
La figura di Giuseppe Lazzati, fedele laico esemplare, emerge in modo vivo in questa biografia che ripercorre i tratti salienti della vita e il profilo spirituale del Professore. Una vita profondamente segnata dalla passione per l'uomo, per il Signore e per la Chiesa, sempre attenta alle sorti del proprio tempo, di cui Lazzati fu attivo protagonista. Intellettuale cattolico, grande educatore, passò attraverso il dramma della guerra e della deportazione nei campi di concentramento tedeschi e fu definito dal cardinale Carlo Maria Martini un "contemplativo nell'azione".
Il volume narra con precisione e discrezione la vita e gli incontri della nuova beata Maria Giuseppina di Gesù Crocifisso. Il libro la cui autrice è una monaca che vive nello stesso monastero di Giuseppina dedica l'ultimo capitolo al processo di beatificazion ed è corredato da inserti fotografici a colori e in bianco e nero per entrare meglio nella vita di questa nuova Beata.
La presente biografia ci fornisce un ritratto del Cardinale Casoria come di un uomo di Dio saldamente ancorato alla sua terra, dalla quale oltre alla spiritualità ha saputo trarre anche quel carattere di "autentico cuore napoletano", così come lo avevo descritto Giovanni Paolo II prima e Benedetto XVI poi. Nella stesura di questa biografia l'autore, giornalista professionista, attualmente Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, (in passato è stato anche vice-direttore dell'Osservatore Romano e direttore dell'Agenzia missionaria Fides) oltre a trascrivere una straordinaria quantità di documenti del Cardinale Casoria, utilizza anche una chiave di lettura inevitabilmente soggettiva.
La testimonianza di come l’amore del Dio trinitario ha cercato un uomo che correva alla ricerca di sé tra continenti geografici – dal Tibet all’America Latina – e magmatici orizzonti culturali. Un “ritorno di Dio”, che non cessa mai di amarci, piuttosto che il risultato di un itinerario ideale. Dall’infanzia trascorsa fra la parrocchia francescana e i rosminiani, fino agli anni giovanili nelle file del PCI; dalla carriera di psichiatra alle vicende che lo hanno portato per due volte in Parlamento; dall’esperienza massonica al ritorno più pieno nella Chiesa cattolica.
L’esistenza di Meluzzi si snoda attraverso vicende importanti di storia italiana, e lo fa fondendosi con le idee, le idealità e i movimenti spirituali che hanno animato l’Italia. La sua poliedrica esperienza porta con sé soprattutto una sfrenata e appassionata ricerca di senso della vita, a cui lo psichiatra ha dato una risposta netta e chiara aderendo con tutto se stesso, nella più piena maturità, al messaggio cristiano. È un’esperienza di vita eclettica e inclusiva, che sfocia tra le braccia di Cristo portando con sé un’identità umana e culturale che trae da tutte le fasi della vita sapori e tratti distintivi. Un cammino, appunto, attraverso le vie del mondo.
Marthe Robin è senza dubbio una delle figure più affascinanti del XX secolo. Questa contadina, costretta a letto per sessant’anni, ha ricevuto nella sua camera più di centomila persone! Ha conosciuto così alcune delle personalità più notevoli del nostro tempo, ha cambiato la vita di centinaia di persone illuminando, consolando, incoraggiando. E ha fatto tutto questo restando un’anima semplice, affabile, diretta, dotata di un buon senso, un umorismo, un’intelligenza pratica che la rendevano una creatura eccezionale. Qual era dunque il segreto di Marthe Robin? Quale parte ha avuto la fede in Dio nel suo itinerario personale?
Per rispondere a questa domanda, numerosi libri e centinaia di articoli sono stati scritti. Ma questo volume è unico perché scritto a partire da circa un migliaio di testimonianze raccolte dopo la sua morte, e basato su una conoscenza approfondita della corrispondenza e degli scritti di Marthe.
Bernard Peyrous, sacerdote, dottore in Lettere, membro della Comunità dell’Emmanuele, è specializzato in storia della spiritualità. È il postulatore della causa di beatificazione di Marthe Robin, aiutato in questo compito da Marie-Thérèse Gille, vice-postulatrice della causa e membro dei Foyers de Charité.
Il fascino dell’eremita e del suo mondo interiore. Si dice che tocchi tutti o quasi, se non altro per la domanda che inevitabilmente pone: che cosa può spingere una persona a fare una scelta così radicale e difficile che immette in una solitudine pressoché totale? Queste pagine di suor Maria Eustella Gregorat, una religiosa della Congregazione di don Orione che ha trascorso gli ultimi sette anni della sua vita – dal 1999 al 2006 – in un eremo vicino al santuario mariano di Montespineto, nella diocesi di Tortona, ce ne fanno intravedere le ragioni. Non certo una forma di misantropia oppure una sorta di unione mistica con la natura. Piuttosto, una chiamata irresistibile a seguire Gesù in un «luogo appartato» (come quelli nei quali anch’egli ogni tanto si ritirava) per trovarlo ancor meglio e sempre di più in una donazione totale della propria vita. Non per sé, ma per i fratelli. Un «olocausto», come scrive Madre Anna Maria Cànopi – badessa del monastero «Mater Ecclesiae», isola di S. Giulio d’Orta –, che lei, di origine ebrea, sopravvissuta per caso da bambina alle persecuzioni, ha volontariamente scelto per amore. Una accettazione consapevole di una vita di croce, tuttavia confortata fin da subito dalla luce e dalla gioia della risurrezione. Uno sviluppo, non una rottura con la sua precedente vocazione religiosa – come ci spiega bene Fra Luigi Fiordaliso, superiore dell’eremo di Sant’Alberto di Butrio, anch’egli eremita orionino – portato avanti proprio con lo spirito di don Orione che viveva egli stesso in una azione continuamente immersa nella contemplazione.
Una donna dalla personalità forte, amante della vita, ricca di intelligenza che il dono della sapienza ha vieppiù reso acuta e penetrante. Ma anche una religiosa che lo Spirito ha reso bambina, donandole quell’infanzia spirituale di cui parla il Vangelo. E per questo, alla fine, una madre, che, in questi suoi scritti (frutto di un dialogo profondo e continuo con Dio), ci prende per mano e, dai vertici spirituali ai quali è giunta, dolcemente ci conduce su una via carica di grazia e di gioia. Pagine intense che ci avvicinano al grande mistero divino, mostrandoci come l’umiltà, la semplicità e l’abbandono fiducioso all’amore riescano a penetrarlo.
Don Marcello è un segno di Dio per la nostra storia. I Diari ne raccolgono la memoria come un dono e un'assicurazione che, anche nell'aridità e nella tormenta, Dio fa sbocciare i fiori più belli.
Il libro è il pellegrinaggio avvincente di Giovanna Negrotto Cambiasio, un’autobiografia di una donna dai molteplici volti. L’autrice ama sottolineare nella sua esistenza il filo che lega tra loro i vari eventi che di volta in volta la portano a compiere scelte importanti di vita. Il libro offre un contributo straordinario per una lettura della complementarietà dei rapporti tra cristianesimo e induismo, con incontri e colloqui indimenticabili con persone semplici e con monaci di grande santità conosciuti lungo il corso del Gange, ai piedi dell’Himalaya, fino alla sorgente che nel 1998 sarà il suo Tabor.
Le Edizioni OCD propongono ai lettori e agli studiosi la traduzione della prima biografia del venerabile Giovanni di Gesù Maria (1564-1615), unitamente alla versione originale in latino. In queste pagine emerge la ricchezza e il grande apporto da lui offerto al Carmelo Teresiano italiano ed europeo, allora nascente.
Nato a Benevento nel 1880, laureato in medicina a pieni voti nel 1903, Giuseppe Moscati iniziò la carriera medica nell'ospedale napoletano degli Incurabili. Fu un medico generoso, dedicandosi anche all'insegnamento e alla ricerca. Salvò miracolosamente alcuni malati durante l'eruzione del Vesuvio del 1906. Nel 1921, quando Napoli fu infestata dal colera, si segnalò per l'abnegazione che profuse nelle cure dei contagiati. Morì improvvisamente il 12 aprile 1927, a soli 47 anni. E' stato proclamato santo nel 1987 da Giovanni Paolo II.
Un chirurgo così era difficile trovarlo. Non si arrendeva mai. Aveva gli occhi indomiti e curiosi di un bambino. Era uno che sapeva rischiare dove gli altri si fermavano. Se un malato si rivolgeva a lui per aiuto, lo prendeva a cuore e non lo abbandonava, anche quando dal punto di vista chirurgico, non c’era più nulla da fare. Ma, se esisteva anche solo una piccola possibilità di soluzione, la perseguiva, con tenacia. Enzo Piccinini era un grande chirurgo ma soprattutto era un amico vero, un padre, non solo per i suoi quatto figli, ma anche per i molti giovani che ha guidato all’incontro con il fatto cristiano. Dopo l’incidente automobilistico in cui morì nel maggio del 1999, Emilio Bonicelli fa rivivere in questo libro la figura di Enzo, di cui era profondamente amico. Il libro è scritto come una memoria viva attraverso le parole di chi lo ha conosciuto e come un dono per chi non è stato scaldato dal fuoco della sua compagnia. Enzo Piccinini è stato uno dei protagonisti più significativi del cattolicesimo contemporaneo, uno dei responsabili nazionali del Movimento di Comunione e Liberazione, che con la sua testimonianza ha aperto migliaia di cuori alla verità e alla bellezza del fatto cristiano. Di lui ha scritto Monsignor Luigi Giussani, che considerava Enzo come un figlio prediletto: “Enzo fu un uomo che, dall’intuizione avuta in dialogo con me venti anni fa, disse il suo sì a Cristo con una stupefacente dedizione, intelligente e integrale come prospettiva e rese la sua vita tutta tesa a Cristo e alla sua Chiesa. La cosa più impressionante per me è che la sua adesione a Cristo fu così totalizzante che non c’era più giorno che non cercasse in ogni modo la gloria umana di Cristo”.
Introduzione di Giancarlo Cesana