
La storia di Nunzio Sulprizio sembra tratta da un romanzo di Dickens: un'esistenza tragica e commovente, umile, pura, straordinaria. In soli 19 anni egli, passando attraverso tremende sofferenze fisiche e morali, riesce a realizzare e a santificare la sua vita, diventando un modello da imitare per conservare l'amore anche nelle avversità della vita e per desiderare la santità.
Biografia su Anna Maria Fulgida Bartolacelli. I temi trattati riguardano il significato della sofferenza e del male in generale, il senso della vita in condizioni di gravi disabilità, il rapporto del malato con la società e infine il valore salvifico della sofferenza dell'uomo unita a quella di Cristo.
La biografia di uno studioso, così come i suoi libri di riferimento, tracciano le linee del suo filone di ricerca e, perché questo si possa dire tale, ne aprono altri. È quanto si può dire dell'avventura intellettuale contenuta in queste pagine: un racconto personale che diviene espressione di un metodo più universale di lavoro, quello che Sacchi chiama "storico-filologico". Dove la filologia è l'inizio ma anche il compimento della ricerca storica, perché non si dà pensiero sulle origini del cristianesimo che non sia un continuo attingere ai testi. Questo spiega l'allargarsi degli studi biblici di Sacchi, dalla formazione con Giorgio Pasquali al Nuovo Testamento; dall'Antico Testamento agli apocrifi, ai rotoli di Qumran, alla letteratura apocalittica, rileggendo le origini cristiane - e la stessa figura di Gesù - alla luce del giudaismo dei primi secoli e delle sottese teologie (del Patto, della Promessa). Percorsi che si intrecciano e tornano su loro stessi, proprio perché osservati con quel distacco critico che deriva dalla oggettività del testo, e sono coronati dall'edizione, a cura di Sacchi, di grandi opere, come gli Apocrifi dell'Antico Testamento e la Bibbia dei Settanta. Prefazione di Luca Mazzinghi.
Una ragazza di antica e solida famiglia lombarda, dopo una formazione culturale brillante e internazionale e dopo alcuni anni di insegnamento, si fa giornalista nei periodici patinati e alla moda della scintillante "Milano da bere". In quel turbinio di feste, sesso, intrighi, vanità, non si cura di vincoli etici, respinti come anacronistici "moralismi". Dietro questa facciata si nasconde però una tragedia: una depressione devastante che, due volte all'anno, l'atterra, implacabile, nella ricorrenza delle date che hanno straziato la sua prima giovinezza. Il suicidio, prima, del fratello maggiore, a venticinque anni, e, poi, dell'amatissimo padre, noto medico, malato di tumore. La depressione la trascina in un baratro sempre più oscuro, e per tre volte tenta di fuggire dalla vita. Un incubo, nascosto dietro una maschera mondana, tenuto per molti anni malamente a bada con farmaci tanto moderni quanto dannosi e inutili terapie psicologiche. Ma quando la discesa all'inferno sembra aver raggiunto il fondo, ecco irrompere il Mistero, e questa donna razionale, che ironizza sulle superstizioni soprattutto se religiose, è come presa di mira da una serie di eventi inspiegabili, impressionanti. Una Luce inattesa che porta con sé la liberazione del corpo e dell'anima. Un'avventura che ancor oggi continua, dove fede e ricerca psicologica si intrecciano, e che la protagonista racconta qui, senza nulla nascondere e nulla aggiungere...
Il volume è una ricostruzione biografica che fa ampio ricorso a brani originali di don Primo Mazzolari, spesso inediti: corrispondenza, appunti, manoscritti vari, tracce di discorsi e prediche, articoli a stampa. Poche sono le pagine di un vero e proprio diario: l'archivio di Bozzolo conserva infatti solo "pezzi" autografi che riguardano una settimana nel 1946 e poche pagine sparse per tutti gli anni seguenti, fino al 1953. Si inizia con il racconto della giornata bozzolese del 25 aprile 1945 per seguire gli avvenimenti del cruciale periodo fondativo della democrazia e della repubblica e si conclude con il 31 dicembre 1950, nel mezzo di aspre polemiche e di attacchi a don Primo e al suo giornale Adesso. I testi danno spazio al Mazzolari parroco, conferenziere su temi religiosi, amico e consigliere spirituale di innumerevoli persone, osservatore attento delle più diverse realtà (il carcere, l'esperienza di Nomadelfia, la condizione religiosa del popolo italiano, l'Anno Santo). Si resta colpiti dalla sua poliedrica attività, soprattutto se si considera che ogni notte, dopo una giornata faticosa, egli passava ancora del tempo per rispondere alle tantissime persone che si rivolgevano a lui per un consiglio, un conforto, un suggerimento. In diverse pagine di questo volume questo fatto emerge con chiarezza, insieme agli sfoghi "intimi" di un uomo convinto della sua missione, intelligente e colto, ma anche ipersensibile e fragile nella salute.
Nella storia della mistica cristiana Lutero occupa un posto peculiare. Egli rimprovera alla pietà del suo tempo soprattutto le forme di vita puramente contemplativa, di immersione totale nel divino, e l’eccessivo apprezzamento religioso di visioni e sogni. Se la mistica medievale aveva attribuito all’amore la forza di unire l’uomo pio con Dio, nella religiosità evangelica questa funzione viene assolta dalla fede nel suo rapporto con la Scrittura e con il racconto dei Vangeli.
Gli accenti ascetici del monaco agostiniano e le sue idee sulla comunione con Cristo portano l’impronta della sua personale e specifica esperienza interiore, che non conduce nella direzione dell’esperienza estatica, ma in quella di una religiosità che culmina nell’unione con il divino.
Sommario
Introduzione. I. Eventi mistici nella vita di Lutero? II. Lutero e gli scrittori di mistica. III. Essere uno con Cristo. IV. Resistere alle tentazioni. V. Fratello e fratello, sposo e sposa. VI. Importanza e influsso di Lutero.
Note sull'autore
Reinhard Schwarz è professore emerito di Storia della Chiesa all’Università di Monaco. È autore di numerose opere sulla teologia e la spiritualità di Martin Lutero e la Riforma.
Il 2 maggio 1999 Giovanni Paolo II annoverava padre Pio nell'albo dei beati e dopo poco più di tre anni - il 16 giugno 2002 - lo ha canonizzato santo. Don Amorth non esita a definirlo "il più grande santo del nostro secolo" e ripercorre la vita di questo suo carissimo padre spirituale, che egli ha frequentato dal 1942 al 1968, accompagnando la narrazione con molti ricordi personali, che testimoniano la grandezza dell'umile frate di Pietralcina.
Beatificata da papa Benedetto XVI, Chiara Luce Badano è considerata la Santa dei giovani. Questo volume – ricco di illustrazioni – ne racconta
la vita, nella certezza che quanti si avvicinano a Chiara intravedono in lei la gioia promessa da Gesù.
Affascinata dall’invito a partecipare alla novità di Gesù – un’esperienza indicibile di amore, di bellezza e di bontà, di sicurezza e di gioia – Chiara si è fatta coinvolgere con tutto il suo slancio giovanile. E non ha dovuto ricredersi. Neppure di fronte alla prova più difficile.
Certo, Dio non ha mancato di fare
la sua parte. L’ha attirata a credere
in Gesù, a condividere i suoi valori,
ad appassionarsi per la sua causa, a spendere la vita per far crescere l’amore nel mondo. Lei si è fidata di Dio. Sulla base della fede ha costruito giorno per giorno la vita in compagnia di Gesù. A Lui ha comunicato sentimenti, sogni e timori, pene e speranze: in un colloquio mai interrotto, confidenziale, lieto, colmo di tenerezza.
Mariagrazia Magrini, nata a
Torino, dopo alcuni anni di insegnamento ha prestato servizio
nella Curia arcivescovile di Torino e successivamente in quella di Acqui. Nel 1999 è stata nominata Vicepostulatrice della Causa di Chiara Badano. Ha curato varie pubblicazioni per adulti e bambini sulla figura di Chiara e continua ad operare nella redazione del periodico quadrimestrale Credere all’Amore. Con
le Edizioni San Paolo ha pubblicato Di luce in luce (2008); Un raggio di luce (2012); Thérèse e Chiara (2013); Uno sguardo luminoso (2014).
DESTINATARI
• Per tutti i credenti.
ARGOMENTI DI VENDITA
• Chiara Luce Badano apparteneva al Movimento dei Focolari.
• È considerata la Santa dei giovani.
Il ritratto spirituale di Sr Elena Chiara Fieschi, che è stata Madre Generale delle suore della Comunità Adveniat
di Santa Maria in Arce e che riunisce attorno a sé anche una comunità di famiglie. Il libro ne racconta la vita, la sofferenza per la malattia e la fede che le dava la forza per affermare: «Non so quanto tempo vivrò, nessuno di noi lo sa, ma questo tempo che ho lo voglio vivere tutto».
Chiara Fenucci, nata a Genova nel 1973, ha vissuto a Vercelli, Arezzo e Milano. È sposata con Marco e mamma a tempo pieno di Lucia, Letizia, Cecilia e Gioele. Dal 2004, chiamata a vivere con tutta la famiglia il carisma della Comunità Adveniat di Santa Maria
in Arce, ne condivide il cammino assieme alle altre famiglie, alle sorelle consacrate e a padre Augusto, fondatore della Comunità.
Louis Martin e Marie-Azélie Guérin in Martin furono i genitori di Thérèse Martin, più nota come Teresa di Lisieux, e di altre quattro figlie, tutte religiose. Beatificati nel 2008 per l’esemplarità della loro vita di coppia, sono stati canonizzati nel 2015. Luigi e Zelia, malgrado il secolo che ci separa, hanno sperimentato condizioni di vita molto vicine alle nostre. Tutti e due hanno lavorato per allevare i loro figli, sono corsi dietro al tempo, hanno conosciuto le gioie e le pene di una famiglia ordinaria e sono morti di malattie che ci sono familiari. Ciò che ha costituito la loro santità non sono stati gli avvenimenti in se stessi ma il modo in cui li hanno vissuti. In tutti gli aspetti della loro vita essi non hanno avuto che una fonte e uno scopo: l’amore di Dio. Questo orientamento del cuore non li ha disincarnati ma ha fatto della loro vita ordinaria un’avventura d’amore.
Hélène Mongin, laureata in filosofia, lavora presso l’Office Central di Lisieux. Appassionata della figura di santa Teresa di Gesù Bambino, le ha dedicato il volume Une pensée par jour avec sainte Thérèse de Lisieux (Médiaspaul).
Lo studio proposto, frutto del percorso conclusivo di dottorato in S. Teologia, nasce dal tentativo di rilettura sintetica del pensiero del Servo di Dio Mario Sturzo, vescovo della diocesi di Piazza Armerina dal 1903 al 1941 e fratello del più ben noto Luigi, intorno al tema della "relazione". Dopo aver presentato gli elementi di base del suo pensiero filosofico, in dialogo con il neoidealismo italiano capeggiato da Benedetto Croce e Giovanni Gentile, se ne evidenziano i risvolti antropologici a partire dallo studio dell'uomo come essere unitario di anima e corpo, per arrivare all'"impegno sociale" visto come necessità di testimonianza; pensiero che influenzerà l'impostazione sociale del cristianesimo del fratello minore Luigi. La perfetta consequenzialità e coerenza della sua ansia pastorale che diventa pensiero filosofico capace di "capire e lasciarsi raggiungere dall'altro", emerge anche dall'analisi di una delle sue ultime raccolte poetiche, tentativo sintetico di tutta la sua tormentata e affascinante vicenda umana.
Nel centenario del ritorno al Padre celeste del Venerabile P. Felice Prinetti, le Figlie di S. Giuseppe di Genoni, da lui fondate, hanno voluto dare alle stampe una biografia agile e moderna che fosse di aiuto per chiunque si accosti alla figura di questo instancabile sacerdote. Marco Cardinali, autore del volume, afferma che Papa Francesco parlando di lui probabilmente non faticherebbe a definirlo come uno di quei "pastori che ha su di sé l'odore delle pecore". Il libro racconta l'opera meravigliosa di Dio compiuta con e per mezzo di questo suo figlio, che la Chiesa ha voluto avviare alla gloria degli altari. Un religioso che ha saputo affrontare le sfide del suo tempo e della vita religiosa con grande acume spirituale e con fede consapevole, un esempio per la vita religiosa di oggi e per la vita di fede di chiunque si professi cristiano.