Vilchez Lindez