Il volume, curato da padre Gilberto Silvestri, offre una ricca scelta di meditazioni tratte dalle opere ascetiche di S. Alfonso Maria de Liguori (1696-1787). Il volume si rivolge allo stesso pubblico cui si rivolgeva S. Alfonso, cioe al popolo di Dio nel suo complesso. I testi sono ordinati secondo la scansione dell'anno liturgico: Avvento, Natale, Quaresima, Settimana Santa, Pasqua e Pentecoste. Oltre a una sezione riguardante il mese di maggio, sono anche riportati canti e preghiere ancora oggi celebri.
Il volume, come il precedente, offre una ricca scelta di meditazioni tratte dalle opere ascetiche di S. Alfonso Maria de Liguori. Naturale compimento di un'opera che chiama tutti alla crescita della fede e alla maturita cristiana. I testi continuano la scansione dell'anno liturgico: nel presente volume sono raccolte le meditazioni che si riferiscono alle feste mobili, alle ricorrenze di alcuni santi e al tempo ordinario. Il volume si conclude con una sezione dedicata ai sacerdoti e ai religiosi. Sono anche riportati i testi di preghiere e canti celebri.
Composta da Clemente Alessandrino durante il suo soggiorno ad Alessandria, l’opera é il primo scritto cristiano dedicato al tema della ricchezza in rapporto al problema della salvezza e della morale cristiana. Prendendo spunto dal brano evangelico del giovane ricco, il trattato affronta il tema che probabilmente aveva spaventato i ricchi signori di Alessandria: "È più facile che un cammello passi nella cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli". Al centro la bontà dei doni di dio ma, nello stesso tempo, la centralità dell’uomo rispetto alle cose.
Clemente Alessandrino (150-215 d.C.), autore cristiano formato alla letteratura classica, fu successore di Paneno nella scuola di Alessandria. È autore del Protettico, degli Stremati e del Quid Dives Salvetur?
Simona Cives, (Roma 1970) è dottore di ricerca in filologia greca e latina. Da tempo collabora con le Edizioni San Paolo per le quali ha pubblicato la traduzione della Didaché.
Opera postuma di taglio teologico-spirituale, i "Dialogues sur l'éloquence" riflettono una preoccupazione diffusa circa il tema dell'eloquenza in generale e della predicazione in particolare.
Il nome di Edith Stein è oggi a tutti noto: ebrea convertita al cattolicesimo, fattasi monaca carmelitana, non volle per questo sottrarsi al destino del suo popolo e, portando con uguale dignità la stella di Davide e la croce di Cristo, morì ad Auschwitz nel 1942; Giovanni Paolo II l’ha canonizzata l’11.10.1998.
Il punto di vista di questo saggio non è quello dello studioso di storia della mistica, ma piuttosto del filosofo. La giovane Edith, allieva e assistente di Edmund Husserl, fu l’anima luminosa della fenomenologia e più e meglio del maestro seppe in alcune pagine incarnarne lo spirito. «Come ha potuto, questa principessa dell’aurora filosofica, divenire una regina della notte oscura? Come si può arrivare da una filosofia dell’evidenza e del vedere a quella “contemplazione oscura” (S. Giovanni della Croce) o a quella “oscurità della fede” (E. Stein) che è la nota dominante del cammino spirituale dei suoi grandi ispiratori sulla via del Carmelo, Teresa d’Avila e Giovanni della Croce? Come deve essere fatta una persona capace di arrivare alla perfezione in entrambe le direzioni, in apparenza opposte, della vita interiore? […] Sono conciliate, conciliabili queste due vie? È in qualche modo rimasta fenomenologa, come paradossalmente in qualche modo sembra, la monaca carmelitana commentatrice di Giovanni e di Teresa?». Certa che nella vita di Edith Stein il giorno della luce filosofica resti intatto e splendente fino all’ultimo, l’autrice affronta alcune pagine dei testi teologici e di riflessione sulla mistica steiniani, senza perdere di vista questo paradosso.
Note sull'autrice
Roberta De Monticelli ha studiato alla Normale di Pisa, a Bonn, Zurigo e Oxford. Dal 1989 è ordinario di filosofia moderna e contemporanea all’Università di Ginevra e dal 2002 professore invitato presso la nuova Facoltà di filosofia dell’Università Vita Salute San Raffaele. Fra le sue pubblicazioni Dottrine dell’intelligenza, De Donato, Bari 1982; Leibniz, Kant e la logica modale, Universitarie, Milano 1984; Il richiamo della persuasione. Lettere a Carlo Michelstaedter, Marietti, Genova 1988; Le preghiere di Ariele, Garzanti, Milano 1992; L'ascesi filosofica, Feltrinelli, Milano 1995; La conoscenza personale, Guerini, Milano 1998; La persona, apparenza e realtà. Testi fenomenologici 1911-1933, Cortina, Milano 2000; Dal vivo, Rizzoli Economica, Milano 2001; L’Ordine del cuore. Per una teoria del sentire, Garzanti, Milano 2003.
L'inquieto, mistico novizio del convento di Erfurt? O il profeta, il riformatore liberale del 1520? Il "politico" che invoca la spada dei principi sulla rivolta contadina? Qual è l'immagine più attendibile di Martin Lutero? Quale infine il segno lasciato sulla coscienza moderna? A queste domande cerca di rispondere lo storico francese autore del libro.
Questo libro di J. L. Vazquez Borau, è strutturato in due parti; la prima percorre le tappe della vita di Charles de Foucauld presentando i momenti più significativi del suo percorso spirituale, mentre la seconda analizza più da vicino gli elementi costitutivi della spiritualità di Nazaret così come emergono dai consigli spirituali che lo stesso Foucauld ha redatto e che possono costituire un tracciato per vivere oggi la spiritualità di Nazaret, una spiritualità tanto più attuale in questa nostra società dove sembra aver vita solo quello che appare. Il nome di Charles de Foucauld è facilmente collegato al deserto e altrettanto facilmente si immagina che la sua sia una spiritualità austera e solitaria, alimentata dalla fuga volontaria da tutto e da tutti, in una concentrazione portata fino all'estremo limite delle possibilità umane, esattamente come suggerisce l'immagine del deserto e delle sue sfide. In realtà il percorso spirituale di Charles de Foucauld era alimentato dal modello di vita che Gesù ha vissuto a Nazaret. Silenzio, solitudine, austerità, ma anche servizio, semplicità, amore, vita di famiglia? insomma quello che segna la vita di tutti, vissuto nella coerenza e nella solidarietà con i piccoli.
Una biografia che ha avuto consenso ed eco vastissimi
Un'opera fondamentale per la comprensione di Lutero
La crisi spirituale del monaco di Wittenberg e le motivazioni più profonde della Riforma
Riedizione dell'opera tuttora fondamentale per la ricostruzione della figura del grande Riformatore tedesco – in particolare rispetto agli anni che vanno fino alla Dieta di Worms – pubblicata nel 1947 da Claudiana e riproposta nel 1964 da Feltrinelli con il titolo Lutero giovane.
Il volume è arricchito da una nuova bibliografia aggiornata su Lutero curata da Paolo Ricca.
Dalla quarta di copertina:
Uscita presso Claudiana nel 1946 e ripubblicata da Feltrinelli nel 1964 con il titolo Lutero giovane, l'opera di Miegge qui riproposta – che ebbe consenso ed eco vastissimi – è tuttora fondamentale per la comprensione di Lutero nel periodo che va dalla crisi conventuale alla ribellione aperta e alla rivoluzione religiosa, gli anni, insomma, che vanno fino alla dieta di Worms del 1521.
Concentrando l'analisi sulla natura spirituale della crisi di Lutero, Giovanni Miegge attinge ai motivi più seri e profondi del messaggio della Riforma e fornisce una perfetta chiarificazione delle questioni poste dal suo pensiero teologico.
Con un'esposizione di grande limpidezza, Miegge illustra le complesse articolazioni delle idee e dei problemi che furono alla base del moto suscitato dal monaco di Wittenberg nonché l'evoluzione ulteriore del suo pensiero e il rapporto tra la sua azione di riformatore religioso e gli eventi politici dell’epoca.
Il famoso Liber ad milites templi. De laude novae militiae, fondamentale trattato sui Templaeri redatto da san Bernardo da Chiaravvalle, viene oggi ripresentato in una nuova edizione critica, con un ampio commento che lo inquadra storicamente e lo analizza a fondo, per sgomberare il campo da fraintendimenti o travisamenti; non un elogio della guerra, quindi, ma la sua giustificazione in difesa di chi, senza la protezione dei milites, sarebbe esposto all'arbitrio del nemico. In appendice il rituale di investitura del nuovo cavaliere tratto dal Pontificale Romanum,