
Maria di Nazaret, Maria Maddalena, Pietro, Guida, Pilato... Quanti uomini e donne hanno incontrato Gesù, hanno avuto una parte nella vicenda della sua esistenza. Persone note, perché nei secoli la testimonianza dei Vangeli e la tradizione dei cristiani hanno elaborato e fissato le loro fisionomie, le loro caratteristiche. Proprio in rapporto a Gesù. Il libro raccoglie otto "interviste" con altrettanti personaggi del Vangelo che raccontano, dialogando con l'autore, qualcosa di Gesù, quello che hanno capito di quell'uomo conosciuto in Palestina e che, per ciascuno di loro, ha significato una svolta decisiva nella vita. Così come ha segnato il destino dell'intera umanità.
«L'originalità del libretto è nella cifra giornalistica misurata sulla curiosità del lettore d'oggi che si accosti ai Vangeli con intelletto d'amore. (...) Leggendo queste interviste abbiamo l'impressione di scorgere il nostro inviato nei Vangeli accostarsi con discrezione a uno di quei personaggi e attaccare bottone com'è giusto che faccia un giornalista» (dalla Prefazione di Luigi Accattoli).<br/
Il libro si prefigge lo scopo di raccogliere in modo fondato e ordinato i contenuti sulla vecchiaia all'interno della Bibbia e propone un confronto e un dialogo tra l'essere anziani oggi e il modo di esserlo nella Bibbia. Tra convergenze e differenze, emerge in particolare la caratteristica dell'uomo biblico: la profonda esperienza di fede da cui proviene una confortante spiritualità dell'età senile, la stagione della saggezza.
Il volume si concentra sugli scritti “apocalittici” prodotti tra giudaismo del secondo Tempio e protocristianesimo. L’intenzione è quella di valorizzare l’elemento “visionario” che accomuna questi scritti al più ampio filone dei resoconti visionari diffusi nelle culture del Mediterraneo antico, mostrando soprattutto le relazioni tra esperienze religiose e processi di “messa per iscritto” che hanno favorito la trasmissione di questi testi in reti di comunicazione sulla lunga durata.
Vedere la Parola, celebrare l’attesa
propone un’innovativa metodologia di analisi che permette di leggere i documenti iconografici paleocristiani non come mero esito di una ricerca estetica, ma come autentici manifesti teologici.
Per gli antichi cristiani l’immagine era un vero e proprio codice impiegato per elaborare una ricca ermeneutica, di natura tipologica, fedele erede
di quegli stessi principi che caratterizzarono l’uso della Scrittura nel culto delle comunità. Gabriele Pelizzari, attraverso l’illustrazione di numerosi esempi, dischiude al lettore un inedito e stimolante percorso che finalmente restituisce all’ermeneutica biblica e all’iconografia il giusto spazio nella storiografia delle origini cristiane. Un volume da studiare ma anche da ammirare.
L'AUTORE
Gabriele Pelizzari è titolare del Laboratorio di Introduzione all’ermeneutica biblica e collaboratore di cattedra di Remo Cacitti presso l’Università degli Studi di Milano. Dal 2012 dirige per le Edizioni Paoline la Collana Letture cristiane del primo millennio. Tra le sue pubblicazioni, si segnala l’ampia monografia Il Pastore ad Aquileia. la trascrizione musiva della catechesi catecumenale nella cattedrale di Teodoro, interamente dedicata all’analisi e alla decodificazione del ciclo musivo aquileiese.
La vita dell'apostolo Paolo non si conclude con la morte. Il suo annuncio continua ad avere un volto grazie alle sue comunità, che ne compongono il ritratto secondo caratteristiche precise, combinate attraverso lo studio di trattati di fisiognomica e funzionali a trasmettere un determinato messaggio alle generazioni successive. Elaborata prima testualmente e fissatasi iconograficamente nel IV secolo, la sua immagine rimane la medesima fino al XX secolo. L'avvento del cinema e l'interesse espresso dalla settima arte nei confronti della sua persona e del suo pensiero contribuiscono a trasformarne la fisionomia. L'attore chiamato ad interpretarne il ruolo e il fine perseguito dall'opera cinematografica ne modificano l'aspetto, consentendo allo spettatore di incontrare un ritratto vivente di Paolo ogni volta differente. Il presente libro intende così studiare le diverse trasposizioni cinematografiche dell'apostolo delle genti, mostrando le motivazioni e il proposito di ognuna di esse. I principali film d'autore che lo riguardano e che sono analizzati nel testo sono sei: San Paolo di Pier Paolo Pasolini (1966-1974), ...e di Shaúl e dei sicari dove finiscono le vie da Damasco e... di Gianni Toti (1973), Arca Russa di Aleksandr Sokurov (2002), Saul: The Journey to Damascus di Mario Azzopardi (2014), Paul, Apostle of Christ di Andrew Hyatt (2018) e Translated di Jerry E. Thompson (2018).
Nella Bibbia i padri – e i padri dei padri – sono testimoni di un amore che non passa e che vogliono trasmettere ai figli e ai figli dei figli.
E' questo un piccolo libro dedicato ai nonni. Il biblista Bruno Maggioni, con la consueta chiarezza, mette in luce molti aspetti di quella ricca e stimolante visione dell'uomo che, nella Bibbia, illumina anche l'ultima stagione della vita.
Il volume affronta due tra i passi più oscuri e discussi dell’epistolario paolino, divenuti problematici soprattutto da quando l’emancipazione della donna ha costretto gli esegeti a rendere ragione di una parola che sembra collocare irrimediabilmente Paolo in una posizione "antifemminista". Si tratta infatti dei brani della donna che prega e profetizza senza velo, nonché di quella cui viene chiesto di tacere nelle assemblee. Nel primo testo, tutto è di difficile comprensione: i singoli termini ed espressioni, la trafila e il collegamento dei pensieri, i dati del problema che Paolo deve affrontare, le prove che adduce, gli argomenti che elabora e la soluzione cui perviene. Nel secondo, parole ed espressioni sono sufficientemente trasparenti, ma il significato complessivo del testo viene poi interpretato dagli esegeti in maniera molto difforme. Viste tali premesse, un supplemento di indagine su questi versetti non risulta certamente superfluo, soprattutto nel tempo in cui le donne si stanno battendo per un più giusto riconoscimento del loro ruolo nella Chiesa.
Note sull’autore
Giancarlo Biguzzi, sacerdote della diocesi di Cesena-Sarsina, ha compiuto gli studi al Pontificio Istituto Biblico ed è docente di Nuovo Testamento alla Pontificia Università Urbaniana. Ha pubblicato: Io distruggerò questo tempio. Il tempio e il giudaismo nel Vangelo di Marco, Urbaniana University Press, Roma 1987, opera tradotta in spagnolo dall'editrice El Almendro nel 1992 a richiesta e cura dell'Università di Cordoba; I Settenari nella struttura dell'Apocalisse. Analisi, storia della ricerca, interpretazione, EDB, Bologna 1996; Paolo comunicatore, Paoline, Cinisello Balsamo 1999. Collabora a varie riviste, tra cui Rivista biblica, Novum Testamentum, Biblica, Estudios Bíblicos, Euntes Docete, Théotokos.
Un testo su Giuseppe, figlio di Rachele. E' una felice esperienza essere 'di Cristo'! E' quella ben descritta da San Paolo: 'Tutto e' vostro, ma voi siete di Cristo e Cristo e' di Dio'. Tutto e' vostro! Anche questo antico figlio di Giacobbe. Nella sua vicenda Dio ha voluto disegnare con dovizia di particolari il suo piano di salvezza. Il piano che avrebbe mandato ad effetto nel suo Figlio, sceso prima nella nudita' di Adamo e poi nell'Egitto dell'umanita', dove quest'ultima si trova priva di liberta' e senza futuro, non puo' fare quello che vuole e non puo' andare dove crede. Il lettore e' sprovveduto, ma lasciandosi portare dalla Parola di Dio, scopre che questa storia meravigliosa e' la sua e preme in lui per compiersi...
È una felice esperienza essere “di Cristo”! È quella ben descritta da san Paolo: «Tutto è vostro, ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio».
Tutto è vostro! Anche questo antico figlio di Giacobbe. Nella sua vicenda Dio ha voluto disegnare con dovizia di particolari (bisogna dirlo!) il suo piano di salvezza. Il piano che avrebbe mandato ad effetto nel suo Figlio, sceso prima nella nudità di Adamo e poi nell’Egitto dell’umanità, dove quest’ultima si trova priva di libertà e senza futuro, non può fare quello che vuole e non può andare dove crede.
Il lettore è sprovveduto, ma lasciandosi portare dalla Parola di Dio, scopre che questa storia meravigliosa è la sua e preme in lui per compiersi.
L’approccio è antico: sant’Ignazio di Loyola lo chiamava “composizione di luogo”; noi preferiamo la più suggestiva prassi ebraica e parliamo di “haggadot”. Ma senza la guida dello Spirito di Cristo, né queste né quella “funzionano”. È lui il maestro interiore, che illumina le parole e le rende efficaci. È per la sua forza che questa antica storia diventa la storia di chi la ascolta come un nutrimento e vi ritrova se stesso, dopo essersi sempre nuovamente smarrito.
In fondo, cosa sono tremila anni?
Come il giorno di ieri che è passato, come una veglia della notte…
La ristampa, che si è resa necessaria, di questa “incredibile storia” suggerisce che qualcuno l’ha resa credibile per tanti!
A Lui ogni merito e la lode entusiasta dei suoi.
Tarcisio ZANNI è nato a Cremona nel 1945, all’incirca nelle ore in cui a Hiroshima e Nagasaki veniva, in maniera discutibile, posto fine al secondo conflitto mondiale. Cresciuto nella provincia bianca, cattolicissima del Nord Italia (ora placidamente atea) e nelle relative istituzioni, ne è uscito con furore negli anni della contestazione studentesca e operaia, detti, per brevità, “del ’68”. Conseguite a suo dire “inutilmente” la laurea in Filosofia presso l’Università di Bologna e la Licenza in Teologia all’Università del Laterano in Roma, ha incontrato, per pura grazia di Dio, il Cammino Neocatecumenale nel 1971 a Scandicci, e ne è stato “salvato” – al dire del suo amico Carlo Carretto – «come Mosè dalle acque». È sposato con Clementina fin dal 1976 e ne ha avuto tre figli, Michele, Giacomo e Stefano, per i quali non cessa di benedire Dio. Inviato nella “Missio ad gentes di Hanoi”, vi ha vissuto per tre anni, e ne ha riportato un certo amore per il Vietnam. Ha scritto diversi saggi di teologia divulgativa e di indole catechetica, per l’Editrice Chirico di Napoli, sul sito della quale alla voce “autori” se ne trova elenco completo.
Da segnalare tra gli altri: A Betlemme (2004); La Veglia (2004), cioè come arrivare all’alba del giorno di Pasqua senza accorgersene; Venduto in Giuseppe (2008); Che cosa c’è di diverso in questa notte? (2010); Verso il Natale in famiglia (2014); Assunti in cielo (2016) per una pedagogia eucaristica; Intervista a Francesco Cuppini (2016); Viaggio alla ricerca dell’Italia cattolica che non si trova più (2018); La debolezza di Dio (2020) ossia la “vera” storia di Anania di Damasco; Giuseppe di Nàzaret (2021); e infine Quando essere vecchi è una risorsa (2021).
Se qualcuno, in quel tempo, avesse chiesto a Giuseppe che cosa più di tutto desiderava per sé, avrebbe avuto certamente una risposta inattesa: «Essere come tutti gli altri». Come i suoi fratelli, che se ne andavano da casa per lunghi mesi, dietro al gregge. Come i ragazzi della sua età, cui nessuno faceva caso, che “puntavano” le ragazze, giocavano ai dadi, bevevano vino. .
E invece tutto sembrava congiurare per farne un diverso. La sua condizione di erede della promessa gli pesava, in quel periodo della sua vita, a diciassette anni, come una cappa opprimente….
…Era arrivato a chiedersi con ira che colpa fosse essere il figlio di Rachele..
I suoi fratelli pensavano che Israele lo preferisse a loro, perché era il figlio della donna amata davvero, del primo amore, «quello – dicevano nelle lunghe serate passate a oziare – quello che non si scorda mai».
Tarcisio ZANNI è nato a Cremona nel 1945, vive a Bologna dal 1960. Ha potuto conoscere e ascoltare maestri quali Carlo Carretto, Kiko Argüello, Carmen Hernández, Francesco Cuppini, Gregorio Sacristan, il Vescovo Zarri, il cardinale Biffi, Raniero Cantalamessa, Joseph Ratzinger e molti altri, dei quali conserva il vivo ricordo.
Ha scritto diversi saggi di teologia divulgativa e di indole catechetica, per l’Editrice Chirico di Napoli, sul sito della quale, alla voce “autori”, se ne trova elenco completo, tra i quali si segnalano: “A Betlemme nella casa del pane”, “Verso il Natale in famiglia”, “Che cosa c’è di diverso questa notte raccontare la Pasqua con la Bibbia”, “Assunti in cielo un prontuario per la Celebrazione Eucarestica”, “Intervista a Francesco Cuppini frammenti di storia del Cammino Neocatecumenale…”, “Viaggio alla ricerca dell’Italia cattolica che non si trova più”, “Lettera a una bambina battezzata a sua insaputa commento insolito al Rituale del Battesimo dei bambini”, “La debolezza di Dio storia di Anania e Leah tra Natale e Pasqua”, “Giuseppe di Nàzaret Bibbia, tradizione, racconto”, ”Quando essere vecchi è una risorsa”, “Summorum pontificum e la buona battaglia del Concilio un racconto”.
In questo libro, don Francesco Cristofaro ci guida in un percorso spirituale alla scoperta del Volto di Gesù nel Vangelo di Matteo. Dalla nascita a Betlemme fino al Discorso della Montagna, dalle tentazioni nel deserto agli incontri che hanno segnato la vita dei discepoli e delle persone ferite, ogni pagina ci avvicina al Cuore del Maestro e alla sua misericordia. L’autore intreccia il racconto evangelico con esperienze personali, episodi di vita quotidiana, incontri pastorali e testimonianze, creando un dialogo vivo tra Parola di Dio e vita di ogni giorno. A impreziosire il percorso offerto al lettore, numerosi riferimenti alla tradizione della Chiesa, in particolare con ampi riferimenti a sant’Agostino, che con la sua sapienza illumina e approfondisce i temi trattati. Questo testo, nello stile di don Francesco, non è solo un commento al Vangelo, ma un invito alla contemplazione per il lettore: è un viaggio da fare insieme, che sollecita a fermarsi, ad alzare lo sguardo e a lasciarsi trasformare dall’incontro con Cristo. Il Volto di Gesù diventa così specchio in cui riconoscere la nostra umanità e scuola di amore, umiltà e speranza. Un libro da leggere con calma, da meditare e da portare nel cuore, come compagno di preghiera e guida nel quotidiano.
«Il vangelo di Matteo è il vangelo del discorso della montagna. Il “discorso dei discorsi”, come lo ha definito lo scrittore svizzero Friedrich Dürrenmatt, è il più citato tra quelli tenuti da un uomo. Ma è anche il discorso che è stato più frequentemente tradito e del quale si è maggiormente abusato.
Finché dura il tempo, c’è bisogno del vangelo di Matteo per conoscere che cosa Gesù ha insegnato. Nessuno ha più bisogno di leggere un vangelo per sapere che è arrivato il regno di Dio. Vale sempre ciò che si legge in Matteo: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”» (Thomas Söding).
- Il messaggio del vangelo di Matteo in quaranta capitoli di facile comprensione
- Impulsi biblici per la vita di oggi
- Per la lettura personale e per il confronto sulla Bibbia

