
Il volume presenta le quattro lezioni tenute dal prof. Gerd Theissen il 26 Aprile 2012 presso la Specializzazione dogmatico-sacramentaria del Pontificio Ateneo S. Anselmo. Nel caleidoscopio di questi testi emerge al meglio la fruttuosità e la poliedricità dell'approccio theisseniano per la riflessione ecumenica sui sacramenti, muovendo dal dialogo aperto con il mondo secolare e con la scienza moderna, p.e. la semiotica e la scienza cognitiva della religione.
Questa antologia dagli scritti di Teofane il Recluso ci mettono a diretto contatto con uno dei massimi scrittori spirituali ortodossi. La scelta dei testi, curata da Tomás Spidlik, risponde all'obiettivo di dare una visione complessiva della spiritualità di Teofane, soprattutto della spiritualità del cuore che il grande monaco considera il punto di contatto tra la persona e Dio. Si tratta di una antologia abbastanza completa, arricchita da una corposa introduzione, che permette di collocare Teofane nel contesto del suo tempo, di comprendere le radici patristiche e conoscere i grandi maestri della spiritualità russa a cui Teofane si richiamava.
Niccolò Cusano scrive questo breve trattato nel 1453 per accompagnare il dono ai monaci benedettini del monastero tedesco del Tegernsee di un dipinto, raffigurante il volto di Cristo, che dava l'impressione di seguire con lo sguardo l'osservatore. A partire da questa immagine egli tratta del tema della visione di Dio in una duplice direzione: quella dello sguardo con cui Dio guarda all'uomo e quella dello sguardo con cui l'uomo guarda a Dio. Ben presto la riflessione filosofico-teologica cede il passo a una preghiera di singolare bellezza e profondità, intonata sul tema del rapporto filiale cui Dio chiama l'uomo. È il mistero della filiazione divina, la quale ha in Cristo, vero uomo e vero Dio, la propria forma e il fondamento della propria possibilità. La singolarità dell'approccio di Cusano a questo tema fa di quest'opera un episodio particolarmente interessante della letteratura teologica della prima età moderna, oltre che uno dei frutti maturi della tradizione mistica tedesca. Dal punto di vista letterario, inoltre, essa costituisce uno dei testi più affascinanti e ricchi della produzione latina del suo tempo.
Un aspetto della personalità di Thomas More che manifesta continuità e coerenza di pensiero è indubbiamente la sua attitudine all'allegria. Un lato della sua anima poliedrica tutt'altro che minore, probabilmente il più indicato e rappresentativo per descrivere l'unicità del suo essere, quello che consente di dipingere il ritratto della sua reale interiorità. La traduzione italiana delle facezie moreane si inserisce in questo contesto e dibattito culturale nella misura in cui il More che si dilettava per puro piacere a prendere in giro la moglie è lo stesso che sul patibolo impartisce al boia consigli su come tagliargli la testa. Quanti conoscono la vita dell'illustre umanista inglese non possono ignorare quel suo inimitabile spirito ludico che divertiva tutti e attraverso il quale egli governava la casa e la nazione. Non c'è biografo che non si sia soffermato con piacere a descrivere questo particolare atteggiamento del suo spirito riportando episodi burleschi e battute canzonatorie che lo vedevano in azione. Indubbiamente le facezie nascono dall'importanza che More dava all'allegria e al buonumore nella conduzione dei rapporti umani, nonché dalla scoperta della loro capacità intrinseca di mitigare attraverso un piacere, derivante dal gioco e dallo scherzo, la fatica dell'anima. Ai riformatori protestanti inglesi che lo accusarono di mancanza di serietà rispose nella sua Apology che «un uomo può alle volte, in mezzo al gioco, dire grandi verità; e per chi è laico, come me, è forse più conveniente esporre il proprio pensiero allegramente che non predicare con solenne serietà».
Conoscere il cristianesimo delle origini è forse il modo migliore per rendersi conto della sua identità più profonda e più vera. Per fare ciò bisogna partire dalla documentazione risalente al suo primo secolo di vita, studiando altresì l’ambiente con cui il cristianesimo stesso si è trovato in simbiosi. Curato da uno dei più autorevoli specialisti contemporanei, il volume introduce al mondo del Nuovo Testamento: dalla ricostruzione dell’ambiente giudaico e greco-romano a Paolo di Tarso; dalla figura storica di Gesù ai vangeli canonici e apocrifi; dalle prime attestazioni archeologiche al problema del vangelo e dell’Apocalisse di Giovanni; dall’analisi dell’apporto di varie ermeneutiche – giudeo-cristiana, paolina, giovannea – alla delineazione del contesto storico che segna il passaggio dal I al II secolo. Emerge un quadro particolarmente ricco di tonalità, in cui risaltano i personaggi decisivi e le componenti dialettiche di un pensiero religioso eccezionalmente fecondo.
Teresa d’Avila (1515-1582) non è una santa come le altre: prima donna proclamata dottore della Chiesa, è stata anche, paradossalmente, un riferimento per Verlaine, Marguerite Yourcenar, Cioran e Simone de Beauvoir, tanto per citare alcuni scrittori e poeti. Qual è dunque il segreto di questo personaggio che presso i suoi contemporanei suscitò sia fascino sia disagio, e che ancora oggi attrae e sbalordisce credenti e non?
Christiane Rancé, scrittrice di romanzi, di saggi e di biografie, ha incontrato la più enigmatica avventuriera di Dio.
Un’evocazione ardente e appassionata, fondata su una profonda conoscenza dell’autrice della Spagna eterna, un paese “dove i mistici sostituiscono i filosofi e dove la poesia alimenta la teologia”. Ma oltre all’incredibile percorso di una donna d’eccezione partita alla conquista di se stessa e del Cielo, Christiane Rancé ci fa conoscere la storia del Secolo d’Oro, quello dell’Inquisizione, delle ricchezze immense provenienti dall’America e di un’esaltazione religiosa mescolata all’oscurantismo. Ci offre la visione dei paesaggi di Castiglia e di Andalusia, ci fa toccare la polvere delle strade percorse dalla santa itinerante, e ci fa sentire l’energia vulcanica sprigionata da Teresa.
Questo volume di Atti del Congresso L'orazione del Carmelo", tratta un tema di grande interesse per tutti: l'orazione e un'antichissima tradizione di preghiera della Chiesa. "
Predicatore, taumaturgo, campione di vita monacale, protettore contro l'ergotismo (il "fuoco di sant'Antonio"), per oltre mille e cinquecento anni Antonio ha incarnato molti ruoli, anche contraddittori, che ne hanno definito l'immagine nella storia. Nella cultura popolare è ricordato come fondatore del monachesimo cristiano e primo degli abati, ma anche come colui che seppe resistere alle tentazioni del demonio. Il libro racconta la storia del santo vissuto nel III secolo, dall'infanzia nel Medio Egitto all'eremitaggio nel deserto, fino alla morte alla veneranda età di 105 anni, e ricostruisce la fortuna successiva del suo modello di ascetismo, capace di ispirare anche - si pensi a Bosch, Flaubert, Dali - la letteratura e l'arte.
L'opera anselmiana è itinerario integrale di formazione per l'uomo nei suoi aspetti quali l'intelletto, la volontà, la libertà, la coscienza, i costumi, le relazioni, la fede, la preghiera. Egli univa in sé l'acutezza del filosofo, del teologo e la finezza dell'educatore. Il convegno cui si rifà il volume ha esplorato la sua dottrina e nella pratica, dal punto di vista dell'educazione.
Questo volume, applicando le conoscenze della psicologia attuale alla comprensione della psicologia vissuta e usata dai mistici, offre lezioni pratiche su questa scienza umana.