
Un libro che non celebra ma racconta ciò che è stata la scelta di Marcello Candia imprenditore milanese che negli anni ’70 decide di vendere la sua azienda e partire in Brasile ad aiutare i lebbrosi. Con il suo consueto stile fine e poetico Giorgio Torelli cerca di scandagliare le motivazioni di una scelta così radicale, prova a capire chi era l’uomo e il cristiano. E per fare questo attinge dai suoi ricordi diretti: il loro primo incontro, lo svolgersi di un’amicizia sempre più coinvolgente negli anni, il soggiorno nell’ospedale fondato a Macapà. E poi l’oggi: come continua ciò che il seme di quella scelta ha generato? Come cresce, cosa insegna a noi e cosa annuncia al mondo. Chi sono le persone compiono nuovamente quella scelta?
DESCRIZIONE: Questo volume intende offrire un primo bilancio delle ricerche promosse dalla Fondazione Ernesto Balducci per costruire una memoria critica. Per questo motivo si è voluto dedicare ampio spazio ai giovani, che talvolta non hanno nemmeno conosciuto Ernesto Balducci, ma che si sono confrontati con materiali inediti, lavori di archivio e ricerche originali; d’altro canto queste ricerche sono complementari a quelle degli studiosi che evidenziano i rapporti tra la vicenda balducciana e la realtà della Chiesa e della società italiana, per sottolineare le profonde relazioni e l’apporto conoscitivo e problematico che ne deriva. Ma, per una reale comprensione dei molti aspetti e risvolti di una realtà così complessa, a soli tredici anni dalla scomparsa di Ernesto Balducci, non si è voluto separare in modo assoluto la ricostruzione storica dalle testimonianze, che costituiscono anch’esse una fonte da comprendere e valorizzare storicamente.
In occasione della festa di san Giuseppe, il 19 marzo, un piccolo libro con la vita di san Giuseppe tratta dai Vangeli con una serie di preghiere tradizionali, illustrato con le immagini di uno splendido trittico raffiguranti alcune scene della vita di Giuseppe. Al centro del trittico emerge la figura di san Giuseppe che con il suo sguardo ci porta al Cristo Bambino che egli stesso guarda.
La figura di san Lorenzo da Brindisi (1559-1619) è esemplare per le spiccate virtù morali e le qualità intellettuali. Santo, dottore della Chiesa, apostolo, diplomatico, operatore di pace, apprezzato uomo di governo dell'Ordine Francescano Cappuccino.
Gennaio 1943 fronte russo: un cappellano militare sopravvive miracolosamente alla battaglia di Nikolajewka e decide di dedicare la vita alla memoria degli alpini morti contro l'esercito dell'Armata Rossa, ai loro orfani, ai piccoli feriti dalle bombe. Quel sacerdote è don Carlo Gnocchi, il prete che il cardinal Schuster vorrebbe fare vescovo, che padre Gemelli vorrebbe tenere con sé all'Università Cattolica e che invece realizzerà una delle più importanti opere di carità del dopoguerra. La vita di don Gnocchi è un susseguirsi di prove estreme, di sfide temerarie sull'orlo dell'impossibile, di gesti audaci realizzati con umiltà, attenzione quasi maniacale al dettaglio e il sorriso sulle labbra.
Il libro racconta la figura e l’opera di don Luigi Di Liegro (1928-1997), fondatore e anima della Caritas diocesana romana, sempre in prima linea a fianco degli ultimi. Un sacerdote conosciuto da molti, ammirato e anche osteggiato come capita spesso a chi con semplicità e determinazione mette in pratica il Vangelo. Un carteggio, per lo più inedito, e molte testimonianze di chi ha lavorato con lui (a partire da quella di Maurice Bignami, ex-comandante di “Prima Linea”, pluriomicida, che lavorò molti anni nell’ostello Caritas alla stazione Termini, voluto da don Luigi).
Il racconto della nuova avventura della fede di Alessandra Borghese, vaticanista di Panorama: dalla gioia della conversione alla decisione di testimoniarla, dai dialoghi con i lettori agli incontri con Benedetto XVI.
Impegnata fin da giovane nell’assistenza ai poveri e ai diseredati nella sua Forlì, Annalena Tonelli scelse di lasciare tutto per lavorare come volontaria in Africa, prestando attenzione ai numerosi problemi delle popolazioni del luogo. Avvocato di formazione, mise a punto un metodo rivoluzionario per combattere la tubercolosi. La sua denuncia del genocidio in atto in Kenya le valse l’espulsione da quel Paese, ma non si perse d’animo: trasferitasi in Somalia, riprese con vigore la sua attività di assistenza sanitaria e sociale alle popolazioni più disagiate.
Il suo impegno si sviluppò su diversi fronti: dalla lotta alla tbc alla campagna contro l’oppressione delle donne, dalle scuole per handicappati alle migliaia di pasti preparati quotidianamente per i più bisognosi. Un’attività che le valse il risentimento dei capi locali e dei signori della guerra, e che condusse al suo omicidio, il 5 ottobre 2003, da parte di ignoti sicari.
Miela Fagiolo D’Attilia, giornalista e scrittrice;
Roberto Italo Zanini, giornalista di Avvenire, che ha già pubblicato per San Paolo la biografia di Bakhita.
Quanto ad Annalena Tonelli, era nata a Forlì nel 1943, laureata in legge, insegnante di inglese, aveva conseguito numerosi diplomi medici; nell’aprile del 2003 l’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati le aveva assegnato il Premio Nansen Refugee Award. Dopo la morte è stata decorata dal Presidente della Repubblica con la medaglia d’oro al valor civile.