
Quali sono le origini della fenomenologia? E quali le vie che la riflessione di Husserl ha percorso nel pensiero contemporaneo, assumendo forme e contorni di volta in volta diversi? Ma soprattutto: quali sono i problemi che le animano e quali i metodi che le sono propri e che l'hanno guidata nel dare una risposta agli interrogativi che la riflessione filosofica pone? Sono queste le domande cui in questo libro si cerca di rispondere, proponendo un percorso che, attraverso un'attenta analisi dei principali concetti della fenomenologia husserliana e della galassia fenomenologica che da essa trae origine, permetta al lettore di familiarizzare con una delle vicende teoriche più significative e complesse della filosofia del XX secolo.
Questo testo è una delle fonti ispiratrici della Enciclica Deus Caritas Est" del Santo Padre Benedetto XVI. "
Cosa sono i fenomeni mentali? La tesi di Tim Crane è che la caratteristica essenziale dei fenomeni mentali sia l'intenzionalità, cioè la capacità della mente di rappresentare oggetti o vertere su di essi. L'autore si oppone alle concezioni della mente che dividono i fenomeni mentali in due categorie, l'intenzionale e il qualitativo, proponendo invece una teoria unificata di tutti i fenomeni mentali. Crane descrive i dibattiti fondamentali sul problema mente-corpo, su quello della coscienza, della percezione e dell'intenzionalità stessa, fornendo un'introduzione aggiornata alla filosofia della mente per tutti gli studiosi dell'argomento.
Il volume raccoglie le lezioni che Fink tenne nel semestre estivo 1955 presso l'Università di Friburgo in Brisgovia, il volume, corredato da una introduzione di Cathrin Nielsen, co-curatrice dell'edizione critica tedesca, si aggiunge alle poche traduzioni dell'opera di Fink in Italia. L'opera introduce l'approccio finkiano alla filosofia antropologica esaminando in termini filosofici la domande fondamentali sull'essenza dell'uomo.
I contributi qui raccolti propongono una panoramica ricca e variegata sull'universo femminile, in un fecondo confronto tra Occidente e Oriente, tra passato e presente, attraverso la religione, la letteratura, la storia e la cultura. La novità di questo percorso è proprio nel confronto tra Oriente e Occidente, poco frequente nella letteratura sull'argomento, ma molto significativo perché permette di puntualizzare in relazione al femminile il divario teorico-pratico fra le due culture e di rilevare il contributo originale che la donna ha saputo fornire nel campo dell' elaborazione culturale.
Questo libro, partendo dai miti e dalla filosofia dei greci, ne mostra l'influsso sul pensiero e sulla politica dell'Occidente come cultura "omosessuale", cioè esclusivamente maschile. Una cultura che genera inevitabilmente violenza, in quanto sotto forme e con intensità diverse produce quell'individualismo possessivo che nega la relazione essenziale con l'altro...
Un'articolata esposizione delle dottrine sul tema della felicita, da parte di filosofi di epoche e scuole diverse (Platone, Aristotele, Agostino, Tommaso d'Aquino, Nietzsche...), con una ricca proposta antologica.
Questo non è l'ennesimo libro sulla felicità, completo - come tanti altri che affollano le librerie - di istruzioni per l'uso. Risultato di un lungo lavoro e di un'intensa discussione tra filosofi di diverse generazioni, non dà consigli per essere felici, né cerca di definire cosa sia la felicità. Si chiede invece dove la si cerca. In particolare, in quali ambiti la cercano gli italiani. In diciassette brevi saggi viene presentato un campionario, non esaustivo ma accuratamente selezionato, di ciò che oggi ci rende felici. Dall'amore alla religione, dalla moda alla politica, dal cibo allo smartphone, dalla casa agli psicofarmaci, per citare solo alcuni dei temi affrontati, il libro offre uno scenario prismatico delle nostre aspettative di felicità che, tra stereotipi e novità, si rivela non privo di sorprese.
Per il solo fatto di esistere, necessariamente desideriamo essere felici. L'interrogativo sullo scopo ultimo e più profondo dell'esistenza trova risposta nella contemplazione: in essa risiede il compimento autentico, non solo per il filosofo, ma per l'uomo in generale, "nella sua materiale umanità". È felice colui che vede ciò che ama. La contemplazione terrena, in particolare per il cristiano, rimanda a una beatitudine eterna che la trascende. È una felicità che può accettare anche il dolore, perché consapevole del mistero del male e della distanza tra l'oggetto del desiderio, infinito, e le proprie capacità limitate. Attingendo alla sapienza degli antichi e agli scritti di Tommaso d'Aquino, Pieper propone riflessioni ancora capaci di illuminare la natura dell'uomo e la sua perenne ricerca di senso.

