
Enrico Medi (1911-1974), laureatosi con Fermi a Roma nel 1932, docente di geofisica a Palermo e a Roma, deputato al Parlamento italiano, è stato presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e, dal 1958 al 1965, vicepresidente dell’Euratom. Ricercatore assai noto, divulgatore e apprezzato conferenziere, fu profondo testimone di vita cristiana e di impegno sociale. Il 26 maggio 1996 è stata introdotta la sua causa di Beatificazione. Il volume raccoglie un ciclo di lezioni di aggiornamento scientifico tenute presso la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino in Roma (Angelicum). L’Autore offre, insieme a una visione scientifica del cosmo proposta ad un livello accessibile all’uditorio, la sua visione sapienziale di scienziato credente che rilegge “teologicamente” la natura con le sue leggi, accostando anche certi aspetti ontologici che sono propriamente filosofici più che teologici. Nell’ultimo testo di congedo, con il quale il libro si chiude, egli riporta la sua personale testimonianza di uomo messo alla prova da una malattia vissuta nella luce della fede.
La religione è sempre stata un tema centrale della filosofia di Severino, a partire dagli anni di insegnamento all'Università Cattolica (culminati nel processo canonico che, nel 1970, proclamò l'incompatibilità tra la visione del filosofo e il cristianesimo). Questo libro esamina con rigore e, non di rado, spirito polemico le posizioni della Chiesa cattolica sull'idea di verità e di natura, sulla bioetica, la libertà d'insegnamento, le leggi dello Stato, l'economia. Severino illustra da un lato il conflitto radicale tra la Chiesa e la scienza, la democrazia, il capitalismo, l'Occidente liberale nel suo complesso; e dall'altro la paradossale appartenenza del pensiero espresso dalla Chiesa all'autentica tradizione dell'Occidente: il nichilismo.
Il volume presenta i testi postumi di Schopenhauer del periodo successivo alla pubblicazione del "Mondo come volontà e rappresentazione". Si tratta di riflessioni, aforismi, appunti e abbozzi riuniti in cinque "libri" che testimoniano come la vena filosofica e letteraria del giovane filosofo non si fosse esaurita dopo la pubblicazione della sua opera più conosciuta.
L'enciclopedia è il circolo dei saperi, qui indagato nelle sue figure paradigmatiche. Le sei scienze che fanno da guida al percorso (dalla metafisica alla psicologia, all'etologia, dall'antropologia alla cosmologia, alla pedagogia) sono a loro volta emblematiche; esse compendiano un esercizio genealogico di rifondazione dei saperi, ricondotti alle loro pratiche originative. Questo ideale ritorno a casa delle scienze libera il sapere dalle superstizioni recenti e antiche e lo riconsegna a una nuova, necessaria, impellente consapevolezza filosofica.
L'enciclopedia è il circolo dei saperi, qui indagato nelle sue figure paradigmatiche. Le sei scienze che fanno da guida al percorso (dalla metafisica alla psicologia, all'etologia, dall'antropologia alla cosmologia, alla pedagogia) sono a loro volta emblematiche; esse compendiano un esercizio genealogico di rifondazione dei saperi, ricondotti alle loro pratiche originative. Questo ideale ritorno a casa delle scienze libera il sapere dalle superstizioni recenti e antiche e lo riconsegna a una nuova, necessaria, impellente consapevolezza filosofica.
"Questa raccolta di dodici saggi, dal 1968 al 1998, contribuisce a dare una risposta offrendo un'ampia prospettiva dei temi che, intorno alla questione centrale della filosofia del Novecento, Gadamer affronta fino agli ultimi anni, dai limiti del linguaggio alla diversità delle lingue, dal primato dell'ascolto alla corporeità della voce, dal linguaggio della metafisica al confronto tra parola e immagine, dal nesso tra rituale e linguaggio fino al gioco linguistico. Ma sarà il lettore a decidere se ci sia qui una radicalizzazione dell'ontologia universale del linguaggio oppure un ripensamento critico". (Dall'Introduzione di Donatella Di Cesare)
L'Occidente è oggi diviso. Ma all'origine di questa divisione non è il terrorismo, bensì una politica americana che ignora la legalità internazionale, relega in secondo piano l'Onu, determina la rottura con i tradizionali alleati europei. La frattura si prolunga anche all'interno degli stessi Stati Uniti e di molti paesi europei, dove sembra venir meno perfino l'accordo sui principi giuridici fondamentali. All'unilateralismo di Bush, sostiene però Habermas, si deve contrapporre un nuovo progetto cosmopolitico, che riattualizzi l'idea kantiana di "pace perpetua" e presti la dovuta attenzione al tema cruciale dei diritti umani.
Attualmente docente di filosofia politica all'Università di Pavia, Ian Carter traccia un'analisi filosofica del diritto di ogni individuo all'eguale libertà. Un diritto fondamentale capace da solo di motivare politiche sia più libertarie sia più egualitarie di quelle sostenute in genere dai progressisti liberali di oggi. Il libro è diviso in tre parti: la prima dedicata alla libertà, alla concezione liberale del suo valore e al problema della sua misurazione; la seconda dedicata alla struttura dei diritti, ai fondamenti del diritto alla libertà e al nesso con la proprietà privata; la terza dedicata all'interpretazione egualitaria di tale diritto, al rapporto con l'eguaglianza delle risorse e al ruolo della responsabilità morale del singolo.
Salvatore Natoli rilegge Foucault, a vent'anni dalla morte, e nell'introduzione spiega i motivi della sua scelta: "Foucault ha pensato in modo originale e non tanto o non solo per gli argomenti di cui trattava - mai astratti, ma radicati sempre nelle istanze del presente - ma soprattutto perché ha cambiato le modalità consuete dell'interrogare, del rispondere: in breve, ha impresso una diversa curvatura ai modi abituali di fare teoria, ha prodotto, per dirla nel suo linguaggio, un vero e proprio effetto di campo. Per questo ritengo più che mai opportuno riprendere, oggi, le fila del suo pensiero, per segnalare l'ampiezza degli effetti e mostrare quanto sia ancora fecondo per noi".
La "Critica della ragion pura" ebbe, vivente Kant, cinque edizioni. Importanti sono soprattutto le prime due, del 1781 e del 1787, per lunghi tratti diverse tra loro. Alla seconda edizione si rifaceva nel 1904 l'Accademia delle Scienze di Berlino per stabilire l'editio princeps dell'opera, e su questo testo veniva condotta nel 1909-1910 la classica traduzione di Gentile e Lombardo Radice qui ripresentata nella revisione curata da Vittorio Mathieu.