
L’alloggio segreto di Anna Frank e la casa di Etty Hillesum si trovano a poca distanza l’uno dall’altra, tra i canali di Amsterdam. È qui che si incrocia la storia di due donne straordinarie, destinate ai campi di concentramento dagli occupanti tedeschi, ma decise a vivere fino in fondo il tempo che è loro concesso.Sia Anna che Etty fissano su un diario la quotidianità della propria esistenza gravata dalla barbarie nazista, ma ancor più delineano il percorso delle loro anime, affinate ogni giorno dalla prova, dal dolore, dal rischio. Scavando nel pozzo delle risorse interiori, preservano uno spazio di libertà e dignità che nessuno può rubare, neppure il più crudele delle SS.Questo libro mette a confronto i diari di Anna ed Etty, seguendo una traiettoria antologica suddivisa per temi.
Descritto dalla BBC come «l'ultimo eretico vivente», Lloyd Geering ha passato gran parte della sua vita a lottare con le immagini tradizionali di Dio. Recentemente, tuttavia, si è trovato ad affrontare l'assenza di Dio. Il sorgere della cultura non-religiosa e secolare in tutto il mondo testimonia il fatto che non è solo, che il concetto di Dio è diventato problematico. In questa raccolta di saggi, Geering ripercorre gli sviluppi cruciali della comprensione occidentale di Dio. Offre una nuova visione della spiritualità che unisce la nostra relazione con il mondo naturale e la ricca eredità della cultura umana.
Elisabetta Canori Mora (Roma, 1774-1825) nacque da una famiglia benestante e profondamente cristiana. Si sposò ed ebbe due figlie. Trascurata e maltrattata dal marito, Elisabetta si dedicò alla cura della casa e delle figlie, lavorando per guadagnarsi da vivere e riuscendo comunque a trovare tempo per la preghiera e il servizio ai poveri e agli ammalati.
Entrò nell’ordine secolare dei Trinitari e ben presto si diffuse la fama della sua “santità”, delle sue esperienze mistiche e del suo dono di guarire i malati. È stata beatificata il 24 aprile 1994 da Giovanni Paolo II.
A duecento anni dalla nascita, la figura di monsignor Paolo de Sanctis (1816-1907) emerge integra dalle carte d'archivio e dai documenti materiali, temprata dai tempi difficili in cui trascorse la sua lunga, feconda esistenza. Nato a Rigatti, in Diocesi di Rieti, fu a lungo Rettore del Seminario più antico del mondo cattolico durante i decenni segnati dalla nascita travagliata del Regno d'Italia. Quando ormai si preparava a dedicarsi agli amati studi storici, papa Leone XIII lo elesse vescovo della Diocesi di Poggio Mirteto, che resse per otto anni prima di riturarsi a Roma presso la basilica di San Giovanni in Laterano, onorato dal titolo di Arcivescovo di Sardica.
Forse non tutti sanno che lo "Stabat Mater" di Jacopone da Todi è l'opera poetica più musicata nella storia. La "biografia spirituale" di Jacopone da Todi, scritta e pubblicata a Londra un secolo fa da Evelyn Underhill è forse l'opera che ha più contribuito alla conoscenza del nostro Poeta nel mondo. Scrittrice, guida spirituale e mistica, Evelyn ha interpretato con profondità ed empatia l'umanità del Beato Jacopone da Todi. Ricercatrice accurata e documentata, essa ci fa comprendere il valore letterario e poetico delle Laudi insieme al loro significato teologico e filosofico. Jacopone da Todi, interprete fedele dell'ideale francescano e massimo rappresentante della letteratura italiana in lingua volgare prima che Dante la portasse a perfezione, viene presentato in questa biografia come una delle figure più alte della spiritualità e della cultura europea del XIII secolo.
A trentacinque anni dalla morte, i saggi raccolti in questo volume tentano di analizzare e testimoniare la vicenda umana e spirituale di Cristina Campo (1923-1977) in alcuni aspetti della sua avventura letteraria: il suo amore per l'Oriente cristiano, il dramma vissuto dopo la riforma liturgica, la sua profonda e costante attenzione al mistero di Dio, la sua poesia, i suoi carteggi, l'amore per la musica, perfino il confronto con altre avventure spirituali come quella di Louis Massignon. Tanti aspetti che documentano la profonda interiorità del viaggio esistenziale e letterario di Cristina Campo: un'interiorità redenta dal colloquio con il Dio cristiano, vissuto soprattutto nella liturgia, nonché dalla determinazione di testimoniarlo sempre e comunque, anche negli anfratti di una storia enigmatica perché in continua e quasi imprendibile trasformazione.
Le biografie, nella vita spirituale della Chiesa, sono state spesso un genere agiografico, consolatorio, in cui le figure di santità hanno sempre la risposta assoluta ed eroica in qualsiasi situazione. Tuttavia, in una diversa prospettiva, narrativa e capace di porsi in ascolto, a un tempo, della storia umana e delle ispirazioni di Dio, è possibile raccontare queste anime che sono state sopraffatte dalla certezza che Dio, e solo Dio, è santo. La narrazione di una biografia è, quindi, formatrice per eccellenza, anzi è pedagogia non solo all'umano, ma anche al cammino sul sentiero di Dio. Se il racconto educa alla vita e alla fede, una biografia come quella di Madre Maria degli Angeli, fondatrice delle Suore Carmelitane di S. Teresa di Torino, può educare noi tutti a divenire noi stessi "narrazione di fede", guardando a quel suo camminare sulle vie di Dio, attraverso tappe ricche di sorprese e di scoperte interiori assai affascinanti e anche dense di attualità: optare per il Vangelo, impegnarsi nelle vicissitudini della Chiesa e del mondo, fare gruppo e lavorare per il Regno di Dio. Non è forse tutto qui il racconto della vita di Madre Maria degli Angeli? Di fatto, è nel giardino del Carmelo che fiorirà anche la sua esperienza spirituale.
Una vivace ragazza castigliana stretta nel dilemma tra matrimonio e convento; una borghese di origine ebraica alla ricerca di una nuova e diversa identità nella Spagna da cui gli ebrei erano stati espulsi nel 1492 e dove gli ebrei convertiti al cristianesimo erano strettamente controllati dall'Inquisizione; una monaca che sceglie la via della perfezione; una mistica che fonda nuove comunità monastiche femminili (e maschili) nel clima controriformistico del Concilio di Trento, tra difficoltà e resistenze di ogni tipo; e infine un'accanita lettrice che si fa scrittrice, che si dedica per tutta la vita a dare voce, parola, forma e durata alle proprie esperienze. Intorno alla figura di questa donna si snoda una straordinaria galleria di luoghi e personaggi, una trama di eventi minimi e grandiosi. Il racconto, fittamente intessuto di documenti d'epoca e di brani delle opere e delle lettere di Teresa, procede come se si guardasse quel mondo con gli occhi della Carmelitana e lo si leggesse con il conforto - per quanto possibile - della sua parola sempre viva e diretta.
Un'attenta e fine selezione degli scritti autobiografici di Idilio Dell'Era, che permette di apprezzarne tutta la vena letteraria, bellezza della lirica e poetica del grande scrittore senese.
Innocente! Il 7 aprile 2020, l'Alta Corte d'Australia si è espressa con decisione unanime per annullare un verdetto di colpevolezza ed emetterne uno di completa assoluzione nel caso Pell contro la Regina, ribaltando l'incomprensibile condanna del Cardinale per l'accusa di abuso sessuale "storico". La sentenza dell'Alta Corte ha liberato un innocente dall'ingiusta detenzione alla quale era stato sottoposto, lo ha restituito alla sua famiglia e ai suoi amici, e gli ha permesso di riprendere in mano il suo importante lavoro nella e per la Chiesa Cattolica. Durante tutto il suo calvario, il Cardinale è stato un modello di pazienza e di vita sacerdotale, come testimonia questo diario. Innocente, egli era libero anche quando incarcerato. E ha saputo mettere a frutto tutto quel tempo - «un prolungato ritiro», come lo ha definito - rassicurando i suoi molti amici in tutto il mondo e intensificando una già vigorosa vita di preghiera, di studio e di scrittura. Al centro di incredibili pressioni e sostenuto da una vibrante fede cristiana, il Cardinale George Pell ha preso posizione in difesa della verità, consapevole che la verità renda liberi nel senso più profondo della libertà umana. Il diario che il lettore è in procinto di leggere è una luminosa attestazione di questa liberazione. Introduzione di George Weigel.
Nel 1965 Paolo VI nominò arcivescovo di Torino Michele Pellegrino, un patrologo che, negli anni del suo episcopato, volle essere un padre per il gregge affidato alle sue cure. Pellegrino si sforzò di incarnare in profondità il modello pastorale dei padri della chiesa, in una stagione ecclesiale chiamata a tradurre in pratica le indicazioni del Vaticano II, aprendo la chiesa torinese alle istanze di rinnovamento sorte dal dibattito conciliare, in dialogo con la società e la realtà contemporanea, soprattutto nelle sue componenti più deboli (lavoratori, immigrati, poveri, drogati, prostitute, carcerati, malati, esclusi). La profezia di Pellegrino viene dal nostro passato, ma vorrebbe restare voce gravida di futuro, lasciando intravedere ciò che sarà, nel dono, nella comunione e nella speranza.

