
L'autore individua i temi dell'umanità nel magistero di don Tonino Bello: nel ministero, nelle relazioni, nella solitudine, nella malattia, nell'amicizia, nei sentimenti del Natale. Protagonisti sono i fatti, le piccole storie, a partire dalla grande storia di un uomo che credeva davvero in Dio, nella chiesa, nell'umanità. Emerge il testimone dal volto umano, vicino alla gente, innamorato del Signore e desideroso di comunicare al mondo il suo inestimabile patrimonio di fede e di speranza. Prefazione del card. Dionigi Tettamanzi.
La Chiesa sta celebrando l'Anno della fede. Ho pensato oprtuno allora aiutarvi a rispondere alla seguente domanda: è ragionevole oggi credere? Oppure dobbiamo ritenere che la fede sia ormai un'attitudine che non esce più assolta dal tribunale della ragione?
I discorsi più significativi del Card. Lluis Martinez Sistach dal 1986 (anno precedente alla sua nomina di Arcivescovo di Barcellona) fino al novembre 2012. Il Card. Sistach negli interventi qui riportati si sofferma in un primo momento sulle tematiche di carattere universale, come il ruolo della Chiesa cattolica e dei cristiani nella società civile in relazione a problemi attuali e urgenti, quali l'immigrazione, la globalizzazione, la crisi economica, la povertà, l'urbanizzazione; in secondo luogo prende in esame argomenti più specifici, come il rapporto tra Chiesa e Unione Europea.
Il presente volume, edito dall'Ufficio Centrale di Statistica della Chiesa, contiene, per l'anno 2011, i dati più significativi riguardanti la presenza e l'opera della Chiesa nel mondo.
C'è un Concilio che si è svolto lontano dai riflettori: nelle cene, nei vertici notturni, negli incontri diplomatici, nelle redazioni dei giornali, nelle sezioni di partito e persino fra gli 007. La sfida è ricostruirlo non per il gusto del retroscena fine a se stesso, ma perché solo cosi si possono decifrare i nodi irrisolti di allora che restano le questioni aperte di oggi. Le affinità con l'attualità sono sorprendenti. C'è la caccia ai corvi: stenografi, dattilografi, ma anche "periti" conciliari, accusati di sottrarre documenti da passare all'esterno. C'è un presidente del Consiglio che, alla vigilia dell'apertura, salta sul treno del papa e chiede la benedizione per il governo di centrosinistra. Nel frattempo un monsignore in incognito vola oltre la cortina di ferro per ottenere dal governo sovietico il via libera alla partecipazione dei vescovi cattolici e del patriarcato di Mosca. Compare il futuro burattinaio della P2, Umberto Ortolani, e spuntano falsi dossier a carico dell'autore della riforma liturgica, Annibale Bugnini, accusato di essere massone. Saltano fuori anche le lettere riservate dei sacerdoti che chiedono a Montini di abolire il celibato e c'è pure un teologo che denuncia, con coraggio, lo scandalo della pedofilia nella Chiesa, ma il suo allarme resta inascoltato. A cinquant'anni di distanza, l'assise conciliare può dirci ancora molto, a patto di saperla leggere fuori dagli schemi abusati di progressisti e conservatori. E le verità scomode non mancano.
Il cardinale di Vienna individua tra Europa e cristianesimo un rapporto paradossale: il Vecchio Continente ha sempre meno credenti ma al contempo desidera che i cristiani siano sempre più fedeli al vangelo. Il cristianesimo può offrire all'Europa la libertà da ogni condizionamento; la fede può ricevere dalla cultura laica l'appello ad una credibilità oggi quanto mai urgente. Un cardinale teologo e pastore, allievo di Joseph Ratzinger, aperto alla modernità.
Piccole riflessioni pastorali in occasione dell'Anno della Fede.
Contenuti, interpretazione e attualità del Concilio Vaticano II. Sono gli ingredienti di questa nuova pubblicazione, che raccoglie i contributi di studiosi di varia specializzazione, accomunati dall'obiettivo di restituire all'evento più importante per la Chiesa nel XX secolo il valore di "bussola per il Terzo millennio".
Il libro consta di due parti: la prima, che ha come titolo "Il Concilio davanti a noi", tenta un'ermeneutica del Concilio, tra risorse e problemi aperti; nella seconda parte, "Non c'è continuità senza rinnovamento", vengono affrontate diverse questioni specifiche, dalla libertà religiosa al ruolo dei laici, dai giovani alla povertà della Chiesa.
Gli autori: Luigi Bettazzi, Giorgio Campanini, Piero Coda, Piergiorgio Grassi, Luigi Lorenzetti, Franco Miano, Gilles Routhier, Brunetto Salvarani, Giuseppe Savagnone, Giovanni Tangorra, Marco Vergottini.
L'opera propone anche i discorsi di apertura e chiusura del Concilio Vaticano II, pronunciati rispettivamente da Giovanni XXIII e Paolo VI.
Il Sinodo è appena iniziato e già si respira lo spirito del Concilio.Con queste parole si apre la riflessione a caldo di Franco Miano, presidente nazionale dell'Azione cattolica italiana e uditore al Sinodo sulla nuova evangelizzazione, durante il quale ha steso un diario quotidiano, riportando i contenuti emersi e le impressioni suscitate.La nuova evangelizzazione, cioè il futuro della Chiesa, della bella Chiesa delle differenze, che mette a frutto il tesoro consegnatole dal Concilio.
Il dibattito storico-teologico sul Concilio Vaticano II presenta differenti e, a volte, contrastanti posizioni, soprattutto in relazione all’intervento di Benedetto XVI del 22 dicembre del 2005. Siamo nel pieno delle dinamiche recettive del Concilio e dei suoi documenti.
L’11 ottobre del 1962, con una solenne e memorabile celebrazione, Giovanni XXIII con il suo discorso di apertura dava inizio ad un vivace dibattito tra più di duemila vescovi, convenuti a Roma a confrontarsi su questioni teologico-pastorali nodali e di interesse per tutta la Chiesa.
Attraverso una lettura sincronica e diacronica dei principali avvenimenti e documenti del Vaticano II, questo volume intende presentarne i protagonisti, le caratteristiche, l’originalità, i risultati, le prospettive e i punti problematici.
Lungo le storie di ragazze e ragazzi che hanno realizzato la loro educazione al Collegio Vescovile Pio - che dal 1954 al 1957 ha avuto tra i suoi allievi il cantautore Lucio Dalla -, ci s'imbatte nella realtà della scuola cattolica: la buona pratica" di Treviso per moltiplicare i talenti. "
Chiesa dei poveri: questa sintetica espressione illuminò, come una folgore, la discussione tra i cristiani, negli anni Sessanta del secolo scorso, risuonò nel Concilio Vaticano II e, nei decenni successivi, soprattutto in America latina, nella riflessione pastorale delle Chiese. Ma che significavano, quelle parole? Alcuni le intesero, in senso forte, per mettere in questione radicale la Chiesa da secoli vista mondanamente come "Società perfetta", per convertirla invece evangelicamente alla "convocazione" delle discepole e dei discepoli di Gesù di Nazaret, crocifisso dal potere sacro e dal potere politico. Altri, invece, le addomesticarono, sostenendo che sempre la Chiesa si era data da fare per aiutare la povera gente. Oggi, pur nelle mutate condizioni storiche ed ecclesiali, affermare la Chiesa dei poveri dovrebbe significare la volontà di spogliare di ogni radice di potere la mentalità e le strutture ecclesiastiche, allo scopo preciso di predisporre i cristiani ad impegnarsi, senza pretese di primogenitura, con tutte le persone, uomini e donne, di buona volontà, per favorire nel mondo pace e giustizia e salvaguardia del creato.