
Opera composita pubblicata contemporaneamente all'enciclica ''Quanta Cura'' di Pio IX nel 1864 che raccoglie enunciazioni e scritti in cui il Pontefice condanna gli ''errori'' di quel periodo travagliato per la Chiesa e per lo Stato Pontificio. Troviamo quindi proposizioni contro il repubblicanesimo, liberalismo, naturalismo, socialismo etc. che, al di la' di un' inevitabile frammentarieta' superficiale, ci danno un quadro puntuale e particolareggiato di un epoca complessa che non sconvolse solo l'assetto politico dell'Italia.
Enciclica sulla riparazione.
Lettera enciclica di Pio XII sulla Liturgia in riferimento a: - natura, origine, progresso della Liturgia- il culto eucaristico- l'ufficio divino e l'anno liturgico- direttive pastorali
Più che un libro "a cinquant'anni dal Concilio", questo è un libro "su cinquant'anni di Concilio" realizzato nell'arcidiocesi della Paraíba, Nordest del Brasile, sotto la guida di don José Maria Pires. Per trent'anni il vescovo nero, uno dei pochi padri conciliari viventi, ha orientato la Chiesa ad assumersi, come Popolo di Dio, le sue responsabilità nei rapporti con la società, impegnandosi a favore dei poveri. Nelle interviste e nel suo saggio qui pubblicato, don José risponde con discrezione e humour, ma senza reticenze, su razzismo e diritti civili, teologia della liberazione e della zappa, Curia romana e Nunzi, ministero delle donne nella Chiesa e preti celibi e sposati, ecumenismo, giovani e movimenti carismatici, il Brasile che cresce e la vocazione dei cattolici latino-americani, il segreto e le difficoltà della partecipazione, il Concilio ancora da realizzare.
Attraverso la metafora della Chiesa, paragonata a una barca a vela guidata dallo Spirito, Antonio Pitta affronta i numeri più sofferti e affascinanti della "Dei Verbum" (nn. 11-13). Poiché la Sacra Scrittura deve essere letta e interpretata con lo stesso Spirito con cui è stata scritta, protagonista assoluto dell'ispirazione nella Bibbia è lo Spirito Santo. Alla rivelazione che raggiunge il culmine con l'incarnazione della Parola, risponde l'ispirazione dell'autore, del testo e del lettore coinvolti in ogni pagina della Bibbia. La Bibbia non è per pochi, né per una parte, ma per la Chiesa e per l'umanità poiché contiene la Parola di Dio rivolta a ogni persona per cogliere il senso della propria vita.
L'Autore approfondisce i nostri rapporti con gli altri, e soprattutto l'amore di carità come indispensabile fondamento della convivenza civile alla luce di alcune encicliche di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, degli interventi della Commissione Teologica Internazionale.
I Vescovi Emeriti sono quasi un quarto dell'Episcopato mondiale, e oltre un terzo dei Vescovi italiani. Numeri significativi e in aumento. In questo libro Monsignor Plotti, "Vescovo in pensione", racconta con umanità e passione, saggezza e schiettezza, la sua esperienza di Vescovo Emerito. E' una confessione ad alta voce che - senza addentrarsi in questioni teologiche o giuridiche - pone il problema e solleva interrogativi.
"In realtà, questa era già una grande novità, l'ingresso nell'agenda conciliare della Chiesa popolo di Dio, composta da tutti i cristiani, vescovi, preti, religiosi e laici, una Chiesa che capiva l'esigenza di una partecipazione di «uditori in concilio» con la possibilità di prendere la parola, almeno dalla seconda sessione, anche se con l'eccezione, purtroppo, delle donne, ancora e sempre costrette al silenzio. Certo, era un timido inizio. Ma nel prossimo concilio si potrà ignorare la presenza delle donne? E si potrà ancora togliere loro la voce?" (tratto dall'Introduzione)
«Vescovo divisivo». Con questa sbrigativa battuta, molti tra il clero e nel laicato evitarono di confrontarsi con la coerenza evangelica della lettera pastorale Camminare insieme. Nulla di strano: la stessa ostilità con cui viene letto il messaggio e lo stile di vita di papa Francesco, cinquant'anni dopo. Testimonianza di due credenti che indicano un chiaro orizzonte alla loro Chiesa.
?«Ero a Lourdes la notte in cui il terremoto ha sfigurato Accumoli, Amatrice e Arquata del Tronto. Alle 4 squilla il telefonino. Un prete del mio paese mi dice della scossa. Comincio a chiamare i parroci. Alle 6 prenoto un biglietto per rientrare in Italia. Alle 7 mi chiama il papa, alle 16 sono ad Amatrice». Sono i ricordi del vescovo di Rieti, che nelle pagine di questo breve libro raccoglie i discorsi rivolti alla sua diocesi colpita dal sisma. Una riflessione sulla vita e la morte, sulle ferite aperte, sull'intimità violata, sulla fede che si confronta con la presenza di Dio e le responsabilità dell'uomo. Ma anche con l'esigenza di immaginare altro rispetto alle macerie. «Paradossalmente, essere in ginocchio apre una visuale diversa e più libera per pensare un altro modello di sviluppo», scrive Pompili. «L'umiltà ci rende più vicini alla terra ferita, più capaci di ascoltarla e forse anche più capaci di inventare per quei borghi nuove forme di presenza».

