
"Caro Dante, vorrei tranquillizzarti. Non ho intenzione di scrivere una tua biografia. Lo hai già fatto tu in La mia strada. Ancora meno intendo scrivere un'agiografia, saresti il primo a sbellicarti dalle risate. Però, però c'è un Dante meno conosciuto: quello più intimo, quotidiano, più famigliare. Di questo possono narrare quanti lo hanno "vissuto" più da vicino". È la premessa del nuovo libro di Piergiorgio Bortolotti, braccio destro e poi successore all'approdo per poveri del Punto d'Incontro di Trento - di don Dante Clauser (1923-2013), prete degli ultimi, amico e ispiratore dei preti degli ultimi come don Gallo e don Ciotti. Don Dante, con la sua profetica barba bianca e la sua proverbiale schiettezza che includeva anche un santo turpiloquio, ha lasciato un'impronta indimenticabile. L'autore lo rievoca con un racconto spesso divertito e divertente, pieno di fatti inediti, all'insegna della schiettezza antiretorica, come sarebbe piaciuto al protagonista di questo libro. "È un ritratto a più mani, perché arricchito dalle pennellate di altre persone". È il ritratto di un uomo di Dio che si è consumato con felice irruenza nell'amore per gli uomini. "L'attenzione di Dante alle persone era sempre mirata, individuale. Non esistevano i barboni, i senza dimora, i tossici, i carcerati come categoria. Non definiva le persone a partire dal loro problema e non credeva ai trattamenti risolutori di chi sa tutto e non incontra mai le persone".
Il nome Borgia accende l'immaginario e rinvia spesso a narrazioni da saga, in cui un onnipresente cocktail fatto di delitti, intrighi, scandali e vizi ha alimentato nel tempo una sterminata letteratura e trasposizioni artistiche di vario tipo. Ma oltre agli arcinoti Rodrigo, Lucrezia e Cesare ? i protagonisti maggiori della «leggenda nera» dei Borgia ?, il celebre casato annovera anche rappresentanti mirabili, tra cui svetta la figura ricca e complessa di Francesco. Da politico di spicco della Corona spagnola a terzo Generale dei gesuiti, la sua fu una vita poliedrica. Uomo pragmatico e di governo, dotato però anche di grande profondità spirituale, è stato decisivo per Ignazio di Loyola e il decollo della Compagnia di Gesù. Dopo una panoramica sul contesto e la storia personale del protagonista, il libro si addentra nella sua interiorità, approcciando l'espressione matura dell'intima fisionomia borgiana: il Diario spirituale. L'Autrice esce dagli stereotipi univoci e riduttivi entro cui il «santo Duca» è stato a lungo costretto, mostrando anche quanto ancora egli sia interessante per l'oggi.
Giovanni Marcora (Inveruno, Milano, 1922-1983), formatosi nell'ambiente dell'oratorio e nell'Azione Cattolica del suo paese, capo partigiano, imprenditore, politico. Eletto senatore nel 1968, ha dato il suo nome alla prima legge italiana per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza (1972). Sindaco di Inveruno, dirigente locale e nazionale del partito - nel suo "olimpo" figurano statisti come Alcide De Gasperi, Ezio Vanoni, Enrico Mattei, Aldo Moro -, esperto di questioni economiche, ha guidato ininterrottamente il ministero dell'Agricoltura fra il 1974 e il 1980, per poi passare al dicastero dell'Industria nel biennio 1981-82.
Contenuto
Presenta la biografia e una raccolta di scritti di Madre Anna Vitiello (1904 - 2000). Dal 1949 fino alla morte, assieme a padre Arturo è la co-fondatrice dell’Opera piccole apostole della redenzione. Il suo impegno a favore dei bambini orfani è stato totale: ha offerto loro l’educazione ai valori e una professione inserendoli a pieno titolo nella società.
Destinatari
Tutti.
Autore
Padre LUIGI BORRIELLO, carmelitano scalzo, è docente di teologia mistica e di storia della spiritualità. È consultore presso la Congregazione delle Cause dei Santi e la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le società di Vita Apostolica. Ha pubblicato con M.R. Del Genio e T. Spidlik, La mistica parola per parola (2007). Esperienza mistica e teologia mistica (2009), Dio che è in te. Elisabetta della Trinità (2010).
La biografia sconcertante di una bimba speciale, della quale Papa Benedetto XVI ha proclamato l'eroicità delle virtù. Perché la santità - cioè la capacità di rendere visibile Dio nella propria vita - come l'amore, non ha età. Una vita capolavoro di Grazia. Il libro a colori è arricchito da numerose fotografie.
Chiarettina così Chiara Lubich era solita chiamare Renata Borlone (1930-1990). Un nome che dice la luce che spargeva attorno a s, attingendo alla Fonte della nuova corrente evangelica nata a Trento nel secondo dopoguerra. Sfogliando le pagine dellautobiografia ripercorriamo il sottile filo doro che si dipana dalla scoperta dellamore di Dio alla scelta di consacrarsi a Lui e il suo impegno nel Movimento dei Focolari in Italia, in Spagna, Belgio, Svizzera e poi nella cittadella internazionale di Loppiano (FI).
Una vita esemplare e un pensiero folgorante. Eugenio Borgna ha trascorso molto della sua vita in dialogo con gli scritti di Simone Weil, che hanno saputo offrirgli infinite suggestioni per il suo cammino di medico e psichiatra, impegnato nell'ascolto e nella condivisione della sofferenza e della speranza. In questo vero e proprio diario di un lettore d'eccezione, Eugenio Borgna interroga l'enigma di questa giovane donna che ha attraversato un'epoca di guerre e totalitarismi armata della sua fragilità, della sua intelligenza luminosa, della sua febbrile passione per l'amicizia e la trascendenza. Eugenio Borgna rievoca gli anni di formazione di Simone, l'appartenenza alla colta borghesia ebraica della capitale francese, la vicinanza ad alcuni grandi irregolari della cultura del tempo. Mette al centro di questa sua rivisitazione il momento drammatico in cui Simone decide di andare a lavorare in fabbrica con l'idea di condividere la sofferenza degli ultimi in un estremo esperimento con se stessa e con le proprie forze. E indaga in Simone Weil il costante, misterioso intreccio tra una bruciante sensibilità che la avvicina alle grandi figure della mistica e della poesia femminile come Teresa di Lisieux, Etty Hillesum, Madre Teresa di Calcutta, e un impegno politico senza riserve, che la porta alla volontà di partecipare alla guerra civile spagnola e più tardi alla Resistenza francese, morendo a Londra stremata dalla malattia e dalla solitudine.
Un testo che parla di uomini e donne che hanno fatto della ricerca della verità e del desiderio di viverla, con passione ed entusiasmo, la luce e la forza della loro vita.
Uscito nel 1990 e, in seconda edizione, nel 2004, il volume Romano Guardini. Dialettica e antropologia costituisce una delle prime presentazioni in Italia dell'antropologia filosofica del pensatore italo-tedesco. Si tratta di una visione dinamica dell'uomo, caratterizzata da una profonda tensione tra coppie polari, che trova eco nella concezione cattolica della Chiesa intesa come complexio oppositorum. Una prospettiva che torna oggi profondamente attuale in relazione alla crisi della globalizzazione e all'erompere di versioni manichee in sede religiosa così come in quella politica. La dialettica polare guardiniana consente l'unità nella differenza, il dialogo e l'impegno per la pace nella consapevolezza di un mondo pluriforme. Come afferma uno dei suoi più grandi estimatori, papa Francesco: «Romano Guardini mi ha aiutato con un suo libro per me importante, L'opposizione polare. Lui parlava di un'opposizione polare in cui i due opposti non si annullano. Non avviene neanche che un polo distrugga l'altro. Non c'è contraddizione né identità. Per lui l'opposizione si risolve in un piano superiore. In quella soluzione però rimane la tensione polare. La tensione rimane, non si annulla. I limiti vanno superati non negandoli». Il volume analizza l'antropologia polare guardiniana e ne mostra le feconde applicazioni in sede morale-religiosa e nella comprensione della dialettica tra infinito e finito che caratterizza l'era moderna.
La riflessione di Luigi Giussani (1922-2005) appare un contributo di grande rilievo in seno al pensiero cattolico contemporaneo. La lezione tomista, assimilata nel Seminario teologico di Venegono, viene ripensata dall'autore in chiave esistenziale alla luce di un'esperienza educativa unica, senza analogie nell'Italia del '900. Il risultato è, da un lato, la nozione di senso religioso, per la quale la verità deve, modernamente, passare attraverso la libertà, e dall'altro, quella di incontro come modalità fondamentale con cui l'Essere si manifesta. Al centro vi è la categoria originale di esperienza, verifica della corrispondenza tra l'io, nelle sue esigenze naturali fondamentali, e la realtà. Giussani delinea, in tal modo, un percorso che va al di là della tradizionale opposizione tra agostinismo e neotomismo e, nella Chiesa post-conciliare, tra modernisti e tradizionalisti. Il fine è quello di pervenire a Dio come un "Tu" esistente in Gesù Cristo, incontrato "fattualmente" nella storia. Lo può fare perché la nozione di "conoscenza amorosa", nella relazione io-tu, consente di pensare l'esperienza del vero in direzione di un pensiero "immaginativo", concreto. Il volume mette a fuoco nodi e momenti essenziali del pensiero giussaniano ponendolo a confronto sia con i suoi critici (Benvenuto, Barcellona, Severino, de Mattei) che con la questione dell'integrismo, cruciale per delineare il rapporto tra cristianesimo e libertà moderne.

