
Presentato a un concorso bandito nel 1837 dalla Reale Società di Danimarca, questo saggio non solo non vinse il premio, ma venne decisamente riprovato dagli accademici danesi per le gravi offese recate a "parecchi grandissimi filosofi degli ultimi tempi": ossia Hegel, Fichte e Schelling. Cosa c'era che rendeva il saggio tanto inviso alla cultura del suo tempo? Probabilmente gli stessi motivi che nella seconda metà dell'Ottocento e poi nel Novecento lo resero tanto influente.
Cosa significa "dire la verità"? Che ruolo gioca nelle nostre vite? Con la sua caratteristica combinazione di passione, eleganza e semplicità, Williams indaga sul valore della verità e giunge alla conclusione che essa è di più e al contempo di meno di quanto potremmo immaginare. Due fondamentali atteggiamenti nei confronti della verità delle asserzioni convivono nelle società moderne: il sospetto di essere ingannati (a nessuno piace essere preso in giro) e lo scetticismo nei confronti della possibilità che esista qualcosa come una "verità oggettiva" (a nessuno piace sembrare ingenuo). Questa tensione fra il bisogno di verità e il dubbio che ne possa esistere una non è un paradosso astratto ma ha gravi conseguenze politiche.
La prima edizione integrale degli scritti del filosofo tedesco Paul Ludwig Landsberg. A 60 anni dalla morte del filosofo – ebreo per nascita, ma testimone della fede cristiana per vocazione, perito di stenti in un campo di concentramento nazista – quest’iniziativa editoriale appare come un doveroso contributo ad un pensatore scomodo ma determinante nella storia del pensiero del ’900. Il volume contiene in aggio introduttivo di M.Bucarelli, una scheda storico biografica i veri e propri Scritti filosofici, Gli anni dell’esilio, 1934 – 1944. Seguirà prossimamente la pubblicazione di un II volume, sulle opere degli anni 1922-1933.
Un classico del pensiero e l’occasione per la riscoperta di un grande protagonista della filosofia del ‘900.
Paul Ludwig Landsberg nasce a Bonn il 3 dicembre 1901. I genitori, entrambi ebrei, accettano l’invito di un amico pastore luterano a lasciar battezzare il figlio. Negli anni dell’adolescenza, grazie a Max Scheler e Romano Guardini, Paul Ludwig si avvicina al cattolicesimo. Studia filosofia a Friburgo con Husserl, quindi a Colonia con Scheler, del quale diviene discepolo. Nel 1928 è professore all’Università di Bonn. Amico di Horkheimer, collabora con la sua rivista (Zeitschrift für Sozialforschung). Nel 1933, intuendo con anticipo la tragedia che avrebbe travolto la Germania, lascia la sua patria prima della definitiva presa del potere da parte di Hitler. Esule in Spagna, insegna all’Università di Barcellona, ma a seguito della vittoria di Franco è costretto a stabilirsi in Francia, dove sulla rivista Esprit – diretta da Mounier – pubblica articoli fondamentali per il “movimento personalista”. Durante gli anni della guerra svolge un ruolo attivo nella Resistenza. Vive due anni sotto falso nome, rifiutando le offerte di Maritain di trasferirsi negli Stati Uniti. Insistentemente tentato dal suicidio, dedica proprio a quest’argomento l’ultimo saggio che ci è pervenuto. Arrestato nel 1943 dalla Gestapo, è deportato nel campo di concentramento di Oranienburg, presso Berlino, dove muore di stenti l’anno successivo, dando viva testimonianza di fede cristiana. I suoi contributi di antropologia filosofica, la sua definizione di engagement e il Saggio sull’esperienza della morte rappresentano delle pietre miliari nel pensiero del Novecento.
Marco Bucarelli, nato a Roma nel 1958, laureato in filosofia all’Università di Roma La Sapienza nel 1982, svolge attività didattica e di ricerca all’Università di Roma Tor Vergata. In modo particolare, ha indirizzato i suoi studi e le sue pubblicazioni, oltre che su Landsberg, sul pensiero di Horkheimer e Adorno, e sui rapporti tra filosofia e scienze mediche.
Fabio Olivetti, nato a Bussolengo Veronese nel 1969, si è laureato in filosofia a Padova. È attualmente dottorando di ricerca in bioetica e diritti umani presso l’Università di Bari, dove sta curando uno studio sulla vita e il pensiero di Landsberg.
"Gli uomini, sia da principio sia ora, hanno incominciato a esercitare la filosofia attraverso la meraviglia. Da principio esercitarono la meraviglia sulle difficoltà che avevano a portata di mano; poi progredendo così poco alla volta, arrivarono a porsi questioni intorno a cose più grandi, per esempio su ciò che accade alla luna, al sole e agli astri e sulla nascita del tutto." (Aristotele)
"La grandezza e la modernità di Spinoza, che è uomo religioso, consistono nell'aver esorcizzato i fantasmi di una religiosità superstiziosa che continuamente evoca l'ultraterreno e sconfessa i poteri della ragione. Gli avversari più accaniti e intransigenti, tutti coloro che hanno esecrato Spinoza, erano ben consapevoli della sostanza esplosiva contenuta nel suo pensiero. Spinozismo vuol dire, infatti, sottoporre ogni evento naturale o sociale al controllo metodico di una ragione che obbedisce solo al suo "ductus", incurante di ogni autorità o di ogni vincolo che non siano l'esercizio stesso della ragione." (dall'introduzione di Remo Cantoni)
L'opera di Jean Nabert, percorsa dalla tensione tra la condizione storica, finita, e la corrente di assolutezza, l'affermazione dell'assoluto che attraversa l'esistenza. Jean Nabert e noto per le sue opere sul male, sulla finitezza, sulla solitudine; ma e anche il filosofo che ha meditato sul desiderio del divino e di Dio, desiderio che fiorisce nella speranza. Questa affonda le sue radici nell'io, l'esistenza del quale non e determinata soltanto dal succedersi delle circostanze storiche ma e definita anche dall'Assoluto che la abita. La speranza si nutre di quest'Assoluto che rivela la propria presenza svelandosi come desiderio dell'Essere. Il male, percio, non ha l'ultima parola nelle vicende umane perche, contro la violenza che con esso s'impone e che sembrerebbe annientare l'uomo, grida tale desiderio, anima d'ogni esistenza e appello lanciato da una Presenza che apre all'io la permanente possibilita della propria rigenerazione.
Una sintesi dettagliata e una valutazione critica del pensiero filosofico di Michel Henry (1922-2002). L'opera fornisce una sintesi dettagliata e una valutazione critica del pensiero filosofico di Michel Henry (1922-2002), fenomenologo francese che apre una nuova via di indagine attorno all'io e al suo rapporto con il mondo e l'assoluto.
Un viaggio nella cultura dell'agire politico nonviolento. L'universalita della pace come metodo d'azione e come modo di esistere. Questo libro presenta i percorsi filosofici di Mohandas Gandhi, Aldo Capitini e Emmanuel Levinas, tre fonti fondamentali per capire e vivere l'amore politico nonviolento. L'ipotesi che guida il volume, punta a mostrare come l'amore interpersonale possa e debba essere dilatato in forme collettive. L'autore evidenzia che la vicenda della nonviolenza vale per noi come una parabola, come un racconto che ci riguarda direttamente. Infatti non possiamo eludere la scelta tra queste possibilita: assecondare e alimentare la distruttivita che grava sulla condizione umana; consegnarsi all'illusione di chi si astiene dall'agire giudicando tutto con cinismo; o seguire la via della nonviolenza come un cammino di pace nella storia. Il volume esplora e propone le ragioni di questa terza via.
I contributi qui raccolti propongono una panoramica ricca e variegata sull'universo femminile, in un fecondo confronto tra Occidente e Oriente, tra passato e presente, attraverso la religione, la letteratura, la storia e la cultura. La novità di questo percorso è proprio nel confronto tra Oriente e Occidente, poco frequente nella letteratura sull'argomento, ma molto significativo perché permette di puntualizzare in relazione al femminile il divario teorico-pratico fra le due culture e di rilevare il contributo originale che la donna ha saputo fornire nel campo dell' elaborazione culturale.
Che cosa significa fare storia della filosofia? Chi vi si dedica si confronta con una serie di questioni metodologiche ed ermeneutiche: l'identità e la natura della filosofia; la dimensione storica entro cui situare la ricerca; la relazione, di ciascuna filosofia con gli altri sistemi di pensiero. Si tratta di questioni non scontate, che rimandano al problema della possibilità e del senso stesso di una storia della filosofia e che nei secoli hanno dato vita a diversi modelli storiografici. Nel presente saggio l'argomento viene affrontato prendendo in esame Aristotele per l'età antica, Pico della Mirandola e Agostino Steuco per l'età rinascimentale e Hegel nell' età moderna, e mettendo in luce le soluzioni diverse e originali di volta in volta indivuate come soluzione alla questione.