
In vista del Sinodo dei vescovi del 2023, papa Francesco propone di incamminarsi «non occasionalmente ma strutturalmente verso una Chiesa sinodale», con la consapevolezza che «non bisogna fare un'altra Chiesa, ma una Chiesa diversa» (Y. Congar). Si tratta di procedere verso il futuro, per avere futuro, con passo sinodale, accettando le sfide di un cammino accidentato e aperto, comunque ricco di sorprese. In questa "transizione sinodale", la sinodalità dovrà trovare declinazioni convincenti, soprattutto a contatto con contesti, problemi e temi emergenti. Alcuni di questi sono senz'altro la questione della partecipazione e della democrazia nella Chiesa, il confronto non scontato tra popolo populista e popolo sinodale, nonché il nodo del clericalismo e delle sue radicate e ben mimetizzate derivazioni.
Un'introduzione di approfondimento all'enciclica Laudato si' di Francesco. L'autore evidenzia i rimandi intellettuali e le risonanze nel mondo culturale del testo di papa Bergoglio dedicato alla cura della casa comune.
«Santità per tutti» non significa santità in svendita e nemmeno una sua democratizzazione secondo il pensiero corrente; significa piuttosto che su ogni uomo che viene a questo mondo Dio ha un progetto di felicità che è possibile realizzare mettendo a frutto il dono di grazia e camminando al ritmo del santo popolo fedele di Dio. L'esortazione apostolica "Gaudete et exsultate" non fa che ribadire, dalla prima riga all'ultima, questa convinzione, mostrando una santità non complicata, non elitaria, non disumanizzante, ma alla portata di tutti, realizzabile nonostante le cadute, le molte zone grigie dell'esistenza che spesso rimangono tali; per cui, più che esenzione dal peccato, la vera santità è tensione verso il bene con la totalità del nostro essere, così come ne siamo capaci.
In un momento in cui i cattolici sentono l'esigenza di ritornare da protagonisti sulla scena politica, questo libro si propone di mettere a fuoco i "nodi" cruciali che essi devono sciogliere, se vogliono superare le ambiguità che li hanno resi irrilevanti nella Seconda Repubblica e tornare ad essere di nuovo credibili. Tra questi "nodi" forse i più evidenti sono quello del ruolo preponderante dei vescovi nell'ambito pubblico, direttamente proporzionale alla invisibilità dei laici cristiani, e quello dei cosiddetti "valori non negoziabili". Ma, più a monte, è in gioco il significato dell'impegno politico dei cattolici, che deve essere ripensato coraggiosamente, recuperando le esperienze più significative del passato e guardando con fiducia al futuro.
Viviamo in un tempo in cui la nozione di dono non interpella più solamente la sfera morale, spirituale dell'uomo, ma anche quella sociale, politica, economica. Una nuova prospettiva è ora possibile: il superamento dell'homo oeconomicus mediato dall'avvento dell'homo donans, per cui il profitto non esclude il dono e l'affermazione dei diritti individuali non soffoca la ricerca del bene comune. Oggi non solo in ambito religioso si parla di fraternità come principio socio-economico, basato su quattro valori: libertà, gratuità, relazione, bene comune. La Dottrina sociale della Chiesa sviluppa il suo discorso sulla realtà dell'uomo e del mondo risalendo alle radici antropologiche di tali principi, offrendo una sua lettura dei tempi attuali, incoraggiando uomini e donne di buona volontà a realizzare i cambiamenti necessari alla trasformazione delle ingiustizie sociali ed economiche che affliggono l'umanità. Oggi è sempre più chiaro che si può avere un enorme capitale economico, eppure essere poveri di capitale umano, sociale, ecologico. È pure evidente che abbiamo bisogno di felicità pubblica fatta di relazioni e di reciprocità più che di produttività: la relazione fraterna, anche in economia, mette al primo posto la cooperazione con il suo spirito prevalente sulla competizione. È sempre più chiaro che la somma degli interessi, individuali e nazionali, non corrisponde affatto al bene comune, così come il PIL (prodotto interno lordo) non equivale affatto al BeS (benessere equo solidale), perché il PIL è legato al concetto di efficienza (bene materiale), mentre il BeS a quello di felicità (bene relazionale). Questa verità si va facendo strada anche nella mente dell'uomo comune, nel tempo di maggiore espansione del comportamento consumistico di massa, fortemente legato all'incremento della produttività. Toccato il fondo, l'uomo riscopre oggi il valore economico dell'atto gratuito del dono, che, secondo il principio di reciprocità, non deve rispondere necessariamente alla legge di proporzionalità (come nello scambio): si dona secondo la possibilità; si riceve secondo le necessità. Se noi ci dirigeremo verso una ecologia integrale dell'uomo e della terra, questa sarà la nuova bussola dell'agire umano.
Questo volume è una monografia sul rapporto tra etica e sport. Si sviluppa in quattro parti: la prima è dedicata all'etica e allo sport nella storia, la seconda analizza come quest'argomento viene considerato nel Magistero della Chiesa, la terza è dedicata etica e sport oggi, nella quarta vengono esposti e commentati i numeri dello sport. Il lavoro costituisce il terzo volume della collana Imprenditori Cristiani per il Bene Comune realizzata dalla Libreria Editrice Vaticana in collaborazione con l'UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) ed è rivolto ai dirigenti sportivi e a tutti gli educatori che operano nelle scuole e nelle associazioni sportive, piccole o grandi, con l'intento di diffondere nel mondo dello sport una sorta di codice etico e comportamentale
Dopo la pubblicazione dell'Enciclica Caritas in Veritate di Benedetto XVI, il tema dello sviluppo e del bene comune ha assunto una sempre maggiore rilevanza nel panorama socio-politico italiano e internazionale. A questo proposito gli autori offrono, con un approccio storico-economico, un saggio volto ad illustrare da un lato lo sviluppo della società industriale, dall'altro il modo di fare impresa in quest'epoca caratterizzata da due fenomeni che hanno cambiato il mondo dell'economia e non solo: la globalizzazione e la rivoluzione info-telematica. Il lavoro costituisce il quarto volume della collana Imprenditori Cristiani per il Bene Comune pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana in collaborazione con l'UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) ed è rivolto a tutti gli imprenditori e i dirigenti cristiani, ma anche agli studenti delle facoltà economiche.
"La verità espressa nell'Humanae vitae non muta; anzi, il suo insegnamento si fa più attuale e provoca a riflettere sul valore intrinseco che possiede": con queste parole Benedetto XVI ha ribadito il valore e l'attualità dell'Enciclica quarant'anni dopo, e gli scritti qui raccolti confermano da vari punti di vista questa analisi.
Recensione : Vediamo infatti come la separazione del concepimento dall'atto coniugale ha minato alle radici il matrimonio, senza eliminare un male come l'aborto, e ha contribuito in modo determinante alla crisi della famiglia, mentre l'introduzione della tecnica in un settore così delicato come l'oirigine della vita umana ha aperto derive sempre più pericolose come la fecondazione artificiale e la possibilità di esercitare esperimenti scientifici sugli embrioni.
Il libro di Michele Scaringella presenta i discorsi dei Papi nelle Giornate Mondiali della Comunicazione Sociale insieme ad un’attenta analisi delle relazioni e degli atti dei diversi convegni sulla Comunicazione tenuti dal Episcopato italiano. Un’articolazione di riflessioni e una serie di rimandi che testimonia l’evoluzione del pensiero sui media sempre al passo con gli sviluppi della tecnologia e degli spazi comunicativi. Questo testo è principalmente rivolto a coloro che intendono accostare con serietà l’argomento. È anche un libro di grande giovamento per chi, pur non essendo specialista, vuole farsi un’idea del rapporto tra Vangelo e nuovi media.
Il primo capitolo definisce i mezzi di comunicazione di massa, ed analizza l’evoluzione in new media, fino a considerarne, nello specifico, Internet, con cenni storici, potenzialità e prospettive. La definizione della nuova Evangelizzazione vede nella Chiesa una nuova presa di coscienza, maturata nel tempo fin dal Concilio Vaticano II, che conduce al I Convegno Italiano sulle Comunicazioni Sociali, promosso dalla CEI, avente per tema: Parabole Mediatiche. Fare cultura nel tempo della comunicazione.
Il secondo capitolo, invece, cerca di tracciare il percorso che la Chiesa compie, a partire dalle «Parabole Mediatiche», alla luce delle indicazioni emerse dal Convegno. La Chiesa cammina sempre più nel mondo digitale come testimone della Parola di Vita che è Cristo risorto fino ad arrivare ad un nuovo grande convegno: Testimoni digitali. Se non diventiamo testimoni non possiamo portare la Parola di Dio nel mondo digitale.
La ricostruzione della movimentata storia di Dignitatis humanae, il documento del concilio Vaticano Il, porta alla luce un "sottosuolo" in cui parole e linguaggi non possono essere pienamente compresi se dissociati dai retroterra, psicologici e culturali, dei protagonisti. La stessa decisione di mettere sull'agenda conciliare la spinosa questione della libertà religiosa, su cui si appuntano le aspettative di molti, si radica nell'appello di papa Giovanni a cogliere i segni dei tempi come mezzo proprio dell'aggiornamento della chiesa. Sull'orizzonte delle più tradizionali argomentazioni sui diritti e doveri della coscienza si affacciano i problemi della collaborazione intracristiana, della libertà nella chiesa, della intangibilità della coscienza religiosa.
In occasione del 50° anniversario dell'Inter Mirifica (Decreto conciliare sui mezzi della comunicazione sociale), il presente volume ripercorre la storia della comunicazione vaticana dal Concilio fino ai giorni nostri. I cinque secoli di storia della comunicazione infatti, dalla stampa di Gutenberg fino al Concilio, non valgono in termini di innovazione e progresso, questi ultimi 50 anni culminati nell'era digitale, periodo che ha visto protagonista nella fase più recente Papa Francesco, dimostrando una grande apertura ai nuovi media e ai social network. Grazie alla rilettura dell'Inter Mirifica, l'autore propone dunque questo lungo e suggestivo percorso attraverso la comunicazione della Chiesa.
Il volume offre nella forma e sostanza di un saggio un'ampia disamina sulla riforma della comunicazione del Vaticano e i suoi strumenti ripercorrendo le varie fasi storiche dal Concilio vaticano II fino al Pontificato di Francesco con l'utilizzo sempre più ampio dei social media. L'autore offre il suo punto di vista sulle trasformazioni avvenute e di quelle in atto nelle vesti di osservatore qualificato, avendo avuto incarichi di responsabilità in varie istituzioni quali, per esempio, il quotidiano "L'Osservatore Romano", la Sala Stampa e il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Si tratta, come scritto nella presentazione, «di una storia che rimane aperta, nella quale la continuità è garantita dalla fedeltà alla missione della Chiesa, di cui la comunicazione è parte integrante». Prefazione di Federico Lombardi.