
“C’è, nella storia, una continuità secondo ragione, che è il futurum. È la continuità di ciò che si incastra armonicamente, secondo la logica del prima e del dopo. Secondo le categorie di causa ed effetto. Secondo gli schemi dei bilanci, in cui, alle voci in uscita, si cercano i riscontri corrispondenti nelle voci in entrata: finché tutto non quadra.
E c’è una continuità secondo lo Spirito, che è l’adventus.
È il totalmente nuovo, il futuro che viene come mutamento imprevedibile, il sopraggiungere gaudioso e repentino di ciò che non si aveva neppure il coraggio di attendere.
In un canto che viene eseguito nelle nostre chiese e che è tratto dai salmi si dice: “Grandi cose ha fatto il Signore per noi: ha fatto germogliare i fiori tra le rocce!”. Ecco, adventus è questo germogliare dei fiori carichi di rugiada tra le rocce del deserto battute dal sole meridiano.
Promuovere l’avvento, allora, è optare per l’inedito, accogliere la diversità come gemma di un fiore nuovo, come primizia di un tempo nuovo. Cantare, accennandolo appena, il ritornello di una canzone che non è stata ancora scritta, ma che si sa rimarrà per sempre in testa all’hit parade della storia”.
Dieci straordinarie novelle di Grazia Deledda unite dal riferimento, più o meno marcato, al Natale. Pubblicate in sei diversi volumi usciti tra il 1905 e il 1930, contengono tutto il mondo umano e poetico (il bene, il male, il sentimento religioso, il peccato, il senso di colpa, il paesaggio mitizzato) della grande scrittrice sarda, seconda donna - dopo la svedese Selma Lagerlöf - a vincere nel 1926 il premio Nobel per la letteratura. In questi racconti è possibile scorgere quel lirismo e quella tensione etica che caratterizzano i romanzi più famosi e che indussero un importante critico come Attilio Momigliano a definire la Deledda "un grande poeta del travaglio morale".
Dolcissime leggende, favole e racconti dedicati alla notte magica in cui tutto a Betlemme si trasforma, come per incanto. Un pastore cattivo, un mercante avido, una strega, un intero popolo di persone malvagie diventa buono. Fiocchi di neve, lacrime e gocce di sangue si trasformano in fiorellini. È la notte dei miracoli, la notte che regala agli uomini, per sempre, la magia del cielo.
Ecco una serie di lectio per giovani preparate e sperimentate da un giovane sacerdote, frutto di incontri serali con giovani universitari di diverse facoltà nell'ambito di Comunione e Liberazione. Ogni incontro inizia con un canto e termina con una preghiera o un dialogo in forma di poesia.
Le ricette sono una miscela di dosi, di ingredienti e di tanta artigianalità nel creare qualcosa per gli altri. Mani che si sporcano per creare qualcosa di bello e di buono per gli altri. Ecco il Natale che io vorrei: un'occasione artigianale di bene per gli altri, nessuno escluso. Natale è fare felici gli altri. Natale è incontro significativo, è capovolgimento dei nostri criteri umani per evidenziare che il cuore e il centro di ogni riforma, di ogni cambiamento è Cristo. Le ricette che si offrono in questo libretto sono uno stimolo a prepararsi al Natale secondo il Vangelo. Sono ricette di un cuoco che è papa Francesco. Egli ci aiuta ad essere buoni come Gesù in questo cambiamento epocale. Siamo tutti amati, non esistono dei privilegi se non quello di farsi prossimo a tutti coloro che si incontrano nella propria esistenza quotidiana.
Già maestro del realismo, Gogol' si distinse per la grande capacità di raffigurare situazioni satirico-grottesche, sullo sfondo di una desolante mediocrità umana, con uno stile visionario e fantastico. Pubblicato originariamente nel 1832, nel secondo volume della raccolta "Veglie alla fattoria presso Dikan'ka", "La notte di Natale" è un racconto lungo ambientato in Ucraina durante il regno di Caterina II. Vakula, giovane fabbro innamorato della bella Ocsana, sottomette le forze del male per esaudire il desiderio della ragazza: possedere gli stivaletti della zarina. Accostato da alcuni critici al realismo magico sudamericano, "La notte di Natale" ha ispirato opere liriche di Cajkovskij e Rimskij-Korsakov, pellicole cinematografiche e perfino film d'animazione.
La Novena di Natale è guidata dalla contemplazione della Adorazione dei pastori del pittore francese Charles Le Brun, un quadro dipinto nel 1689 e oggi conservato al Louvre. Ciò che colpisce è la "linea della luce" che attraversa completamente la scena del presepe: da qui si snodano le meditazioni di don Galli Stampino. Il Natale di Dio che scende tra gli uomini e si rende visibile in un bambino, ci insegna ad aver fiducia nell'amore. Oggi l'amore, comunque venga inteso, non gode di buona fama: è offeso, deriso, ritenuto ingenuo, o addirittura impossibile. «Perché alla luce del mistero del Natale si facciano strada anche nella nostra vita pensieri e criteri di scelta capaci di farci camminare sulle vie del bene e dell'amore, sull'esempio di Cristo.»
Il Natale è la festa della speranza. La speranza vera nella nascita, per noi, del Salvatore: quel bambino così piccolo, che arricchirà profondamente la nostra vita se decideremo di fargli spazio, di metterci in ascolto, di seguirlo... Se, emergendo dalla "corsa ai regali", sapremo dedicargli - e dedicarci - un tempo di silenzio, di preghiera, di pace. Con Finalmente con noi. Novena di Natale, monsignor Sigalini scuote, come sempre riesce a fare, le coscienze, in questo tempo di attesa e di festa per il Natale, con un linguaggio schietto, originale, attento ai cambiamenti in atto nella società di oggi. La Sacra Famiglia e il Presepe ci aiuteranno a comprendere come e perché Gesù è - ancora e finalmente - qui con noi.
Età di lettura: da 3 anni.
Le novene contenute in questo libro sono ideate per la preghiera personale e comunitaria, per aiutare i fedeli a vivere, nella meditazione e nella preghiera, le novene dell'Avvento
Cartoline di Natale con 6 soggetti diversi.
Ogni singola cartolina (105 x 210) è corredata di busta.