
Questi commenti ai vangeli domenicali rivelano una grande originalità, rispetto a “cose” simili oggi assai più diffuse, ma più scontate. L’autore intende coinvolgere l’ascoltatore, innanzitutto con una prosa molto piacevole, capace di incantare e di inquietare, allo stesso tempo. (dal «Discorso al termine» di A. Levi e B. Rinaldi)
Camillo De Piaz
nato nel 1918, frate dei Servi di Maria, compiuti gli studi è stato ordinato presbitero nel 1940. A Milano ha conseguito poi la laurea in Lettere. Dagli anni della Resistenza – periodo in cui collaborò al foglio clandestino L’Uomo –, è vissuto, come il suo amico e confratello David M. Turoldo, nel convento di S. Carlo al Corso in Milano.
Protagonisti ambedue di una grande stagione di ricostruzione civile, culturale e di rinnovamento ecclesiale, negli anni ’50, diedero inizio al centro culturale “Corsia dei Servi”. Ma venne poi allontanato da Milano nella metà degli anni ’50, e fu trasferito nella sua terra natale, Tirano (Valtellina) dove è rimasto fino alla morte, avvenuta il 31 gennaio 2010. Uomo di vasta cultura, fu attento al dialogo e costruttore di relazioni d’amicizia.
L'Autore punta il dito su Eb 13,13 quale vertice di tutta l'Epistola agli Ebrei, perché le sue sole undici parole ne riprendono in sintesi i temi, i movimenti ideali, e lo scopo. E' il versetto che invita a uscire dal chiuso e a muovere verso il Cristo, il quale patì fuori dalla porta della città. Poiché si deve uscire ''portando il suo obbrobrio'' e cioè la croce, l'uscita è in realtà una sequela, così che l'epistola ha come tema centrale non solo il sacerdozio secondo l'ordine di Melchisedek ma, ancor più, quello della sequela Christi. Giacomo Violi sacerdote dell'arcidiocesi di Modena-Nonantola, ha conseguito il Dottorato in Teologia biblica presso la Pontificia Università Urbaniana. E' professore di Esegesi del Nuovo Testamento e Teologia Biblica presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose Contardo Ferrini di Modena. E' vicedirettore dell'Ufficio Biblico Diocesano e Guida di Terra Santa.
Un manuale di resistenza cristiana per comprendere il senso ultimo della nostra vita e della nostra vocazione umana attraverso la lettura pastorale e filologica dell'Apocalisse.
Il luogo privilegiato della prassi messianica è l'esercizio della giustizia e della pace, del dono e del perdono, della promozione del senso alla portata di tutti, di ogni "uomo di buona volontà".
Un testo sulla figura di Abramo alla luce dell'elemento costitutivo della sua vocazione. Questo nono volume della Collana 'Bibbia e Vocazione' concentra la sua attenzione su un personaggio fondamentale della storia e della fede biblica. La figura di Abramo viene letta alla luce dell'elemento costitutivo della sua vocazione, un fatto che viene richiamato piu' volte nei capitoli della Genesi a lui dedicati. Abramo accoglie la vocazione con fede viva, con generosita' esemplare, ma anche con momentanei cedimenti, e in questo modo diventa prototipo della persona chiamata da Dio, che deve continuamente purificare la propria fede per vivere in maniera autentica la vocazione ricevuta.
«Non è difficile scoprire il filo rosso che lega tutti i libri della Bibbia: l’amore e la solidarietà che Dio manifesta verso l’uomo, modello del comportamento che ogni persona deve vivere verso gli altri». La parola della Scrittura che il cristiano deve porre all’inizio di ogni azione per illuminare le proprie scelte, incita costantemente ad andare verso il prossimo, a misurare su questo campo la fede e la speranza.
Le icone bibliche proposte a modello nel volume, tratte dall’Antico e dal Nuovo Testamento (Mosè, Geremia, il samaritano, il ricco Epulone, i discepoli di Emmaus, ecc…), individuano nella solidarietà la strada privilegiata per amare Dio e costruire una società più giusta e umana. Dopo le riflessioni biblico-teologiche iniziali, ogni scheda stimola la verifica del rapporto tra fede e vita, avendo come guida la Parola e l’insegnamento sociale della Chiesa.
Note sull'autore
Renzo Gradara, prete operaio per sedici anni, è da alcuni anni parroco in un grande quartiere popolare di Rimini. Licenziato in teologia a Bologna, ha seguito corsi di specializzazione presso l’Istituto Biblicum Franciscanum di Gerusalemme; attualmente dirige l’Ufficio diocesano per la pastorale della famiglia ed è direttore della Caritas di Rimini.
L’itinerario proposto ai Gruppi di Ascolto della Parola si inserisce nel cammino della Chiesa ambrosiana, che ha come obiettivo l’annuncio del Vangelo nella città.
La Parola di Dio va innanzitutto creduta e accolta, poi non può essere trattenuta, ma va annunciata, portata dappertutto, seminata con generosità nel campo del mondo. E ciò può avvenire quando la vita si lascia animare da essa. Ecco dunque la tensione missionaria, che quest’anno accompagna la lettura continuativa della Scrittura nei Gruppi di Ascolto: incontrare la Parola, condividerla, avvertirne la forza che spinge nella realtà della vita quotidiana, nel contesto concreto della propria città e del proprio quartiere, per diventarne annunciatori e testimoni.
I testi biblici sono tratti dal «Secondo Isaia» (che corrisponde ai capitoli 40-55 del libro del profeta Isaia). È una scelta di altissimo profilo e di grande fascino per la ricchezza dei contenuti, per la bellezza dei brani, per i moltissimi stimoli che vengono offerti.
Il volume contiene scritti di: A. Bonora, P. Capelli, A. Cini, P. De Benedetti, C. Gasparo, V. Mannucci, G. Menestrina, L. Perrone, A. Rizzi, J. A. Soggin, P. Stefani.
Nella "Premessa" alla prima edizione del 1996, Paolo De Benedetti scriveva: "Procurarsi un maestro per studiare la Scrittura, per conoscerla e capirla, è un'esigenza di tutti i tempi, e in ogni tempo è però difficile per tante ragioni. Questo libro non ha la pretesa di rappresentare un maestro, ma di offrire tante risposte alle domande che un lettore non accademico farebbe a un maestro. Le domande, però, molto raramente seguono un ordine sistematico, e non si può chiedere a un normale lettore della Bibbia (cioè proprio a colui per il quale la Bibbia è stata scritta) di rintracciarle in un corso di studi. La facilità di domandare e di avere risposta è quindi un'esigenza fondamentale per l'accostamento alla Bibbia da parte di un non specialista. Questa esigenza ha cercato di tenere presente, sia nella sua struttura sia nella disponibilità a ripetersi, il presente Vademecum, che non avrà nulla di nuovo da dire ai biblisti, e che ha soltanto l'ambizione, o la speranza, di condurre il lettore comune ad ascoltarli. In tal senso può forse occupare un posto vuoto tra la produzione scientifica da un lato, e quella confessionale dall'altro, ponendosi in un certo senso a servizio di entrambe. Il lettore noterà che, proprio per le finalità indicate sopra, questo Vademecum può essere aperto a qualsiasi capitolo, secondo le sue necessità". Parole che hanno ispirato il lavoro di revisione e ampliamento di quest'opera dopo più di vent'anni.
«La Pasqua è un'avventura nel tempo che ci riporta al passato, sì, ma per dare un senso al presente. Anzi, soprattutto al futuro», ha scritto Elena Loewenthal. Un presente che, alla luce della Pentecoste, si traduce in una vita nuova attraverso le persone che lavorano per un mondo migliore. È l'obiettivo che si propone questo testo che chiude il cerchio iniziato con "Dov'è Colui che è nato?" consegnando al lettore tutta la ricchezza di significato contenuta nelle principali ricorrenze cristiane: Natale, Pasqua e Pentecoste. Un libro che aiuterà a riscoprire le radici ebraiche della Pasqua e della Pentecoste cristiane, al fine di poter riconoscere e valorizzare a pieno la novità apportata nella persona stessa di Cristo. Prefazione di Ivano Liguori.
L'opera si articola in cinque parti dedicate rispettivamente alla pasqua nel Nuovo Testamento in rapporto alla pasqua veterotestamentaria e giudaica, agli elementi della celebrazione pasquale, alla terminologia della salvezza pasquale, alla pasqua come evento salvifico (pasqua e alleanza, pasqua ed espiazione), e infine alla salvezza come liberazione, anche nei risvolti liturgici e sacramentali e sotto l'aspetto della componente ecclesiologica. Lo schema strutturale molto chiaro adottato da N. Füglister gli consente di mettere ordine in una moltitudine di dati documentari di grande importanza, secondo finalità ben precise, utilizzabili soprattutto per il rinnovamento teologico, liturgico e pastorale.