
Padre Giuseppe Celli – cappuccino, impegnato nella formazione, le scuole della Parola, autore di successo ha al suo attivo numerosi libri con Lipa e Gribaudi - collabora con varie riviste a carattere formativo, con Telepadrepio e a Telediocesi-Salerno tiene una rubrica settimanale Incontro alla Parola.
In questo nuovo libro propone due lectio divina entrambe legate all’amore unico e speciale che Dio ha per ognuno di noi per farcene gustare ogni piccolo passo.
L’accento è sulla salvezza di Dio, “un Dio che non ci salva dall’alto della sua potenza, ma dal basso della sua umiltà” sottolinea Padre Celli. “Il Dio onnipotente può far paura. Il Dio Abbà, invece, guarda con tenerezza”. Quindi “Sì, possiamo amare Dio come si ama una persona. Egli non guarda i peccati, ma vede le nostre sofferenze. Non è attratto dalle perfezioni, ma conosce i nostri bisogni. Se ne fa carico e continua ad amarci”.
La Prima lettera ai Corinzi, così chiamata perché destinata «alla Chiesa di Dio che è a Corinto» (1Cor 1,1), è uno dei sette scritti epistolari di sicura paternità paolina insieme alla Prima lettera ai Tessalonicesi, alla Seconda lettera ai Corinzi e alle lettere ai Filippesi, a Filemone, ai Galati e ai Romani. Ciò nonostante, non sviluppa alcuni temi tipici di altre lettere paoline, come quelli che caratterizzano le lettere ai Galati e ai Romani. Questo perché i problemi sorti all'interno della Chiesa corinzia erano diversi da quelli che Paolo dovette affrontare scrivendo ad altre comunità cristiane. Seguendo i criteri della Collana (Nuova versione della Bibbia dai testi antichi), il volume offre un'ampia introduzione, il testo antico, la nuova versione italiana, le note filologiche e il commento teologico al libro. La Prima lettera ai Corinzi in una nuova traduzione, con testo antico a fronte, introduzione, annotazioni e commenti.
Sollecitato da alcuni amici della comunità giudaica di Roma, l’avvocato e retore di formazione stoica Erasmo accetta, dopo infinite perplessità, di assumere la difesa del cittadino romano Paolo, esponente di spicco di una nuova corrente interna all’ebraismo, quella dei seguaci di Cristo. Paolo è in disputa con tutti: i fratelli ebrei, le élites romane e, ben presto, il suo stesso avvocato...
«Erasmo era perplesso. Era abituato a clienti che gli raccontavano ogni fandonia possibile e, al confronto, l’invenzione di un Messia da parte di Paolo – come scusa per scaricare su altri la responsabilità di azioni che aveva pianificato egli stesso – gli pareva se non altro piuttosto originale».
«Il fatto che io, da accademico, mi sia messo a scrivere un romanzo per diffondere i risultati della mia ricerca non dipende da un atteggiamento scetticamente postmoderno riguardo alla scienza. Cela piuttosto un illuministico impulso a rendere accessibili i risultati della ricerca scientifica anche a chi non legge opere storico-critiche. Qui, tuttavia, non intendo solo trasmettere conoscenza storica, ma anche rivolgermi alla dimensione esistenziale connessa alla figura di Paolo che, ancora oggi, impone una vera e propria “fusione di orizzonti” tra antico e moderno, portando i lettori a confrontarsi con ciò in cui credono e ciò che fanno, ciò che ricordano e sperano, che amano e odiano».
Gerd Theissen
«Il romanzo su Paolo di Theissen è un capolavoro. Combina una storia emozionante, una storia d’amore commovente e tragica con riflessioni filosofiche e un’immensa conoscenza storica e della cultura dell’epoca. L’entusiasmo di Theissen per Paolo contagerà i suoi lettori!»
Ulrich Luz
Il primo incontro di Paolo con i filosofi risale al tempo in cui l'apostolo si trova ad Atene. Incuriositi dai suoi strani discorsi, alcuni epicurei e stoici lo invitano a parlare davanti all'Areòpago, ma quando lo sentono argomentare sulla risurrezione dei morti lo deridono e lasciano la platea. Due millenni più tardi, l'attualità delle lettere paoline riecheggia nella riflessione filosofica che si confronta con la nascita del cristianesimo. Questo volume - che colma un vuoto nella saggistica sul tema - prende in esame le riflessioni di Heidegger, Badiou, Zizek, Taubes, Agamben, Foucault, Vattimo e Derrida.
Il principio fondamentale di tutto il pensiero paolino va individuato a monte di tutti gli altri pur importanti temi e cioè nella persona di Cristo morto e risorto per noi. Per l'apostolo il mistero pasquale è l'evento fondativo, avvenuto nel passato, ma sempre attualizzato e reso efficace dalla predicazione che genera la fede giustificante in colui che inizia a vivere in Cristo, e che ha una portata salvifica-escatologica universale. Se il riferimento all'evento Cristo, morto e risorto per noi, è presente in tutti gli scritti di Paolo, la sua più ampia esposizione, con le molteplici implicazioni per i credenti, sia ebrei sia gentili, si trova nella Lettera ai Romani. Il fatto di rivolgersi a destinatari non evangelizzati da lui e di impostazione giudeo-cristiana nel modo di praticare la fede in Gesù messia, spinge l'apostolo a presentare, con un ineguagliato approfondimento, la propria ermeneutica del vangelo, cercando di rispondere alle prevedibili obiezioni sollevate da quel tipo di uditorio. Prefazione di Romano Penna.
La Prima Lettera ai Tessalonicesi risponde alle domande sul senso della vita e sul suo limite, la morte. Questo sussidio si colloca nel contesto della domanda sul senso della vita umana, la sua realtà vocazionale e la prospettiva escatologica. Dopo aver introdotto le questioni letterarie e teologiche dello scritto paolino, viene presa in considerazione la sezione di 1Ts 4,1-5,18, articolata in tre tappe: I. Chiamati alla santificazione (1Ts 4,1-12); II. La speranza della risurrezione (1Ts 4,13-18); III. Il giorno del Signore verrà (1Ts 5,1-11). Seguendo la scansione della lectio divina viene proposto un percorso centrato sul messaggio del testo paolino e sulle sue conseguenze per la vita dei credenti e il loro discernimento vocazionale, per offrire a quanti stanno vivendo la loro ricerca alcune preziose indicazioni per ritrovare il senso e il gusto della vita e della vocazione.
Il passaggio dall'uomo "animale" a quello "spirituale" in Cristo rappresenta il pilastro fondamentale su cui Paolo ha costruito il proprio pensiero antropologico. Questo volume, partendo dagli insegnamenti dell'Apostolo, si propone di descriverne le principali linee direttrici. Si rivolge innanzitutto agli studenti di teologia e può rappresentare un'agile sintesi per chi è già impegnato nella ricerca biblica. Ma è utile anche per quanti vogliono dedicarsi all'approfondimento di una tematica centrale per la fede cristiana.
Tra tutti gli autori biblici, Paolo è il solo che si rivela al lettore con la sua propria personalità a tal punto che l'accostamento alle lettere paoline è anche l'esperienza di un incontro con l''Apostolo delle genti', così definito per la sua irradiante attività missionaria, una via privilegiata per approfondire la conoscenza di un protagonista dell'alba del cristianesimo. Destinato a fornire gli strumenti più opportuni per accostarsi ai testi di Paolo e comprenderli, il manuale è diviso in tre sezioni: una introduttiva riguardante la biografia, l'identità e gli scritti dell'Apostolo; una esegetica con la presentazione delle singole lettere e con l'analisi di una selezione di brani; una teologica dedicata al pensiero paolino e alle sue tematiche. Il manuale segue un consueto ordine pedagogico-didattico, ma originale è la scelta di dare uno spazio molto più rilevante alla sezione esegetica, rispetto alle altre due, con il contatto diretto dei testi.
«C'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo». San Paolo presenta il desiderio di bene nel cuore dell'uomo non come acquisizione pacifica, ma come una impegnativa conquista, come una battaglia. L'apostolo parla di combattere la buona battaglia che spinge l'uomo a lottare contro l'ostilità in se stesso e nelle cose che lo circondano, a superare i limiti di questo "secolo-mondo", per abbracciare l'unica e vera Felicità con le armi della Fede. In questa battaglia non siamo soli. Paolo ribadisce, infatti, che le passioni peccaminose sono state crocifisse con Cristo, vincitore del peccato. Quindi, l'uomo è esortato a camminare secondo lo Spirito, lottando contro ciò che ostacola l'opera di Cristo in lui.
Sono molte le donne che compaiono negli Atti degli Apostoli e nelle lettere di san Paolo: amiche, sorelle e testimoni che collaborano alla missione della Chiesa nascente. Alcune sono citate solo col nome, di altre invece, sia pure nella brevità di una frase o di un inciso, si tratteggia qualche caratteristica o qualità saliente. e nei confronti di tutte traspare un atteggiamento di stima, a volte anche la riconoscenza per il lavoro svolto o l'attestazione di un'amicizia nata dalla condivisione di fatiche e sofferenze. Il che sembra contraddire le interpretazioni di san Paolo come misogino che chiede alle donne sottomissione e silenzio (interpretazioni poggiate per lo più sulle lettere 'pastorali', appartenenti a una situazione ecclesiale posteriore). In realtà, come emerge dai ritratti delineati qui da un gruppo di teologhe di paesi e culture diverse e dal contributo finale di romano Penna, una delle massime autorità in letteratura paolina, le 'donne di Paolo' sono donne indipendenti, di buona posizione sociale ed economica, che hanno contribuito fattivamente all'espansione missionaria; donne forti che «hanno combattuto per il Vangelo»; mogli che nella coppia condividono pari dignità col marito; ragazze che hanno il dono della profezia o sono possedute dallo spirito; vedove che si mettono al servizio dei credenti; diaconesse che in prima persona insegnano, predicano e fondano Chiese domestiche. Apostole e missionarie, quindi, la cui vocazione non è né il silenzio né l'invisibilità, ma che diffondono ovunque il profumo del Vangelo con trasparenza e coerenza di vita. una lezione antica per i nostri tempi.
Durante gli Esercizi spirituali ci proponiamo questo obbiettivo: trovare tempi di silenzio, per rientrare in se stessi dove possiamo incontrare Dio, mediate un ascolto più generoso della sua parola, al fine di ritornare più motivati, più gioiosi, più credenti alla vita quotidiana.
L'itinerario per i Gruppi di Ascolto della Parola si propone di ascoltare e meditare la Lettera ai Filippesi. Leggere Paolo è sempre una scommessa: caratteristica dell'apostolo delle genti, infatti, non è la chiarezza ma la densità. Egli procede a ondate, con un linguaggio carico e spesso complesso. Quella che abbiamo tra le mani non è una delle grandi lettere teologiche (come Galati e Romani) e nemmeno una lettera dove la situazione della comunità chiede a Paolo una serie di interventi circostanziati (come la Prima ai Corinti). In Filippesi prevale il tono della consolazione, della gioia, dell'affetto. Inoltre la sua brevità (si tratta di quattro capitoli) permette di leggerla per intero, dall'inizio alla fine, senza alcuna omissione, raccogliendo tutti gli spunti utili alla vita personale e alla condivisione nella comunità cristiana di oggi.