
La nuova lettera pastorale del Patriarca Francesco Moraglia è associata all'episodio evangelico della corsa di Pietro e Giovanni al sepolcro: è la strada che, nella fede, ogni discepolo è chiamato a percorrere. Per i due apostoli, Gesù non è una presenza marginale, ma Colui che, se è davvero risorto, allora fa cambiare tutto: cambia tutto per la loro vita, per la comunità di persone che vivono attorno a loro, per l'umanità intera. Corrono incontro al Risorto, come dovremmo fare e come, in fondo, cerchiamo di fare tutti noi.
Con data del 29 giugno, festa degli Apostoli Pietro e Paolo, è stata promulgata la nuova Costituzione Apostolica per le contemplative Vultum Dei Quaerere. È un dono, un grande dono di Papa francesco alla vita contemplativa femminile a conclusione dell'Anno della Vita Consacrata. Il presente volume è un commento al documento.
Il presente volume raccoglie gli Atti del Simposio sul Ruolo delle donne nella Chiesa, organizzato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nei giorni 26-28 settembre 2016. Tale Simposio si è articolato attorno a tre assi fondamentali: 1) una riflessione sui fondamenti scritturistici e teologici, con l'imprescindibile sguardo storico sulle vocazioni delle donne nella vita della Chiesa; 2) il contributo specifico che offre la donna alla cultura e alla vita della Chiesa; 3) alcuni temi di ecclesiologia, con le relative conseguenze nelle istituzioni e nella missione della Chiesa. All'incontro hanno partecipato una cinquantina di teologhe, storiche e canoniste, religiose e laiche, provenienti da tutti i continenti, e diversi Consultori e Ufficiali del Dicastero.
L'esortazione apostolica «Amoris laetitia» di papa Francesco, pubblicata il 19 marzo 2016, giorno liturgicamente dedicato a san Giuseppe, insiste sulla necessità del discernimento. Il tema non riguarda solo le situazioni famigliari richiamate nel testo, ma più in generale le esigenze della Chiesa e del mondo. In questo libro, che nel titolo si ispira alle parole del monaco Giovanni Cassiano, fondatore di monasteri e santo, la saggezza del giudizio è vista come «una specie di occhio e di lampada dell'anima», secondo la parola evangelica. Il discernimento è dunque uno sguardo interiore, capace di illuminare e, forse, anche per questo ricorre con insistenza nell'esortazione del papa.
Esiste un modo per utilizzare le opportunità della Rete senza rinunciare ai rapporti diretti e dover scegliere tra una stretta di mano e un tasto del computer? Per non ridurre la nostra vita a un continuo selfie dei vari momenti della giornata da «postare» in un social? Ci capita sempre più spesso di pagare senza vedere il denaro, di sottoscrivere contratti senza avere davanti un interlocutore, di organizzare viaggi online, di creare palinsesti televisivi personalizzati. Abbiamo a disposizione sconfinati territori informativi e relazionali, come se il mondo fosse sempre in diretta per noi. I nuovi mezzi di comunicazione hanno conquistato la nostra vita, ne scandiscono i ritmi, sono i custodi delle chiavi dei nostri spazi e del nostro tempo. Ma tutto avviene a distanza, senza contatti, se non virtuali, e sperimentiamo il graduale affievolirsi della conversazione faccia a faccia, a favore di una comunicazione che ci consente di evitare la vicinanza, l'espressione, lo sguardo, il respiro, le reazioni, le emozioni, il volto dei nostri interlocutori.
A settant’anni dalla promulgazione della Costituzione Apostolica Provida Mater Ecclesia (2 febbraio 1947) e del Motu proprio Primo Feliciter (12 marzo 1948), la nuova lettera ai Vescovi della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica affronta l’identità, la storia, la teologia e la normativa giuridica degli Istituti secolari.
Dall'elaborazione di questo pensiero è possibile rintracciare i tratti di una filosofia politica che assume il "metodo della libertà" e lo declina nei temi del costituzionalismo, del governo della legge, della sovranità limitata: l'idea di governo come dominio della legge e non degli uomini. Strumenti che possiamo mettere in relazione con i concetti classici della Dottrina sociale della Chiesa, quali la dignità umana, la libertà integrale, individuale ed indivisibile, la conseguente responsabilità della persona e l'ineludibile limitatezza della sua costituzione fisica e morale. Dunque, una filosofia politica che si presenta come una teoria delle istituzioni sociali proiettata verso un rapporto sempre più stretto con la storia del pensiero cattolico e con la sua moderna Dottrina sociale.
Questa biografia, intessuta da una narrazione che non disdegna l'aneddoto pertinente ed efficace, ha per sottotitolo il termine «teologica» a indicare con forza la vocazione a cui l'autore ha dedicato la vita. Vescovi e studiosi ambrosiani, personaggi che hanno fatto la storia del XX secolo, si accompagnano a figure capitali nella storia del Cristianesimo: Ambrogio, Tommaso, Bernardo, Anselmo. Insieme con autori di rilevanza mondiale come Chenu, Leclercq, Southern, Newman. Si tratta di incontri emozionanti e di lunghe frequentazioni e amicizie. Un volume coinvolgente e significativo anche per gli studi medievali, per la conoscenza della chiesa ambrosiana e per la temperie culturale della teologia.
Il testo è strutturato in tre sezioni: la prima sezione accompagna il lettore nelle pieghe di Amoris laetitia, facendone emergere le sfide, le prospettive, il contenuto. La seconda sezione, di tipo teorico-pratico, affronta cinque particolari questioni:
1. come educare i giovani perché rispondano alla vocazione all’amore;
2. quali aiuti offrire alla famiglia perché viva la pienezza dell’amore;
3. come accompagnare nel discernimento vocazionale i giovani fidanzati;
4. quali sono i consiglieri reali dei giovani; 5. come costruire concretamente un itinerario di
discernimento vocazionale per i fidanzati. Le questioni saranno affrontate da un punto di vista teologico-pastorale e umano-pedagogico. Alcune testimonianze chiudono il testo, offrendo percorsi e proposte reali.
In un'epoca sempre più rumorosa, in cui tecnica e consumismo irrompono nella nostra vita, è senza dubbio una follia voler scrivere un libro dedicato al silenzio. Eppure, il mondo fa tanto di quel rumore che la ricerca di qualche goccia di silenzio diviene ancora più necessaria. Per il Cardinale Robert Sarah, a forza di respingere il divino, l'uomo moderno si ritrova in una dimensione angosciante e opprimente. Sarah vuole ricordare che la vita è una relazione silenziosa tra la parte più intima dell'uomo e Dio. Il silenzio è indispensabile per l'ascolto del linguaggio divino: la preghiera nasce dal silenzio e senza sosta vi fa ritorno sempre più profondamente. In questo colloquio con Nicolas Diat, il Cardinale s'interroga: gli uomini che non conoscono il silenzio potranno mai raggiungere la verità, la bellezza e l'amore? La risposta è senza appello: tutto ciò che è grande e creato è plasmato nel silenzio. Dio è silenzio. Dopo il successo internazionale di Dio o niente, tradotto in quattordici lingue, il Cardinale Robert Sarah cerca di ridare al silenzio la sua dignità. Il testo è seguito da un colloquio con Dom Dysmas De Lassus, Priore della Grande Chartreuse e Ministro Generale dell'Ordine dei Certosini. Prefazione di Benedetto XVI.
Il volume raccoglie le riflessioni dell'autore, nunzio apostolico in Germania, sul tema "Un nuovo dinamismo sinodale". Articolate in quattro parti esse affrontano la sinodalità nella Chiesa Cattolica con una attenzione al suo sviluppo attraverso i Concili ecumenici e alla natura del Sinodo dei Vescovi. Il volume è chiuso da alcune proposte per un ulteriore sviluppo del Sinodo quale espressione di un rinnovato dinamismo.
L'adulterazione della vita, determinata dagli esiti infausti del post-umano, ci mette dinanzi ad una esclusiva emergenza antropologica. Infatti «intorno all'uomo si pronunziano, oggi più che mai, parole contrastanti, come contrastanti sono le prospettive che lo riguardano» (N. Galantino). La riflessione che viene offerta in questo volume si origina dalla presa di coscienza dei riduzionismi antropologici che hanno caratterizzato la parabola anti-umanistica del Novecento. Nella rivisitazione del vasto e pluriforme panorama delle antropologie del Novecento, referente storico e teorico dell'autore è il filosofo e teologo italiano Nunzio Galantino, il cui percorso - di ispirazione fenomenologico-personalista - si propone, attraverso categorie di pensiero personali -relazione/reciprocità -, di superare le varie forme di anti-umanesimo contemporaneo. Come dimostrano l'ampiezza e la ricchezza dei riferimenti, al centro dell'ampia rassegna di studi che soggiace a quest'opera d'insieme sta, ancora una volta, la "questione persona", centrale nella riflessione di Galantino. L'articolato impianto epistemologico dell'intero volume non nasconde la pretesa, che per certi versi è anche l'obbiettivo, di rivolgersi alla cura dell'uomo, per toglierlo dal vuoto speculativo e dal mutismo esistenziale, indicandogli - contestualizzando la riflessione fatta da Galantino e dipanandone le articolazioni teoretiche in modo da rilevarne la pertinenza in rapporto all'attuale condizione dell'umano - la via per educarsi a diventare Persona. Questo è l'azzardo del saggio: continuare a scommettere sull'uomo rispondendo alla domanda "chi è l'uomo?", nello sforzo continuo di comprenderne il mistero che infinitamente ci supera.

